Naspi, Cgil: 300mila lavoratrici domestiche penalizzate dal nuovo sostegno

redazione Domenica, 08 Novembre 2015
Le lavoratrici domestiche che lavorano per meno di 24 ore alla settimana rischiano di essere tagliate fuori dal nuovo ammortizzatore. Lo ricorda in una nota l'Inca Cgil. 
 Come noto da quest’anno sono cambiati gli ammortizzatori sociali sia in caso di disoccupazione involontaria, sia in costanza di rapporto di lavoro cioè quando l’azienda sospende l’attività per produttiva per crisi o altro. Le norme per i nuovi ammortizzatori sono contenute nel complesso di leggi che conosciamo sotto il nome di “Jobs Act” che all’indomani della loro approvazione sono state vantate dal Governo Renzi come strumenti di sostegno al reddito inclusivi per tutte le tipologie di lavoro.

Veniva detto che nessuno verrà lasciato solo quando si perde il lavoro. Invece non è così. Prendiamo a riferimento, a titolo di esempio, due tipologie particolari di lavoratori e lavoratrici che, invece, hanno visto peggiorare la loro situazione: parliamo degli stagionali e delle lavoratrici domestiche. Le nuove norme per aver diritto alla Naspi, così è stato denominato il nuovo ammortizzatore sociale che si ha diritto di percepire in caso di disoccupazione involontaria, prevedono che la durata dell’ammortizzatore, sia legata e direttamente proporzionale al lavoro svolto. Se un lavoratore dipendente ha 24 mesi di contribuzione (nei quattro anni precedenti la disoccupazione e almeno 30 giorni di lavoro negli ultimi 12 mesi), potrà ottenere il pagamento della Naspi per 12 mesi, ovvero il 50% del tempo rispetto al lavoro svolto. 

Per effetto di questa norma tutti gli stagionali che stanno terminando i loro contratti in queste settimane, se hanno lavorato sei mesi hanno diritto a soli tre mesi di Naspi e se non si rioccuperanno in altro modo, perché sul loro territorio è disponibile solo il lavoro stagionale semestrale, ogni anno accumuleranno tre mesi di buco non solo retributivo ma anche contributivo, ritardando nel tempo la possibilità di maturare i requisiti per il pensionamento. 

Il Governo, nell’ultimo decreto emanato, ha promesso una sanatoria per il solo 2015, garantendo per l’ultima volta i sei mesi di Naspi ai lavoratori del turismo e termali, ma dal prossimo anno o si lavora almeno 8 mesi all’anno e con i quattro mesi di Naspi si copre tutto l’annualità, oppure saranno guai. Si tratta di un netto peggioramento della situazione perché la precedente Aspi era più garantista. In un paese come il nostro, dove il turismo rappresenta una componente molto importante del mercato del lavoro e dell’economia italiana, questo passo indietro ci vede nettamente contrari. 

Per le lavoratrici domestiche, addirittura, ottenere la Naspi è un percorso ad ostacoli. Le regole generali prevedono, come sopra ricordato, che tra i requisiti bisogna avere 30 giorni di effettivo lavoro negli ultimi 12 mesiL’Inps nella sua circolare applicativa delle norme di legge stabilisce che per questa tipologia di lavoro il requisito dei 30 giorni di lavoro si raggiunge se si possono far valere negli ultimi 12 mesi 5 settimane di lavoro con un minimo di 24 ore lavorate per ogni settimana. E qui siamo al paradosso, perché tutte quelle lavoratrici domestiche che lavorano, magari continuativamente, per meno di 24 ore alla settimana non potranno ottenere la Naspi. Sono circa 300.000 le persone in questa condizione. 

Il paradosso è rappresentato dal fatto  che una lavoratrice domestica, anche se negli ultimi quattro anni ha lavorato sempre, senza interruzioni, per 22 ore settimanali, se perde il lavoro non ha alcun diritto al sostegno al reddito perché non può far valere 5 settimane con un minimo di 24 ore di lavoro. 

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