Opzione Donna, arriva il sì alla proroga della pensione a 57 anni

Eleonora Accorsi Venerdì, 16 Ottobre 2015
Trovato un accordo a livello governativo per estendere il regime sperimentale sino al 31 dicembre 2015 superando le restrizioni imposte nel 2012.
Durante la presentazione della legge di stabilità, ieri, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha confermato finalmente la presenza di uno specifico intervento sull'opzione donnaSi tratta di una vicenda che riguarda circa 10 mila lavoratrici che hanno maturato o matureranno i requisiti per l'esercizio della facoltà di opzione al contributivo entro la fine del 2015. 

L'opzione donna, com'è noto, è un canale di uscita anticipato riservato alle sole lavoratrici in possesso di almeno 57 anni di età (58 le autonome) e 35 di contributi che si esaurirà il 31 dicembre di quest'anno. Termine che il Governo non intende mettere per ora in discussione. L'opzione non è a costo zero perchè chi la sceglie deve mettere in conto un taglio dell'assegno nell'ordine di circa il 25-30% per via del calcolo totalmente contributivo. L'Inps, con due Circolari nel 2012, ha però interpretato il termine del 31 dicembre 2015 come data di decorrenza della pensione e non come data di maturazione dei requisiti come prevede la legge istitutiva (articolo 1, comma 9 della legge 243/04) accorciando di fatto di almeno un anno la durata della sperimentazione. Per questo regime, infatti, sono rimaste in vigore, in via eccezionale, le finestre mobili (12 mesi per le dipendenti e 18 per le autonome), e ciò determina che la data di maturazione dei requisiti non coincide con quella di liquidazione del primo rateo. 

Con la modifica sostenuta dal Governo ora le lavoratrici dovrebbero poter fruire dell'opzione donna sino alla fine di quest'anno a prescindere dalla decorrenza della pensione. Basterà aver raggiunto entro il 31 dicembre 2015 i 57 anni di età (58 anni le autonome) e 35 di contributi. Resta solo un'incertezza che ci si augura venga presa in considerazione dai tecnici prima della chiusura della legge di stabilità onde evitare nuovi disagi: il destino dei 3 mesi di speranza di vita che, se continuassero ad essere rilevanti ai fini della maturazione del requisito anagrafico (come accade oggi), escluderebbero le nate nell'ultimo trimestre del 1958 dalla fruizione del beneficio.

La tavola seguente offre quindi una prima visione dei cambiamenti che si accingono, salvo smentite dell'ultim'ora, ad essere introdotti con la legge di stabilità. Nei prossimi giorni, alla presentazione dei primi testi del provvedimento, rimandiamo un'esame più profondo delle innovazioni. 

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