Per alcuni lavori l'ordinamento riconosce, infatti, la possibilità di accedere prima alla pensione, mentre per altri l'età risulta piu' elevata. Una ulteriore differenza si ha a seconda se il lavoratore è in possesso o meno di contributi alla data del 31 dicembre 1995 si trova rispettivamente nel sistema misto o in quello contributivo dato che quest'ultimo, erogando una prestazione legata ai contributi versati, consente prestazioni piu' flessibili rispetto agli assicurati più "anziani". Il passaggio dal sistema misto al contributivo, previsto in passato dalla Legge Dini, per ottenere uno sconto sull'età di uscita è divenuto però quasi impossibile, dopo una serie di vincoli imposti dal Legislatore negli ultimi anni.
Le Regole vigenti
Nella previdenza obbligatoria pubblica (cioè quella non gestita da enti previdenziali privati, quella che qui interessa, costituita dall'assicurazione generale obbligatoria dai fondi ad essa sostitutivi ed esclusivi) nel 2016 e nel 2017 si può accedere alla pensione di regola attraverso due canali: 1) la pensione di vecchiaia; 2) la pensione anticipata. Nella pensione di vecchiaia l'ordinamento chiede al lavoratore di raggiungere un determinato requisito anagrafico accompagnato, sempre, dal perfezionamento di almeno 20 anni di contributi. Nella pensione anticipata, invece, i contributi versati hanno un peso prevalente rispetto al requisito anagrafico e pertanto risulta possibile accedere alla prestazione indipendentemente dall'età anagrafica al perfezionamento di un determinato requisito contributivo.
Ebbene nel 2016 e nel 2017 l'età per accedere alla pensione di vecchiaia risulta fissata al compimento di 66 anni e 7 mesi di età unitamente a 20 anni di contributi. E' utile specificare che per le donne del settore privato l'età è leggermente più bassa: possono pensionarsi al perfezionamento di 65 anni e 7 mesi le dipendenti del settore privato, a 66 anni ed un mese le autonome e le parasubordinate, mentre le donne del pubblico impiego l'età è di 66 anni e 7 mesi. Con la pensione anticipata bisogna, invece, raggiungere almeno 41 anni e 10 mesi di contributi le donne (42 anni e 10 mesi per gli uomini) a prescindere dall'età anagrafica. C'è poi un ulteriore canale di uscita da segnalare per le lavoratrici (dipendenti, anche del pubblico impiego, e per le autonome): se hanno raggiunto 57 anni e 3 mesi di età (58 anni e 3 mesi le autonome) unitamente a 35 anni di versamenti contributivi entro il 31 dicembre 2015 (attenzione alla data limite) possono scegliere di uscire accettando un assegno interamente calcolato secondo le regole del sistema contributivo (quindi, di regola, inferiore rispetto al sistema misto). E' l'opzione donna.
L'ordinamento si scosta da questi valori, come indicato, solo per tutelare particolari specificità connesse alla tipologia di lavoro svolto o alla condizione del lavoratore. Così ad esempio ci sono alcuni canali agevolati di uscita per i lavoratori cd. usurati, per gli invalidi dipendenti del settore privato con una invalidità pari almeno all'80%, per i lavoratori addetti alla sicurezza e soccorso pubblico (es. militari, forze di polizia e vigili del fuoco), personale viaggiate addetto a pubblici servizi di trasporto, determinate categorie di lavoratori appartenenti fondo spettacolo (es. ballerini, tersicorei, direttori d'orchestra, eccetera), sportivi professionisti, marittimi e personale navigante delle imprese aeree (fondo volo), minatori.
Data l'eterogeneità delle prestazioni e la complessità della materia nella tavola seguente sono indicati tutti i requisiti anagrafici e contributivi per maturare un diritto a pensione a carico dei fondi gestiti dalla previdenza pubblica per l'anno 2016 e per l'anno 2017.