Pensioni

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E' partita la cosiddetta "Campagna red", con la quale l'Inps chiede ai pensionati di comunicare se oltre alla pensione hanno avuto nel 2013 altri redditi (personali e familiari), che - a seconda della loro misura - potrebbero modificare l'importo della pensione o farla perdere del tutto. La richiesta non riguarda tutti i pensionati, ma è rivolta solo a quelli  che hanno la pensione il cui importo dipende, in tutto o in parte, dal proprio reddito personale o coniugale. Si tratta, ad esempio, di persone che hanno la pensione integrata al minimo, vedove che hanno la pensione ai superstiti che deve essere ridotta in presenza di particolari redditi.

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Interessati anche i pensionati che riscuotono l'assegno per il nucleo familiare e la cosiddetta quattordicesima; ma anche i titolari di pensioni e assegni sociali e le persone che hanno le prestazioni di invalidità civile. La comunicazione deve essere presentata all'Inps entro il 30 giugno soltanto attraverso il mezzo telematico. Ci sono due possibilità: contattare direttamente l'Inps, oppure rivolgersi a intermediari esterni.  Nel primo caso è sufficiente collegarsi direttamente all'Inps seguendo il percorso indicato dalla procedura. Occorre denunciare il proprio codice fiscale e il codice segreto Pin per poter essere riconosciuto dall'Inps e abilitato a fare l'operazione. Nell'altro caso si può chiedere l'aiuto gratuito dei Caf o dei professionisti abilitati come i consulenti del lavoro.

È necessario portare la lettera di invito dall'Inps nella quale è inserita una stringa, riportata con codici a barre, che contiene tutte le informazioni personalizzate di ogni interessato. Non rispondere significa avviare il blocco della pensione e poi la richiesta di restituzione delle somme indebite.

Ritorna anche in questa edizione l'iniziativa 'Busta arancione', grazie alla quale ognuno può ottenere una proiezione effettiva di quella che sarà la propria pensione, ricevendo consigli su eventuali strumenti di previdenza complementare.

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E' iniziata oggi la manifestazione dedicata alla "Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro", che si terrà a Milano fino al 16 maggio. I temi chiave saranno pensioni e welfare, giovani e lavoro, innovazione sociale e sanità nella sede della Borsa italiana di palazzo Mezzanotte e piazza degli Affari a Milano.

Presenti all'apertura Luigi Angeletti, segretario generale Uil, Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, Giuliano Poletti, ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e Roberto Maroni, presidente Regione Lombardia.  La kermesse contempla una serie di appuntamenti rivolti a tutti, gratuiti, capaci di rispondere alle esigenze di lavoratori dipendenti e autonomi, liberi professionisti alle prese con imprenditorialità e nuove sfide, ragazzi che si affacciano sul mondo del lavoro per la prima volta.

Con oltre 80 stand, una sessantina di convegni, postazioni interattive per fare il proprio check-up previdenziale, consulenze per chi è pronto ad avviare un'attività e veloci speed-date previdenziali per porre domande specifiche a esperti di settore, la quarta edizione della Gnp dimostra come la manifestazione sia ormai un appuntamento non solo per gli addetti del settore, ma per un largo pubblico, anche molto giovane.

In primo piano il tema del lavoro, con la manifestazione parallela #servelavoro. Per tutte e tre le giornate è allestita appositamente una struttura nella quale ricevere informazioni utili su colloqui, curricula, lavoro on line, bandi e possibilità di crescita professionale. Per promuovere e testare sul campo l'idea del lavoro in uno spazio condiviso c'è un'area di temporary coworking, e non manca una vera e propria 'isola dei professionisti', con esperti di settore pronti a fornire consulenze gratuite e a
rispondere alle domande più varie, da come si apre un'azienda alle peculiarità della partita iva, ai contratti di lavoro.
 
Ritorna anche in questa edizione l'iniziativa 'Busta arancione', grazie alla quale ognuno può ottenere una proiezione effettiva di quella che sarà la propria pensione, ricevendo consigli su eventuali strumenti di previdenza complementare.

C'è poi il premio 'Gnp2014' che coinvolge ragazzi delle scuole superiori e universitari, un progetto nel quale gli studenti  devono comunicare ai coetanei l’importanza di informarsi e conoscere i meccanismi che regolano la situazione previdenziale a partire già dalla prima occasione di lavoro, per assicurare loro un futuro migliore. I vincitori saranno premiati la mattina del 16 maggio, nel corso di un convegno tutto dedicato ai giovanissimi.

L'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale del 25 maggio 2014 è foriero di tanti spot elettorali, lo si sa. Ma in questi ultimi giorni i politici si stanno dando un gran da fare a promettere novità e aumenti per la vastissima platea dei pensionati o pensionandi italiani. Un bacino molto grande che in questi ultimi anni è stato impoverito e vessato da provvedimenti ingiusti.

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Ad esempio l'ex premier Silvio Berlusconi promette che, se Forza Italia tornerà al Governo, concederà la pensione alla casalinghe. «Sono l'unico Presidente del Consiglio che ha credibilità in questo campo - ha affermato  in un intervento a " La Telefonata" programma su Canale 5; l'ex Cavaliere attualmente affidato in prova ai Servizi Sociali in un Centro di Assistenza ai malati di Alzheimer nell'hinterland milanese  dice: " Se torneremo al Governo alzeremo le pensioni minime a 800 euro anche se siamo abbastanza sicuri di poter arrivare a 1000 euro. Per quanto riguarda le casalinghe che sono sette milioni e mezzo e fanno un lavoro faticoso daremo la pensione minima di 800 euro più 200 preso dal fondo delle casalinghe per poter arrivare a 1000 euro" .

E poi c'è Renzi che si affretta a precisare che dal 2015 il bonus irpef arriverà anche ai pensionati: "dal prossimo anno arriviamo ai pensionati, non mi piace fare le promesse, ma ai nonni bisognerebbe dedicare un santo: San Nonno». «Per i pensionati faremo la stessa operazione degli ottanta euro, ma la faremo dal prossimo anno. Prima non ce la facciamo», ha spiegato il Premier, inoltre «per pensionati e dipendenti dal prossimo anno non ci sarà più bisogno di fare la dichiarazione redditi», annuncia il Premier. A casa arriverà «la dichiarazione già precompilata», e in questo modo «lo Stato smette di essere vessatore e diventa amico», ha detto il Premier. 

Damiano, punto di riferimento di un'area piu' di sinistra del Pd, chiede una complessiva revisione della riforma Fornero con l'introduzione dei pensionamenti flessibili, la soluzione del nodo relativo agli insegnanti (i cd. quota 96) e una soluzione strutturale sugli esodati.

Ancora piu' duro il Movimento 5 Stelle che invece vuole una completa abrogazione della Riforma del 2011 accompagnata da una staffetta generazionale che faciliti l'inserimento nel mondo del lavoro dei giovani. Nel Blog di Beppe Grillo l'attacco contro la Riforma è duro: "la famigerata Legge Fornero ha di fatto violato illegalmente patti sottoscritti fra centinaia di migliaia di lavoratori e le loro aziende a legislazione vigente, in modo retroattivo: cosa mai verificatasi fino ad ora in nessun ordinamento democratico, italiano ed europeo".

"La Riforma Fornero è l' unica in Europa che, con la sua retroattività, ha gettato nella più profonda disperazione tutti quei lavoratori che avevano già sottoscritto gli accordi e che, di fatto, avevano già perso il lavoro. I cittadini alla Camera e Senato del Movimento 5 Stelle non ci stanno".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche la Lega Nord il cui segretario, Matteo Salvini, ha ricordato che il movimento ha lanciato da tempo una raccolta firme per un referendum abrogativo della legge 214/2011 e che i cittadini possono recarsi nei comuni per firmare. Per la Lega è necessario reintrodurre la pensione di anzianità anche se con alcuni correttivi per consentire l'equilibrio a lungo termine del sistema previdenziale.

 

L'Inps aggiorna la tabella riepilogativa delle pensioni liquidate in regime di salvaguardia. In totale l'istituto ha certificato 88.782 posizioni  su 162.130 salvaguardati

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Secondo il rapporto aggiornato allo scorso 6 maggio, l'Inps ha certificato complessivamente 88.782 posizioni ed ha provveduto alla liquidazione di 42.430 pensioni in regime di salvaguardia su un totale di 162.130 soggetti che complessivamente possono accedere alla cinque salvaguardie varate sino ad oggi. 

A buon punto le procedure per la prima salvaguardia, individuata dal decreto legge 201 del 2011. L'Inps mostra di aver effettuato 64.153 certificazioni e liquidate 35.429 pensioni su un totale di 65 mila potenziali interessati.

Restano ancora bassi i numeri per la seconda salvaguardia in cui sono state effettuate solo 16.303 certificazioni e sono state liquidate 3.385 pensioni a fronte di un totale di 55 mila posizioni salvaguardate. A pesare sono soprattutto le operazioni di salvaguardia dei lavoratori mobilità ordinaria del predetto contingente: su 40.000 potenziali beneficiari le certificazioni sono state solo 6.511, meno di un terzo degli aventi diritto.

Relativamente alla terza salvaguardia l'Inps ha certificato 6.933 posizioni ed ha provveduto alla liquidazione di 3.327 pensioni a fronte di un potenziale di 16.130 soggetti salvaguardati. L'Istituto ricorda che le pensioni liquidate sono quelle che hanno decorrenza fino al gennaio 2014 e di conseguenza il numero sarà destinato ad incrementarsi nel corso dei mesi in relazione al raggiungimento della data di accesso al pensionamento da parte dei beneficiari; inoltre, secondo l'Istituto, le certificazioni sino ad oggi effettuate riguardano i soggetti con decorrenza della pensione dal 2013 in poi.

Con riferimento alla quarta salvaguardia l'Inps ha provveduto anche a certificare 1.383 posizioni (700 in favore dei lavoratori cd. in congedo e 683 in favore dei cessati dal servizio con risoluzione unilaterale del rapporto) ed ha provveduto alla liquidazione di 289 pensioni su un contingente complessivo di 9mila persone.

Nulla invece per la quinta salvaguardia i cui termini per la presentazione delle istanze sono ancora aperti; la scadenza è prevista per il 16 Giugno.

Complessivamente l'Inps ha dunque certificato il 55% circa delle posizioni ed ha provveduto alla  liquidazione di circa il 26 % degli aventi diritto.

Si è tenuto il primo incontro al ministero del Lavoro tra Inps, Commissioni Parlamentari e Governo per affrontare la questione esodati e l'individuazione di una soluzione strutturale.

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E' stato avviato il tavolo di confronto al Ministero del Lavoro, coordinato dallo stesso Giuliano Poletti, sul nodo esodati. La volontà delle parti è quella di trovare una soluzione strutturale al tema dopo i cinque distinti provvedimenti che hanno creato molte difficoltà per gli operatori del settore. L'idea emersa in questo primo tavolo di confronto (ne seguiranno infatti altri nelle prossime settimane) è quella di procedere ad una ricognizione su tutte le situazioni critiche che si sono aperte anche nel biennio successivo all'entrata in vigore dei nuovi requisiti. Un esame che dovrà portare alla definizione di proposte finanziariamente sostenibili da presentare all'esame del Governo.

A margine dell'incontro il ministro Poletti non ha nascosto le difficoltà sulla quantificazione degli esodati: "sono tante e diverse fattispecie, tante situazioni sul piano previdenziale talmente diverse le une dalle altre che alla fine producono una oggettiva difficoltà ad identificare l'area dei soggetti, il perimetro a cui si può applicare una norma".

Secondo Maurizio Sacconi, capogruppo Ncd al Senato, "è necessaria, oltre al rafforzamento delle politiche per l'invecchiamento attivo, una correzione strutturale della riforma Fornero che consenta, entro certi limiti, un pensionamento anticipato rispetto alla nuova eta disposta dalla riforma in termini compatibili con i vincoli di finanza pubblica''. ''La riforma Fornero - spiega Sacconi - si e' rivelata troppo rigida tanto che, dalla sua approvazione, sono state impegnate risorse pubbliche per 11 miliardi e mezzo con lo scopo di salvaguardare in base alle pre vigenti regole previdenziali coloro che in buona fede avevano accettato volontariamente una uscita precoce dal rapporto di lavoro. L'errore e' consistito soprattutto nella mancata previsione di una fase transitoria tra il vecchio e il nuovo regime. Il brusco innalzamento dell'eta' di pensione di persone gia' anziane, che non ha uguali in Europa, determina in molti un possibile impoverimento in quanto privi sia di reddito che di pensione''.

Ancora incerte però le prossime mosse; non c'è infatti al momento una tabella di marcia definita: il confronto potrebbe integrare e correggere le norme contenuti del ddl "base" della Camera approvato a Marzo.

E' stato firmato il Dm attuativo che rende fruibili anche ai dipendenti dei partiti politici la Cassa integrazione straordinaria e i contratti di solidarietà di settore.

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E' stato firmato il decreto ministeriale che estende ai partiti politici la Cigs e i contratti di solidarietà difensivi per far fronte alle possibili ripercussioni sul personale per la fine del finanziamento pubblico ai partiti previsto dal decreto legge 149/2013. Dal 1° gennaio 2014 i partiti e i movimenti politici possono fruire dei due ammortizzatori sociali.   Per quanto riguarda il trattamento straordinario di integrazione salariale, la riforma riconosce il diritto ad utilizzare l’ammortizzatore (con i relativi obblighi contributivi) senza alcun correttivo rispetto alla disciplina generale.  Anche per quanto riguarda i contratti di solidarietà, il decreto estende ai partiti l’istituto vigente – in particolare, il contratto difensivo di “tipo A”- senza stabilire regole speciali. I dipendenti di tali soggetti potranno quindi fruire degli incentivi connessi alla riduzione dell’orario di lavoro in misura uguale a quanto previsto per gli altri lavoratori

Gli strumenti vengono però adeguati alle specificità del settore: i partiti politici potranno accedervi anche se occupano meno di 15 lavoratori, e potranno beneficiare di questi ammortizzatori sociali anche le articolazioni e le sezioni territoriali dei partiti.

Per quanto riguarda la CIGS e per i contratti di solidarietà, l’utilizzo dell’ammortizzatore deve essere preceduto da un accordo sindacale. In questo scenario, dovranno essere elette delle RSA, oppure dovranno essere coinvolte le rappresentanze collettive operanti in settori che possono considerarsi affini (ad esempio, il terziario).

Per la concessione del trattamento Cigs, i partiti devono presentare una domanda alla direzione generale delle politiche attive e passive del ministero del Lavoro. Il decreto ministeriale prevede un particolare sistema di monitoraggio dei costi finalizzato a evitare che il ricorso alla cassa determini lo sforamento del budget annuo previsto dallo stesso Dl 149/13: 15 milioni di euro per il 2014, 8,5 milioni di euro per il 2015 e 11,25 milioni di euro annui a decorrere dal 2016. Importi che saranno arricchiti dai contributi versati dai prestatori e dai partiti per un complessivo 0,90% della retribuzione percepita. 

Il decreto stabilisce pertanto che per ciascuno degli anni il trattamento di integrazione salariale non potrà superare i limiti complessivi derivanti dalla sommatoria degli stanziamenti di legge e dei contributi accantonati con l'obbligo dell'Inps di non consentire l'accesso all'ammortizzatore qualora non ci siano piu' risorse disponibili.  Il decreto stabilisce infine che, qualora sia raggiunto il 90% del budget a disposizione nell'anno interessato, l'Inps dovrà darne comunicazione ai Ministeri del Lavoro e dell'Economia.

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