Pensioni

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L'Inps precisa che il contributo per il Fondo Credito, sussiste anche in caso di iscrizione a gestioni o fondi speciali diversi dalla gestione pensionistica ex Inpdap, come Inpgi - Enpam - Fondo speciale Ferrovie dello Stato, in presenza dell’iscrizione previdenziale (Inadel o Enpas) nell’ambito della Gestione Dipendenti Pubblici.

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L'inps ha chiarito con il messaggio 4325/2014, che i dipendenti iscritti ai fini pensionistici e previdenziali alla Gestione dipendenti pubblici sono obbligatoriamente iscritti alla "Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali", conosciuta anche come Fondo Credito.

L’iscrizione ai fini pensionistici a Gestioni o Fondi Speciali diversi dalle Gestioni pensionistiche ex INPDAP, quali ad esempio INPGI - ENPAM - Fondo speciale Ferrovie dello Stato,  in presenza dell’iscrizione previdenziale (INADEL o ENPAS) nell’ambito della  Gestione Dipendenti Pubblici, comporta comunque l’obbligo di iscrizione alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali  e il versamento del contributo pari allo 0,35%, a carico del dipendente, commisurato alla retribuzione contributiva e pensionabile.

Si ricorda che sinora il personale iscritto a Casse pensionistiche diverse da quelle gestite dall'ex Inpdap, non versava il contributo Fondo Credito, poiché si riteneva applicabile la facoltà (e non l'obbligo) di adesione  (Dm 45/07) prevista per il personale di Enti e Amministrazioni Pubbliche non iscritte alle Gestioni pensionistiche e/o previdenziali pubbliche, al fine di consentire a tutti i loro dipendenti l'accesso alle prestazioni creditizie e sociali.

Il chiarimento è stato necessario dopo i controlli sui flussi Uniemes, che hanno mostrato l'invio di denunce non corrette che avrebbero determinato, a seguito dei controlli sul dovuto contributivo, l’emissione delle note di rettifica per notificare il Credito dell’Istituto conseguente al ricalcolo del dovuto contributivo per la gestione in esame. L'Inps ricorda che l'imponibile contributivo per le prestazioni pensionistiche costituisce anche la base di riferimento per il calcolo del contributo Fondo credito. L'omissione del versamento comporterà l'emissione delle note di rettifica e il recupero del dovuto contributivo.

La questione dei quota 96 della scuola "non è un problema di carattere amministrativo, ma legislativo e comunque non è tra gli obiettivi primari del governo".

E' quanto ha detto il ministro dell'istruzione Stefania Giannini sul tema che da oltre due anni interessa circa 4mila tra docenti e personale Ata che non sono riusciti a perfezionare i requisiti utili per la pensione entro il 2011 e che chiedono una deroga alla Riforma Fornero. Il ministro ha lasciato intendere che il problema ha natura secondaria in quanto sussistono in materia previdenziale criticità piu' importanti che dovranno essere risolte dall'esecutivo.  E' questa la valutazione del ministro Giannini formulata a margine di una discussione che si è svolta presso la VII Commissione cultura della Camera dei Deputati.

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Sul punto, quind, la risoluzione approvata dalla Commissione Lavoro che impegna il governo entro metà giugno a indicare le risorse per coprire l'operazione del progetto di legge Ghizzoni/Marzana sembra destinata a restare un nulla di fatto. Nei giorni scorsi la relatrice al disegno di legge Barbara Saltamartini (Ncd) ha tuttavia ventilato la possibilità di inserire la deroga nel disegno di legge di conversione del decreto Irpef (Dl 66/2014). Se anche questa iniziativa sarà bocciata, i dipendenti della scuola, che hanno avuto la sfortuna di avere l'anno di servizio modulato sul calendario scolastico e non su quello solare, in pensione potranno andarci solo con le norme della riforma Fornero.

L'Ex ministro del Lavoro Cesare Damiano (Pd) precisa che il 7 maggio prossimo prenderà avvio il tavolo sul tema degli “esodati”. "È positivo il fatto che il ministro Poletti abbia raccolto la nostra proposta e che, per la prima volta, si confrontino ministero del Lavoro, dell’Economia, i vertici dell’Inps e le Commissioni lavoro di Camera e Senato.

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In questo modo si eviteranno rimandi e scarichi di responsabilità, soprattutto quando si tratterà di trovare le coperture finanziarie, se si vorrà trovare una soluzione definitiva al problema. Ormai non c’è più tempo da perdere. Anche per il Premier Matteo Renzi è giunto il momento di assumere questo tema tra le priorità dell’azione di Governo, dopo aver promesso di volerlo risolvere. La Commissione lavoro della Camera ha già predisposto un testo di legge unificato e sono state depositate altre proposte sulla flessibilità di uscita dal lavoro verso la pensione. Chiederemo al Governo di prenderle in considerazione" afferma Damiano.

Si susseguono le ipotesi per risolvere in via strutturale il problema. Il Ministro Poletti lancia l'idea di un congedo anticipato di un anno rispetto all'età pensionabile.

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L'idea del prestito pensionistico dell'ex ministro del Lavoro Enrico Giovannini è stata rispolverata dal suo successore, Giuliano Poletti. Parliamo del tentativo di rimediare ai guasti della riforma previdenziale della Fornero approvata in fretta e furia nel Dicembre 2011 ed entrata in vigore il 1° Gennaio 2012. L'ipotesi è quella di realizzare uno scivolo per mandare in pensione i disoccupati e gli esodandi a cui mancano pochi anni al conseguimento dei requisiti previsti dalla Riforma Fornero. 

Sono diverse le proposte che saranno discusse nei prossimi giorni tra Palazzo Chigi, Via Veneto ed Inps. Ma l'idea è sempre quella di consentire al lavoratore di accedere ad una sorta di pensione anticipata, con oneri a carico delle aziende esodanti e/o dello Stato, con la promessa che, una volta conseguita l'età pensionabile, il lavoratore restituirà con una decurtazione entro i 50-60 euro al mese, le somme percepite in anticipo. I tecnici per esempio hanno già delineato i potenziali beneficiari: persone che hanno raggiunto almeno 62 anni e 3 mesi di età e 37 anni di contributi. Potenzialmente, sono 700 mila i lavoratori prossimi al riposo che potrebbero essere coinvolti in questa operazione. Si tratta di esodati, esodandi e disoccupati di lunga durata colpiti in pieno dalla crisi che non riescono piu' a essere reinseriti nel mondo del lavoro. Da alcune simulazioni, emerge che un piano di questa portata costerebbe circa 2,2 miliardi all'anno allo Stato.

Ma al dossier a cui si lavora a Palazzo Chigi contempla anche un'ipotesi piu' soft, destinata a tutelare solo i lavoratori in attività. Le aziende e i lavoratori potrebbero raggiungere un accordo sui generis, con l'adesione dell'Inps, attraverso il quale si potrebbero collocare in pensione i dipendenti a cui manca un anno al compimento dell'età pensionabile. Con oneri solo a carico delle aziende esodanti e dei lavoratori interessati. L'azienda verserebbe circa 5mila di contributi per i 12 mesi mancanti alla pensione; l'Inps erogherebbe subito la prestazione pensionistica e il lavoratore restituirebbe all'Inps tale importo nel tempo con una decurtazione di circa 20 euro al mese.  "Ci sono tante imprese che sarebbero disponibili ad anticipare una buonuscita perché hanno bisogno di ricambio" ha spiegato Poletti nelle scorse settimane.

La riduzione del premio Inail, prevista dalla legge 147/2013, si applica a tutti i premi e contributi previsti dal Testo unico delle norme per l'Assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Entro il 16 maggio le Aziende sono chiamate all'autoliquidazione 2013-2014

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Parte la riduzione dei premi Inail prevista con la legge 147/2013; il 16 maggio scadono i termini dell'autoliquidazione e del pagamento degli altri premi speciali anticipati. L'Inail ha definito di recente le modalità di fruizione della riduzione che ammonta al 14,17% ed interessa i premi ordinari delle polizze dipendenti, i premi speciali unitari delle polizze artigiani e i premi relativi all'assicurazione raggi X e sostanze radioattive per l'anno 2014.

Per la verifica da parte dell'Inail della sussistenza dei requisiti per lo sconto, la determina 67/2014 ha individuato criteri diversi in base all'inizio delle lavorazioni. 

Nello specifico i soggetti assicurati da oltre un biennio, beneficiano della riduzione per quelle lavorazioni per le quali nell’anno di riferimento l’Inail ha comunicato tassi applicabili di tariffa inferiori o almeno pari rispetto ai tassi medi delle Tariffe vigenti. Invece ai soggetti non assicurati da oltre un biennio, lo sconto spetta se dimostrano l'osservanza delle norme sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

I soggetti tenuti al pagamento del premio supplementare per la silicosi e l’asbestosi, beneficiano anche della riduzione sul premio supplementare, qualora siano destinatari della riduzione sul premio ordinario connesso al premio supplementare e nella stessa misura fissata per il predetto premio ordinario.

I soggetti che assolvono l'obbligo assicurativo tramite premi speciali unitari, imprese della navigazione, assicurati nella gestione agricoltura e assicurati nella gestione medici radiologi e soggetti esposti alle sostanze radioattive, con lavorazioni iniziate da oltre un biennio, hanno lo sconto nel 2014, se l'Inail ha calcolato un indice di gravità aziendale inferiore o uguale all'indice di gravità medio di categoria.

Il taglio del premio Inail pari al 14,17%, si applica a tutti i premi e contributi previsti dal Testo unico delle norme per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali tra cui anche ai premi per l'assicurazione contro le malattie e le lesioni causate dall'azione di raggi X e sostanze radioattive. Sono esclusi i premi e i contributi dovuti per colf e badanti, apprendisti, lavoro accessorio e casalinghe.

La riduzione opera sul premio finale dovuto al netto di tutti gli altri sconti ed agevolazioni di cui il soggetto già beneficia e si cumula alle altre riduzioni e/o agevolazioni già previste dalla normativa vigente per specifici settori. Sull’importo del premio o contributo determinato, a seguito della riduzione, operano infine le eventuali addizionali stabilite dalle vigenti disposizioni.

La percentuale di riduzione fissata per ciascun anno si applica nella stessa misura sia alla rata anticipata che alla relativa regolazione o conguaglio dovuto in relazione all’anno di riferimento.

La percentuale di riduzione del 14,17%, sarà aggiornata sulla base delle elaborazioni della Consulenza Statistico Attuariale dell’Istituto, per ciascuno degli esercizi successivi al 2014, con determina del Presidente dell’Inail comunicata al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed al Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Un assegno anticipato di tredici mensilità pari a 760 euro al mese per accompagnare i lavoratori disoccupati con almeno 62 anni fino alla pensione di vecchiaia.  

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Giuliano Poletti, come anticipato sulle pagine di questo giornale nei giorni scorsi, ha ripetuto la necessità di intervento strutturale sugli esodati: «Stiamo lavorando a una soluzione strutturale per gli esodati».  Insomma in ballo c'è una vera e propria modifica dell'articolo 24 del Decreto Legge 201/2011, destinata a introdurre un meccanismo di flessibilità necessaria per limitare quegli effetti distorsivi prodotti dalla Riforma Fornero. Almeno in parte ci si prova.

Un intervento orientato in primis a risolvere il problema di coloro che sono rimasti bloccati nelle maglie restrittive della Riforma su cui non si potrà, secondo Poletti, continuare ad approvare "provvedimenti specifici" ma che dovrà anche introdurre un meccanismo in grado di tutelare chi resterà senza lavoro nei prossimi anni a fronte della piu' grave crisi economica dal dopoguerra.

Il nuovo pensionamento anticipato - Il tavolo di confronto partirà tra pochi giorni ma l'Inps ha già ipotizzato i contenuti della Riforma che dovranno essere vagliati dalle parti sociali e dal ministero di Via Veneto. La soluzione ipotizzata si chiama, Apa, acronimo di assegno di pensione anticipata. Prevede che in via sperimentale fino al 31 dicembre 2017, per i lavoratori dipendenti del settore privato sia possibile percepire un sostegno economico temporaneo fino al perfezionamento del diritto alla pensione di vecchiaia con i nuovi requisiti con successiva restituzione della somma complessivamente percepita.

L'assegno sarebbe concesso a condizione che il lavoratore sia in stato di disoccupazione e non sia titolare di trattamenti pensionistici o di prestazioni di invalidità oppure di altre indennità come ad esempio gli assegni straordinari a carico dei fondi di solidarietà di settore. In aggiunta il richiedente dovrà aver raggiunto quota 99 cioè almeno 63 anni e 3 mesi di età e 36 anni di contribuzione oppure 62 anni e 3 mesi e 37 di contributi. Un meccanismo che ricorda i requisiti della vecchia pensione di anzianità.

L'importo della pensione conseguibile alla data di presentazione della domanda non dovrà inoltre essere inferiore a 2 volte l'importo del trattamento minimo Inps (circa mille euro per il 2014.) Il vantaggio per i beneficiari sarebbe quello di poter accedere ad un sostegno economico con un anticipo di circa 3 o 4 anni rispetto all'età per la pensione di vecchiaia.

L'importo dell'assegno - L'assegno oscillerebbe, secondo le proiezioni Inps, intorno a 1,7 volte l'importo dell'assegno sociale che si tradurrebbe quindi in circa 765 euro mensili per tredici mensilità. Che si trasformerebbe automaticamente in pensione di vecchiaia al perfezionamento dei requisiti generali previsti dalla Riforma Fornero. Ecco quindi che una volta conseguita la pensione scatterebbe quindi il meccanismo di compensazione che prevede un taglio dell'assegno pensionistico oscillante tra il 2 e il 5%, decurtazione che servirebbe a compensare il prestito ottenuto negli anni precedenti. In soldoni la trattenuta sull'assegno di vecchiaia, secondo l'Inps, si aggirerebbe intorno ai 50-75 euro mensili in media, un valore che secondo Poletti sarebbe accettabile.

Gli oneri per le casse dello stato  sarebbero in buona parte recuperati dal minor ricorso alle prestazioni di sostegno al reddito e dalla partecipazione una tantum delle aziende esodanti che sarebbero chiamate a versare all'Inps un contributo fisso pari a 18 mensilità di assegno pensionistico. Aziende che tuttavia sarebbero ricompensate con minori contributi per gli ammortizzatori sociali e con un importante risparmio sugli incentivi all'esodo.

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