Il rinnovo del Contratto Funzioni Centrali incrementa anche la pensione

Mercoledì, 11 Maggio 2022
Siglato l'altro giorno in via definitiva il contratto delle Funzioni Centrali per oltre 225 mila dipendenti pubblici. In arrivo aumenti pari a 105 euro medi mensili (per 13 mensilità) e circa 1.800€ di arretrati. Come di consueto gli incrementi si riverbereranno anche sulla pensione e sulla buonuscita del personale che ha cessato il servizio nel triennio 2019-2021.

Via libera definitivo al Contratto delle funzioni centrali. Il 9 Maggio all'Aran è stato siglato il Ccnl 2019-2021 che interessa circa 225 mila statali di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici (Inps, Inail, Cnel, Enac, Agid) con le parti sindacali a quattro mesi di distanza dalla firma delle pre-intesa dello scorso dicembre. Nei prossimi tempi le consultazioni proseguiranno per raggiungere l’intesa per il comparto sanità enti locali.

Il nuovo CCNL riconosce aumenti medi mensili dal 1/1/2021 di 105 euro (per 13 mensilità) più circa 1.800 euro di arretrati che dovrebbero arrivare in busta paga entro giugno. Nello specifico gli aumenti andranno da 63 a 117 euro per 13 mensilità per i dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici (in primis l'Inps). Per i lavoratori del Cnel gli aumenti oscilleranno da 63 a 106 euro (per la posizione economica C5), mentre per i dipendenti dell'Enac, dell'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e dell'Agenzia nazionale per la sicurezza del volo gli incrementi partiranno da 62,30 euro e saliranno fino a 151,80 euro. I più ricchi saranno i lavoratori dell'Agenzia per l'Italia digitale (Agid) con aumenti mensili da 63 a 194,46 euro.

Effetti sulle pensioni

Come si può intuire l'aggiornamento delle retribuzioni avrà effetti positivi anche sulla determinazione della misura della pensione. L'effetto riguarderà non solo coloro che hanno cessato il rapporto di impiego dal 1° gennaio 2021, data dalla quale si fanno sentire tutti gli aumenti retributivi, ma anche il personale andato in pensione entro il 31 dicembre 2020. Questo personale, come accaduto con i precedenti rinnovi, si trascinerà in pensione l'intero aumento del tabellare riconosciuto a regime dal rinnovo contrattuale (cioè circa 105 euro al mese) alle singole scadenze temporali e negli importi previsti per ciascun scaglionamento. Per quanto riguarda, invece, il trattamento di previdenza (cioè il TFS o il TFR a seconda dei casi), l’indennità sostitutiva del preavviso e dell’indennità in caso di decesso di cui all’art. 2122 C.C., si considereranno solo gli aumenti maturati alla data di cessazione del rapporto di lavoro. Significa cioè che sarà valida la retribuzione, comprensiva degli aumenti contrattuali, in vigore alla data di cessazione del rapporto.

Novità Normative

Oltre la parte economica il nuovo contratto introduce diverse novità normative. In primo luogo un nuovo sistema di classificazione del personale, articolato su quattro aree, di cui una destinata alle Elevate professionalità. A parità di inquadramento giuridico, il modello prevede avanzamenti retributivi correlati alle competenze professionali progressivamente acquisite, attribuiti mediante procedura selettiva che contempera le esigenze di premialità e di inclusività. Tale modello consentirà un maggiore agio nello sviluppo professionale del personale delle pubbliche amministrazioni centrali al fine di valorizzare i più meritevoli ed incoraggiare percorsi di crescita di maggiore qualità.

Da segnalare anche per la prima volta la regolamentazione del lavoro a distanza, che si articola in «lavoro agile», (cioè senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro), e lavoro «da remoto» con vincoli di orario e «nel rispetto degli obblighi di presenza derivanti dalle disposizioni in materia di orario di lavoro». Quest'ultimo in pratica sarà un telelavoro in piena regola che potrà essere svolto o a casa («telelavoro domiciliare») o attraverso altre forme di lavoro a distanza come il coworking e il lavoro decentrato.

Rivisti, infine, alcuni istituti normo-economici previsti dal precedente CCNL, che ha portato all’ampliamento della tutela nei confronti di chi si deve assentare per curare gravi patologie che richiedono terapie salvavita; l’estensione della copertura assicurativa ai dipendenti che coprano posizioni di lavoro che richiedono l’assunzione di responsabilità diretta verso l’esterno; l’introduzione di tutele volte a consentire alle persone di vivere in modo equilibrato la propria identità di genere.

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