Notizie

Notizie

Lo prevede un emendamento approvato ieri in Commissione Affari Costituzionali al disegno di legge delega di riforma della pubblica amministrazione.

Kamsin I dirigenti pubblici potranno essere licenziati dallo Stato e ci saranno nuovi tetti sulle retribuzioni. Via anche i segretari comunali anche se solo dopo un periodo transitorio di tre anni. Sono queste le novità più importanti dopo il definitivo via libera della commissione Affari costituzionali del Senato che ieri ha concluso l'esame e approvato il testo della legge delega di Riforma della Pubblica Amministrazione. La discussione in aula inizierà oggi subito e il presidente del Senato Pietro Grasso ha fissato per mercoledì 8 aprile il termine per gli emendamenti alla delega. Non passano specifiche modifiche in materia pensionistica dopo la bocciatura di tutti gli emendamenti presentati in Commissione.

L'articolo dieci del ddl 1577 (così è enumerato il provvedimento), prevede che la dirigenza sarà articolata in ruoli unificati, con piena mobilità con la definitiva soppressione della tradizionale distinzione in due fasce.  Ci sarà quindi un unico ruolo dove finiranno tutti i dirigenti, quelli dei ministeri, del Fisco, dell'Inps, anche dell'Istat e degli enti di ricerca. Il principio più volte espresso dal ministro Marianna Madia è che i dirigenti saranno della Repubblica e non proprietà privata delle singole amministrazioni.

Si potrà, anzi probabilmente si dovrà, passare da un'amministrazione all'altra. E la carriera dei dirigenti pubblici non si baserà più sugli automatismi ma sarà valutato in base ai risultati ottenuti ( si precisa infatti il superamento degli automatismi nel percorso di carriere che saranno calcolate solo «in funzione degli esiti della valutazione). Inoltre, è stato stabilito, gli incarichi dirigenziali avranno una durata di tre anni, rinnovabili una sola volta senza ripassare per un bando e una selezione.

L'accesso alla Dirigenza. Alla dirigenza pubblica si accederà solo poi in due modi: per corso-concorso o per concorso pubblico. Nel primo caso si entrerà nell'amministrazione come funzionari, poi dopo quattro anni e dopo un esame, si potrà diventare dirigenti. Chi invece entrerà per concorso sarà assunto a tempo determinato. Dopo tre anni potrà sostenere un esame per essere stabilizzato. Per quanto riguarda la retribuzione la riforma prevede la «definizione di limiti assoluti del trattamento economico complessivo». Un tetto, come detto, già esiste: è quello dei 240 mila euro. I decreti attuativi della delega, dunque, dovranno indicare nuovi tetti, presumibilmente più bassi di quello a 240 mila, a seconda della tipologia di incarico.

I segretari comunali saranno aboliti, ma solo al termine di una fase transitoria di 3 anni durante la quale le funzioni verranno affidate ai dirigenti del ruolo unico provenienti dall'albo dei segretari comunali. I Comuni Capoluogo di Provincia e i Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, in assenza di specifiche professionalità interne all'Ente, potranno reclutare il dirigente apicale anche al di fuori del ruolo unico, "purché in possesso di adeguati requisiti culturali e professionali" (si veda in calce all'articolo l'emendamento approvato).

La riforma prevede poi che da cinque corpi nazionali si passi a quattro (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Penitenziaria). Resta invece da decidere il destino della polizia provinciale per la quale si prevede solo un "riordino".

Quanto ai licenziamenti nel pubblico impiego, quando scatta un'azione disciplinare contro un dipendente non potranno più passare 100 giorni, e soprattutto l'istruttoria non si potrà più concludere con un nulla di fatto, altrimenti a rimetterci sarà il dirigente responsabile. Il procedimento dovrà essere condotto fino in fondo senza escludere il licenziamento. Per centrare l'obiettivo le funzioni di controllo e le relative risorse vengono trasferite dalle Asl all'Inps.

seguifb

Zedde

4) dei segretari comunali e provinciali: abolizione della figura; attribuzione alla dirigenza, di cui al presente articolo, dei compiti di attuazione dell'indirizzo politico, coordinamento dell'attività amministrativa e controllo della legalità dell'azione amministrativa; inserimento di coloro che alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi di cui al presente comma sono iscritti all'albo nazionale dei segretari comunali e provinciali di cui all'articolo 98 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nelle fasce professionali A e B, nel ruolo unico dei dirigenti degli enti locali di cui al numero 3) e soppressione del relativo albo; fermo restando il rispetto della normativa vigente in materia di contenimento della spesa di personale,  specifica disciplina per coloro che sono iscritti nelle predette fasce professionali e privi di incarico alla data di entrata in vigore del decreto legislativo adottato in attuazione della delega di cui al presente articolo; specifica disciplina che contempli la confluenza nel suddetto ruolo unico dopo due anni esercizio effettivo, anche come funzionario, di funzioni segretariali o equivalenti per coloro che sono iscritti al predetto albo, nella fascia professionale C, e per i vincitori di procedure concorsuali già avviate alla data di entrata in vigore della presente legge; fermo restando il rispetto della vigente normativa in materia di contenimento della spesa di personale, obbligo per gli enti locali di nominare comunque un dirigente apicalecon compiti di attuazione dell'indirizzo politico, coordinamento dell'attività amministrativa e controllo della legalità dell'azione amministrativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica; previsione, per i comuni di minori dimensioni demografiche, dell'obbligo di gestire la funzione di direzione apicale in via associata, coerentemente con le previsioni di cui all' articolo 14 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito in legge 30 luglio 2010, n. 122 e successive modifiche ed integrazioni; in sede di prima applicazione e per un periodo non superiore a tre anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo adottato in attuazione della delega di cui al presente articolo, obbligo per i Comuni di conferire l'incarico di direzione apicale con compiti di attuazione dell'indirizzo politico, coordinamento dell'attività amministrativa e controllo della legalità dell'azione amministrativa ai predetti soggetti, già iscritti nel suddetto albo e confluiti nel ruolo di cui al numero 3), senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica);  in  assenza di specifiche professionalità interne all'Ente, senza oneri aggiuntivi e nel rispetto dei limiti di spesa previsti dalla legislazione vigente, possibilità per i Comuni Capoluogo di Provincia e per i Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti di reclutare il dirigente apicale anche al di fuori del ruolo unico, purché in possesso di adeguati requisiti culturali e professionali;

Per il presidente della Commissione Lavoro del Senato le risorse avanzate nel fondo istituito per la tutela degli esodati non devono essere distratti per altri scopi.

Kamsin “Al presidente dell’Inps, Boeri, che si e’ chiesto che cosa non funzioni nelle salvaguardie, risponderei che il problema sta, come al solito, nel fatto che le coperture finanziarie pretese a suo tempo dalla Ragioneria erano sovrastimate”. Lo dichiara Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.

 “Questo – continua Damiano – e’ un bene perche’ sicuramente ci saranno dei risparmi (da riutilizzare) per alcune famiglie di esodati, un male perche’ abbiamo dovuto escludere in quel momento altri lavoratori che potevano essere a loro volta salvaguardati. Poiche’ abbiamo imparato la lezione un po’ di anni fa, in questo caso abbiamo blindato il fondo: sconsigliamo quindi a chiunque di utilizzare gli eventuali risparmi per scopi che siano diversi dalle salvaguardie. Se ci saranno risorse che avanzano, dovranno a nostro avviso essere impiegate per una nuova salvaguardia, la settima, per risolvere i casi di maggiore ingiustizia previdenziale”.

“Per quanto riguarda il ricalcolo delle pensioni in essere, che taluni vorrebbero fare per evidenziare lo scostamento tra calcolo retributivo e contributivo, suggeriamo al Governo di non allarmare inutilmente gli attuali pensionati con la “minaccia” di una tosatura degli assegni attualmente erogati”, aggiunge il presidente della Commissione Lavoro, che conclude: “In ogni caso, le pensioni sono un tema che compete all’esecutivo. Per questo, in Commissione Lavoro chiameremo in audizione il ministro Poletti per affrontare il tema, nostro avviso, prioritario dell’introduzione di un criterio di flessibilita’ nel sistema previdenziale.

seguifb

Zedde

Agenzia delle Entrate e Inps informano sul modo migliore per affrontare le prossime scadenze fiscali.
Abilitarsi a Fisconline e ottenere la password e il Pin per utilizzare i servizi telematici dell’Agenzia, incluso il 730 precompilato, è semplice e gratuito. Kamsin La richiesta può essere effettuata online, per telefono o in un qualsiasi ufficio territoriale delle Entrate, in modo da garantire a tutti i cittadini la possibilità di scelta sulla base delle proprie esigenze. Per quanto riguarda la Certificazione Unica dei redditi, i pensionati e gli assistiti Inps possono riceverla facilmente e gratuitamente sia online, sul sito dell’Inps, se dispongono del codice Pin rilasciato dall’ente previdenziale, sia presso i patronati. Presso Caf e altri intermediari specializzati la procedura è altrettanto semplice, ma in alcuni casi a pagamento.

Codice Pin dell’Agenzia delle Entrate: ecco come ottenerlo gratuitamente

I contribuenti che vogliono accedere a tutti i servizi online dell’Agenzia, compresa la dichiarazione precompilata, possono richiedere gratuitamente il Pin e la password personali sia online, tramite il sito internet dell’Agenzia, sia recandosi presso un ufficio delle Entrate, anche tramite soggetto delegato, oppure per telefono. Se la richiesta è effettuata dal diretto interessato presso un ufficio dell’Agenzia, viene rilasciata la prima parte del codice pin e la password di primo accesso; la seconda parte del pin potrà essere subito prelevata dal contribuente direttamente via internet. A garanzia degli utenti, in caso di richiesta online, per telefono, o tramite soggetto delegato, la procedura prevede che la prima parte del pin sia rilasciata immediatamente, mentre la seconda parte, con la password di primo accesso, sia inviata per posta presso il domicilio del contribuente registrato in Anagrafe tributaria.

Certificazione unica senza costi, online

Per i pensionati, oltre che per i lavoratori che hanno ottenuto nel 2014 una prestazione di sostegno al reddito da Inps (cassintegrati, disoccupati, etc.) il modello di Certificazione Unica, necessario per la presentazione della dichiarazione dei redditi, è disponibile online sul sito istituzionale dell’Inps, alla voce “Servizi al cittadino”. Per questo servizio è necessario avere il PIN. Per chi non è dotato di PIN, la Certificazione Unica 2015 può essere richiesta a costo zero presso i patronati. E’ possibile ottenere lo stesso certificato anche presso i Caf  e gli altri intermediari autorizzati, ma alcuni di questi fanno pagare il servizio. In seguito ad un incontro fra il presidente dell’Inps e la Consulta Nazionale dei Caf si è stabilito che tutti i Caf che appartengono alla Consulta Nazionale offriranno la possibilità di ottenere la Certificazione Unica a titolo gratuito.

seguifb

Zedde

Finirà davanti al Tar del Lazio, con una class action il nodo dell'«opzione donna». Si tratta della possibilità concessa dalla legge 243 del 2004 per le donne con almeno 57 anni d'età e 35 anni di contributi di andare in pensione ma con l'assegno calcolato con il sistema contributivo.

Kamsin E' partita la class action per ottenere la pensione a 57 anni. Il Comitato guidato da Dianella Maroni ha concluso ufficialmente la raccolta delle firme per la promozione del ricorso contro l'Inps volto ad ottenere la revoca o la modifica delle Circolari Inps 35 e 37 del 14 marzo 2012 che impediscono alle lavoratrici che maturano i requisiti nel 2015 di accedere alla cd. opzione donna. Gli avvocati che assistono il Comitato hanno depositato ieri il ricorso innanzi al Tar del Lazio.

L'Inps è intervenuta il 2 dicembre scorso con un messaggio interno ai propri uffici (messaggio inps 9304/2014) con il quale ha riaperto i termini per la domanda in attesa di ricevere istruzioni dai ministeri vigilanti (Lavoro ed Economia), che non risulta siano ancora arrivate. In sostanza gli sportelli lnps devono continuare ad accettare le domande anche nel 2015, ma non si sa se esse poi verranno accolte. Il comitato opzione donna ha ritenuto insufficiente il messaggio Inps e ha quindi deciso di avviare il ricorso collettivo.

Il TAR dovrà ora fissare l'udienza d'ufficio in una data compresa tra il 90mo e il 120mo giorno dal deposito. Pertanto, ricordano dal Comitato, già entro l'estate il Tar potrebbe, se non ci saranno intoppi, esprimersi sulla questione.

seguifb

Zedde

La Funzione Pubblica ha predisposto il decreto con le tabelle di equiparazione per consentire la mobilità fra i comparti come più volte annunciato dallo stesso ministro della Pa Marianna Madia.

Kamsin E' pronto il decreto per ricollocare gli esuberi del personale delle province. «Sono in corso di elaborazione i criteri relativi alla ricollocazione del personale soprannumerario degli enti di area vasta», da definire con decreto del ministro della Pubblica amministrazione, attraverso cui si stabiliranno anche «le procedure di svolgimento dei processi di mobilità». Lo spiega una nota indirizzata ad And, Upi, Inps, Mef il Ministero degli Affari regionali. Il decreto darà inoltre «indicazioni sulla disciplina del trattamento economico del personale trasferito». Sul punto - precisano dal ministero - la riforma garantisce che il passaggio a un altro ente non intaccherà il «trattamento economico fondamentale e accessorio» del personale interessato ma nel caso dei dirigenti, chiarisce la nota, la retribuzione di posizione da mantenere sarà quella prevista dai contratti nazionali, mentre saranno escluse dalla garanzia «eventuali maggiorazioni riconducibili ad atti organizzativi interni».

Inoltre le amministrazioni pubbliche (Regioni e Comuni) che per le leggi di riordino diventeranno titolari di funzioni prima svolte dalla province «possono procedere, ove necessario, all'ampliamento della propria dotazione organica». 

La Funzione pubblica spiega anche che gli elenchi degli esuberi  - indispensabili per far partire la piattaforma per la mobilità appena messa online dal Governo per incrociare domanda e offerta di lavoro pubblico - possono essere adottati dalle Province «nell'esercizio della propria autonomia».  Questi elenchi, sottolinea Palazzo Vidoni dovranno contenere i nomi e le informazioni necessarie per elaborare le graduatorie che saranno utilizzate per la piattaforma. La nota ricorda, infine, che gli enti di Area Vasta potranno applicare, per il personale in soprannumero che matura la decorrenza della pensione entro il 31.12.2016 la disciplina del collocamento a riposo prevista dal decreto legge 101/2013 concordando con l'Inps ogni utile forma di collaborazione al fine di rendere più celere i rispettivi adempimenti.

seguifb

Zedde

© 2022 Digit Italia Srl - Partita IVA/C.f. 12640411000. Tutti i diritti riservati

Accedi