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Le modalità di rimborso o i pagamenti della somme risultanti dal prospetto di liquidazione del modello 730 precompilato saranno le stesse del 730 ordinario.

Kamsin L'operazione sul modello 730 precompilato è partita, tutto sommato senza intoppi. Secondo stime della stessa Agenzia delle Entrate sono stati oltre 150 mila, nella sola prima giornata, i contribuenti che si sono collegati al sito dedicato per scaricare o comunque consultare la propria dichiarazione. La procedura entrerà nel vivo però solo dal 1° maggio, quando sarà possibile inviare la dichiarazione così come è arrivata oppure modificarla per correggere alcuni dati e/o inserirne altri non presenti nel modello elaborato dalle Entrate.

L'altro giorno il direttore dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, ha indicato che circa 2 milioni e mezzo di persone, forse di più, accetteranno la dichiarazione così com'è proprio per evitare l'attivazione dei controlli documentali da parte dell'amministrazione fiscale e chiudere la partita con il fisco. Tuttavia quest'anno di motivi per integrare e correggere ce ne sono parecchi: da una parte pesa l'assenza delle spese mediche, normalmente portate in detrazione da quasi la metà della platea complessiva di lavoratori dipendenti e pensionati (compresi quelli che presentano un altro tipo di dichiarazione); dall'altro chi ha una solo reddito e nessuna particolare situazione da segnalare al fisco già oggi usufruisce dell'esonero dalla dichiarazione e con tutta probabilità continuerà a farlo.

Se la precompilata è una novità le modalità di rimborso o i pagamenti della somme risultanti dal prospetto di liquidazione del modello 730 precompilato saranno invece le stesse del 730 ordinario. Pertanto, a prescindere dal fatto che la dichiarazione sia stata accettata o modificata, quando emerge un credito da rimborsare la somma si otterrà direttamente  dal datore di lavoro o dall'ente pensionistico a partire dal mese di luglio (per i pensionati a partire dal mese di agosto o settembre). Quando, invece, dalla dichiarazione precompilata emerge un debito, entro gli stessi termini il datore di lavoro o l'ente pensionistico effettuerà la trattenuta.   

Se manca il sostituto d'imposta, il rimborso del credito sarà eseguito direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Se il contribuente ha comunicato all'Agenzia le coordinate del conto corrente bancario o postale, la somma spettante sarà accreditata su quel conto. Se, invece, l’Agenzia delle Entrate non dispone delle coordinate del conto corrente, il rimborso è erogato con metodi diversi a seconda della somma da riscuotere. In particolare: per importi inferiori a 1.000 euro, comprensivi di interessi, il contribuente riceve un invito a presentarsi in un qualsiasi ufficio postale dove potrà riscuotere il rimborso in contanti; per importi pari o superiori a 1.000 euro, il rimborso viene eseguito con l’emissione di un vaglia della Banca d’Italia.

Qualora emerga un debito da pagare il contribuente che invia direttamente la dichiarazione potrà pagare: tramite la stessa applicazione online, indicando le coordinate del conto sul quale effettuare l’addebito oppure mediante il modello F24, che può essere stampato e che viene proposto già compilato con i dati relativi al pagamento da eseguire. Se il contribuente si è rivolto al Caf o ad un professionista potrà invece trasmettere in via telematica il modello F24 all'Agenzia delle Entrate tramite lo stesso intermediario oppure versare con il modello F24 che gli sarà consegnato dall’intermediario.

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Zedde

Il termine per il pagamento delle doppie pensioni potrebbe essere spostato al primo di ogni mese invece che al 10 per evitare di creare disagio nei pensionati.

Kamsin Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, è cauto sulla possibilità di spostare al primo del mese il pagamento delle pensioni per i titolari di doppia prestazione erogate dalla previdenza pubblica già a partire dal 1° giugno. L'ipotesi, rilanciata dal presidente dell'Inps, Tito Boeri, e condivisa dai sindacati, "è presa in considerazione dal Governo ma al momento attuale, ricorda il ministro, la normativa attuale non prevede tale misura".

"Abbiamo una norma nella legge di stabilità (articolo 1, comma 302 della legge 190/2014, ndr), che reca l'accorpamento al 10 mese del pagamento delle pensioni, degli assegni, delle pensioni e delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché delle rendite vitalizie (Inail) per i titolari di piu' trattamenti dei pensionati titolari. Questa norma, che riguarda solo i titolari di doppie pensioni, però è stata congelata "per non creare danno ai pensionati" ha detto Poletti.

"E' un tema quindi che ha bisogno di un intervento normativo, vedremo anche i veicoli normativi che ci consentono di farlo, sempre che non sia possibile farlo attraverso un atto amministrativo, stiamo valutando anche questo" ha concluso Poletti.

Boeri, spero dl per assegni primo del mese da giugno - L'unificazione per l'erogazione degli assegni il primo del mese invece che il 10 (circa due milioni le persone interessate) potrebbe arrivare già a giugno. Se lo augura il presidente dell'Inps Tito Boeri sottolineando che a breve dovrebbe arrivare su questa unificazione un decreto legge. Boeri ha ricordato che al momento per chi la doppia pensione è previsto che l'erogazione sia il 10 di ogni mese. "Ma per queste famiglie dieci giorni di ritardo sono un problema serio".

"Stiamo lavorando a tappe forzate con le banche e le poste - ha spiegato Boeri nel corso di un briefing sull'operazione 'La mia pensione' - per anticipare il pagamento delle pensioni al primo del mese". Boeri ha sottolineato che l'operazione significa per l'Inps avere maggiori spese in termini di interessi ma che è in corso una trattativa per una riduzione del costo unitario dei bonifici. "E' un'operazione neutra per le banche e per lo Stato - ha detto - che va a vantaggio dei pensionati".

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Zedde

Il prossimo intervento sulle pensioni che si aprirà ufficialmente da giugno, dopo le elezioni amministrative, non sarà accompagnato da tagli agli assegni superiori ai 2mila euro al mese.

Kamsin Non c'è alcun progetto per tagliare gli assegni superiori a 2mila euro al mese, quelli calcolati con il sistema retributivo. Lo ha detto ieri il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, alla Camera nel question time dove un'interrogazione sollevata da Forza Italia ha chiesto conto delle proposte di intervento, in particolare sulle pensioni di importo elevato, come aveva suggerito il presidente dell'Inps, Tito Boeri. «Per quanto concerne la riduzione delle pensioni superiori ai 2 mila euro, che è stata qui citata come una delle opzioni — ha detto Poletti — credo di poter dire in modo molto chiaro che il governo ha espresso chiaramente l'intenzione di non voler procedere in questa direzione, né all'interno della spending review né per quello che riguarda un eventuale intervento sul tema generale della previdenza».

Il neo-presidente ha infatti avviato un'operazione trasparenza tramite la pubblicazione di alcune schede sul sito dell'Inps, che prefigurano un ricalcolo delle pensioni relativamente ad alcune categorie, quasi a voler fare intendere che gli attuali trattamenti pensionistici per queste categorie di lavoratori possano essere rivisti alla luce del sistema contributivo.

Ieri alla Camera è stato presentato anche il "Bilancio del sistema previdenziale italiano" realizzato dal comitato scientifico dell'associazione Itinerari previdenziali, presieduta da Alberto Brambilla. 

Il saldo tra entrate e uscite – affermano gli estensori del Rapporto – è negativo e “il disavanzo complessivo di gestione ha raggiunto nel 2013 i 25,360 miliardi (+ 22% sul 2012). Si tratta di un notevole peggioramento dei conti che ci riporta ai saldi del 1995”. Un esito attribuito innanzitutto alla riduzione dei lavoratori attivi con la conseguenza di un rallentamento delle entrate contributive a causa della crisi economica. Le gestioni che concorrono maggiormente al disavanzo complessivo sono: la gestione dei dipendenti pubblici (Inpdap), la gestione ex Ferrovie dello Stato, la gestione relativa ai lavoratori agricoli autonomi,  quella degli artigiani, e in generale tutti i cosiddetti Fondi speciali confluiti con contabilità separate nel Fondo pensione dei lavoratori dipendenti.

Il saldo positivo viene garantito dai commercianti, lavoratori dello spettacolo (ex Enpals) e i lavoratori parasubordinati (Gestione separata), oltre alle Casse dei liberi professionisti (escluse Inpgi e Cipag).

Il rapporto Brambilla difende anche gli assegni già liquidati ricordando che il tasso di rendimento delle pensioni col retributivo calava notevolmente oltre la soglia di 44 mila euro di reddito e che queste pensioni sono già state penalizzate con ripetuti interventi di blocco della indicizzazione ai prezzi e con l'imposizione di contributi di solidarietà. Quindi queste prestazioni sono già state "compresse a sufficienza". Inoltre, sottolinea il rapporto, le pensioni che incorporano in proporzione la parte maggiore di importo non corrispondente a quanto versato non sono le cosiddette pensioni d'oro ma quelle integrate al minimo, quelle frutto di prepensionamenti, erogate da fondi speciali e le baby pensioni del pubblico impiego. Basti pensare che ben 8,5 milioni di pensionati (il 52,2% del totale) ricevono prestazioni «totalmente o parzialmente a carico della fiscalità generale».

Al convegno ha partecipato anche il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, autore con Cesare Damiano, pure presente all'incontro, della proposta di legge per la flessibilità pensionistica in uscita con penalizzazioni tra i 62 e i 66 anni (con 35 di contributi). «Ha un costo -  hanno riconosciuto Baretta e Damiano - ma si può partire da lì con la riflessione sulla correzione alla riforma Fornero, sapendo che si dovrà ottenere un via libera dall'Europa».

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Zedde

La Commissione Bilancio chiede lo stralcio della possibilità per i comuni capoluogo di provincia e per i comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti di reclutare il dirigente apicale anche al di fuori del ruolo unico.

Kamsin Il Senato è pronto a licenziare il Ddl di riforma della pubblica amministrazione nel testo uscito dalla commissione affari costituzionali. Da ieri sono iniziate le votazioni sui primi due articoli del provvedimento, quelli sulla carta della cittadinanza digitale e sulla Conferenza dei servizi; le votazioni proseguiranno nella giornata di oggi con l'obiettivo di arrivare al primo via libera di Palazzo Madama entro il 23 Aprile. Il testo del provvedimento rimarrà pressochè immutato.

Il Governo si è detto infatti soddisfatto del lavoro espresso in Commissione anche se alcune limature al testo sono state chieste ieri dalla Bilancio. La commissione guidata da Antonio Azzollini ha infatti espresso parere positivo sul provvedimento con alcune condizioni che dovranno essere recepite dal relatore con appositi emendamenti nei prossimi giorni. In particolare salta la possibilità di reclutare i segretari comunali fuori dal ruolo unico per i comuni capoluogo di provincia e per i comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti. Resta però la norma transitoria che vuole far confluire gli attuali segretari comunali nel ruolo unico della dirigenza con la possibilità per tre anni di continuare a svolgere le relative funzioni.

Dovrebbe arrivare anche un dietrofront sulla previsione secondo cui anche i dirigenti delle camere di commercio sarebbero dovuti confluire nel ruolo unico della dirigenza. No anche alla previsione del superamento degli automatismi di carriera per i dirigenti. Per quanto riguarda poi l'attribuzione all'Inps delle visite mediche per malattia dei dipendenti pubblici, è stato precisato che ciò debba avvenire «previa intesa in sede di conferenza Stato-Regioni e province autonome di Trento e Bolzano per la quantificazione delle risorse finanziarie e per la definizione delle modalità di impiego del personale medico».

Arriva anche la norma che riconosceva alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano, nel rispetto dei rispettivi statuti speciali e delle relative norme di attuazione, la potestà legislativa in materia di lavoro di tutto il proprio personale. Infine, la commissione bilancio ha osservato che il reclutamento dei dirigenti degli organi costituzionali tramite corso-concorso o concorso generale «interferisce con l'autonomia contabile e funzionale» di tali organi che si sostanzia nella «formulazione dei fabbisogni di personale, nell'individuazione delle professionalità necessarie, nella particolare procedura di trattazione delle controversie in materia di reclutamento».

Il ministro Marianna Madia ha ribadito però che dall'esecutivo non arriveranno nuovi ritocchi. Madia in Aula ha anche precisato che «il Corpo Forestale dello Stato» verrà eventualmente assorbito «in uno degli altri Corpi di Polizia», ma le funzioni di controllo rimarranno intatte sul territorio.

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Tra le novità più rilevanti, l'opportunità di saldare le somme dovute per riscattare gli anni di studio, di pratica forense e di attività civili e militari in un arco più lungo, esteso fino a dieci anni.

Kamsin Arriva l'ultimo tassello per i nuovi criteri, per il "riscatto della laurea previsti da Cassa forense". E' stato, infatti, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il comunicato di accoglimento della delibera, risalente a dicembre 2014, da parte dei ministeri del lavoro, della giustizia e dell'economia. Nello specifico il riscatto degli anni della laurea in giurisprudenza, del servizio militare e di quello civile, nonché del periodo del praticantato potrà essere rateizzato fino a 10 anni con una riduzione dell'interesse da corrispondere dal 4% al 2,75% annuo.

Diritto che potranno esercitare gli avvocati iscritti alla Cassa in regola con le comunicazioni reddituali e col versamento dei contributi, ma pure chi è stato cancellato dalla Cassa, ma conservi il diritto alla pensione di vecchiaia, i titolari di pensione di inabilita', nonché i superstiti che possano così conseguire il diritto alla pensione indiretta.

Gli anni in tal modo «recuperati» comporteranno un aumento di anzianità di iscrizione e contribuzione pari al numero di quelli riscattati. È «un investimento per il futuro della nostra categoria, che godrà di una dilazione importante nell'attuale stagione di crisi economica, sostiene Nunzio Luciano, presidente della Cassa Nazionale Forense. Le nuove norme saranno applicabili (a richiesta dell'interessato) alle domande di riscatto già presentate, per le quali non sia, però, scaduto il termine per la corresponsione della prima rata; il tasso del 2,75% annuo non subirà variazioni, perché «sarà mantenuto per l'intero periodo della rateazione».

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