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Dl competitivita': governo mette fiducia
Dl Riforma Pa, cambiano le regole sulla mobilità obbligatoria
La mobilità per i dipendenti pubblici sarà attenuata, in particolare per i dipendenti pubblici che hanno figli minori di 3 anni o afflitti da disabilità. Mentre per gli altri dipendenti pubblici servirà un accordo con i sindacati. Kamsin Sono le novità approvate ieri dalla Commissione Affari costituzionali della Camera che hanno riscritto l'articolo 4 del Dl 90/2014 nella versione attualmente vigente.
Com'è noto, l'articolo 4 ha precisato che le sedi delle pubbliche amministrazione ubicate nel territorio dello stesso comune o a una distanza inferiore a 50 chilometri dalla sede di prima assegnazione costituiscono medesima unità produttiva (ai sensi dell’articolo 2103), all’interno della quale i dipendenti sono tenuti a prestare la loro attività lavorativa, previo accordo tra le amministrazioni interessate o anche in assenza di accordo, quando sia necessario sopperire a carenze di organico. Con la modifica approvata ieri si interviene dunque, da un lato, sui criteri per attivarla che andranno fissati con un decreto ministeriale da emanare previa «consultazione con le confederazioni rappresentative»; dall'altro, arrivano le deroghe già annunciate dal ministro della Pa, Maria Anna Madia, per i genitori con bambini di età inferiore ai 3 anni oppure colpiti da disabilità ai sensi della legge 104/92 e formalizzati in una proposta di modifica a firma Irene Tinagli (Sc). In entrambi i casi potranno essere spostati solo con il loro consenso.
Le amministrazioni che intendano procedere attivare la procedura di mobilità dovranno provvedere alla pubblicazione sul proprio sito istituzionale, per un periodo minimo di 30 giorni, del bando che indica i posti che le amministrazioni intendono coprire attraverso passaggio diretto di personale da altre amministrazioni. Dovrebbe poi essere confermata la possibilità, in via sperimentale (fino all’introduzione di nuove procedure per la definizione dei fabbisogni standard), di operare trasferimenti tra sedi centrali di differenti Ministeri, Agenzie ed Enti pubblici non economici nazionali, anche in mancanza dell’assenso dell’amministrazione di appartenenza, a condizione che l’amministrazione di destinazione abbia una percentuale di posti vacanti superiore a quella dell’amministrazione di provenienza.
Zedde
Tav: Lupi, nessuno spazio a criminali che attaccano lo Stato
- Genova, 25 lug. - "Li' siamo di fronte a esempi criminali di persone, alcune delle quali vengono anche dall'estero, che vogliono utilizzare la scusa di un'opera per attaccare lo Stato. Non avranno nessuno spazio". Cosi' il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Maurizio Lupi, ha commentato i disordini avvenuti ieri sera in Val di Susa, a margine di un sopralluogo a Genova ai cantieri del terzo valico ferroviario.
Ieri marcia di 250 attivisti, molti anarchici e autonomi
"Nonostante questi criminali e delinquenti - ha aggiunto Lupi - che pensano di utilizzare il cantiere di una grande opera per minacciare e pensare di sovvertire lo Stato, sulla Torino-Lione siamo arrivati a 1,1 chilometri di galleria scavata. Anche in Europa abbiamo discusso con il collega francese per andare rapidissimamente avanti.
Ricordo a questi delinquenti - ha proseguito - che ogni settimana vengono scolaresche a visitare il cantiere e vengono da tutto il mondo e da tutta Europa - ha concluso - a vedere la tecnologia che noi adottiamo".
No Tav: ieri marcia di 250 attivisti, molti anarchici e autonomi
Napolitano taglia i costi del Quirinale, risparmi per 4 milioni nel 2014
- Roma, 25 lug. - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato un decreto che riduce ulteriormente i costi del Quirinale. Il Quirinale restituisce al Tesoro quattro milioni di euro per l'anno in corso. Lo rende noto un comunicato dell'ufficio stampa.
"Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato - si legge nel comunicato -, su proposta del Segretario Generale, un decreto che riduce ulteriormente i costi dell'amministrazione del Quirinale. Scopo del provvedimento e' di consentire la restituzione al Tesoro di 4 milioni di euro nell'anno in corso e di stabilizzare il riequilibrio del bilancio interno sulla base di una dotazione a carico del bilancio dello Stato di 224 milioni di euro per l'intero triennio 2015 -2017, pari al livello del 2007 e inferiore di 4 milioni rispetto alla dotazione del 2014".
"Si consegue cosi' - si legge nella nota - un risparmio complessivo per il bilancio dello Stato di 16 milioni di euro nel quadriennio 2014-2017 - che si aggiunge alla restituzione di circa 6,2 milioni di euro per effetto dell'applicazione del contributo sulle pensioni - e si pongono altresi' le premesse per ulteriori economie nel medio periodo".
Ecco le misure piu' significative: "equiparazione dell'indennita' di funzione del Segretario Generale all'importo dell'indennita' di comando prevista per i Consiglieri del Presidente della Repubblica, pari a 141 mila euro annui lordi; applicazione del tetto di 240 mila euro annui previsto dall'articolo 13, comma 1, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66 ai compensi dei Consiglieri del Presidente della Repubblica a contratto; applicazione del medesimo tetto alle retribuzioni del personale, bloccandone con decorrenza immediata le progressioni economiche e prevedendo il riassorbimento dell'eventuale eccedenza (che riguarda peraltro solo 16 unita' di personale) nel corso del triennio 2015 - 2017; ulteriore significativa riduzione delle indennita' corrisposte al personale distaccato da altre amministrazioni".
"Con un successivo decreto - conclude la nota - si provvedera' all'approvazione di nuove tabelle stipendiali per il personale di ruolo e alla definizione di piu' stringenti requisiti per il pensionamento di anzianita', temi sui quali e' ancora in corso il confronto con le rappresentanze sindacali, alle quali come a tutto il personale va il ringraziamento della Segreteria generale per il senso di responsabilita', lo spirito di collaborazione e la correttezza con cui affrontano misure di riduzione della spesa e di riorganizzazione amministrativa".
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Riforma Pensioni, Quota 96 verso il traguardo finale
Il decreto legge sulla riforma della pubblica amministrazione si avvia verso il traguardo, anche se l'approvazione finale, prevista per lo scorso 22 luglio è slittata di diversi giorni per via dell'ingorgo parlamentare. Kamsin Salvo sorprese dell'ultim'ora, il Dl dovrebbe avere oggi il disco verde in sede referente e confermare così l'approdo in aula del testo per lunedì 28 quando molto probabilmente sarà posta la fiducia. Alcuni nodi ancora devono essere sciolti ma i 4 mila docenti, i quota 96 della scuola, continuano a sperare nella ciambella di salvataggio che un emendamento al testo, presentato dagli onorevoli Ghizzoni e Marzana e sostenuto praticamente da tutte le forze politiche, concede loro.
L'intenzione del governo è quella di mandarli in pensione dal 1° settembre con i requisiti pre-Fornero al termine di una procedura di monitoraggio delle domande che dovrà avvenire in tempi record, proprio nel mezzo della pausa estiva. Ma resta ancora da sciogliere il nodo delle coperture su cui l'ultima parola spetterà alla commissione Bilancio. Dopo l'approvazione della Camera, il testo passerà al Senato dove il governo dovrà probabilmente porre la fiducia per chiudere in tempi brevi.
Confermate poi le altre misure in materia previdenziale contenute nel decreto legge sulla Pa. Nonostante il pressing del Csm sul tema del pensionamento dei magistrati per spostare di un anno il termine per la fruizione del trattenimento in servizio (il testo attualmente in vigore fissa la validità dei provvedimenti già concessi sino al 2015), l'appello di Palazzo dei Marescialli sembra infatti destinato a cadere nel vuoto. In una delibera della Sesta commissione, che sarà martedì 30 al vaglio del plenum, Palazzo dei Marescialli sottolinea come l'aver spostato di un anno l'uscita delle toghe (dal 31 ottobre 2014 al 31 dicembre 2015) non risolva il problema. Serve «almeno un ulteriore anno – sostiene l'organo di autogoverno della magistratura – altrimenti si rischia la paralisi». Sarebbero infatti «ben 374» le toghe in uscita, di cui 252 ai vertici degli uffici giudiziari (87 dei quali in Cassazione). Per rimpiazzarli – secondo il Csm – ci vorranno due anni e non ci saranno più concorsi tra la fine del 2015 e del 2017.
Zedde

