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Dal prossimo anno debutterà in via sperimentale la dichiarazione dei redditi precompilata. È questa una delle principali novità annunciate nel Consiglio dei Ministri la scorsa settimana dal premier Matteo Renzi per semplificare gli adempimenti fiscali dei contribuenti. Kamsin Durante il primo anno di sperimentazione i contribuenti saranno tuttavia tenuti a correggere il modello inviato dal fisco avendo cura di evidenziare tutte le detrazioni non (ancora) conosciute ancora dall'Agenzia delle Entrate. In particolare quelle sanitarie (spese per i ricoveri, visite e farmaci). Poi dal 2016 il fisco dovrebbe essere in grado di farlo da solo e quindi agevolare ulteriormente il compito del contribuente. E' questo quanto emerge dalle linee guida del Decreto Legislativo in attuazione della delega fiscale che il governo ha trasmesso alle Commissioni della Camera per acquisirne il parere.

La dichiarazione precompilata da parte dell'Agenzia delle Entrate sarà messa a disposizione dei contribuenti a partire dal 15 aprile di ciascun anno attraverso tre diverse modalità: per via telematica oppure tramite CAF e professionisti. Entro il 28 febbraio viene imposto a banche, assicurazioni ed enti previdenziali l'obbligo di comunicare alle Entrate tutte le voci da cui possono scaturire deduzioni per il contribuente; si pensi ad esempio agli interessi pagati sui mutui fondiari e agrari,  ai premi di assicurazione sulla polizza vita,  ai contributi previdenziali ed ai pagamenti effettuati dal contribuente per la previdenza complementare.

I contribuenti che accetteranno il modello inviato dall'Agenzia delle Entrate saranno al riparo inoltre dai controlli automatici dell'agenzia; ovviamente in caso contrario potranno correggerlo direttamente oppure attraverso i sostituti d'imposta. In ogni caso la decisione dovrà essere presa entro il 7 luglio termine entro cui i modelli dovranno essere presentati al sostituto d'imposta al CAF o al professionista, i quali, a loro volta, dovranno girarli entro la stessa scadenza all'Agenzia delle Entrate.

Zedde

Il governo studia la trasformazione di Equitalia. Sembra quasi impossibile, non più (solo) aspetti repressivi nella riscossione dei tributi, ma nuove funzioni per la garanzia dei diritti dei cittadini e delle imprese, con ulteriori competenze che prevedono il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione. Kamsin E' quanto si apprende da fonti vicino a Palazzo Chigi che mostrano come Renzi abbia nel cassetto, assieme alla delega fiscale, un restyling dell'istituto che in questi anni si è contraddistinto per una lotta all'evasione non sempre trasparente ed equa.

Il progetto di revisione dei compiti dell’ Istituto viene stimolato anche dalla proposta di M5S che in una sua proposta di legge chiede la soppressione della società ed il passaggio delle sue funzioni all’Agenzia delle Entrate. Tra le varie ipotesi c'è anche la possibilità di trasferimento dell’ente direttamente sotto il controllo del Ministero dell’ Economia.

Il provvedimento di riforma  potrebbe essere inserito nel decreto di attuazione della delega fiscale e trasformerebbe di fatto Equitalia in una “Casa del contribuente” consentendole di accedere ad un numero maggiore di banche dati degli enti creditori per i quali riscuote tributi e fondare le proprie richieste su più solide basi.

Zedde

Con le dichiarazioni di oggi del ministro del lavoro Giuliano Poletti si inizia a delineare l'intervento che l'esecutivo proporrà dalla prossima settimana in materia di esodati. Kamsin Una sesta salvaguardia in grado di coprire le categorie già tutelate dai precedenti provvedimenti ma che maturano il requisito della decorrenza della prestazione pensionistica entro il 6 gennaio 2016 (o intorno a tale data). Insomma un anno in piu' rispetto alla tagliola - del 6 gennaio 2015 - che oggi esclude molti lavoratori dalla possibilità di accedere alla tutela derogatoria introdotta a partire dall'articolo 24, comma 14 del Dl 201/2011 e poi ripetuta piu' volte nel corso di questi due anni. 

"Intendiamo prolungare di un anno le salvaguardie, così come sono oggi previste. Solo che chi maturerà il diritto nell'arco dell'anno prossimo sarà incluso nelle salvaguardie, cosa che finora non era prevista" ha detto Poletti. I nuovi salvaguardati saranno 8 mila unità e porteranno il contigente complessivamente tutelato a quota 170.130.

Le categorie beneficiarie, come già anticipato da Pensioni Oggi nei giorni scorsi, saranno i lavoratori in mobilità, i dipendenti pubblici esonerati dal servizio, i lavoratori in congedo per la cura di parenti disabili, i cessati per accordi individuali o collettivi, i licenziati individuali e i prosecutori volontari. Nella nuova misura potrebbero risultare salvaguardati anche i lavoratori cessati da un contratto a tempo determinato che si trovassero a 4 anni dalla maturazione dei requisiti previdenziali pre-riforma.

Il ministro ha anche precisato, un pò a sorpresa, che ci saranno anche 24mila posizioni da riassegnare - per un totale dunque di 32.100 nuovi posti disponibili - che rappresentano posizioni già presenti ma "per cui non era arrivata domanda"; posizioni recuperate dalla seconda e dalla quarta salvaguardia che ora tornerebbero disponibili per tutelare altri soggetti. Il numero tuttavia dovrà essere confermato e soprattutto si dovrà comprendere come si tradurrà in pratica. Poletti infatti non ha indicato se per estendere di anno la tutela sarà necessario impiegare tutte le 32mila posizioni oppure solo le 8mila "aggiuntive". In tal caso infatti risulterebbero 24 mila posizioni in eccesso attraverso le quali si potrebbe estendere la salvaguardia temporalmente anche oltre il 6 gennaio 2016 oppure ricomprendere altre categorie di soggetti oggi rimasti a bocca asciutta (si pensi per esempio agli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007). Questi nodi dovranno essere sciolti nella prossima settimana quando il governo metterà nero su bianco la norma.

Cgil: Bene Poletti ma serve un intervento strutturale - I sindacati plaudono alla misura ma ricordano che la situazione sul fronte previdenziale non è piu' sostenibile. “Valutiamo positivamente il prolungamento di un anno della salvaguardia per i lavoratori esodati, che consente l'accesso alla pensione ad un nuovo contingente di 32mila persone, ma non si può continuare a rinviare una soluzione strutturale del problema” ha detto Vera Lamonica, segretaria nazionale della Cgil. “Purtroppo, con il rinvio alla legge di stabilità, peraltro con precisazioni poco rassicuranti del ministro Poletti, si conferma il vecchio metodo - sostiene la segretaria della Cgil – e si procede senza avere un quadro esatto né dei numeri della platea né delle risorse necessarie, peraltro sempre sovrastimate, come dimostra il fatto che questa ulteriore salvaguardia è coperta dai risparmi delle precedenti”.

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- Ypres, 26 giu. - La partita delle nomine europee e' cominciata ma richiedera' dei 'tempi supplementari'. E qualche ora supplementare servira' anche per la messa a punto definitiva del documento Van Rompuy, il testo che, con i contributi dei diversi Paesi, il mediatore belga. La discussione sull'agenda strategica dell'Unione europea per i prossimi anni "continuera' domani al Consiglio europeo a Bruxelles" ha fatto sapere, dopo che la cena dei leader e' terminata con un po' di anticipo, complici alcuni chiarimenti chiesti sul tema della flessibilita', in primis dal premier italiano. Del resto Renzi lo aveva detto chiaro e tondo prima di entrare alla riunione: "Si' a Junker", "ma solo a fronte di un documento che indichi con chiarezza dove vuole andare l'Europa". "Non c'e' una posizione dell'Italia contro gli altri - aveva spiegato - c'e' una posizione di chi dice occupiamoci di crescita e delle famiglie". Ma il diavolo, si sa sta nei dettagli e, nonostante le rassicurazioni su una apertura sulla flessibilita', alla fine, al momento di stringere, tra il premier e Angela Merkel c'e' stato qualche momento di frizione. Motivo del contendere la possibilita' di inserire o meno il cofinanziamento dei fondi Ue e il pagamento della Pubblica amministrazione nel Patto di stabilita' e quindi, i criteri precisi della flessibilita' stessa. In un clima tornato cordiale, Renzi e Merkel, insieme agli altri leader, hanno deciso di far lavorare gli sherpa per tutta la notte per fissare in modo dettagliato il rapporto tra flessibilita' e riforme. Quanto alle nomine, pare che, al di la' del nome di Junker, su cui prosegue il braccio di ferro solitario di David Cameron, domani non si possa andare e che potrebbe servire un nuovo vertice straordinario a meta' luglio per decidere il pacchetto completo. Un pacchetto che fonti del Ppe vogliono equilibrato tra le diverse famiglie europee. "Mi sembra che siamo tutti d'accordo sul fatto che alcuni incarichi andranno al Ppe, a partire dalla Presidenza della Commissione, altri andranno al Pse" aveva convenuto Renzi nel pomeriggio. Per aggirare il niet di Cameron, nei giorni scorsi era stata ventilata l'ipotesi di proporre alla presidente danese Helle Thorning-Schmidt, imparentata con l'ex leader del labour Neil Kinnock, la presidenza del consiglio europeo. Una ipotesi che la diretta interessata lascia cadere prima di entrare nel centro congressi che ospita il prevertice socialista: "Io non sono candidata, sono il premier della Danimarca, un Paese bellissimo, e in questo momento sono concentrata sul nostro lavoro, nel vincere le elezioni e nel governare il partito". Anche per questo, e per un equilibrio tra Pse e ppe, si stava pensando al premier olandese Mark Rutte. Legata a questa partita, c'e' quella per fare eleggere Federica Mogherini Mrs. Pesc, l'alto rappresentante della Politica Estera e di Sicurezza Comune. Una partita che oggi si complica anche per le mire che il Ppe ha su quella delega, ma soprattutto per l'ipotesi, che circola in queste ore, che quello di Enrico Letta torni ad essere un nome 'caldo' per la Presidenza del Consiglio. Una delle cancellerie piu' favorevoli, in questo senso, sarebbe proprio Londra. La nomina dell'ex premier complicherebbe non di poco il tentativo di Renzi per portare Mogherini agli Esteri, e questo perche' andrebbe ad esaurire i posti riservati al Pse e quelli all'Italia. Per tutte queste ragioni, e' probabile che i capi di Stato europei si torneranno a rivedere tra due settimane per i 'supplementari' della partita. .
- Ypres, 26 giu. - Una discussione accesa ci sarebbe stata tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante il pre vertice che i due hanno tenuto a Ypres, dove si e' svolto la prima sezione del Consiglio europeo. Stando a quanto si apprende, le 'frizioni' sarebbero emerse intorno alla possibilita' di inserire o meno il cofinanziamento dei fondi Ue e il pagamento della Pubblica amministrazione nel Patto di stabilita'. Renzi ha ribadito a Markel che "contrariamente da quanto fatto da Germania e Francia, non abbiamo intenzione di sforare il 3%" nel rapporto tra deficit e Pil. Tuttavia, ha aggiunto il premier, rimane ferma la richiesta di maggiore flessibilita' nell'applicazione dei parametri. Pur reggendo la consonanza tra le visioni dei due leader europei emersa nelle scorse settimane, dunque, emergono delle contrapposizioni quando si entra nei dettagli. Renzi, viene riferito ancora, ha mostrato comunque grande soddisfazione sul documento che porta la firma di Herman Van Rompuy, che non e' stato finalizzato ma sul quale arrivano dai capi di Stato e di governo segnali incoraggianti. Matteo Renzi chiede una nuova riunione degli sherpa, che si terra' questa notte, per fare in modo che il tema della flessibiilta' per i Paesi impegnati nelle riforme entri in maniera piu' esplicita nel documento di Van Rompuy. E' quanto trapela dalla prima sessione del Consiglio europeo che si e' tenuta a Ypres. .
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