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- Roma, 21 mag. - Silvio Berlusconi torna a criticare la sentenza che lo ha portato fuori dal Parlamento, rivendica di essere "il primo contribuente italiano" e, ospite in studio a Agora' su Rai 3, aggiunge che "sanno tutti che quella contro di me e' stata una sentenza costruita e politicizzata, voluta perche' la sinistra riuscisse a espellermi dal Parlamento con 6 anni di incandidabilita'". Della sentenza, Berlusconi torna a parlare definendola "un fatto gravissimo" e dicendosi sicuro che "sara' ribaltato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo". "Non e' un neo - aggiunge - volevano mettermi davanti a un plotone di esecuzione". Berlusconi torna poi ad aprire alla prospettiva di una partecipazione a un governo di larghe intese in caso di stallo politico futuro. "Di fronte al pericolo di un regime autoritario - dice infatti il leader FI - qualunque soluzione possibile alternativa deve essere seguita". E' un periodo ipotetico che, nella sintassi della politica, e' piu' vicino all'espediente polemico che alla realta', ma intanto Berlusconi 'apre' dicendo che "se Renzi adottasse il nostro programma sarebbe possibile" governare insieme. Matteo Renzi? Sara' anche diventato segretario Pd dopo una vittoria alle primarie ma, osserva Silvio Berlusconi, "le primarie non sono nemmeno considerate nelle regole della nostra democrazia". Il leader FI aggiunge, anzi, che le primarie, oggetto di serrato confronto nel Pdl prima dello strappo di Alfano, "non sono mai citate nella Costituzione". .
- Roma, 21 mag. - Silvio Berlusconi torna a criticare la sentenza che lo ha portato fuori dal Parlamento, rivendica di essere "il primo contribuente italiano" e, ospite in studio a Agora' su Rai 3, aggiunge che "sanno tutti che quella contro di me e' stata una sentenza costruita e politicizzata, voluta perche' la sinistra riuscisse a espellermi dal Parlamento con 6 anni di incandidabilita'".

L'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano apprezza l'annuncio del premier sull'estensione del bonus irpef anche ai pensionati dal prossimo anno: "È importante l’annuncio del Premier Matteo Renzi a proposito dell’estensione, a partire dal 2015, degli 80 euro netti mensili anche ai pensionati. Questo impegno sana una discriminazione tra lavoratori dipendenti, che avranno questo aumento dalla fine del mese di maggio,  e pensionati".

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Damiano torna a ribadire con forza la necessità di una revisione del capitolo previdenza in grande stile: "Vorremmo che l’attenzione posta dal Primo Ministro anche a questa categoria di cittadini facesse assumere come una delle priorità dell’Esecutivo la questione previdenziale. Per questo chiediamo al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti di riconvocare a breve il tavolo di confronto sul tema delle pensioni che ha visto,  nel corso della prima riunione del 7 maggio scorso,  la presenza dei dicasteri del Lavoro e dell’Economia, dell’ INPS e delle  Commissioni Lavoro di Camera e Senato".
Dopo quel primo esame del tema degli ‘esodati’, occorre ora passare ad una soluzione di merito.

Il ministro Poletti si è impegnato ad indicare prime proposte che,  per noi,  passano attraverso due strade:l’introduzione di un criterio di flessibilità nel sistema pensionistico, oppure  il ripristino del sistema delle quote, aggiornato rispetto alle soluzioni trovate nel 2007 dal Governo Prodi. Va ricordato che la Commissione Lavoro della Camera ha formulato un testo, frutto della ricerca unitaria di tutti i partiti, che potrebbe essere calendarizzato per l’aula entro la fine del mese di giugno. Prima di quella data va trovata una soluzione, compresa la copertura finanziaria: altrimenti la questione ‘esodati’ corre il rischio di restare al palo.

- Roma, 21 mag. - "Io non sono preoccupato, so che non ci sara' nessun sorpasso del Movimento 5 Stelle, anzi il sorpasso lo faremo noi, visto che alle Politiche erano loro il primo partito. Poi e' chiaro che mi piacerebbe vedere il numero 3 davanti alla percentuale del risultato del Partito democratico, io sono fatto cosi', non mi accontento mai. Pero' l'importante e' vincere, perche' se vinciamo noi diamo stabilita' al Paese, che e' proprio cio' che serve per far ripartire l'Italia". Cosi' il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, in un colloquio con il 'Corriere della Sera' spiega anche che e' scattata "l'operazione Argo", che prende il nome dalla pellicola diretta e interpretata da Ben Affleck, consistita nel mandare al Sud e in Sicilia "tre ministri che fanno presa: Maria Elena Boschi, Giuliano Poletti, titolare del dicastero del Lavoro, e Graziano Delrio che si occupa dei Fondi europei". Quanto al premier "mi sto sbattendo come un pazzo, mi stanco, ma mi diverto e sono convinto che ne usciremo bene". L'obiettivo della missione e' quella di riportare a votare gli indecisi, sul modello delle campagne elettorali americane. Quanto a Grillo, ospite l'altra sera di Bruno Vespa a Porta a Porta "Secondo me - spiega il premier - non ha preso voti ne' li ha persi. Magari chi ha visto solo uno spezzone di quella trasmissione puo' averlo trovato convincente, ma tutto sommato la sua e' stata una prestazione senza infamia e senza lode". L'obiettivo resta quello di una campagna elettorale alla larga dagli insulti e dalle provocazioni. "Per noi ? ripete Renzi ? e' importante non essere inglobati nel solito copione dello scontro all'ultimo sangue, anche perche' cosi' la gente non capisce quello che succede e non si riesce nemmeno a far comprendere quello che sta facendo il governo". "In questa campagna elettorale ho potuto toccare con mano che c'e' grande attenzione per questo governo. E c'e' molta speranza per quello che potra' fare", pur nella consapevolezza "che le piazze non equivalgono ai voti, ma rivedo la gente che si interessa, il partito che si muove, i dirigenti del Pd che si danno da fare. Sento una nuova vitalita' intorno a me". Quanto alle voci di possibili elezioni dopo le europee il premier le bolla come "Stupidaggini, noi abbiamo sempre detto che auspichiamo la stabilita'. C'e' la possibilita' reale di portare fino in fondo le riforme e non e' piu' il tempo di scherzare: abbiamo sempre detto che siamo qui per cambiare il Paese e che il governo si afferma con i fatti. E io ci sto provando".
- Pescara, 20 mag. - "Siamo in guerra, una guerra all'ultimo sangue: una guerra dell'informazione, giornali in mano alle banche, depistaggi. Dovranno pagarle queste cose: noi abbiamo memoria. Li processeremo online, abbiamo diritto a uno sputo digitale in faccia per questa gente". Lo ha detto Beppe Grillo nel corso del suo intervento a Pescara per il tour elettorale. "Dobbiamo portare il nostro senso di comunita'  in Italia", ha aggiunto. "La nostra rabbia e' buona, giusta, ci ha uniti per diventare il primo movimento italiano". Lo ha detto Beppe Grillo nel corso del suo intervento a Pescara per il tour elettorale. "Siamo oltre 10 milioni, abbiamo fatto un sondaggio sereno e obiettivo: siamo al 96%...", ha detto Grillo raccogliendo l'ovazione delle oltre 10mila persone che lo stanno ascoltando in piazza Primo Maggio. .
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