Sono entrate ufficialmente in vigore le misure che prorogano la durata della Naspi contenute nel decreto di riforma degli ammortizzatori sociali.
L'assegno si ridurrà del 3% al mese a partire dal primo del giorno del quarto mese di fruizione. Al termine dei 24 mesi l'assegno sarà pari ad un terzo del reddito che si percepiva prima della perdita del lavoro.
Una quota dell'indennità NASpI è compatibile con l'instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato purchè cui reddito annuale sia inferiore a 8mila euro annui.
Le lavoratrici domestiche che lavorano per meno di 24 ore alla settimana rischiano di essere tagliate fuori dal nuovo ammortizzatore. Lo ricorda in una nota l'Inca Cgil. 
I periodi di Aspi e Naspi non possono essere conteggiati ai fini della maturazione del requisito di 35 anni di contributi ancora richiesto per l'accesso alla pensione anticipata da parte dei «vecchi» lavoratori, quelli cioè che al 31 dicembre 1995 posseggono già un'anzianità contributiva.
Dal 1° maggio 2015 è in vigore il nuovo ammortizzatore sociale contro la disoccupazione delineato nel decreto legislativo 22/2015 attuativo della legge delega sul mercato del lavoro (Jobs Act).
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