Sergey

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Mi occupo di diritto della previdenza e del lavoro. Mi sono laureato nel 1976 in Giurisprudenza alla Cattolica. Dal 1985 lavoro all'Inps.

La Commissione Bilancio di Palazzo Madama conclude stamani l'esame del ddl di stabilità. Poche le novità rispetto al testo approvato alla Camera. Respinti gli emendamenti sui Quota 96 della Scuola e sui lavoratori delle ferrovie.

Kamsin Si chiuderà stamani in Commissione Bilancio a Palazzo Madama l'esame delle proposte emendative al disegno di legge di stabilità. Domani mattina il provvedimento sbarcherà in Aula per la votazione finale sulla quale appare scontato che il Governo metterà la questione di fiducia. Ad ogni modo l'impianto complessivo delle modifiche contenute nel ddl approvato in prima lettura dalla Camera pare non uscire stravolto.

In attesa della conclusione dei lavori resta confermato lo stop alla penalizzazione sino al 2017 per chi consegue la pensione anticipata con meno di 62 anni e il tetto alla possibilità di incrementare la pensione attraverso il sistema contributivo (il cd. stop alle pensioni d'oro). Sono state, invece, respinte tutte le altre proposte emendative ad iniziare dai quota 96 della scuola. Confermati gli aumenti della tassazione sui fondi pensione (dal 11,5 al 20%) e sui rendimenti delle Casse Professionali (che passano dal 20 al 26%) ma si riconoscerà loro un credito d'imposta rispettivamente del 9 e del 6 per cento qualora investano risorse nell'economia reale nei limiti però di 80 milioni di euro. Rivisto anche il taglio ai patronati.

Arriva un no al prepensionamento del personale delle province in esubero: la strada scelta dal governo (che ha presentato un emendamento sabato scorso) è di optare per la sola mobilità e di non dare la possibilità, come chiesta dagli enti territoriali, di mandare in pensione sino al 2018 il personale in deroga alla Legge Fornero.

Per ora l'unica novità che si aggiunge al Senato è quella per i lavoratori dell'Isochimica di Avellino, ammalati di amianto. Sabato l'esecutivo ha presentato un emedamento che consente a tali soggetti di mantenere le previgenti regole di pensionamento. La misura, secondo la relazione illustrativa, riguarderà circa 200 soggetti con un costo di circa 5milioni di euro annui.

Un approfondimento delle novità introdotte con il ddl di stabilità sul capitolo previdenziale sarà condotto dagli esperti che collaborano con pensonioggi.it nei prossimi giorni.

seguifb

Zedde

Il taglio ai patronati è stato ridotto da 150 a 35 milioni di euro. Niente da fare per i rendimenti dei fondi della previdenza complementare e Casse Professionali a cui, però, è riconosciuto un credito d'imposta.

Kamsin Tassazione agevolata su fondi pensione e casse previdenziali a condizione che investano in opere pubbliche. Sterilizzazione dell’aumento dell’Irap per gli autonomi. Meno tagli al salario di produttività e ai patronati. Sono le ultime novità che hanno ricevuto ieri il via libera della Commissione Bilancio di Palazzo Madama. I lavori si chiuderanno oggi con il ddl che dovrebbe essere approvato con fiducia domani. L’iter dovrebbe concludersi lunedì alla Camera, dove si lavorerà nel fine settimana. 

Per le casse previdenziali e i fondi pensione che facciano investimenti infrastrutturali, individuati da un decreto del Tesoro, un credito d’imposta del 9 per cento (sui fondi pensione) e del 6 per cento (sulle Casse Professionali) compenserà il previsto incremento delle tasse sui redditi (dal 20% al 26%) e sul risultato netto maturato dei fondi pensione (dall’11,5% al 20%). Costo: 80 milioni dal 2016.

Scendono da 150 a 35 i tagli per i patronati e da 238 milioni a 208 quelli al Fondo sgravi contributivi per i contratti di secondo livello.

Seguifb

Zedde

Le aliquote dei fondi pensione e dei rendimenti sulle Casse Professionali aumenteranno dal prossimo anno. Ma sarà riconosciuto un credito d'imposta sugli investimenti nell'economia reale.

Kamsin La tassazione agevolata sui rendimenti delle Casse Professionali e sui Fondi Pensione viene garantita solo per la quota di investimenti "in economia" delle Casse e dei fondi di previdenza complementare a medio e lungo periodo e nei limiti di 80 milioni di euro a decorrere dal 2016. E' quanto prevede l'emendamento 1.9901 approvato questa sera in Commissione Bilancio a Palazzo Madama. Restano confermati quindi gli aumenti della tassazione sui fondi pensione e sulle Casse Professionali già indicati nella legge di stabilità ma viene riconosciuta una tassazione agevolata sugli investimenti nell'economia reale del paese.

Per quanto riguarda le Casse Professionali viene riconosciuto un credito d'imposta pari alla differenza tra l'ammontare delle ritenute e imposte sostitutive applicate nella misura del 26 per conto sui redditi di natura finanziarla dichiarate e certificate dai soggetti intermediari o dichiarate dagli enti medesimi e l'ammontare di tali ritenute e imposte sostitutive computate nella misura del 20 per cento a condizione che i proventi assoggettati alla ritenuta e imposte sostitutive siano investiti in attività di carattere finanziario a medio o lungo termine individuate con apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. 

Sui Fondi Pensione viene riconosciuto un credito di imposta pari al 9 per cento del risultato netto maturato, assoggettato all'imposta sostitutiva agevolata applicata in ciascun periodo d'imposta, a condizione che un ammontare corrispondente al risultato netto maturato assoggettato alla citata imposta sostitutiva sia investito in attività di carattere finanziario a medio lungo termine, individuate con il decreto del Ministero dell'economia. In calce il testo dell'emendamento. 

Seguifb

Zedde

80-bis. A decorrere dal periodo d'imposta 2015, agli enti di previdenza, obbligatoria di cui al decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 e al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n.103, è riconosciuto un credito d'imposta pari alla differenza tra l'ammontare delle ritenute e imposte sostitutive applicate nella misura del 26 per conto sui redditi di natura finanziarla dichiarate e certificate dai soggetti intermediari o dichiarate dagli enti medesimi e l'ammontare di tali ritenute e imposte sostitutive computate nella misura del 20 per cento a condizione che i proventi assoggettati alla ritenuta e imposte sostitutive siano investiti in attività di carattere finanziario a medio o lungo termine individuate con apposito decreto del Ministro dell'economia e delle finanze. Il credito d'imposta va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa a ciascun periodo d'imposta, non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione, ai fini dell'imposta Regionale sulle attività produttive. Non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del testo unico della imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917. Il credito d'imposta può essere utilizzato, a decorrere dal periodo d'imposta successiva a quello di effettuazione del citato investimento, esclusivamente in compensazione, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241 nei limiti dello stanziamento di cui al comma 80-quinquies. Al credito d'imposta non si applicano i limiti di cui all'articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 e all'articolo 34 della legge 23 dicembre 2000, n. 388.

80-ter. A decorrere dal periodo d'imposta 2015, alle forme di previdenza complementare di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, numero 252, è riconosciuto un credito di imposta pari al 9 per cento del risultato netto maturato, assoggettato all'imposta sostitutiva di cui all'articolo 17 di tale decreto applicata in ciascun periodo d'imposta, a condizione che un ammontare corrispondente al risultato netto maturato assoggettato alla citata imposta sostitutiva sia investito in attività di carattere finanziario a medio lungo termine, individuate con il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze di cui al comma 80 bis. Il credito d'imposta, che non concorre alla formazione del risultato netto maturato e che, ai fini della formazione delle prestazioni pensionistiche, incrementa la parte corrispondente redditi già assoggettati ad imposta, va indicato nella dichiarazione dei redditi relativa a ciascun periodo d'imposta e può essere utilizzato a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello di effettuazione del citato investimento, esclusivamente in compensazione, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, numero 241 nei limiti dello stanziamento di cui al successivo comma 80 quinquies. Al credito d'imposta non si applicano i limiti di cui all'articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, numero 244 e all'articolo 34 della legge 23 dicembre 2000 numero 388.

80-quater. Con il decreto di cui al comma 80 bis, sono stabilite le condizioni, i termini e le modalità di applicazione riguardo la fruizione del credito d'imposta al fine del rispetto del limite di spesa di cui al comma 80 quinquies e al relativo monitoraggio.

80-quinquies. Per l'attuazione dei commi da 80 bis a 80 quater è autorizzata la spesa di 80 milioni di euro a decorrere dall'anno 2016.

 

Imu Terreni, pronto il rinvio

Martedì, 09 Dicembre 2014
In settimana attesa la decisione dell'esecutivo sui versamenti delle ex-aree montane. Possibile anche una modifica delle regole. La misura sarà contenuta in decreto legge.

Kamsin I proprietari dei terreni montani sapranno entro la fine di questa settimana se lo slittamento della rata di dicembre, finora solo annunciato, arriverà a fine gennaio o a fine giugno. Il Governo interverrà con un decreto legge per ufficializzare la proroga dato che un emendamento ad hoc nella legge di stabilità non riuscirebbe a diventare legge entro il 16 dicembre 2014, data prevista per il pagamento del tributo.

La vicenda è nota. Sino a ieri i proprietari di terreni agricoli collocati in Comuni "montani" o "parzialmente montani" erano considerati esenti dall'Imu e dall'Ici. Ma con il decreto interministeriale Economia-Interno-Politiche Agricole pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato scorso (adottato in applicazione dell'articolo 22 del Dl 66/2014) l'esenzione totale viene garantita solo ai fondi situati nei Comuni con altezza superiore a 600 metri sul livello del mare (l’altezza è quella del Comune, non del singolo terreno). Tra quota 281 e quota 600 l'esenzione spetta solo gli agricoltori professionali, mentre per i terreni al piano l’imposta è dovuta da tutti.

L'obiettivo del Governo era quello di ricavare 350 milioni che sono già stati inseriti a copertura proprio del provvedimento che ha istituito il bonus 80 euro; ma la revisione delle regole cancella, in pratica, l'esenzione totale oggi in vigore in quasi 2 mila Comuni e cambia la geografia degli obblighi tributari in almeno altri 2 mila Municipi. 

Contro la nuova normativa sono scesi in campo sia le categorie interessate sia i Comuni. Trovando sponda in Parlamento: anche un folto gruppo di parlamentari del Pd ha chiesto al governo di cambiare strada. Per questa ragione, il Governo nei giorni scorsi ha promesso la proroga dei versamenti (e una possibile modifica dei criteri) su cui sta lavorando. Il nodo, come al solito, è quello delle risorse. Renzi dovrà infatti trovare 350 milioni di euro di entrate già messe a bilancio dello Stato, denari che dovranno essere recuperati da altri capitoli di spesa.

Zedde

In molti casi la fotografia della situazione economica equivalente sarà meno generosa rispetto al passato. Gli immobili avranno un maggior peso e si farà riferimento alla giacenza media del conto corrente.

Kamsin Cambia radicalmente, dal 2015, il metodo di calcolo dell'indicatore della situazione economica delle famiglie, che serve per accedere a sconti ed agevolazioni di vario genere, soprattutto per i servizi sociali, socio-sanitari e scolastici: dalle rette degli asili nido alle tasse universitarie, dalle case di cura per gli anziani ai risparmi sulla Tares.

Punti cardine della Riforma è dare un maggior peso al patrimonio, tenere conto dei redditi esenti da Irpef (come le pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento) e della giacenza media annua dei conti correnti. Tra i dati che bisognerà autodichiarare per la Dsu, la dichiarazione sostitutiva unica necessaria per ottenere l'Isee, viene inserito, infatti, anche quello della giacenza media del conto corrente proprio per pesare meglio la ricchezza delle famiglie. Il solo dato del saldo a fine anno, infatti, rischiava di essere un parametro ingannevole dal momento che bastava prelevare tutti i risparmi dal conto corrente per risultare poco abbiente.

Dal prossimo anno, invece, sia il dato sulla giacenza media sia quello sul saldo vanno inseriti nella dichiarazione sostitutiva da presentare all'Inps o all'ente erogatore del servizio per il quale si chiede la prestazione agevolata. Si ricorda, peraltro, che ai secondo un accordo siglato tra Abi, Poste e Ministero del Lavoro il dato della giacenza media potrà essere chiesto dal correntista allo sportello della propria banca.

Gli effetti per i contribuenti saranno dunque diversi rispetto a quanto accaduto sino ad oggi. Penalizzati saranno soprattutto tutti coloro che hanno una casa di proprietà (perchè l'immobile peserà di piu' nel calcolo), e alcuni pensionati perchè nel calcolo rientrerà anche la pensione di invalidità o l'assegno sociale e il reddito dei figli che possono contribuire alle esigenze del genitore.

L'Isee sarà invece piu' vantaggioso per chi ha disabilità gravi e per le famiglie che hanno tre o piu' figli.

Per l'attuazione del nuovo Isee, i Comuni dovranno ridefinire le soglie di accesso alle prestazioni sociali agevolate che erogano, come i contributi per i ricoveri nelle Rsa per gli anziani o gli sconti per le rette degli asili nido.

Oltre al cambiamento dei parametri in base ai quali sarà calcolato l'Isee, a cambiare sarà anche il modo in cui l'Inps acquisirà le informazioni: solo alcuni dati, infatti, saranno autodichiarati dal contribuente, mentre tutti gli altri saranno estratti dall'anagrafe tributaria e dai data base Inps.

Per il cittadino, una semplificazione deriverà dal fatto che molte informazioni, come il reddito complessivo, non saranno più richieste al cittadino in sede di dichiarazione, ma direttamente recuperate negli archivi.

Il Nuovi Redditi

Nella nuova definizione dell'Isee, oltre al reddito Irpef entrano tutti i redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di imposta (come ad esempio i contribuenti minimi, i redditi da cedolare secca sugli affitti), tutti i redditi esenti e quindi anche tutti i trasferimenti monetari ottenuti dalla Pubblica  Amministrazione (assegni al nucleo familiare, pensioni di invalidità, assegno sociale, indennità di accompagnamento...), i redditi figurativi degli immobili non locati e delle attività mobiliari. Vengono invece sottratti gli assegni corrisposti al coniuge in seguito a separazione o divorzio, destinati al mantenimento del coniuge e dei figli (precedentemente valorizzati sia nell'Isee del ricevente che in quello del datore).

Vengono invece diversamente valutati, con una riduzione della loro incidenza i redditi da lavoro dipendente (viene sottratta una quota del 20% fino a 3mila euro); i redditi da pensioni e trattamenti assistenziali (viene sottratto il 20%, fino a un massimo di mille euro); le spese per gli affitti (sale da 5.165 a 7.000 euro, l'importo massimo della spesa l'affitto registrato che può essere portato in deduzione e si aggiungono 500 euro ogni figlio convivente dopo il secondo); si incrementano le spese per le disabilità accorpando tali spese in tre distinte classi: disabilità media, grave, e non autosufficienza.

Il patrimonio - Il patrimonio cambia considerando il valore degli immobili ai fini Imu, non più Ici. Riducendo la franchigia sulla componente mobiliare che viene però articolata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare (franchigia più alta per le famiglie più numerose), viene preso in considerazione il patrimonio all'estero e viene riconosciuto un maggior peso per le seconde case.

Zedde

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