Bernardo Diaz

Bernardo Diaz

Bernardo Diaz, dottore commercialista collabora con PensioniOggi.it dal novembre del 2015.  

Dietrofront dell'Inps sul bonus alle assunzioni di donne disoccupate. L'incentivo continuerà a operare dal 1° luglio, anche se è scaduta e non è stata rinnovata la decisione Ue che fissava le zone agevolate. Kamsin E' quanto ha indicato l'Inps con il messaggio inps 6319/2014 che ha corretto una precedente interpretazione dopo alcuni chiarimenti prevenuti dal ministero del lavoro. Pertanto, è a tutti gli effetti ripristinato lo sgravio contributivo del 50% per la durata di 12/18 mesi sulle assunzioni di donne di qualunque età, disoccupate e residenti nei territori svantaggiati individuati dal dm 27 marzo 2008.

Il bonus è quello previsto dalla riforma Fornero sul mercato del lavoro che incentiva le assunzioni di particolari categorie di lavoratori effettuate dal 1° gennaio 2013. Il bonus spetta per le assunzioni a tempo indeterminato e per quelle a termine e anche nel caso di trasformazione a tempo indeterminato di precedenti rapporti agevolati (stabilizzazione). Spetta, inoltre, anche in caso di part-time e per l'assunzione a scopo di somministrazione. Possono fruirne i datori di lavoro (imprese e professionisti), incluse le cooperative di lavoro, mentre non spetta per i rapporti di lavoro ripartito, domestico, intermittente e accessorio. L'incentivo consiste nella riduzione al 50% dei contributi a carico del datore di lavoro per la durata di 18 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato; per la durata di 12 mesi in caso di assunzione a termine, incluse eventuali proroghe; per la durata di 18 mesi in tutto, tra primo e secondo rapporto di lavoro, in caso di trasformazione a tempo indeterminato di una precedente assunzione a termine (sempreché la trasformazione avvenga entro la scadenza del beneficio).

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I primari, cioè i medici responsabili di struttura complessa, e i professori non potranno essere collocati d'ufficio in pensione prima dei 68 anni sempre a condizione che abbiano raggiunto la massima anzianità contributiva (42 anni e 6 mesi per gli uomini, 41 anni e 6 mesi per le donne). Plafond aggiuntivo di 600mila euro per i quota 96 della scuola con alcune modifiche sul termine di pagamento del TFS. Ma la misura resta intatta. Kamsin Sono queste le limature che sono state presentate dal Relatore Emaunuale Fiano (Pd) per rispettare alcuni rilievi emersi in Commissione Bilancio ieri alla Camera. Dopo queste modifiche il testo dovrebbe tornare all'esame dell'assemblea alla quale il governo chiederà la questione di fiducia. Che dovrebbe essere votata già stasera dopo le 23. Il testo della legge di conversione al Dl sulla Pa, come anticipato da Pensioni Oggi, dovrebbe quindi ricevere il primo disco verde domani, al massimo venerdì in modo da iniziare l'iter al Senato la prossima settimana. 

Nonostante i rilievi opposti dalla Ragioneria dello Stato sulle coperture per i quota 96 e per eliminare i disincentivi sulle penalizzazioni, le forze politiche hanno quindi dimostrato ieri di non voler indietreggiare. Sui Quota 96 della scuola la Commissione Bilancio ha chiesto di specificare meglio la decorrenza del TFS per i 4 mila docenti che avevano raggiunto un diritto a pensione entro il 31 Agosto 2012, ma il termine di pagamento rimarrebbe comunque ancorato alle regole post-Fornero con uno slittamento di alcuni anni. Inoltre la Bilancio ha proposto di introdurre una copertura aggiuntiva di 600mila euro per le lavoratrici che avevano chiesto il passaggio al metodo di calcolo contributivo per l'assegno previdenziale e che, con la deroga, potranno richiedere un trattamento piu' favorevole ancorato ai parametri misto e retributivo (vedi i dettagli). Le risorse arriveranno da una riduzione del Fondo per i comuni montani istituito dalla Finanziaria 2013.

Con queste limature la misura per i quota 96 dovrebbe aver superato anche l'ultimo scoglio e quindi essere a portata di mano. Soddisfazione confermata anche dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd) che ha indicato che l'impegno sulla scuola "è stato rispettato nonostante l'incomprensibile parere contrario del Mef". Dovrebbe essere confermata anche l'eliminazione della disincentivazione all'uscita anticipata sino al 2017 per i lavoratori precoci.

Un piccolo restyling interessa invece il pensionamento d'ufficio al perfezionamento della massima anzianità contributiva. Viene elevata infatti a 68 anni (dai 65 anni) l'asticella per collocare in quiescenza i medici responsabili di struttura complessa e i professori universitari. Per questi ultimi inoltre  il licenziamento per sopraggiunti limiti di età potrà scattare solo alla fine dell'anno accademico in cui li hanno compiuti e su decisione del Senato accademico. Non solo. Per ogni docente che andrà via bisognerà assumerne un altro oppure un ricercatore a tempo indeterminato.

Viene anche specificato che la regola per cui non si possono ricoprire incarichi una volta in pensione non riguarderà solo i membri delle giunte degli enti territoriali ma anche i componenti o i titolari degli organi elettivi di ordini e collegi professionali.

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Con l'approvazione definitiva del decreto cultura (dl 83/2014) arrivano al traguardo i crediti di imposta studiati per dare ossigeno al patrimonio, allo spettacolo e alla rete alberghiera e per velocizzare il Grande progetto Pompei, ed altre opere d'arte del Bel Paese. Kamsin Sono queste infatti le principali novità sul fronte fiscale che sono state stabilizzate in legge con il voto di fiducia del Senato lo scorso 28 luglio.

Come si ricorda, in relazione alla tutela del patrimonio culturale e allo sviluppo della cultura, il provvedimento introduce, anzitutto, un regime fiscale agevolato di natura temporanea, sotto forma di credito d'imposta, in favore delle persone fisiche e giuridiche che effettuano erogazioni liberali in denaro per interventi a favore della cultura e dello spettacolo. Durante l'esame parlamentare è stato previsto che il credito di imposta è riconosciuto anche ove le erogazioni sono destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni culturali pubblici. I contribuenti possono usufruire del credito nella misura del 65% delle erogazioni effettuate nel 2014 e nel 2015 e del 50% per il 2016.

Il provvedimento inoltre prevede benefici fiscali per la produzione cinematografica e audiovisiva finalizzati, in particolare, ad attrarre investimenti esteri in Italia. In particolare si tratta di benefici già esistenti che vengono aumentati – passa da 5 milioni a dieci il tax credit riconosciuto ai film stranieri girati in Italia con manodopera italiana e da 100 a 115 milioni, a partire dal 2015, la dote per i bonus fiscali di cui possono beneficiare cinema e audiovisivo – e di un altro introdotto durante il passaggio parlamentare. Quest'ultimo è il credito d'imposta del 30% a cui sono ammesse, fino a un massimo di 100mila euro e comunque nei limiti di un budget di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018, le sale cinematografiche in attività almeno dal 1° gennaio 1980.

Altro credito d'imposta è quello concesso al turismo. In questo caso il bonus fiscale scende al 30% e interessa sia gli interventi di digitalizzazione sia di riqualificazione (ristrutturazione, eliminazione delle barriere architettoniche, incremento dell'efficienza energetica, acquisto di mobili) degli esercizi ricettivi.

Sempre in tema fiscale, c'è un'altra novità inserita durante l'esame del provvedimento alla Camera: si tratta dell'istituzione di una commissione che dovrà esaminare la disciplina del tax free shopping, ovvero l'esonero dalle imposte degli acquisti fatti in Italia da turisti extra–Ue, per individuare risorse da destinare alla promozione del turismo.

Sono state introdotte anche norme che applicano la disciplina delle start-up innovative anche alle società che puntino alla promozione dell'offerta turistica nazionale attraverso l'uso di tecnologie e lo sviluppo di software originali. Se tali società sono costituite da persone con meno di 40 anni, godono anche di agevolazioni fiscali all'atto della costituzione. 

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I trattamenti di vecchiaia anticipata non ancora autorizzati per i giornalisti professionisti iscritti all'INPGI, dipendenti dalle imprese editrici in crisi, saranno subordinati alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale che prevedano la contestuale assunzione di personale giornalistico in possesso di competenze professionali, coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio e sviluppo aziendale, nel rapporto minimo di un'assunzione a tempo indeterminato ogni 3 prepensionamenti. Kamsin E' quanto prevede un emendamento al decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione approvato la scorsa settimana dalle Commissioni Affari Costituzionali della Camera. Il vincolo tuttavia non interesserà le imprese i cui accordi prevedano un massimo di 5 prepensionamenti.

Sono queste alcune delle novità introdotte dall'articolo 1-ter, che reca disposizioni in materia di prepensionamento del personale iscritto all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI) al Dl 90/2014. La misura pertanto subordinerà la possibilità, per le imprese editoriali, di procedere al prepensionamento dei giornalisti alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione aziendale che prevedano uno specifico "turnover" minimo del personale. Per le imprese che avevano già presentato istanza per il collocamento in prepensionamento dovranno integrare i piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale già presentati con le assunzioni indicate dalla nuova norma. 

Inoltre l'emendamento, che è al vaglio questa settimana dell'Aula di Montecitorio, prevede che l'autorizzazione, per il sostegno degli oneri derivanti dalle prestazioni di vecchiaia anticipate per i  giornalisti dipendenti da aziende in ristrutturazione o riorganizzazione per crisi aziendale (di cui all'articolo 41-bis, comma 7, del D.L. 207/2008) di una spesa di 3 milioni di euro per il 2014, 9 milioni di euro per il  2015, 13 milioni di euro per il 2016, 13 milioni di euro per il 2017, 10,8 milioni di euro per il 2018 e 3 milioni di euro per il 2019.

La disposizione prevede anche la revoca dei finanziamenti concessi nei confronti dei giornalisti i  quali abbiano optato per i trattamenti di vecchiaia anticipata finanziati nel caso in cui sia intervenuta l'instaurazione di rapporti di lavoro dipendente o autonomo (di cui all'articolo 2222 e ss. c.c.), anche in forma di collaborazione coordinata e continuativa, ovvero la sottoscrizione di contratti per la cessione del diritto d'autore (anche nel caso in cui il  rapporto di lavoro sia instaurato con azienda diversa facente capo al medesimo gruppo editoriale).

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Stop alla mobilità obbligatoria per i dipendenti con bimbi sotto i tre anni, né per i genitori con figli disabili. Il trasferimento ad altro ufficio, sempre nell'arco dei 50 Km, non partirà senza il loro consenso.Kamsin Dovranno essere coinvolti i sindacati poi, almeno per la definizione dei criteri attraverso cui spostare un lavoratore da un ente all'altro; criteri che saranno infatti definiti da un decreto ministeriale, ma previa «consultazione con le organizzazioni rappresentative». Sono queste alcune delle novità contenute negli emendamenti approvati la scorsa settimana al decreto legge sulla Riforma della Pubblica Amministrazione e da oggi all'esame della Camera.

Per quanto riguarda le mansioni, poi, sarà consentito il demansionamento fino a un solo livello con la possibilità di assegnare nuove mansioni al personale nell'ambito dei posti vacanti (articolo 5 del provvedimento). Con la specifica che il «demansionamento» sarà ammesso soltanto fino a un solo livello inferiore. Si prevede anche che  l'avvio di procedure concorsuali e le nuove assunzioni, pure a tempo determinato, per un periodo superiore a 12 mesi sono subordinate alla verificata impossibilità di ricollocare  il personale in disponibilità.

Cresce anche lo spazio per le assunzioni: la versione "rivista" del decreto conferma sia nell'amministrazione centrale sia negli enti locali i parametri del turn over, che si basano esclusivamente sulla spesa e cancellano il criterio "per teste". Già nel 2014, gli enti locali e gli enti di ricerca possono dedicare alle assunzioni il 50% dei risparmi ottenuti con le cessazioni dell'anno precedente. Si amplia inoltre, in queste due categorie di amministrazioni, la possibilità di affidare incarichi esterni. Sempre sul fronte del personale ci saranno ulteriori assunzioni di vigili del fuoco e forze di polizia.

Novità anche per gli avvocati dello Stato e delle altre Pa che dovranno sottostare al tetto di 240mila euro lordi previsti per il primo presidente della Cassazione. Gli Avvocati dello Stato avranno inoltre il 50% delle spese liquidate con sentenza favorevole, l'altro 50% sarà diviso a metà tra borse di studio per la pratica forense e fondo taglia-cuneo; per le altre Pa le spese saranno ripartite tra tutti gli avvocati nei limiti fissati dai contratti. In tutti i casi di pronunciata compensazione integrale delle spese, ivi compresi quelli di transazione dopo sentenza favorevole alle amministrazioni pubbliche, non saranno corrisposti compensi professionali.

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