Pensioni, Stop alla detrazione per i figli a carico di età superiore a 30 anni

Giovedì, 27 Febbraio 2025
I chiarimenti in un documento dell’Inps dopo la novella contenuta nella legge di bilancio 2025. La detrazione per figli a carico troverà applicazione esclusivamente con riferimento ai figli di età inferiore a 30 anni, salvo che nel caso di disabilità accertata. Giro di vite anche sugli altri familiari a carico.

Compiuti 30 anni non si è più a carico dei genitori a meno che il figlio sia disabile. E, pertanto, l’Inps, in qualità di sostituto d’imposta, non potrà più riconoscere ai pensionati genitori l’attuale detrazione fino ad un massimo di 950€ per ciascun figlio. Non solo. La detrazione per gli altri familiari a carico (750€ massimo) sarà riconosciuta solo per i genitori conviventi con il contribuente. Lo rende noto, tra l’altro l’Inps nel messaggio n. 698/2025 in cui spiega il giro di vite sulle detrazioni per carichi di famiglia contenute nella legge di bilancio 2025.

Figli a carico

L’articolo 1, co. 11 della legge n. 207/2024 (legge di bilancio 2025) prevede che la detrazione per carichi di famiglia spettante con riferimento ai figli a carico sia riconosciuta nella misura di 950 euro per ciascun figlio, compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi, affiliati o affidati, nonché i figli del coniuge deceduto conviventi con il coniuge superstite di età pari o superiore a 21 anni ma inferiore a 30 anni nonché per ciascun figlio di età pari o superiore a 30 anni con disabilità accertata ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992 n. 104.

La formulazione previgente, invece, riconosceva la detrazione per ciascun figlio compresi i figli nati fuori del matrimonio riconosciuti, i figli adottivi o affidati, di età pari o superiore a 21 anni (prima la detrazione non spetta, c’è l’assegno unico).

A seguito della novella, pertanto, la detrazione viene meno al compimento del 30° anno del figlio salvo la presenza di una disabilità.

Altri familiari

Da quest’anno la detrazione riconosciuta per i familiari conviventi, pari ad un massimo di 750 euro per ciascun soggetto da ripartire pro quo quota tra coloro che ne hanno diritto, viene limitata ai soli ascendenti conviventi con il contribuente. Quindi non sarà più fruibile, ad esempio, a favore di fratelli e sorelle, nuore o generi, suoceri, eccetera. Non ci sono novità, invece, riguardo la detrazione per il coniuge a carico che resta confermata nella forma attualmente vigente.

Cittadini stranieri

Infine la legge di bilancio 2025 esclude dalle detrazioni per familiari a carico i contribuenti che non sono cittadini italiani o di uno Stato membro dell’Unione europea o di uno Stato aderente all’accordo sullo Spazio economico europeo in relazione ai familiari residenti all’estero.

Le condizioni

Resta fermo che le detrazioni per carichi di famiglia spettano a condizione che le persone alle quali si riferiscono possiedano un reddito complessivo, computando anche le retribuzioni corrisposte da enti e organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, nonché quelle corrisposte dalla Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica, non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Per i figli di età non superiore a ventiquattro anni il limite di reddito complessivo è di 4.000 euro.

Istruzioni operative

A seguito delle predette novità l’Inps conferma di aver aggiornato il sistema informativo delle detrazioni unificate dal 2025 nel seguente modo:

  • azzerando, in quanto non spettanti, le detrazioni per figli a carico che hanno compiuto 30 anni e non sono disabili;
  • revocando, in quanto non spettanti, le detrazioni per gli altri familiari a carico e inserita la possibilità di dichiarare che si tratta di soggetto ascendente convivente con il contribuente.
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