Pensioni, In arrivo il supplemento a pagamento per i più giovani

Martedì, 07 Gennaio 2025
Lo prevede un passaggio della legge di bilancio 2025. I lavoratori privi di contribuzione al 1° gennaio 2025 potranno decidere di aumentare la quota di contribuzione a loro carico sino ad un massimo del 2% per aumentarsi la rendita previdenziale.

In arrivo un supplemento di pensione facoltativo per i giovani. Chi si iscriverà per la prima volta all’Inps da quest’anno, come dipendente o autonomo o parasubordinato, potrà decidere di versare fino al 2% in più dei propri contributi, ai fini della costruzione di una quota aggiuntiva di pensione da ricevere una volta maturati i requisiti per la pensione base principale. La quota aggiuntiva di pensione, però, non sarà utile ai fini del diritto alla pensione (in particolare, per il c.d. importo soglia) e saranno deducibili ai fini fiscali soltanto per metà. Lo prevede l’articolo 1, co. 169 e 170 della legge n. 207/2024 (legge di bilancio 2025) che demanda, tuttavia, l’attuazione ad un apposito decreto ministeriale.

Destinatari

La novità interessa i soggetti iscritti presso le forme di previdenza pubbliche obbligatorie con riferimento ai quali il primo accredito contributivo decorre successivamente al 1° gennaio 2025. La novità, in altri termini, riguarda i soggetti che iniziano a lavorare da quest’anno, cioè prevalentemente i nati dal 2000 e che, quindi, iniziano a versare i relativi contributi con un normale lavoro subordinato, autonomo o parasubordinato. La facoltà può essere esercitata presso l’Inps, pertanto, sono esclusi i lavoratori che hanno contribuzione solo presso le casse professionali (avvocati, architetti, medici eccetera).

L’incremento

La novella consiste nella facoltà riconosciuta ai neo lavoratori, di «incrementare il montante contributivo individuale» versando all’Inps una maggiorazione dell’aliquota contributiva a loro carico, fino a due punti percentuali. In sostanza gli interessati potranno aumentare la quota contributiva della pensione (l’unica trattandosi di soggetti iscritti per la priva volta all’Inps dal 2025) fino al 2%. Per i lavoratori dipendenti del settore privato (che attualmente versano il 9,19% ai fini pensionistici sulla retribuzione a loro carico) la facoltà significa che potranno elevare tale aliquota fino all’11,19%. Artigiani e commercianti che attualmente pagano il 24% ai fini IVS potranno aumentare la percentuale sino al 26%.

I limiti

La novità, come accennato, è finalizzata a incrementare il montante contributivo e quindi la rendita alla fine della carriera lavorativa. Tuttavia non potrà essere utilizzata nella verifica del c.d. «dell’importo soglia» da maturare ai fini dell’accesso al pensionamento. Cioè non potrà essere utilizzato per maturare:

  • il requisito di 3 volte l’assegno sociale necessario per conseguire la pensione anticipata all’età di 64 anni unitamente a 20 anni di contribuzione effettiva;
  • il requisito di una volta il valore dell’assegno sociale necessario per conseguire la pensione di vecchiaia all’età di 67 anni unitamente a 20 anni di contribuzione a qualsiasi titolo accreditata.

La quota aggiuntiva di pensione, in ogni caso, verrà corrisposta solo al raggiungimento dell’età anagrafica di vecchiaia. Ciò significa che anche se il lavoratore andrà in pensione prima di tale età (es. con la pensione anticipata contributiva a 64 anni) occorrerà attendere il raggiungimento del 67° anno per riscuotere la quota aggiuntiva.  

Trattamento fiscale

Attenzione. La novella stabilisce che i contributi versati in più, per effetto della libera scelta d’incrementare il montante contributivo, sono deducibili dal reddito per il 50%. Si tratta, purtroppo, di una penalità rispetto al regime generale dei contributi versati ai fini pensionistici che sono sempre stati deducibili per intero.

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