Fisco

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L’Aula di Montecitorio ha approvato il decreto Milleproroghe con 280 «sì» e 96 «no». Il provvedimento, che scade il 1° marzo, passa ora al Senato per il varo definitivo.

Kamsin Il decreto milleproroghe, ha ricevuto oggi pomeriggio il disco verde definitivo della Camera.  Confermata dunque la doppia boccata d'ossigeno per le Partite Iva. L'aumento dei contributi previdenziali, che quest'anno sarebbe dovuto passare dal 27,7 al 30,7%, per poi salire fino al 33%, sarà congelato. Una misura fortemente chiesta dal ex-ministro del Lavoro, Cesare Damiano. Non solo. Il governo ha anche dato il via libera ad un emendamento di Scelta Civica con il quale è stato riportato in vita il vecchio regime dei minimi, abolito poco più di un mese fa con la legge di stabilità e sostituito da una nuova tassazione forfettaria. Per tutto il 2015, dunque, i giovani professionisti, quelli cioè con meno di 35 anni di età, che dichiarano un reddito inferiore a 30 mila euro, potranno continuare a versare una tassa del 5 per cento sui loro guadagni.

La modifica, per la quale si è battuto soprattutto il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, convivrà con il nuovo sistema introdotto dalla manovra di fine anno. Sistema, quest'ultimo, che prevede una tassazione «flat» al 15 per cento per tutti i professionisti che dichiarano fino a 15 mila euro l'anno di reddito. Il via libera alle misure a favore delle Partite Iva è stato plaudito sia dal governo che dalle opposizioni.

Il governo ha dato via libera anche ad una mini proroga di 4 mesi al blocco degli sfratti. La norma approvata prevede che il giudice possa «disporre la sospensione dell'esecuzione» dello sfratto «fino al centoventesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione», per consentire il «passaggio da casa a casa».

Un altra modifica approvata rguarda poi la possibilità di accedere a un nuovo piano di rate per i debiti con Equitalia fino al 31 luglio di quest'anno per chi è decaduto dal beneficio entro fine 2014. La norma prevede anche che «non si possano avviare nuove azioni esecutive» nei confronti di chi presenta un nuovo piano di rateazione.

Nel provvedimento non sono invece passati gli emendamenti che chiedevano la proroga dell'opzione donna sino al 31 dicembre 2016 e le misure in favore dei Quota 96 della Scuola.

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I freelance e le partite Iva ottengono la proroga nel 2015 del vecchio regime dei minimi e delle aliquote contributive nella gestione separata.  Ma nel 2016 il tentativo di estorcergli risorse con le leve del fisco e della previdenza ricomincerà come e più di prima.

Kamsin Dopo quattro mesi di battaglia contro il governo Renzi, condotta con appelli e campagne su twitter a suon di hashtag, le associazioni dei lavoratori indipendenti Acta, Alta Partecipazione e Confassociazioni hanno ottenuto un primo successo politico. Oltre ad una rateazione per le cartelle Equitalia e a una discussa «miniproroga» sugli sfratti, le commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera hanno recepito l'emendamento che rimedia all'incredibile pasticcio sulla riforma del regime dei minimi per le partite Iva sotto i 35 anni.

Dal primo gennaio chi aprirà una posizione fiscale, percependo guadagni inferiori ai 30 mila euro, potrà scegliere se optare per il nuovo regime dei minimi oppure per il vecchio. Quest'ultimo prevede l'aliquota Irpef al 5% per gli under 35 o nei primi cinque anni di attività, sotto 30mila euro di fatturato. Il nuovo regime, invece, è di natura forfettaria con un'unica imposta sostitutiva al 15% e soglie che variano da 15 mila euro per il lavoro della conoscenza a 40 mila euro per il commercio o l'artigianato.

I Requisiti per l'ingresso nel vecchio regime dei minimi. I soggetti in possesso dei requisiti potranno, dunque, avvalersi per l'anno 2015 dei previgenti regimi agevolati per i contribuenti «minimi». Si tratta dei seguenti regimi agevolati del regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità, che prevede un limite dei ricavi di 30 mila euro e l'aliquota sostitutiva del 5 per cento; tale regime interessa coloro che intraprendono una nuova attività ovvero che l'abbiano iniziata a partire dal 31 dicembre 2007, per il periodo d'imposta in cui l'attività è iniziata e per i quattro successivi ovvero fino al compimento del trentacinquesimo anno d'età (articolo 27 del decreto-legge n. 98 del 2011).

In particolare sono richiesti i seguenti requisiti: il contribuente non deve aver esercitato attività artistica, professionale ovvero d'impresa (anche in forma associata o familiare) nei tre anni precedenti l'inizio dell'attività; l'attività da esercitare non deve costituire una mera prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, salvo il caso in cui l'attività precedentemente svolta consista nel periodo di pratica obbligatoria per l'esercizio di arti o professioni; nel caso di prosecuzione di un'attività d'impresa precedentemente svolta da altro soggetto, l'ammontare dei ricavi realizzati nel periodo d'imposta precedente quello di riconoscimento del beneficio non deve aver superato i 30.000 euro.

Per la relativa copertura finanziaria si prevede che agli oneri derivanti (pari a 9,6 milioni di euro per il 2015, 71,4 milioni per il 2016, 46,7 milioni per gli anni 2017, 2018 e 2019, 37,1 milioni per il 2020) si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica. Sono altresì previste maggiori entrate (24,7 milioni per l'anno 2012) che affluiscono al medesimo Fondo.

I due regimi dei minimi in pratica coesisteranno durante il 2015. Si tratta di una soluzione di fortuna trovata dal governo (su impulso di Scelta Civica) per rimediare a quello che Renzi ha definito il suo «clamoroso autogol». Però senza un intervento razionale, nel 2016 il caos ritornerà.

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Nel milleproroghe arriva anche la proroga del blocco degli sfratti per quattro mesi per i casi di finita locazione. Sarà concessa dal giudice per consentire il passaggio "da casa a casa" degli inquilini.

Kamsin Tra le novità che approvate che saranno a breve licenziate dalla Camera con il decreto legge milleproroghe c'è da segnalare una piccola proroga degli sfratti. La questione, com'è noto, non era contenuta nel decreto originario in quanto il Governo è intervenuto con diversi provvedimenti, fra cui quello che stanzia risorse per il Fondo nazionale locazioni.

Nell'interlocuzione con il Governo i gruppi parlamentari hanno tuttavia approvato una soluzione che consente al giudice, nelle more del riparto delle risorse relative al 2015 del Fondo nazionale locazioni e della loro effettiva attribuzione alle regioni e comunque fino al centoventesimo giorno successivo all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge milleproroghe – cioè sino a fine giugno – di disporre, su richiesta delle parti interessate, al fine di consentire il passaggio da casa a casa, la sospensione dell'esecuzione delle procedure esecutive di rilascio per finita locazione di cui all'articolo 4, comma 8, del decreto-legge n. 150 del 2013. Lo stop degli sfratti riguarderà, dunque, solo le categorie specifiche per finita locazione e per i soggetti disagiati, circa  duemila famiglie, l'8 per cento del totale degli sfratti dello scorso anno.

La mini-proroga conferma tuttavia come sia stata interrotta una sorta di liturgia che si ripeteva di anno in anno. Proprio in relazione all'assenza dell'ennesima proroga il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha fatto sapere che, tra l'altro, la misura è saltata semplicemente perché, sul fronte affitti, sono già operativi due fondi previsti nel decreto casa: 200 milioni di Fondo per gli affitti e 266 milioni per quello per la morosità incolpevole con uno stanziamento di 466 milioni, fondi che arrivano poi a 849 milioni se si considerano le risorse destinate all'edilizia popolare.

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Mini-proroga degli sfratti, riapertura dei termini per chiedere la rateizzazione delle cartelle di Equitalia la, proroga al 2015 del vecchio regime dei minimi al 5%.

Kamsin E' approdato oggi pomeriggio alla Camera per la discussione generale il decreto legge Milleproroghe dopo il via libera delle commissioni Bilancio e Affari costituzionali, e sul quale il governo probabilmente porra' la questione di fiducia.

Quelle che seguono sono alcune delle principali novita' che dovrebbero ricevere il via libera nelle prossime ore:

Vecchio regime dei 'minimi' prorogato al 2015. I titolari di partita Iva che guadagnano fino a 30mila euro potranno scegliere per tutto l'anno in corso tra il nuovo regime dei minimi (previsto nella Stabilita') con l'aliquota forfettaria al 15%, e il vecchio regime al 5%, con il limite fino a 5 anni o al raggiungimento del 35esimo anno d'eta'.

Partite Iva: stop aumento aliquota Inps. Con l'individuazione da parte del Governo di una copertura di 120 milioni di euro, per il terzo anno consecutivo viene bloccato al 27% l'aumento previsto dell'aliquota contributiva Inps per le partite Iva.

L'aliquota dei contributi previdenziali dovuta dai possessori di partita Iva iscritti alla gestione separata Inps aumentera' al 28% nel prossimo anno e al 29% nel 2017. 

Sfratti. Arriva una 'mini proroga' di 4 mesi. Il giudice potra' "disporre la sospensione dell'esecuzione" dello sfratto "fino al centoventesimo giorno dall'entrata in vigore della legge di conversione", per consentire il "passaggio da casa a casa".

Fondo di garanzia. Potranno accedere al Fondo di garanzia per le Pmi solo le imprese fino a 250 dipendenti. Viene cosi' rinviato al 2016 l'ampliamento della platea alle aziende fino a 499 lavoratori, previsto dalla Stabilita'.

Equitalia. riaperti termini rateizzazione cartelle. C'e' tempo fino al 31 luglio 2015 per chiedere la concessione di un piano di rateizzazione delle cartelle Equitalia.

'Fuga dei cervelli': incentivi prorogati a tutto il 2017 I benefici fiscali per agevolare il rientro in Patria dei cosiddetti 'cervelli in fuga' vengono prorogati fino alla fine del 2017. L'agevolazione riguarda i cittadini "che studiano, lavorano o che hanno conseguito una specializzazione post laurea all'estero e che decidono di fare rientro in Italia".

Terremoto Aquila: Comune potra' sforare Patto stabilita' Il Comune dell'Aquila potra' sforare il Patto di stabilita' interno anche per l'esercizio finanziario del 2014.

Regioni: no sanzioni se si supera Patto stabilita' Anche nel 2014 le Regioni che non hanno rispettato il patto di stabilita' interno non subiranno sanzioni. 

Giudici di pace: piu' tempo per chiedere no chiusura uffici Differito al 30 luglio 2015 il termine entro cui gli enti locali interessati possono chiedere il mantenimento degli uffici dei giudici di Pace di cui era stata chiesta la chiusura.

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La soppressione delle collaborazioni coordinate e continuative potrebbe avere ripercussioni sulla possibilità di utilizzare la contribuzione accreditata dagli iscritti nella gestione separata ai fini pensionistici.

Kamsin Il Consiglio dei Ministri del prossimo 20 Febbraio ha in programma di abrogare, probabilmente dal 1° gennaio 2016, la tipologia contrattuale della collaborazione coordinata e continuativa, il cui utilizzo improprio ha spesso provocato situazioni di precarietà che il Governo si propone di superare. Il venir meno di questa forma contrattuale avrà indubbie ripercussioni sul sistema pensionistico in generale e, soprattutto, su quello individuale degli iscritti nella gestione separata dell'Inps. Dai dati forniti dall'Inps per l'anno 2013 emerge che, su un totale di 1.239.198 iscritti alla gestione, i collaboratori a progetto sono 302.834. La soppressione della casistica potrebbe avere, quindi, conseguenze per la gestione in generale che perderà un pesante apporto contributivo annuo.

Non solo. L'abolizione di questa figura contrattuale avrà riflessi anche sugli stessi lavoratori le cui posizioni previdenziali rischiano di essere trasferite presso il Fpld, in quanto diventano titolari di un rapporto di lavoro subordinato; se così sarà la conseguenza è che questi lavoratori avranno maggiori difficoltà nella valorizzazione della contribuzione accumulata nella gestione separata accreditata sino al trasferimento.

La contribuzione della gestione separata non può, infatti, essere unificata alla contribuzione versata in altre gestioni dell'Ago, o nelle gestioni sostitutive, se non in base a specifiche disposizioni normative, fra cui rileva la disposizione introdotta dalla legge 228/2012, che dal 1° gennaio 2013 consente agli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, autonomi, degli iscritti alla gestione separata e alle forme sostitutive ed esclusive, di cumulare gratuitamente i periodi non coincidenti ai fini del conseguimento di un'unica pensione che può, però, essere, però, esclusivamente di vecchiaia, di inabilità assoluta ed ai superstiti.

Viceversa, gli iscritti alla gestione separata, in possesso di contribuzione in altri fondi precedente il 1° gennaio 1996, possono ai sensi dell'articolo 3 del Dm 282/1996 esercitare la facoltà di computare detta anzianità contributiva nella gestione accedendo al pensionamento di vecchiaia e anticipata, in base alle disposizioni previste per i soggetti, il cui primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996.

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Per quanto riguarda, invece, i riflessi sulla gestione separata, è opportuno evidenziare che l'obbligo di iscrizione interessa diverse tipologie di lavoro autonomo, talvolta solo dopo il superamento di determinate soglie reddituali: • i liberi professionisti, per i quali nonèprevistaunaspecificacassa previdenziale;
• i titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, anche con modalità a progetto o di ridotte dimensioni; • i venditori a domicilio, ex articolo 36 della legge 426/71; • gli spedizionieri doganali non dipendenti; • gli assegni di ricerca.. • i beneficiari diborse di studioper la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca; • i lavoratori autonomi occasionali; • gli associati in partecipazione; • i medici con contratto di formazione specialistica; • i prestatori di lavoro occasionale accessorio (voucher).

Renzi promette un dietrofront in occasione del Cdm del 20 Febbraio. Sui contributi si pensa a una proroga dell'aliquota che resterebbe bloccata al 27% per il 2015 invece di salire al 30% e via via la 33% nel 2018. Novità in arrivo anche con i decreti attuativi del jobs act: stop dal 2016 i co.co.pro. e i contratti a termine non potranno durare più di due anni, contro i 3 attuali.  

Kamsin Ancora pochi giorni prima di conoscere le intenzioni del Governo sul regime dei minimi delle partite Iva. Con un tweet ieri il premier Matteo Renzi ha tranquillizzato i professionisti penalizzati dalla legge di stabilità: il Consiglio dei ministri del 20 febbraio rimedierà a quello che lo stesso presidente del Consiglio ha definito il «più clamoroso autogol» del governo, cioè la stangata fiscale e contributiva ai danni delle partite Iva, soprattutto nel caso dei giovani professionisti free lance. In realtà la stangata contributiva non è opera diretta del Governo in quanto l'aumento era stato già programmato prima della legge di stabilità ma all'esecutivo va la responsabilità di non aver messo un argine all'aumento (l'aliquota è passata in un sol colpo da dal 27 al 30%).

I nuovi minimi. La correzione annunciata da Renzi riguarderà la norma della legge di stabilità che ha innalzato dal 5% al 15% l'aliquota forfettaria per le partite Iva introducendo soglie diverse di ricavi (da 15 mila dei professionisti a 40 mila euro dei commercianti) per accedere al regime agevolato (prima c'era una soglia unica di 30 mila euro). L'intervento prospettato è di modificare la soglia dei 15 mila euro prevista peri professionisti portandola almeno a 20 mila euro, avendo verificato che in molti denunciano ricavi tra i 15 e i 20 mila euro l'anno.

Si allarga così la platea dei beneficiari. Ma non basta. Si sta valutando anche l'ipotesi di ridurre l'aliquota al 10 contro il 15% disposta con la legge di stabilità. E, in questo caso, la modifica andrebbe a beneficio di tutte le partite Iva ammesse alla tassazione agevolata. Il nodo da sciogliere riguarda l'entrata in vigore delle modifiche, che potrebbero partire da gennaio 2016 perché il Tesoro vorrebbe evitare un cambio di aliquote in corso d'anno. In questo caso, nel Mileproroghe verrebbe prorogato per il 2015 il vecchio regime del 5% con la libertà di optare per quello previsto dalla legge di stabilità se ritenuto più favorevole. Sui contributi si pensa a una proroga dell'aliquota del 27% anche il 2015 invece di salire al 30%

I nuovi contratti. Cambio di passo anche per i contratti "flessibili" con i nuovi decreti del jobs act. Cambierà il regime per i co.co.co, che saranno meno convenienti dei nuovi contratti a tutele crescenti, mentre si va verso un superamento per i collaboratori a progetto (i co.co.pro.), che dovrebbero scomparire da gennaio 2016. Potrebbero sparire anche i contratti di associazione in partecipazione usati soprattutto nel commercio per mascherare come soci i lavoratori dipendenti. Qualche problema in più per i "lavori a chiamata", molto usati nei settori del commercio e della ristorazione.

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