
Fisco
Tasi 2015, niente aumenti per il prossimo anno
Via libera del Governo all'emendamento al ddl di stabilità che proroga il tetto per l'aliquota del 2,5 per mille sulle prime case per il 2015. Capitolo Local Tax rischia di slittare al 2016.
Kamsin La local tax slitta al 2016 e il Governo corre ai ripari presentando un apposito emendamento al ddl di stabilità per evitare che la Tasi aumenti dal prossimo anno. Infatti per il solo 2014 era operativo un tetto all’aliquota, fissato al 2,5 per mille, oltre alla regola generale per cui la somma di Imu e Tasi non può superare le vecchie aliquote massime dell’Imu (6 per mille per le abitazioni principali e 10,6 per gli altri immobili). Scaduta la norma transitoria, dal 2015 i Comuni avrebbero potuto quindi potuto far crescere fino al 6 per mille il prelievo sulle prime case: opzione non improbabile visti anche gli ulteriori tagli dei trasferimenti destinati agli enti locali.
Il prossimo anno, invece, la Tasi resterà sui valori del 2014: aliquota massima del 2,5 per mille piu' l'eventuale 0,8 per mille aggiuntivo nel caso in cui i Comuni finanzino detrazioni sulle abitazioni principali.
Anche per il canone televisivo dopo molte discussioni l’esecutivo ha abbandonato l’idea di portare avanti in tempi rapidi la riforma ha preferito stabilire che il prossimo anno la tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo resti all’attuale livello di 113,50 euro.
Zedde
Imu Terreni 2015, arriva la proroga "mini" al 26 gennaio
Il provvedimento rinvia al 26 gennaio il pagamento dell'Imu sui terreni che hanno perso l'esenzione a causa del dm del 28 Aprile.
Kamsin I terreni agricoli montani che perdono l'esenzione Imu dovranno pagare entro il prossimo 26 gennaio. E' arrivata ieri dunque l'attesa proroga della scadenza del versamento, in origine fissato al 16 Dicembre, con un decreto legge approvato dal consiglio dei ministri in fretta e furia.
Ma per ora le regole per il pagamento non cambiano. Gli appelli al governo affinché rinviasse a giugno 2015 il versamento dell'imposta in modo da consentire una rivisitazione strutturale dei criteri contenuti nel controverso decreto interministeriale (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale n. 284, Supplemento Ordinario n. 9, del 6 dicembre 2014) non hanno sortito alcun effetto. E, del resto, in un intervallo così breve, difficilmente il governo potrà mettere mano ad un restyling a 360 gradi dei criteri di imposizione così come richiesto dagli operatori del settore agricolo e dai professionisti contabili.
Il rinvio a gennaio è dipeso dalla volontà della Ragioneria dello stato di contabilizzare nel 2014 i 350 milioni di euro che il governo si attende che i comuni incassino con l'Imu agricola e per questo sono stati tagliati dai trasferimenti ai sindaci e impegnati dall'esecutivo per finanziare il bonus Irpef di 80 euro.
Le nuove regole - Secondo quanto stabilito nel decreto interministeriale, nei comuni al di sotto dei 280 metri, l'Imu è sempre dovuta, indipendentemente dalle caratteristiche del soggetto possessore. Per contro, al di sopra dei 600 metri, rimane l'esenzione piena. Nella fascia intermedia (cioè tra i 281-600 metri), infine, pagheranno tutti i terreni, tranne quelli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti alla previdenza agricola.
Con l'intervento di ieri la disciplina resta intatta ma si porta la scadenza del pagamento al 26 gennaio 2015. Pertanto, se il terreno rientra tra quelli soggetti a tassazione chi deve pagare è il titolare del diritto reale sul terreno. L'imposta si calcola applicando alla base imponibile l'aliquota approvata dai Comuni; se i comuni non la hanno deliberata per i terreni, si dovrebbe applicare quella standard del 7,6 per mille (ai sensi dell'articolo 13, comma 6 del Dl 201/2011). Il versamento del prossimo 26 gennaio dovrebbe essere considerato una sorta di acconto, oggetto di un successivo conguaglio/ rimborso non appena verra' scritta la nuova geografia.
Zedde
Tasi 2015, il Governo blocca gli aumenti previsti per il prossimo anno
Il Governo presenta un emendamento al ddl di stabilità che proroga il tetto per l'aliquota del 2,5 per mille sulle prime case per il 2015. In attesa della Local Tax.
Kamsin I comuni non potranno prevedere aumenti delle aliquote di Imu e Tasi per tutto il 2015. Lo prevede un emendamento del Governo alla legge di stabilita'. La proposta di modifica prevede per tutto l'anno prossimo la proroga del tetto per l'aliquota del 2,5 per mille sulle prime case, che sale al 3,3 per mille per finanziare le detrazioni. Un altro emendamento del Governo al ddl stabilita' prevede che nel 2015 il Canone Rai non potra' superare quello che si e' pagato nel 2014.
La sterilizzazione degli aumenti sulla Tasi previsti dal prossimo anno avvalora la possibilità di uno slittamento al 2016 della nuova local tax, il tributo che dovrebbe mandare in soffitta le due imposte sugli immobili e semplificare la vita dei contribuenti. Dopo essere uscita dal cantiere della legge di stabilità, con l’ipotesi di un decreto ad hoc da approvare entro fine anno, la nuova tassa rischia dunque di finire al 2016 a causa delle difficoltà di applicazione. Dato il dilatarsi dei tempi per l'introduzione del nuovo tributo unificato, il Governo, intanto, scongiura l'incremento sulla Tasi che sarebbe potuto scattare dal prossimo 1° gennaio secondo il quale i Comuni avrebbero potuto chiedere all’abitazione principale fino al 6 per mille senza detrazioni.
Infatti per effetto delle tante novità introdotte quest'anno sul nuovo tributo, la Tasi è stata accompagnata da un tetto massimo per l’abitazione principale al 2,5 per mille, con deroga fino al 3,3 per mille per i Comuni che con l’aliquota aggiuntiva finanziassero sconti per le case più piccole o le famiglie con redditi più leggeri. Ma il tetto massimo sarebbe saltato nel 2015. Ora il Governo lo ripropone anche per il prossimo anno, che nel 2014 sono stati però finanziati con un aiuto statale da 625 milioni per consentire di far quadrare i conti ai Comuni.
Zedde
Local Tax, slitta il debutto dell'imposta che assorbirà Imu e Tasi
Tramonta l'ipotesi di vedere la nuova local tax all'interno del ddl di stabilità. Il Governo: "questione troppo complessa, serve un ulteriore approfondimento e confronto".
Kamsin Il nodo sulla cosiddetta "local tax" "non e' stato ancora sciolto, la discussione all'interno del governo non e' ancora conclusa". Lo ha detto a chiare lettere, ieri, il relatore di maggioranza al ddl Stabilita' in Senato, Giorgio Santini (Pd), spiegando ai giornalisti i temi sui quali si sta ragionando in vista dell'avvio delle votazioni sulla manovra in commissione Bilancio di palazzo Madama.
L'intervento che intende assorbire in un'unica imposta Tasi ed Imu, nonchè le altre tasse comunali è, dunque, troppo complesso per salire sul treno della attuale legge di stabilità. Il nodo dei tecnici dell'esecutivo è soprattutto quello determinato dallo scambio fra due voci: la quota erariale dell'Imu sui capannoni, che andrebbe comuni, e l'addizionale Irpef, che sarebbe invece corrisposta allo Stato. Il nodo riguarda la fissazione di una soglia unica per le addizionali che nei comuni risulta molto diversificata.
Altre criticità emergono sul capitolo aliquote, soprattutto per quanto concerne i limiti massimi della tassa sugli immobili diversi dall'abitazione principale. L'ipotesi qui è di un'aliquota unica al 12 per mille che tuttavia, determinerebbe un ulteriore aggravio per i proprietari di questi immobili (attualmente l'asticella del prelievo è, infatti, fissata al 10,6 per mille ma può arrivare sino all'11,4 per mille) senza contare che ci sarebbero ulteriori difficoltà per la deducibilità della stessa dall'Irpef o Ires per gli immobili strumentali alle attività produttive.
L'identikit della nuova Local Tax
Per le abitazioni principali l'aliquota standard ipotizzata è del 2,5 per mille, ma i Comuni potranno incrementarla fino al 5 per mille, ed è affiancata da una detrazione fissa di 100 o 90 euro e con la possibilità per i Comuni di poter introdurre sconti ulteriori per i figli.
Grazie allo sconto fisso la nuova local tax consentirà di reintrodurre un criterio di progressività perso con la Tasi. Infatti con lo sconto fissa la tassa locale al 2,5 per mille azzererà l'imposta per circa 3 milioni di abitazioni di basso valore catastale già esenti, da tempo da Ici ed Imu. Mentre saranno chiamati a pagare di piu' le abitazioni con valori catastali piu' elevati.
Gli altri immobili - Per le abitazioni diverse dall'imposta principale l'ipotesi rilanciata dal governo è di un prelievo standard dell'8,6 per mille ma il massimo può raggiungere il 12 per mille (contro l'11,4 per mille previsto dalla normativa attuale). Per tali abitazioni, ovviamente, non sarà riconosciuta la detrazione standard di 100 euro. Nel caso degli immobili strumentali, poi, la deducibilità dalle imposte sul reddito dovrebbe essere pari al 30%, piu' alto della vecchia Imu (asticella al 20%) ma minore della Tasi (che prevedeva la deducibilità integrale del tributo).
Nella nuova tassa, a differenza di quanto ipotizzato dal Governo nelle scorse settimane, non saranno inclusi altri balzelli comunali, come la tassa sulle insegne pubblicitarie e l'occupazione di suolo pubblico. Almeno per ora. Fuori dal perimetro di intervento anche la Tari, la tassa sui rifiuti.
Zedde
Imu Terreni, pronto il rinvio
In settimana attesa la decisione dell'esecutivo sui versamenti delle ex-aree montane. Possibile anche una modifica delle regole. La misura sarà contenuta in decreto legge.
Kamsin I proprietari dei terreni montani sapranno entro la fine di questa settimana se lo slittamento della rata di dicembre, finora solo annunciato, arriverà a fine gennaio o a fine giugno. Il Governo interverrà con un decreto legge per ufficializzare la proroga dato che un emendamento ad hoc nella legge di stabilità non riuscirebbe a diventare legge entro il 16 dicembre 2014, data prevista per il pagamento del tributo.
La vicenda è nota. Sino a ieri i proprietari di terreni agricoli collocati in Comuni "montani" o "parzialmente montani" erano considerati esenti dall'Imu e dall'Ici. Ma con il decreto interministeriale Economia-Interno-Politiche Agricole pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato scorso (adottato in applicazione dell'articolo 22 del Dl 66/2014) l'esenzione totale viene garantita solo ai fondi situati nei Comuni con altezza superiore a 600 metri sul livello del mare (l’altezza è quella del Comune, non del singolo terreno). Tra quota 281 e quota 600 l'esenzione spetta solo gli agricoltori professionali, mentre per i terreni al piano l’imposta è dovuta da tutti.
L'obiettivo del Governo era quello di ricavare 350 milioni che sono già stati inseriti a copertura proprio del provvedimento che ha istituito il bonus 80 euro; ma la revisione delle regole cancella, in pratica, l'esenzione totale oggi in vigore in quasi 2 mila Comuni e cambia la geografia degli obblighi tributari in almeno altri 2 mila Municipi.
Contro la nuova normativa sono scesi in campo sia le categorie interessate sia i Comuni. Trovando sponda in Parlamento: anche un folto gruppo di parlamentari del Pd ha chiesto al governo di cambiare strada. Per questa ragione, il Governo nei giorni scorsi ha promesso la proroga dei versamenti (e una possibile modifica dei criteri) su cui sta lavorando. Il nodo, come al solito, è quello delle risorse. Renzi dovrà infatti trovare 350 milioni di euro di entrate già messe a bilancio dello Stato, denari che dovranno essere recuperati da altri capitoli di spesa.
Zedde
Isee 2015, debutta il nuovo riccometro. Ecco cosa cambia
In molti casi la fotografia della situazione economica equivalente sarà meno generosa rispetto al passato. Gli immobili avranno un maggior peso e si farà riferimento alla giacenza media del conto corrente.
Kamsin Cambia radicalmente, dal 2015, il metodo di calcolo dell'indicatore della situazione economica delle famiglie, che serve per accedere a sconti ed agevolazioni di vario genere, soprattutto per i servizi sociali, socio-sanitari e scolastici: dalle rette degli asili nido alle tasse universitarie, dalle case di cura per gli anziani ai risparmi sulla Tares.
Punti cardine della Riforma è dare un maggior peso al patrimonio, tenere conto dei redditi esenti da Irpef (come le pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento) e della giacenza media annua dei conti correnti. Tra i dati che bisognerà autodichiarare per la Dsu, la dichiarazione sostitutiva unica necessaria per ottenere l'Isee, viene inserito, infatti, anche quello della giacenza media del conto corrente proprio per pesare meglio la ricchezza delle famiglie. Il solo dato del saldo a fine anno, infatti, rischiava di essere un parametro ingannevole dal momento che bastava prelevare tutti i risparmi dal conto corrente per risultare poco abbiente.
Dal prossimo anno, invece, sia il dato sulla giacenza media sia quello sul saldo vanno inseriti nella dichiarazione sostitutiva da presentare all'Inps o all'ente erogatore del servizio per il quale si chiede la prestazione agevolata. Si ricorda, peraltro, che ai secondo un accordo siglato tra Abi, Poste e Ministero del Lavoro il dato della giacenza media potrà essere chiesto dal correntista allo sportello della propria banca.
Gli effetti per i contribuenti saranno dunque diversi rispetto a quanto accaduto sino ad oggi. Penalizzati saranno soprattutto tutti coloro che hanno una casa di proprietà (perchè l'immobile peserà di piu' nel calcolo), e alcuni pensionati perchè nel calcolo rientrerà anche la pensione di invalidità o l'assegno sociale e il reddito dei figli che possono contribuire alle esigenze del genitore.
L'Isee sarà invece piu' vantaggioso per chi ha disabilità gravi e per le famiglie che hanno tre o piu' figli.
Per l'attuazione del nuovo Isee, i Comuni dovranno ridefinire le soglie di accesso alle prestazioni sociali agevolate che erogano, come i contributi per i ricoveri nelle Rsa per gli anziani o gli sconti per le rette degli asili nido.
Oltre al cambiamento dei parametri in base ai quali sarà calcolato l'Isee, a cambiare sarà anche il modo in cui l'Inps acquisirà le informazioni: solo alcuni dati, infatti, saranno autodichiarati dal contribuente, mentre tutti gli altri saranno estratti dall'anagrafe tributaria e dai data base Inps.
Per il cittadino, una semplificazione deriverà dal fatto che molte informazioni, come il reddito complessivo, non saranno più richieste al cittadino in sede di dichiarazione, ma direttamente recuperate negli archivi.
Il Nuovi Redditi
Nella nuova definizione dell'Isee, oltre al reddito Irpef entrano tutti i redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di imposta (come ad esempio i contribuenti minimi, i redditi da cedolare secca sugli affitti), tutti i redditi esenti e quindi anche tutti i trasferimenti monetari ottenuti dalla Pubblica Amministrazione (assegni al nucleo familiare, pensioni di invalidità, assegno sociale, indennità di accompagnamento...), i redditi figurativi degli immobili non locati e delle attività mobiliari. Vengono invece sottratti gli assegni corrisposti al coniuge in seguito a separazione o divorzio, destinati al mantenimento del coniuge e dei figli (precedentemente valorizzati sia nell'Isee del ricevente che in quello del datore).
Vengono invece diversamente valutati, con una riduzione della loro incidenza i redditi da lavoro dipendente (viene sottratta una quota del 20% fino a 3mila euro); i redditi da pensioni e trattamenti assistenziali (viene sottratto il 20%, fino a un massimo di mille euro); le spese per gli affitti (sale da 5.165 a 7.000 euro, l'importo massimo della spesa l'affitto registrato che può essere portato in deduzione e si aggiungono 500 euro ogni figlio convivente dopo il secondo); si incrementano le spese per le disabilità accorpando tali spese in tre distinte classi: disabilità media, grave, e non autosufficienza.
Il patrimonio - Il patrimonio cambia considerando il valore degli immobili ai fini Imu, non più Ici. Riducendo la franchigia sulla componente mobiliare che viene però articolata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare (franchigia più alta per le famiglie più numerose), viene preso in considerazione il patrimonio all'estero e viene riconosciuto un maggior peso per le seconde case.
Zedde