Fisco

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Il Governo presenta un emendamento al ddl di stabilità che proroga il tetto per l'aliquota del 2,5 per mille sulle prime case per il 2015. In attesa della Local Tax.

Kamsin I comuni non potranno prevedere aumenti delle aliquote di Imu e Tasi per tutto il 2015. Lo prevede un emendamento del Governo alla legge di stabilita'. La proposta di modifica prevede per tutto l'anno prossimo la proroga del tetto per l'aliquota del 2,5 per mille sulle prime case, che sale al 3,3 per mille per finanziare le detrazioni. Un altro emendamento del Governo al ddl stabilita' prevede che nel 2015 il Canone Rai non potra' superare quello che si e' pagato nel 2014.

La sterilizzazione degli aumenti sulla Tasi previsti dal prossimo anno avvalora la possibilità di uno slittamento al 2016 della nuova local tax, il tributo che dovrebbe mandare in soffitta le due imposte sugli immobili e semplificare la vita dei contribuenti. Dopo essere uscita dal cantiere della legge di stabilità, con l’ipotesi di un decreto ad hoc da approvare entro fine anno, la nuova tassa rischia dunque di finire al 2016 a causa delle difficoltà di applicazione. Dato il dilatarsi dei tempi per l'introduzione del nuovo tributo unificato, il Governo, intanto, scongiura l'incremento sulla Tasi che sarebbe potuto scattare dal prossimo 1° gennaio secondo il quale i Comuni avrebbero potuto chiedere all’abitazione principale fino al 6 per mille senza detrazioni.

Infatti per effetto delle tante novità introdotte quest'anno sul nuovo tributo, la Tasi è stata accompagnata da un tetto massimo per l’abitazione principale al 2,5 per mille, con deroga fino al 3,3 per mille per i Comuni che con l’aliquota aggiuntiva finanziassero sconti per le case più piccole o le famiglie con redditi più leggeri. Ma il tetto massimo sarebbe saltato nel 2015. Ora il Governo lo ripropone anche per il prossimo anno, che nel 2014 sono stati però finanziati con un aiuto statale da 625 milioni per consentire di far quadrare i conti ai Comuni.

Zedde

Tramonta l'ipotesi di vedere la nuova local tax all'interno del ddl di stabilità. Il Governo: "questione troppo complessa, serve un ulteriore approfondimento e confronto".

Kamsin Il nodo sulla cosiddetta "local tax" "non e' stato ancora sciolto, la discussione all'interno del governo non e' ancora conclusa". Lo ha detto a chiare lettere, ieri, il relatore di maggioranza al ddl Stabilita' in Senato, Giorgio Santini (Pd), spiegando ai giornalisti i temi sui quali si sta ragionando in vista dell'avvio delle votazioni sulla manovra in commissione Bilancio di palazzo Madama.

L'intervento che intende assorbire in un'unica imposta Tasi ed Imu, nonchè le altre tasse comunali è, dunque, troppo complesso per salire sul treno della attuale legge di stabilità. Il nodo dei tecnici dell'esecutivo è soprattutto quello determinato dallo scambio fra due voci: la quota erariale dell'Imu sui capannoni, che andrebbe comuni, e l'addizionale Irpef, che sarebbe invece corrisposta allo Stato. Il nodo riguarda la fissazione di una soglia unica per le addizionali che nei comuni risulta molto diversificata.

Altre criticità emergono sul capitolo aliquote, soprattutto per quanto concerne i limiti massimi della tassa sugli immobili diversi dall'abitazione principale. L'ipotesi qui è di un'aliquota unica al 12 per mille che tuttavia, determinerebbe un ulteriore aggravio per i proprietari di questi immobili (attualmente l'asticella del prelievo è, infatti, fissata al 10,6 per mille ma può arrivare sino all'11,4 per mille) senza contare che ci sarebbero ulteriori difficoltà per la deducibilità della stessa dall'Irpef o Ires per gli immobili strumentali alle attività produttive.

L'identikit della nuova Local Tax
Per le abitazioni principali l'aliquota standard ipotizzata è del 2,5 per mille, ma i Comuni potranno incrementarla fino al 5 per mille, ed è affiancata da una detrazione fissa di 100 o 90 euro e con la possibilità per i Comuni di poter introdurre sconti ulteriori per i figli.

Grazie allo sconto fisso la nuova local tax consentirà di reintrodurre un criterio di progressività perso con la Tasi. Infatti con lo sconto fissa la tassa locale al 2,5 per mille azzererà l'imposta per circa 3 milioni di abitazioni di basso valore catastale già esenti, da tempo da Ici ed Imu. Mentre saranno chiamati a pagare di piu' le abitazioni con valori catastali piu' elevati.

Gli altri immobili - Per le abitazioni diverse dall'imposta principale l'ipotesi rilanciata dal governo è di un prelievo standard dell'8,6 per mille ma il massimo può raggiungere il 12 per mille (contro l'11,4 per mille previsto dalla normativa attuale). Per tali abitazioni, ovviamente, non sarà riconosciuta la detrazione standard di 100 euro. Nel caso degli immobili strumentali, poi, la deducibilità dalle imposte sul reddito dovrebbe essere pari al 30%, piu' alto della vecchia Imu (asticella al 20%) ma minore della Tasi (che prevedeva la deducibilità integrale del tributo).

Nella nuova tassa, a differenza di quanto ipotizzato dal Governo nelle scorse settimane, non saranno inclusi altri balzelli comunali, come la tassa sulle insegne pubblicitarie e l'occupazione di suolo pubblico. Almeno per ora. Fuori dal perimetro di intervento anche la Tari, la tassa sui rifiuti.

Zedde

Imu Terreni, pronto il rinvio

Martedì, 09 Dicembre 2014
In settimana attesa la decisione dell'esecutivo sui versamenti delle ex-aree montane. Possibile anche una modifica delle regole. La misura sarà contenuta in decreto legge.

Kamsin I proprietari dei terreni montani sapranno entro la fine di questa settimana se lo slittamento della rata di dicembre, finora solo annunciato, arriverà a fine gennaio o a fine giugno. Il Governo interverrà con un decreto legge per ufficializzare la proroga dato che un emendamento ad hoc nella legge di stabilità non riuscirebbe a diventare legge entro il 16 dicembre 2014, data prevista per il pagamento del tributo.

La vicenda è nota. Sino a ieri i proprietari di terreni agricoli collocati in Comuni "montani" o "parzialmente montani" erano considerati esenti dall'Imu e dall'Ici. Ma con il decreto interministeriale Economia-Interno-Politiche Agricole pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato scorso (adottato in applicazione dell'articolo 22 del Dl 66/2014) l'esenzione totale viene garantita solo ai fondi situati nei Comuni con altezza superiore a 600 metri sul livello del mare (l’altezza è quella del Comune, non del singolo terreno). Tra quota 281 e quota 600 l'esenzione spetta solo gli agricoltori professionali, mentre per i terreni al piano l’imposta è dovuta da tutti.

L'obiettivo del Governo era quello di ricavare 350 milioni che sono già stati inseriti a copertura proprio del provvedimento che ha istituito il bonus 80 euro; ma la revisione delle regole cancella, in pratica, l'esenzione totale oggi in vigore in quasi 2 mila Comuni e cambia la geografia degli obblighi tributari in almeno altri 2 mila Municipi. 

Contro la nuova normativa sono scesi in campo sia le categorie interessate sia i Comuni. Trovando sponda in Parlamento: anche un folto gruppo di parlamentari del Pd ha chiesto al governo di cambiare strada. Per questa ragione, il Governo nei giorni scorsi ha promesso la proroga dei versamenti (e una possibile modifica dei criteri) su cui sta lavorando. Il nodo, come al solito, è quello delle risorse. Renzi dovrà infatti trovare 350 milioni di euro di entrate già messe a bilancio dello Stato, denari che dovranno essere recuperati da altri capitoli di spesa.

Zedde

In molti casi la fotografia della situazione economica equivalente sarà meno generosa rispetto al passato. Gli immobili avranno un maggior peso e si farà riferimento alla giacenza media del conto corrente.

Kamsin Cambia radicalmente, dal 2015, il metodo di calcolo dell'indicatore della situazione economica delle famiglie, che serve per accedere a sconti ed agevolazioni di vario genere, soprattutto per i servizi sociali, socio-sanitari e scolastici: dalle rette degli asili nido alle tasse universitarie, dalle case di cura per gli anziani ai risparmi sulla Tares.

Punti cardine della Riforma è dare un maggior peso al patrimonio, tenere conto dei redditi esenti da Irpef (come le pensioni di invalidità o assegni di accompagnamento) e della giacenza media annua dei conti correnti. Tra i dati che bisognerà autodichiarare per la Dsu, la dichiarazione sostitutiva unica necessaria per ottenere l'Isee, viene inserito, infatti, anche quello della giacenza media del conto corrente proprio per pesare meglio la ricchezza delle famiglie. Il solo dato del saldo a fine anno, infatti, rischiava di essere un parametro ingannevole dal momento che bastava prelevare tutti i risparmi dal conto corrente per risultare poco abbiente.

Dal prossimo anno, invece, sia il dato sulla giacenza media sia quello sul saldo vanno inseriti nella dichiarazione sostitutiva da presentare all'Inps o all'ente erogatore del servizio per il quale si chiede la prestazione agevolata. Si ricorda, peraltro, che ai secondo un accordo siglato tra Abi, Poste e Ministero del Lavoro il dato della giacenza media potrà essere chiesto dal correntista allo sportello della propria banca.

Gli effetti per i contribuenti saranno dunque diversi rispetto a quanto accaduto sino ad oggi. Penalizzati saranno soprattutto tutti coloro che hanno una casa di proprietà (perchè l'immobile peserà di piu' nel calcolo), e alcuni pensionati perchè nel calcolo rientrerà anche la pensione di invalidità o l'assegno sociale e il reddito dei figli che possono contribuire alle esigenze del genitore.

L'Isee sarà invece piu' vantaggioso per chi ha disabilità gravi e per le famiglie che hanno tre o piu' figli.

Per l'attuazione del nuovo Isee, i Comuni dovranno ridefinire le soglie di accesso alle prestazioni sociali agevolate che erogano, come i contributi per i ricoveri nelle Rsa per gli anziani o gli sconti per le rette degli asili nido.

Oltre al cambiamento dei parametri in base ai quali sarà calcolato l'Isee, a cambiare sarà anche il modo in cui l'Inps acquisirà le informazioni: solo alcuni dati, infatti, saranno autodichiarati dal contribuente, mentre tutti gli altri saranno estratti dall'anagrafe tributaria e dai data base Inps.

Per il cittadino, una semplificazione deriverà dal fatto che molte informazioni, come il reddito complessivo, non saranno più richieste al cittadino in sede di dichiarazione, ma direttamente recuperate negli archivi.

Il Nuovi Redditi

Nella nuova definizione dell'Isee, oltre al reddito Irpef entrano tutti i redditi tassati con regimi sostitutivi o a titolo di imposta (come ad esempio i contribuenti minimi, i redditi da cedolare secca sugli affitti), tutti i redditi esenti e quindi anche tutti i trasferimenti monetari ottenuti dalla Pubblica  Amministrazione (assegni al nucleo familiare, pensioni di invalidità, assegno sociale, indennità di accompagnamento...), i redditi figurativi degli immobili non locati e delle attività mobiliari. Vengono invece sottratti gli assegni corrisposti al coniuge in seguito a separazione o divorzio, destinati al mantenimento del coniuge e dei figli (precedentemente valorizzati sia nell'Isee del ricevente che in quello del datore).

Vengono invece diversamente valutati, con una riduzione della loro incidenza i redditi da lavoro dipendente (viene sottratta una quota del 20% fino a 3mila euro); i redditi da pensioni e trattamenti assistenziali (viene sottratto il 20%, fino a un massimo di mille euro); le spese per gli affitti (sale da 5.165 a 7.000 euro, l'importo massimo della spesa l'affitto registrato che può essere portato in deduzione e si aggiungono 500 euro ogni figlio convivente dopo il secondo); si incrementano le spese per le disabilità accorpando tali spese in tre distinte classi: disabilità media, grave, e non autosufficienza.

Il patrimonio - Il patrimonio cambia considerando il valore degli immobili ai fini Imu, non più Ici. Riducendo la franchigia sulla componente mobiliare che viene però articolata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare (franchigia più alta per le famiglie più numerose), viene preso in considerazione il patrimonio all'estero e viene riconosciuto un maggior peso per le seconde case.

Zedde

Il 16 Dicembre è l'ultimo giorno per il versamento, a saldo, di Tasi ed Imu. Chiamati alla Cassa anche i contribuenti nei Comuni che non hanno pubblicato le delibere entro il 10 Settembre.

Kamsin Si avvicina la scadenza per il pagamento del saldo Imu e Tasi. Dal prossimo anno le due imposte saranno unificate ma per quest'ultimo scorcio del 2014 si dovranno ancora fare i conti con le complicazioni dovute alla presenza di due imposte sul mattone: l'Imu che grava sugli immobili diversi dall'abitazione principale (ad eccezione delle abitazioni di lusso) e la Tasi che, in generale, è chiesta sia sulle abitazioni principali che sugli altri immobili (anche se è indispensabile vedere la delibera comunale in quanto i sindaci possono aver ripartito il tributo diversamente).

Per quanto riguarda la Tasi entro il 16 dicembre saranno chiamati alla cassa, a saldo del pagamento, sia i cittadini dei Comuni che hanno deliberato le aliquote entro maggio, in cui si è versato entro il 16 giugno, sia quelli dei Comuni che hanno stabilito le aliquote a Settembre, in cui si è versato entro il 16 ottobre.

Al pagamento sono chiamati anche proprietari e inquilini di quei Comuni che non hanno deliberato in tempo né alla prima né alla seconda scadenza: in tal caso si pagherà tutto in un'unica soluzione, acconto e saldo, con l'aliquota base dell'1 per mille. I proprietari di abitazione principale dovranno pagare sulla base dell’aliquota dello 0,1%; sugli immobili diversi dall’abitazione principale invece si pagherà la Tasi in una misura in cui la somma con quella dell'Imu non superi, di regola, il 10,6 per mille.

La base imponibile della Tasi è la stessa dell’Imu ma il meccanismo delle detrazioni per la prima casa è diverso da quello del vecchio tributo perché i comuni hanno un’ampia discrezionalità nel determinare le agevolazioni.

Regole un pò più agevoli per il saldo Imu che interessa seconde case, negozi, laboratori, capannoni. Sono circa 7mila i Comuni che hanno modificato le aliquote entro fine ottobre. Quindi bisognerà verificare caso per caso perché laddove siano aumentate il saldo non sarà pari all'acconto ma si dovrà operare un conguaglio. Anche il tal caso si pagherà entro il 16 dicembre. 

Zedde

"Tempi troppo stretti", fanno sapere fonti del governo, ma la riflessione in atto per ridurre e semplificare il canone Rai rimane strategica per il 2016.

Kamsin La riflessione in atto per ridurre e semplificare il canone Rai, fanno sapere fonti di Palazzo Chigi, è strategica ma appare improbabile che l’ipotesi di mettere il canone in bolletta possa maturare entro questa legge di stabilità visti i tempi tecnici troppo stretti. Una presa d’atto che smentisce dunque le parole del sottosegretario all’Economia Antonello Giacomelli che ieri aveva indicato la volontà  di presentare in Senato un emendamento alla legge di stabilità per inserire il pagamento del canone rai in bolletta. 

La Riforma Slitta al 2016 - Dunque salta l’emendamento che si stava mettendo a punto e che doveva essere presentato in Senato. La riforma slitterà al 2015 e, forse, entrerà in vigore l’anno successivo. Legare, poi, il canone all'Irpef (una opzione della quale si era molto parlato nei giorni scorsi) è un meccanismo «complesso e farraginoso» dicono fonti di Governo.

I punti Chiave della Riforma - Lo schema prevede un canone standard di 65 euro con l'applicazione di una esenzione per le famiglie con Isee inferiore a 7.500 euro all’anno. Il canone però non sarà non più legato al possesso del televisore ma all’attivazione dell'utenza elettrica. Dunque il canone si pagherà anche se non si ha un televisore ma solo un pc, laptop, tablet, smartphone. E starebbe al cittadino, inviando una lettera formale all’Amministrazione, prendersi la responsabilità di dichiarare di non essere in possesso di alcuno di questi strumenti tecnologici. Con la conseguenza di poter ricevere la visita della Guardia di Finanza per le verifiche del caso. Un altro punto delicato che dovrà essere sciolto nelle prossime settimane è quello che riguarda le seconde case. Sul punto ancora non è chiara l'indicazione del Governo.

Zedde

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