Decreto Dignità, Governo pronto ad una stretta sui contratti a termine

redazione Martedì, 19 Giugno 2018
E sul capitolo pensioni Di Maio prende tempo. "Non posso dire se l'intervento sarà nella prossima legge di bilancio".
Incentivi alle imprese "più adeguati" e legati alle assunzioni a tempo indeterminato. Stretta su contratti a termine e sulla somministrazione, per contrastare la precarietà. Apertura ad un periodo transitorio, per evitare di "stravolgere le attività aziendali e i contratti in essere". Rafforzamento dei centri per l'impiego che dovranno essere "il cardine su cui dovrà girare il reddito di cittadinanza".

Sono questi i punti salienti che saranno all'interno del decreto dignità il primo provvedimento che sarà all'esame di Palazzo Chigi nei prossimi giorni, entro la fine del mese di giugno. Li spiega, Luigi Di Maio, in una intervista da ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico al Sole 24 Ore. Sul capitolo tutele per i lavoratori 4.0 la soluzione è ora affidata a un tavolo negoziale e non più a un decreto legge. 

"Non c'è un cambio di rotta sia ben chiaro - spiega il ministro - abbiano rilevato la disponibilità ad aprire un tavolo ma se non sarà produttivo, sarà il Governo a normare il settore. Quindi non è un cambiamento di strategia, semplicemente dopo aver incontrato i rider, abbiamo incontrato le aziende che si occupano di food delivery ed è emersa, sia dai rappresentanti delle aziende nazionali che internazionali, la disponibilità di avviare un percorso condiviso per la creazione di un contratto per chi lavora nel settore".

"I tempi saranno stretti - aggiunge - non è mia intenzione aprire un tavolo che duri all'infinito, se c'è la possibilità di chiudere con soddisfazioni delle parti si crea un percorso e si porta avanti. I tempi saranno chiari appena aziende, riders e organizzazioni sindacali si incontreranno al ministero".

Pronti alla stretta sui contratti a termine

Nel 'decreto dignità' resteranno le modifiche al Jobs act e sui contratti a termine, il governo reintrodurrà le causali e ridurrà le proroghe da 5 a 4. "Non credo ci sarà un incremento dei contenziosi - sostiene Di Maio - l'idea di fondo è quella di favorire il contratto a tempo indeterminato ed evitare che ci sia un ricorso indiscriminato ai rinnovi: non è più ammissibile che ci siano contratti di settimane o un mese che vengono rinnovati senza una causalità, ma a discrezione dell'azienda". Nei rapporti a tempo determinato attualmente in corso, "Stiamo valutando la misura migliore che ci consenta di intervenire in maniera adeguata senza stravolgere le attività aziendali e i contratti in essere".

"Sulla somministrazione - aggiunge - stiamo già lavorando ad alcuni strumenti specifici, dal momento che anche in questo caso lo strumento si e' prestato ad abusi nel corso degli anni". Inoltre "Stiamo già operando per riformare i Centri per l'impiego e per renderli operativi e in grado di realizzare l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro. I Centri per l'impiego saranno il cardine su cui dovrà girare il reddito di cittadinanza, devono essere l'hub su cui si dipanano le politiche per il lavoro".

Per l'Ilva "ieri è stato avviato il tavolo con le parti sociali, enti locali e associazioni. Oggi si chiuderanno gli incontri e faremo le opportune valutazioni, rispondere ora sarebbe poco rispettoso per i partecipanti, avendo ben chiara la necessità di salvaguardare contemporaneamente e in pari misura l'ambiente, i lavoratori e la vita dei cittadini di Taranto".

Capitolo "Pensioni". Di Maio prende tempo

Per le pensioni "la volontà di inserire una nuova anzianità è assodata ma sui tempi tecnici ci stiamo lavorando e non posso dire ora a circa due settimane dall'insediamento se entrerà in legge di bilancio o meno. Ma è una priorità ve lo assicuro" conclude Di Maio. 

E di fronte alle resistenze del nuovo esecutivo nello svelare il piano ufficiale per rivedere la Riforma Fornero, Cesare Damiano, ex-ministro del lavoro in quota Pd accusa Di Maio. "Per il momento il Governo si limita a mettere sul piatto tutte le operazioni a costo zero e a forte impatto propagandistico”.  “La prova del nove – continua – sarà costituita dalla legge di Bilancio quando, oltre a disinnescare le clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva, si dovranno anche trovare le risorse per la flat tax, il reddito di cittadinanza e il superamento della legge Fornero. Allora saranno dolori perché tutti questi soldi non ci sono. L’importante è che non si facciano pasticci che peggiorano la situazione anziché migliorarla”.

Ad esempio, “mentre si parla continuamente di Quota 100, se non si precisa la formula si corre il rischio di penalizzare alcune categorie di lavoratori, ad esempio quelli che svolgono attività gravose, e di coinvolgerne positivamente pochi altri: mi riferisco al caso di una Quota che parta dai 64 anni di età, come ha fatto trapelare il Governo, che non cambierebbe di molto la situazione”, conclude.

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