Riforma Pensioni, Damiano: considerare anche le partite Iva

Sabato, 27 Dicembre 2014

"Le misure per il lavoro autonomo sono insufficienti e contraddicono quello che il governo afferma a parole, cioè che il lavoro non è soltanto dipendente. Se è così bisogna aiutare anche quella parte del lavoro autonomo costituita dalle libere professioni, anche non regolamentate, per lo più svolte da giovani". Kamsin Così Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, difende le partite Iva dalla legge di Stabilità del governo Renzi in una intervista raccolta da Il Giornale

"Avere fissato il tetto per accedere al regime dei minimi a 15mila euro, rispetto ai precedenti 30mila. Poi, per i lavoratori con partita Iva della gestione separata Inps, non avere fermato l'aumento della contribuzione previdenziale della legge Fornero; un'altra mazzata".

Al giornalista che gli fa notare che quando era ministro anche lui avesse aumentato i contributi per gli autonomi Damiano risponde di aver sbagliato: "ho ammesso questo mio errore alla presenza dei giovani delle partite Iva e lo ribadisco. Nel 2007 ho sbagliato pensando che quel tipo di attività fosse tutta riconducibile al lavoro dipendente e, di conseguenza, che si potesse arrivare ad un tetto di contribuzione del 33%. Lo studio dell'argomento mi ha convinto che nell'ambito del lavoro autonomo ci sono differenze. Alcune partite Iva sono false ed è giusto cancellarle. Ma i giovani che scelgono volontariamente quella strada, devono essere equiparati ai lavoratori autonomi. Serve una riforma strutturale per portare la contribuzione al 24 per cento".

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Zedde

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