Ma la nota diffusa oggi dal ministero precisa: una richiesta interpretativa delle norme in materia di accesso all'Ape sociale e di riduzione del requisito contributivo per il pensionamento anticipato dei lavoratori precoci è arrivata il 9 ottobre scorso e la risposta a tale richiesta ancora non era stata data ieri. La risposta è arrivata oggi ed è la seguente: «applicare le due misure nella maniera più estesa e in sostanziale coerenza con le volontà espresse dal Parlamento». Inoltre si ricorda «che l'Inps potrà applicare l'interpretazione suggerita anche al fine di rivedere in autotutela le decisioni eventualmente già assunte».
Poco dopo la replica di Boeri: «Noi saremo i primi, pronti e felici di riesaminare le domande e mandare a coloro a cui la domanda era stata inizialmente respinta la comunicazione che potranno accedere alle prestazioni». Non manca però una frecciatina sotto forma di "invito": «il legislatore pensi un pò di più quando fa le
leggi, soprattutto quelle così complesse come quella sull'Ape Sociale, con così tante posizioni da curare». Un decreto - puntualizza Boeri - che ha richiesto all'Inps «uno sforzo immane, con l'equivalente di 900
funzionari C1, laureati, per 3 mesi senza oneri aggiuntivi». Per cui «o si pongono criteri tanto per farli e per far finta, oppure, se si vuole che poi si verifichi davvero tutto non si può pensare di farlo senza avere risorse aggiuntive».
La posizione del ministero del Lavoro dovrebbe ora riaprire le porte a molti esclusi. Si vedrà in che termini perchè allo stato attuale non sono state emanate istruzioni ufficiali per comprendere come dovranno essere riesaminate le tante istanze bocciate (si parla di almeno 30-35mila istanze rigettate su oltre 66mila prodotte). I tempi sono brevi perchè l'Inps dovrebbe comunicare chi è dentro e chi è fuori entro il 15 ottobre data che difficilmente a questo punto potrà essere rispettata. Con ulteriori ritardi e strascichi rispetto ad una misura che doveva decollare ufficialmente lo scorso 1° maggio 2017.