Esodati, stop a nuove salvaguardie. Piu' flessibilità per la pensione

Mercoledì, 17 Settembre 2014
Le Forze Politiche presentano in Commissione Lavoro del Senato un ordine del giorno in cui chiedono lo stop a nuove salvaguardie. Serve maggiore flessibilità in uscita e forme attive di invecchiamento.

Kamsin Non ci sarà una settima salvaguardia. Il governo dovrà piuttosto cercare forme di invecchiamento attivo per i lavoratori "anziani" che abbiano perso il lavoro senza avere ancora i requisiti per il pensionamento. E' quanto si legge nell'ordine del giorno presentato ieri, in Commissione Lavoro al Senato da diversi esponenti della maggioranza tra cui Pietro Ichino (Sc), Hans Berger (Svp), Giuseppe Pagano (Ncd) e Annamaria Parente (Pd).

"Salvi alcuni casi - si legge nel documento - numericamente assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest'ultimo provvedimento di salvaguardia deve considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l'esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento".

In altri termini il documento chiude le porte all'approvazione di ulteriori provvedimenti che derogano alla Riforma Pensionistica del 2011. Nel documento si sottolinea piuttosto che è "necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione".

Le forze politiche chiedono quindi al governo di sviluppare - anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere di politiche di active ageing - un insieme organico di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo, con forme di flessibilizzazione dell'età del pensionamento, di combinazione del lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell'ultima fase della loro vita attiva.

Inoltre, laddove nessuna delle anzidette misure di promozione dell'invecchiamento attivo possa essere adottata, ad affrontare il problema degli ultrasessantenni che abbiano perduto l'occupazione senza avere ancora i requisiti per il pensionamento e che si trovino in difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, attivando strumenti di sostegno del reddito, di assistenza intensiva nella ricerca e di contributo economico per l'assunzione, mirati a incentivare il loro reinserimento nel tessuto produttivo e non la loro uscita dal mercato del lavoro.

Zedde

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