Pensione Anticipata, dal 2019 occorreranno 43 anni e 3 mesi di contributi

Franco Rossini Martedì, 24 Luglio 2018
Anche i requisiti per la nuova pensione di anzianità introdotta dalla Legge Fornero cresceranno di cinque mesi a causa della speranza di vita. Un anno in meno per le donne.
Lo scatto dell'aspettativa di vita dal prossimo anno farà salire non solo i requisiti per la vecchiaia ma anche i requisiti contributivi per la pensione anticipata. Attualmente, come noto, i lavoratori assicurati presso forme di previdenza pubbliche obbligatorie (cioè presso l'Inps) possono uscire a prescindere dall'età anagrafica e senza penalità alcuna al raggiungimento di un requisito contributivo pari a 42 anni e 10 mesi (41 anni e 10 mesi le donne).

Dal prossimo anno, se non ci saranno interventi in materia, i requisiti saliranno di altri cinque mesi portandosi a 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e a 42 anni e 3 mesi per le donne. I nuovi requisiti saranno validi per un biennio, sino al 31 dicembre 2020; dal 1° gennaio 2021 subiranno un ulteriore incremento che, tuttavia, secondo l'ultimo scenario demografico Istat (anno 2016) sarà più lieve rispetto a quanto ipotizzato in passato con un incremento solamente di un mese. Dal prossimo anno occorrerà dunque lavorare cinque mesi in più. L'aumento interesserà anche il requisito contributivo ridotto per i lavoratori precoci che da 41 anni passerà a 41 anni e 5 mesi.

L'indicato meccanismo che lega la data di pensionamento nel regime pubblico obbligatorio all'andamento demografico è stato, comunque, rivisto parzialmente dal legislatore con l'ultima legge di bilancio (legge 205/2017). E' stata, infatti, stabilita la dispensa dal prossimo adeguamento nei confronti dei lavoratori dipendenti addetti alle attività definite gravose (che passano da quest'anno da undici a quindici abbracciando anche gli agricoli, marittimi, pescatori e siderurgici, si veda la tavola sottostante). Il beneficio della dispensa sarà concesso a condizione che tali attività risultino svolte per almeno sette anni negli ultimi dieci prima del pensionamento unitamente ad un requisito contributivo minimo di 30 anni. E' richiesta anche l'ulteriore condizione di non risultare titolari dell'ape sociale al momento del pensionamento. La sospensione dell'adeguamento riguarderà sia i requisiti per la pensione di vecchiaia (che resterà pertanto a 66 anni e 7 mesi sino al 31 dicembre 2020) che quelli per la pensione anticipata (che resterà pertanto pari a 42 anni e 10 mesi di contributi; 41 anni e 10 mesi le donne sino al 2020). In sostanza queste categorie di lavoratori avranno uno sconto di cinque mesi sull'età pensionabile dal 2019. 

Hanno conseguito l'esonero dal prossimo adeguamento anche i lavoratori addetti alle mansioni usuranti e notturni di cui al Dlgs 67/2011 con riferimento sia ai requisiti per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata. Per ottenere l'esonero tali soggetti dovranno aver svolto l'attività usurante o notturna per almeno sette anni negli ultimi dieci antecedenti il pensionamento o, in alternativa, per almeno metà della vita lavorativa fermo restando un requisito contributivo minimo di 30 anni. Si rammenta che gli usuranti e notturni hanno già ottenuto sino al 2026 la sospensione dell'adeguamento dei requisiti di pensionamento agevolato (le cd. quote).

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