Pensione Anticipata, ultima chiamata per disabili e stagionali

Bruno Franzoni Mercoledì, 25 Novembre 2015
Il testo presentato dall'esecutivo toglie dalla tutela gli stagionali e gli agricoli a tempo determinato e chi nel 2011 ha fruito dei permessi della legge 104.
Se non ci saranno modifiche alla Camera i lavoratori che nel 2011 hanno fruito dei permessi giornalieri retribuiti per assistere disabili con la legge 104/92 saranno tagliati fuori dalla settima salvaguardia. Il passaggio al Senato ha infatti lasciato intatte le restrizioni imposte dal disegno di legge di stabilità che introduce, com'è noto, una nuova salvaguardia in favore di 26.300 soggetti che, a differenza di quanto previsto con la quarta e con la sesta salvaguardia, non ripropone i permessi retribuiti tra le condizioni che legittimano il mantenimento delle vecchie regole di pensionamento.

La stretta è dovuta al tentativo di ridurre il numero dei beneficiari dato che, con le due precedenti salvaguardie le domande per prepensionarsi hanno splafonato di oltre due volte il numero di posti messi a disposizione determinando diversi ritardi e costringendo il Governo ad adottare proprio alcuni giorni fa la procedura dei cd. vasi comunicanti per gestire circa 5mila domande, già certificate dalle competenti direzioni territoriali del Lavoro, ma rimaste in sospeso. Le condizioni per accedere alla salvaguardia erano, del resto, abbastanza agevoli: bastava aver fruito, anche per un solo giorno nel 2011, dei permessi in parola per guadagnare un'uscita anticipata rispetto alla Legge Fornero di diversi anni. 

Ora la stretta. Per evitare che il problema si ripresenti con la settima salvaguardia, i nuovi 2mila posti messi in palio per questo profilo non abbracceranno chi ha utilizzato i permessi retribuiti della 104 ma solo coloro che nel 2011 erano in congedo per assistere figli con disabilità grave ai sensi dell'articolo 42, comma 5 del testo unico sulla paternità (Dlgs 151/2001). Una stretta che, per come è formulata, riprende la prima salvaguardia la quale, come si ricorderà, aveva tutelato dalla nuove norme pensionistiche i lavoratori che alla data del 31 ottobre 2011 risultassero essere in congedo per assistere figli con disabilita' grave e che maturassero entro ventiquattro mesi dalla data di inizio del predetto congedo, i vecchi 40 anni di contributi. 

Stop a stagionali e agricoli. Dal perimetro di tutela restano esclusi anche i lavoratori agricoli e gli stagionali a tempo determinato. Il testo del ddl governativo, nel riprodurre la lettera e) dell'articolo 2 della legge 147/2014 sulla sesta salvaguardia, prevede infatti una tutela nei confronti di 3.000 soggetti, ai lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato e ai lavoratori in somministrazione con contratto a tempo determinato, cessati dal lavoro tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2011, non rioccupati a tempo indeterminato, ma esclude espressamente i lavoratori del settore agricolo e i lavoratori stagionali. Un limite volto a togliere il beneficio a coloro che fanno ricorso, per la natura del proprio lavoro, a più contratti a tempo determinato nel corso dell'anno, come ad esempio i lavoratori del settore turistico o termale. Peccato per questa decisione perchè il numero dei lavoratori che con la quinta e sesta salvaguardia aveva presentato istanza di accesso alla tutela non ha mai superato il limite di posti messi a disposizione per questo profilo. Dunque, a differenza di quanto accaduto per i caregiver, non si comprende ora la volontà di escludere poche centinaia di lavoratori che già patiscono la riduzione delle tutele sul fronte degli ammortizzatori sociali.

Si vedrà ora se il dibattito parlamentare del disegno di legge di stabilità alla Camera rimuoverà queste restrizioni. La minoranza dem, a partire da Damiano, è pronta a depositare emendamenti a tal proposito.  

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