Quota 100, Damiano: le risorse non sono sufficienti

redazione Venerdì, 23 Novembre 2018
L'ex Ministro del Lavoro suggerisce di concentrare le risorse per rafforzare il reddito di inclusione e a rivedere il progetto sulla quota 100.
Alcune correzioni alla manovra si devono fare, senza per questo cadere nella ‘macelleria sociale’ evocata da Di Maio. I punti fragili della legge di Bilancio gialloverde sono noti: l’1,5% di crescita è irraggiungibile, come ha tentato di dire Tria, e va ritoccato al basso. Lo ha detto l'ex-ministro del Lavoro, Cesare Damiano, a proposito dei lavori sulla legge di Bilancio in discussione in Commissione Bilancio alla Camera.

"Sulle risorse destinate a previdenza e reddito di cittadinanza va fatta una operazione-verità: noi siamo favorevoli al superamento della legge Fornero e a un Reddito di Inclusione più robusto di quello esistente, ma sappiamo che le risorse messe a disposizione non sono sufficienti. Il Governo, anziché rimandare il provvedimento su questi temi al prossimo anno, ci dimostri adesso e in dettaglio come si fa, con appena 6,7 miliardi di euro all’anno, a realizzare Quota 100, Opzione Donna, nona salvaguardia degli esodati e blocco dell’aggancio tra aspettativa di vita ed età della pensione”.

“Ai Governi precedenti, per queste stesse misure, sono stati contabilizzate dalla Ragioneria, dall’Inps e dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio più di 15 miliardi all’anno. Per questo motivo sono state fatte importanti correzioni alla legge Fornero, ma sicuramente parziali. Per proseguire nella strada del superamento della legge Fornero, che noi auspichiamo, occorre dire la verità. O si trovano nuove risorse, o si fa una selezione di obiettivi. Altrimenti, i nostri conti saranno giudicati ‘taroccati’ con le inevitabili conseguenze del caso”.

Su questo fronte l'ex ministro del Lavoro ricorda che il Partito Democratico ha presentato alcuni emendamenti al testo della legge di bilancio sui quali ora si aspetta il giudizio positivo della maggioranza giallo-verde. Uno in partiolare riguarda la proroga dell'ape sociale. In assenza "migliaia di lavoratori non avranno più alcuna possibilità di andare in pensione prima dei termini previsti dalla Fornero, cioè a partire dai 63 anni come prevede la normativa attuale”, spiega Damiano. “I lavoratori disoccupati, o quelli che assistono un congiunto disabile, o hanno una disabilità superiore al 74 per cento o, ancora, che hanno svolto attività gravose, non potranno più anticipare di 4 anni il pensionamento. Infatti, la norma scade il 31 dicembre prossimo. E non è nemmeno detto che la loro condizione potrà essere comunque garantita dalla prossima e ancora di là da venire Quota 100. Morale: fino a che non entreranno in vigore le nuove norme del Governo sulle pensioni, questi lavoratori resteranno in una sorta di limbo senza sbocchi. Ovvero, fino alla effettiva esigibilità della nuova misura, ci troveremo nel pieno regime della legge Fornero. Davvero un bel paradosso per chi avrebbe voluto cancellarla!”.

Le dichiarazioni dell'ex ministro del lavoro avvengono dopo le preoccupazioni espresse dal Presidente dell'Inps, Tito Boeri secondo cui le risorse messe a disposizione dal Governo non sarebbero sufficienti a garantire la stabilizzazione della quota 100 anche oltre il 2019. I costi, secondo l'Inps, sarebbero destinati a crescere a causa delle ulteriori uscite che si registrebbero nel 2020 e nel 2021 da aggiungere a quelli per il pagamento degli assegni di chi andrà in pensione nel 2019. Mentre nella Legge di bilancio non è previsto un aumento delle risorse a disposizione per gli anni 2020 e 2021.

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