Pensioni

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Alla Camera si ragiona se alzare la soglia d'età sotto cui il pensionamento d'ufficio per professori universitari e medici non può scattare. È in corso una riflessione per portarla dai 65 ai 68 anni. Kamsin E' quanto si apprende da fonti vicine all'esecutivo riprese in una nota diffusa oggi dall'Ansa. La modifica al dl Pa dovrebbe essere presentata a breve, rivedendo quanto previsto venerdì, con il tetto fissato a 65. Dovrebbe anche spuntare una distinzione nella categoria dei medici e un diverso trattamento per i ricercatori.

Per tutto il resto dei dipendenti pubblici il limite restano i 62 anni, rimangono inoltre esclusi dalla misura i magistrati, per loro il limite è quindi fermo ai 70 anni. Un altro emendamento dovrebbe autorizzare, nelle scuole dove le graduatorie sono esaurite, a sostituire, visto lo stop al trattenimento in servizio, i presidi con i vice-presidi (che diventano presidi vicari) e che verrebbero esonerati dall'attività didattica e rimpiazzati da supplenti. In questo modo si eviterebbe la reggenza, istituto attraverso cui un presidente era posto alla guida di più scuole. Altre novità potrebbero interessare gli avvocati di enti pubblici.

Il testo della legge di conversione al decreto legge 90/2014 è attualmente all'esame della Camera dove si attendono in particolare i pareri della Commissione Bilancio sugli emendamenti approvati in commissione Affari costituzionali venerdì scorso. In particolare si attende il via libera alle innovazioni piu' "critiche" come quelle in favore dei quota 96 della scuola e quello che mette la parola fine alle penalizzazioni per coloro che accedono alla pensione anticipata sino al 2017 anche prima di aver raggiunto i fatidici 62 anni (vedi i dettagli). La commissione Bilancio, infatti, nel parere sul provvedimento che presenterà in assemblea, dovrebbe vincolare il via libera ad alcune modifiche sulle norme in questione. 

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I trattamenti di vecchiaia anticipata non ancora autorizzati per i giornalisti professionisti iscritti all'INPGI, dipendenti dalle imprese editrici in crisi, saranno subordinati alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale che prevedano la contestuale assunzione di personale giornalistico in possesso di competenze professionali, coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio e sviluppo aziendale, nel rapporto minimo di un'assunzione a tempo indeterminato ogni 3 prepensionamenti. Kamsin E' quanto prevede un emendamento al decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione approvato la scorsa settimana dalle Commissioni Affari Costituzionali della Camera. Il vincolo tuttavia non interesserà le imprese i cui accordi prevedano un massimo di 5 prepensionamenti.

Sono queste alcune delle novità introdotte dall'articolo 1-ter, che reca disposizioni in materia di prepensionamento del personale iscritto all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI) al Dl 90/2014. La misura pertanto subordinerà la possibilità, per le imprese editoriali, di procedere al prepensionamento dei giornalisti alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione aziendale che prevedano uno specifico "turnover" minimo del personale. Per le imprese che avevano già presentato istanza per il collocamento in prepensionamento dovranno integrare i piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale già presentati con le assunzioni indicate dalla nuova norma. 

Inoltre l'emendamento, che è al vaglio questa settimana dell'Aula di Montecitorio, prevede che l'autorizzazione, per il sostegno degli oneri derivanti dalle prestazioni di vecchiaia anticipate per i  giornalisti dipendenti da aziende in ristrutturazione o riorganizzazione per crisi aziendale (di cui all'articolo 41-bis, comma 7, del D.L. 207/2008) di una spesa di 3 milioni di euro per il 2014, 9 milioni di euro per il  2015, 13 milioni di euro per il 2016, 13 milioni di euro per il 2017, 10,8 milioni di euro per il 2018 e 3 milioni di euro per il 2019.

La disposizione prevede anche la revoca dei finanziamenti concessi nei confronti dei giornalisti i  quali abbiano optato per i trattamenti di vecchiaia anticipata finanziati nel caso in cui sia intervenuta l'instaurazione di rapporti di lavoro dipendente o autonomo (di cui all'articolo 2222 e ss. c.c.), anche in forma di collaborazione coordinata e continuativa, ovvero la sottoscrizione di contratti per la cessione del diritto d'autore (anche nel caso in cui il  rapporto di lavoro sia instaurato con azienda diversa facente capo al medesimo gruppo editoriale).

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I tecnici del servizio bilancio della Camera hanno ieri avanzato dubbi di copertura sulle due misure principali in materia previdenziale contenute nel disegno di legge di conversione al decreto legge sulla Pa. Kamsin Ad entrare nel mirino dei tecnici sono proprio le norme in favore dei quota 96 della scuola e quelle che consentono la pensione anticipata senza penalizzazione sino al 2017, norme riscritte in Commissione Affari Costituzionali alla Camera e che ora attendono il via libera dell'Aula.

Sui Quota 96 i tecnici osservano come la soluzione uscita dalla Commissione (qui i dettagli della misura)  ricalchi pressoché integralmente un testo concordato nei mesi scorsi alla Camera su cui il Governo aveva presentato una relazione tecnica che era stata verificata negativamente dalla Ragioneria dello Stato. Secondo i tecnici infatti "la fissazione di un limite massimo di beneficiari, determinato in un contingente di 4mila unità, risulta difficilmente applicabile, anche in considerazione della platea salvaguardata, ampiamente inferiore a quella dei potenziali beneficiari". Del resto osservano i tecnici, l'Inps aveva rilevato in circa 8-9mila i potenziali beneficiari della disposizione ed il rischio è il prodursi di contenzioso nei confronti degli esclusi qualora il numero dei richiedenti il beneficio fosse superiore a 4mila unità. Senza contare che, se la platea fosse piu' ampia, si modificherebbero anche le coperture.

Stessi rilievi vengono opposti dalla Ragioneria anche alla norma che consentirebbe l'eliminazione dei disincentivi all'uscita prima dei 62 anni per chi ha raggiunto i requisiti della pensione anticipata (vedi i dettagli della misura). Anche in tal caso - osservano i tecnici - si è richiamato un "testo unificato preesistente che è stato verificato negativamente dalla Ragioneria generale dello Stato, secondo cui la quantificazione risultava sottostimata in ragione del numero di soggetti potenzialmente interessati".

"I rilievi potrebbero diventare un ostacolo ad un rapido passaggio parlamentare del testo se il governo non dimostrerà coerenza nella volontà di risolvere questi problemi" ha indicato Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. "Queste misure, sostenute da un ampio schieramento di forze, debbono andare a buon fine: una nuova delusione sarebbe fonte di grave conflitto politico" ha avvertito Damiano.

I nodi tuttavia saranno sciolti a breve. Oggi infatti la titolare della Funzione Pubblica, Marianna Madia, dovrebbe indicare se l'esecutivo chiederà la questione di fiducia in vista della prima lettura della Camera che dovrebbe concludersi entro questa settimana; ed in tal caso l'esecutivo dovrà indicare se stralcerà o meno le due misure dal testo su cui intende porre la fiducia.

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Nel Decreto sulla Pubblica Amministrazione ci sono due importanti misure di correzione del sistema previdenziale targato Fornero: la prima riguarda i Quota 96 della scuola, che sana un errore madornale della “riforma” che ha intrappolati fino ad oggi oltre 4.000 insegnanti. Kamsin  La seconda, relativa alla eliminazione delle penalizzazioni a carico di coloro che vanno in pensione di anzianità prima dei 62 anni: una vera e propria vessazione a carico dei lavoratori precoci. E' quanto ha indicato oggi l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano presidente della Commissione Lavoro della Camera nel commentare le novità contenute nel decreto legge di riforma della pubblica amministrazione in materia previdenziale.

"Queste correzioni sono molto sentite ed attese dai lavoratori e, per la scuola, si apre la possibilità di assumere 4.000 nuovi insegnanti: una bella risposta alla disoccupazione intellettuale dei giovani. Queste misure, sostenute da un ampio schieramento di forze, debbono andare a buon fine: una nuova delusione sarebbe fonte di grave conflitto politico" ha concluso Damiano.

Oggi si è infatti tenuta alla Camera la prima discussione sulle linee generali del decreto legge 90/2014 e la discussione riprenderà nella giornata di domani.

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La Cgil esprime parere positivo agli emendamenti al decreto sulla riforma della pubblica amministrazione approvati dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera a proposito delle pensioni. Kamsin “Sono un primo positivo cambiamento” spiegano il segretario confederale Cgil Vera Lamonica e il responsabile Cgil dei Settori pubblici Michele Gentile: “da sempre chiediamo la correzione, nel quadro di una necessaria revisione complessiva della legge Fornero, delle misure di penalizzazioni sulle pensioni di anzianità e il calcolo dei soli periodi di ‘effettivo’ lavoro per il raggiungimento dei 41/42 anni, veri e propri obbrobri di quella riforma”.  L'emendamento, che ora attende il via libera definitivo dell'Aula di Montecitorio, consentirà di eliminare la penalizzazione per tutti i lavoratori sino al 2017 a prescindere dalla tipologia di contributi accreditati sul conto previdenziale dell'assicurato (vedi i dettagli della misura).

Quanto approvato dalla Commissione, su proposta dell'onorevole Gnecchi, se confermato dall'aula, “sana una delle ferite aperte, perché elimina le penalizzazioni prima dei 62 anni e considera tutti i periodi di contribuzione figurativa utili al raggiungimento del requisito contributivo”. Concludono Lamonica e Gentile: “seppure con il limite temporale del 2017, a nostro parere da rimuovere, ciò costituirebbe un contributo importante alla correzione di un impianto fortemente sbagliato dell'attuale normativa previdenziale. È altrettanto necessario e positivo che si chiuda la vicenda della ‘quota 96’ per il mondo della scuola: si sana così una profonda ingiustizia prodotta da uno dei tanti ‘errori tecnici’ di quella riforma”.

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E' calendarizzata per oggi l'avvio della discussione generale alla Camera dei Deputati sulla legge di conversione del decreto legge sulla Riforma della Pubblica Amministrazione (il Dl 90/2014). Kamsin Molte le novità in materia previdenziale sulle quali Montecitorio sarà chiamato a pronuciarsi entro la fine di questa settimana.

Si attende infatti il primo via libera al nuovo articolo 1 del decreto legge 90/2014 come riformato dalla Commissione Affari Costituzionali venerdì scorso, un'approvazione che si spera avvenga senza modifiche e sorprese. Tra i vari temi, come già anticipati da Pensioni Oggi c'è prima di tutto la deroga in favore dei quota 96 della scuola, cioè il riconoscimento della possibilità di accedere alla pensione dal 1° settembre 2014 per 4 mila professori e personale Ata che ha raggiunto la quota 96 entro il 31 Agosto 2012; poi la revisione dei trattenimenti in servizio; la possibilità per le Pubbliche Amministrazioni di collocare a riposo d'ufficio a 62 anni chi ha raggiunto i requisiti per la pensione anticipata; il rifinanziamento dell'accesso alla pensione di vecchiaia anticipata per i giornalisti; nonchè la misura in favore dei lavoratori precoci che dice basta alla penalizzazione per chi ha raggiunto i requisiti per la pensione anticipata entro il 2017.

Misure che sono state salutate positivamente da tutte le forze politiche ma che devono ora ricevere il parere positivo della Ragioneria Generale dello Stato e quindi il primo voto Parlamentare (molto probabilmente con il ricorso alla fiducia). Giudizi positivi anche per i sindacati che per voce di Domenico Pantaleo, segretario della Flc Cgil, fanno sapere che la misura in favore del comparto scuola "sana una palese ingiustizia e consente di procedere a 4 mila nuove immissioni in ruolo. È altrettanto positiva la possibilità di rivalutare le pensioni per le donne che avevano deciso di lasciare il lavoro con 57 anni di età e 35 anni optando per il calcolo con il sistema contributivo per tutti gli anni di servizio”.

La misura piu' significativa riguarda proprio il comparto scuola che, come anticipato, consentirà a 4mila docenti di mantenere le vecchie regole di pensionamento se hanno perfezionato un diritto a pensione entro il 31 Agosto 2012, secondo la disciplina pensionistica vigente sino al 31.12.2011. Gli interessati avranno 15 giorni per presentare istanza di accesso al beneficio e potranno essere collocati in quiescenza già da settembre.

A detta della Cisl tuttavia alcuni insegnanti potrebbero non optare per la deroga per via del fatto che i termini di pagamento della buonuscita verrebbero, secondo quanto recita l'emendamento, corrisposti secondo l'attuale disciplina Fornero e quindi con un ritardo di circa 4-5 anni dalla data della pensione. Senza contare, inoltre, che ci sarà una dilatazione ulteriore qualora l'importo lordo complessivo superi i 50mila euro. In favore di questo comparto c'è però una notizia positiva: le lavoratrici che hanno maturato un diritto a pensione entro il 31 Agosto 2012 e che avevano scelto l'opzione donna per anticipare l'uscita, potranno ora chiedere la riliquidazione dell'assegno con le regole del retributivo.

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