Pensioni

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Il testo licenziato la settimana scorsa dalla Commissione affari costituzionali ha subito alcune limitate modifiche per quanto riguarda la pensioni dopo i dubbi sollevati su numerose norme inserite nel testo. Kamsin La più rilevante, come già anticipato su Pensioni Oggi, riguarda le norme sui pensionamenti d'ufficio, quelle che permettono alle amministrazioni di mandare a casa i dipendenti che hanno raggiunto il massimo dei contributi (42 anni e sei mesi per gli uomini e 41 anni e sei mesi per le donne).

La regola generale fissata nel provvedimento prevedeva che per poter operare il pensionamento d'ufficio, il dipendente avesse raggiunto un'età anagrafica di almeno 62 anni (con una eccezione  per professori universitari e primari, per i quali l'età minima era stata fissata in 65 anni). Nel passaggio di ieri in commissione, il requisito anagrafico per professori e primari è stato rivisto al rialzo, portandolo a 68 anni. Per i medici, invece, il requisito sarà comunque di 65 anni, mentre per i ricercatori l'età per il pensionamento d'ufficio è stata abbassata a 62 anni.

Per il liceziamento del professore servirà tuttavia una decisione del Senato accademico, "senza pregiudizio per la continuità dei corsi di studio e comunque non prima del termine dell'anno accademico nel quale l'interessato ha compiuto il sessantottesimo anno di età". Non solo. L'università avrà anche il vincolo, nei limiti delle facoltà assunzionali previste a legislazione vigente, di procedere prioritariamente all'assunzione di almeno un nuovo professore, con esclusione dei professori e dei ricercatori a tempo indeterminato già in servizio presso la stessa università, o all'attivazione di almeno un nuovo contratto per ricercatore a tempo determinato.

I Quota 96 -  Passa invece sostanzialmente indenne la misura per il pensionamento dei 4 mila docenti delle scuole che nell'anno 201/2012 avevano maturato i requisiti per il ritiro ma che erano rimasti bloccati dalla riforma Fornero. Anche se il disco verde della Commissione bilancio, chiamata a dare un parere sulle coperture finanziarie, non era scontato, le forze politiche hanno manifestato unità nel voler porre fine a questa vicenda ed alla fine il presidente della Commissione, Francesco Boccia, ha dato parere positivo.

All'articolo 1-bis è stato solo riscritto il comma 3 relativo al pagamento del trattamento di fine rapporto, con la precisazione che "il trattamento di fine rapporto, comunque denominato, è corrisposto, nei termini e secondo le modalità stabiliti a legislazione vigente, assumendo come termine iniziale del periodo che precede l'erogazione del trattamento stesso, la data in cui sarebbe intervenuta la cessazione del rapporto di lavoro in caso di applicazione dei requisiti per l'accesso al trattamento pensionistico previsti dall'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modificazioni, nel testo vigente prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto". Inoltre si aggiunge il comma 6-bis a copertura degli oneri derivanti per la riliquidazione del trattamento pensionistico (vedi i dettagli della misura) in favore delle lavoratrici beneficiarie dell'intervento in questione che avevano anticipato l'uscita con l'opzione donna.

Lavoratori Precoci - Non risultano modificate le altre misure già anticipate da Pensioni Oggi nei giorni scorsi (vedi i dettagli in materia previdenziale). In particolare risulta confermata la novità che consente la sterilizzazione della penalizzazione in favore dei lavoratori che maturano un diritto a pensione anticipata entro il 2017.

Zedde

La Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Liguria ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di una disposizione della riforma Fornero che stabilisce il blocco della perequazione automatica (per gli anni 2012 e 2013) delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps. Kamsin Il giudice unico, Pietro Maltese ha così sospeso il giudizio e rimesso tutti gli atti alla Corte Costituzionale. A fare ricorso una pensionata ligure che chiedeva all'Inps un adeguamento della pensione per gli anni 2012 e 2013.

La stessa ricorrente aveva posto alla Sezione la questione di legittimità costituzionale della legge, che impone il blocco della perequazione automatica per le pensioni più alte. La Sezione della Corte dei Conti ha ritenuto che tale disposizione «mina il sistema di adeguamento di tali trattamenti pensionistici sganciandoli, per un tempo considerevole, dalle variazioni derivanti dal costo della vita». 

Zedde

I primari, cioè i medici responsabili di struttura complessa, e i professori non potranno essere collocati d'ufficio in pensione prima dei 68 anni sempre a condizione che abbiano raggiunto la massima anzianità contributiva (42 anni e 6 mesi per gli uomini, 41 anni e 6 mesi per le donne). Plafond aggiuntivo di 600mila euro per i quota 96 della scuola con alcune modifiche sul termine di pagamento del TFS. Ma la misura resta intatta. Kamsin Sono queste le limature che sono state presentate dal Relatore Emaunuale Fiano (Pd) per rispettare alcuni rilievi emersi in Commissione Bilancio ieri alla Camera. Dopo queste modifiche il testo dovrebbe tornare all'esame dell'assemblea alla quale il governo chiederà la questione di fiducia. Che dovrebbe essere votata già stasera dopo le 23. Il testo della legge di conversione al Dl sulla Pa, come anticipato da Pensioni Oggi, dovrebbe quindi ricevere il primo disco verde domani, al massimo venerdì in modo da iniziare l'iter al Senato la prossima settimana. 

Nonostante i rilievi opposti dalla Ragioneria dello Stato sulle coperture per i quota 96 e per eliminare i disincentivi sulle penalizzazioni, le forze politiche hanno quindi dimostrato ieri di non voler indietreggiare. Sui Quota 96 della scuola la Commissione Bilancio ha chiesto di specificare meglio la decorrenza del TFS per i 4 mila docenti che avevano raggiunto un diritto a pensione entro il 31 Agosto 2012, ma il termine di pagamento rimarrebbe comunque ancorato alle regole post-Fornero con uno slittamento di alcuni anni. Inoltre la Bilancio ha proposto di introdurre una copertura aggiuntiva di 600mila euro per le lavoratrici che avevano chiesto il passaggio al metodo di calcolo contributivo per l'assegno previdenziale e che, con la deroga, potranno richiedere un trattamento piu' favorevole ancorato ai parametri misto e retributivo (vedi i dettagli). Le risorse arriveranno da una riduzione del Fondo per i comuni montani istituito dalla Finanziaria 2013.

Con queste limature la misura per i quota 96 dovrebbe aver superato anche l'ultimo scoglio e quindi essere a portata di mano. Soddisfazione confermata anche dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd) che ha indicato che l'impegno sulla scuola "è stato rispettato nonostante l'incomprensibile parere contrario del Mef". Dovrebbe essere confermata anche l'eliminazione della disincentivazione all'uscita anticipata sino al 2017 per i lavoratori precoci.

Un piccolo restyling interessa invece il pensionamento d'ufficio al perfezionamento della massima anzianità contributiva. Viene elevata infatti a 68 anni (dai 65 anni) l'asticella per collocare in quiescenza i medici responsabili di struttura complessa e i professori universitari. Per questi ultimi inoltre  il licenziamento per sopraggiunti limiti di età potrà scattare solo alla fine dell'anno accademico in cui li hanno compiuti e su decisione del Senato accademico. Non solo. Per ogni docente che andrà via bisognerà assumerne un altro oppure un ricercatore a tempo indeterminato.

Viene anche specificato che la regola per cui non si possono ricoprire incarichi una volta in pensione non riguarderà solo i membri delle giunte degli enti territoriali ma anche i componenti o i titolari degli organi elettivi di ordini e collegi professionali.

Zedde

Il Consiglio regionale lombardo ha approvato oggi un emendamento all'assestamento di bilancio per autorizzare la concessione di un finanziamento di 500 mila euro a favore dei lavoratori esodati, in attesa di raggiungere l'età del pensionamento e in situazioni di difficoltà finanziaria. Kamsin Nel merito è  intervenuto il consigliere regionale Antonio Saggese, firmatario del provvedimento: "Tramite la concessione di un finanziamento di 500 mila euro - ha detto Saggese - Regione Lombardia intende offrire un sostegno economico per cercare di coprire il periodo che manca alla pensione a quei lavoratori che si trovano nella drammatica situazione di essere senza stipendio e di non poter vantare nell’immediato il diritto alla previdenza. Per coloro che si trovano in questa situazione diventa quindi impossibile sostenere ogni tipo di spesa. 

Attraverso questo provvedimento, le cui modalità attuative saranno stabilite dalla Giunta, Regione Lombardia si pone come obiettivo quello di dare una risposta molto concreta alle famiglie di  lavoratori beffati dalla riforma Fornero. Come abbia potuto il Governo precedente creare queste difficoltà  e come può il governo attuale non trovare delle soluzioni mi risulta inspiegabile”. 

 “E' assurdo – ha proseguito Saggese - che sia la Regione Lombardia a dover trovare una soluzione a un problema che non è stato originato da noi ma dal Governo, che ha anche approvato un decreto che porta in dote un ulteriore penalizzazione per gli esodati ancora in attesa della pensione. Se tramite i decreti precedenti, infatti,  il sostegno al reddito disposto per legge copriva per intero il periodo intercorrente tra la cessazione del rapporto di lavoro e l’erogazione dell’assegno previdenziale, questa ultima versione relativa al 2013 copre i lavoratori fino al 31 dicembre 2013, lasciando quindi senza garanzie reddituali minime i soggetti che si sono visti posticipare le cosiddette finestre nell’arco del 2014. Con questo provvedimento si potranno concedere prestiti d'onore da poter rimborsare comodamente nel momento in cui sarà percepita la pensione".

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Alla Camera si ragiona se alzare la soglia d'età sotto cui il pensionamento d'ufficio per professori universitari e medici non può scattare. È in corso una riflessione per portarla dai 65 ai 68 anni. Kamsin E' quanto si apprende da fonti vicine all'esecutivo riprese in una nota diffusa oggi dall'Ansa. La modifica al dl Pa dovrebbe essere presentata a breve, rivedendo quanto previsto venerdì, con il tetto fissato a 65. Dovrebbe anche spuntare una distinzione nella categoria dei medici e un diverso trattamento per i ricercatori.

Per tutto il resto dei dipendenti pubblici il limite restano i 62 anni, rimangono inoltre esclusi dalla misura i magistrati, per loro il limite è quindi fermo ai 70 anni. Un altro emendamento dovrebbe autorizzare, nelle scuole dove le graduatorie sono esaurite, a sostituire, visto lo stop al trattenimento in servizio, i presidi con i vice-presidi (che diventano presidi vicari) e che verrebbero esonerati dall'attività didattica e rimpiazzati da supplenti. In questo modo si eviterebbe la reggenza, istituto attraverso cui un presidente era posto alla guida di più scuole. Altre novità potrebbero interessare gli avvocati di enti pubblici.

Il testo della legge di conversione al decreto legge 90/2014 è attualmente all'esame della Camera dove si attendono in particolare i pareri della Commissione Bilancio sugli emendamenti approvati in commissione Affari costituzionali venerdì scorso. In particolare si attende il via libera alle innovazioni piu' "critiche" come quelle in favore dei quota 96 della scuola e quello che mette la parola fine alle penalizzazioni per coloro che accedono alla pensione anticipata sino al 2017 anche prima di aver raggiunto i fatidici 62 anni (vedi i dettagli). La commissione Bilancio, infatti, nel parere sul provvedimento che presenterà in assemblea, dovrebbe vincolare il via libera ad alcune modifiche sulle norme in questione. 

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I trattamenti di vecchiaia anticipata non ancora autorizzati per i giornalisti professionisti iscritti all'INPGI, dipendenti dalle imprese editrici in crisi, saranno subordinati alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale che prevedano la contestuale assunzione di personale giornalistico in possesso di competenze professionali, coerenti con la realizzazione dei programmi di rilancio e sviluppo aziendale, nel rapporto minimo di un'assunzione a tempo indeterminato ogni 3 prepensionamenti. Kamsin E' quanto prevede un emendamento al decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione approvato la scorsa settimana dalle Commissioni Affari Costituzionali della Camera. Il vincolo tuttavia non interesserà le imprese i cui accordi prevedano un massimo di 5 prepensionamenti.

Sono queste alcune delle novità introdotte dall'articolo 1-ter, che reca disposizioni in materia di prepensionamento del personale iscritto all'Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani (INPGI) al Dl 90/2014. La misura pertanto subordinerà la possibilità, per le imprese editoriali, di procedere al prepensionamento dei giornalisti alla presentazione di appositi piani di ristrutturazione aziendale che prevedano uno specifico "turnover" minimo del personale. Per le imprese che avevano già presentato istanza per il collocamento in prepensionamento dovranno integrare i piani di ristrutturazione o riorganizzazione aziendale già presentati con le assunzioni indicate dalla nuova norma. 

Inoltre l'emendamento, che è al vaglio questa settimana dell'Aula di Montecitorio, prevede che l'autorizzazione, per il sostegno degli oneri derivanti dalle prestazioni di vecchiaia anticipate per i  giornalisti dipendenti da aziende in ristrutturazione o riorganizzazione per crisi aziendale (di cui all'articolo 41-bis, comma 7, del D.L. 207/2008) di una spesa di 3 milioni di euro per il 2014, 9 milioni di euro per il  2015, 13 milioni di euro per il 2016, 13 milioni di euro per il 2017, 10,8 milioni di euro per il 2018 e 3 milioni di euro per il 2019.

La disposizione prevede anche la revoca dei finanziamenti concessi nei confronti dei giornalisti i  quali abbiano optato per i trattamenti di vecchiaia anticipata finanziati nel caso in cui sia intervenuta l'instaurazione di rapporti di lavoro dipendente o autonomo (di cui all'articolo 2222 e ss. c.c.), anche in forma di collaborazione coordinata e continuativa, ovvero la sottoscrizione di contratti per la cessione del diritto d'autore (anche nel caso in cui il  rapporto di lavoro sia instaurato con azienda diversa facente capo al medesimo gruppo editoriale).

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