Pensioni

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"Con il Presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia, abbiamo inviato nei giorni scorsi una lettera al Premier Matteo Renzi ed ai ministri competenti per sollevare, per l’ennesima volta, il problema dei “quota 96″ degli insegnanti".

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Così ha ricordato il suo impegno per risolvere la vicenda dei 4mila insegnanti rimasti intrappolati nelle maglie della Riforma Fornero, l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano.

Tornano quindi a sperare i "Quota 96", i docenti che da oltre due anni si batteno per vedersi riconoscere il diritto di accedere alla pensione facendo valere i requisiti anagrafici e contributivi previgenti l’entrata in vigore dell’art. 24 del decreto legge 201/2011 (riforma Fornero). Sono 4 mila i docenti interessati, si tratta di persone che hanno maturato i vecchi requisiti per la pensione tra il 1° Gennaio 2012 e il 31 Agosto 2012 e che ora hanno visto slittare la data di pensionamento di almeno 3 anni. Gli interessati ribadiscono la necessità di una pronta soluzione della vicenda, in tempo utile per accedere alla pensione già dal prossimo 1° Settembre. Una speranza che negli ultimi mesi si è affievolita dopo il niet del Ministero dell'Economia alla proposta di legge Ghizzoni/Marzana che si è infranta sullo scoglio delle coperture finanziarie, troppo incerte anche secondo la Ragioneria Generale dello stato.  

La palla ora è dunque del governo che deve individuare le coperture necessarie. Se nei giorni c'è stata una timida apertura da parte del ministro dell'istruzione Stefania Giannini i tempi stringono. Per centrare l'uscita del 1° settembre, considerando anche la pausa estiva di Agosto, il governo ha tempo massimo un paio di mesi per tradurre la proposta in legge. 

"Abbiamo ricordato l’”errore” commesso dall’allora ministro Fornero che confuse l’anno solare con quello scolastico, impedendo a molti insegnanti di poter andare in pensione. In successivi interventi, le Commissioni Lavoro e Bilancio della Camera hanno quantificato il numero di lavoratori interessati: si tratta di circa 4.000 persone che potrebbero lasciare il loro impiego ad altrettanti giovani insegnanti. Si tratterebbe di una operazione tutta a saldo positivo. Il tempo stringe se si vuole risolvere il problema, evitando di perdere un altro anno.

Anche la copertura finanziaria è stata quantificata: si tratta di circa 400 milioni di euro totali distribuiti nell’arco di alcuni anni. Una cifra a portata di mano per la copertura della quale invitiamo il Governo a dare una risposta tempestiva. Siamo sicuri che il Presidente del Consiglio sia fortemente sensibile al problema e che ci aiuterà a risolverlo" ha concluso Damiano.

In attesa di conoscere i prossimi passi dell'esecutivo su lavoro e pensioni che riprenderanno la settimana prossima dopo il risultato delle Elezioni Europee di oggi, l'ex ministro del lavoro Cesare Damiano esprime la sua contrarietà ad una revisione dell'articolo 18 e la necessità di introdurre maggiore flessiblità per l'uscita dal mondo del lavoro.

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"Se il centrodestra pensa che la legge Delega sul lavoro sia l’occasione per cancellare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, troverà la nostra ferma opposizione. Il PD si batte per il contratto di Inserimento a tempo indeterminato a condizione che preveda tutte le tradizionali protezioni. 
Se si dovesse sostituire l’attuale tutela contro il licenziamento con un semplice risarcimento monetario, non si potrebbe più parlare di contratto a tempo indeterminato. Sarebbe un contratto a termine mascherato. L’eccessiva deregolazione del mercato del lavoro è la causa prima della precarietà" ha avvertito Damiano.

Che rilancia la necessità di procedere a maggiore flessibilità per l'ingresso alla pensione già all'età dei 62 anni. "L’uscita dal lavoro verso la pensione a 67, come previsto dalla “riforma” Fornero, sta condannando alla disoccupazione i giovani. Per cambiare in meglio la situazione non dobbiamo rendere più liberi i licenziamenti, ma correggere il sistema pensionistico prevedendo un’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni" ha concluso Damiano che ricorda che "anche la Germania ha fatto dietrofront approvando una riforma della pensioni che consente l'uscita a 62 anni". 


Nuovo step per l'accesso al pensionamento dei dipendenti in esubero nella Pubblica Amministrazione. Con il messaggio Inps 4834/2014 l'Istituto di Previdenza Pubblica, ha spiegato che il Decreto Legge 101/2013 ha ampliato la platea dei destinatari dei prepensionamenti ricomprendendo tutte le Amministrazioni Pubbliche tra cui a titolo esemplificativo le Regioni - i Comuni - le Province - le Comunità Montane e le Aziende Sanitarie Locali, nei casi di eccedenza dichiarata per ragioni funzionali o finanziare dell'Amministrazione.

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L'Inps precisa che l'amministrazione pubblica dovrà chiedere alla sede inps territorialmente competente in base alla sede di servizio degli interessati alla procedura di esubero la certificazione del diritto a pensione e la relativa decorrenza. La certificazione deve essere richiesta dagli istituti interessati in tutti i casi di ricorso al prepensionamento cioè nei casi in cui, in virtù dell'esubero, l'accesso al pensionamento è consentito con i requisiti di pensionamento previgenti alla Riforma Fornero a condizione che la decorrenza del trattamento pensionistico si verifichi entro il 31 dicembre 2016.

L'INPS provvederà al rilascio delle Certificazioni, nel termine di 30 giorni dall'invio degli elenchi del personale da parte delle Amministrazioni locali, oppure richiederà nello stesso termine agli Enti ulteriori informazioni utili per il completamento della situazione assicurativa degli interessati.

 

''Sul versante pensioni oggi noi abbiamo un problema urgente che e' quello degli esodati. Abbiamo ancora gruppi di cittadini che sono rimasti incastrati e la nostra attenzione e' di lavorare ad una soluzione strutturale''.

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E' quanto ha detto il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, a margine di un incontro elettorale tenutosi a Porcia, in provincia di Pordenone. ''Purtroppo nel nostro Paese, per moltissimo tempo, su molte cose si e' agito con delle pezze, degli interventi puntuali validi per tre, sei mesi, con lo scopo di spostare in avanti il problema. Si trattava anche di cose necessarie perche' nell'urgenza la soluzione bisognava trovarla. Tuttavia se facciamo un po' di somme alla fine scopriamo che le toppe che abbiamo messo ci sono costate piu' dell'intervento strutturale e hanno lasciato la gente per aria per tutta la vita'', ha detto Poletti. ''Adesso bisogna avere la forza di selezionare gli interventi e di risolverli in maniera definitiva a mano a mano che si presentano le criticita'. Basta rincorrere le scadenze, basta dubbi e incertezze su pensioni o altri trattamenti che la gente deve prendere'' ha detto il Ministro.

“Renzi afferma di voler porre in cima ai suoi impegni il lavoro, ma finora mi sembra che, a parte un decreto il cui impatto, secondo le ultime dichiarazioni del Ministro Poletti, sui livelli di disoccupazione lo avremo addirittura tra un anno, non abbiamo ulteriori azioni significative.”

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E' quanto affida ad una nota Renata Polverini (FI), Vice Presidente della Commissione Lavoro che sfida il ministro Poletti ad individuare una soluzione ai problemi del mercato del lavoro e soprattutto della pensioni. “Forza Italia ha comunque presentato o appoggiato una serie di emendamenti al Dl Lavoro che hanno aumentato le garanzie per i lavoratori e la fruibilità migliorando aspetti essenziali come l’apprendistato, il Durc, la tutela della maternità, i contratti di solidarietà. Ma non basta.

E prima di ogni altro ulteriore passo é necessario, risolvere definitivamente la questione degli esodati. Si tratta di capire se c’è la volontà politica del Ministro del Lavoro Poletti e del Governo di risolvere strutturalmente il problema e trovare soluzioni che possano rientrare nell’ambito della proposta legislativa unificata di tutti i gruppi alla Camera che arriverà in Aula nel mese di giugno. Anche i “Quota96″ aspettano un intervento urgente perché, a differenza di quanto ha affermato nei giorni scorsi il Ministro dell’Istruzione Giannini che vuole porre l’attenzione solo dopo la sua campagna elettorale, é necessario porre rimedio a un errore compiuto dalla riforma Fornero delle pensioni, che non ha considerato il fatto che il ciclo scolastico non coincide con quello solare. Non si può continuare ad andare per tentativi sulla pelle degli italiani e procrastinare secondo esigenze personali il problema. Sui “quota96″ non solo la copertura finanziaria non sarebbe eccessiva e risolverebbe una situazione assurda, ma consentirebbe di aprire le porte della scuola a 4mila giovani insegnanti.”

Le Pubbliche Amministrazioni che intendano collocare in prepensionamento il personale in esubero dovranno richiedere preventivamente all'Inps la certificazione che gli interessati alla procedura perfezionino, attraverso la disciplina previgente al Dl 201/2011, la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 Dicembre 2016. E' quanto ha precisato il messaggio Inps 4834/2014 pubblicato ieri sul sito dell'istituto.

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Com'è noto, secondo quanto stabilito dall'articolo 11, comma 2 del Dl 95/2012 come modificato dal Dl 102/2013 e ribadito di recente con la Circolare della Funzione Pubblica 4/2014, i lavoratori dichiarati in esubero a seguito dei piani di riduzione del personale approvati dalla Pubblica Amministrazione in cui prestano servizio possono essere collocati a riposo, con la vecchia disciplina di pensionamento, a condizione che riescano a perfezionare la decorrenza della prestazione pensionistica entro il 31 dicembre 2016.

L'Inps precisa con il messaggio 4834 che prima della risoluzione del rapporto di lavoro con il lavoratore l’Amministrazione deve chiedere alla sede Inps, territorialmente competente in base alla sede di servizio degli interessati, la certificazione del diritto a pensione e la relativa decorrenza in modo che sia accertata che quest'ultima avvenga entro il 31.12.2016.

Per rispettare la data di decorrenza del 31 dicembre 2016, il diritto con il c.d. sistema delle quote deve tener conto del regime delle decorrenze di cui alla legge 122/2010 (12 mesi di finestra mobile) e nell’ipotesi del raggiungimento della massima anzianità contributiva di 40 anni (che risulta perfezionata con 39 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio) è necessario altresì considerare l’integrazione introdotta dalla legge n. 111/2011 (posticipo della finestra mobile di ulteriori 1, 2 o 3 mesi in relazione alla maturazione della massima anzianità contributiva rispettivamente nell’anno 2012, 2013 o 2014). In pratica i lavoratori interessati alla disciplina sono coloro che hanno raggiunto il diritto a pensione entro il 30.12.2015 o i 40 anni di contributi entro il 30 settembre 2015.

L’Istituto provvederà al rilascio delle relative certificazioni nel termine di 30 giorni dall’invio degli elenchi del personale da parte delle Amministrazioni locali ovvero richiederà, nel medesimo termine, agli Enti le informazioni utili per il completamento della posizione assicurativa degli interessati. Una volta acquisiti tutti i dati necessari, la Sede rilascerà la certificazione del diritto sulla base della quale l’Amministrazione potrà procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro, tenendo conto del regime delle decorrenze.

L'Inps precisa inoltre che la certificazione del diritto rilasciata avrà valore esclusivamente dichiarativo atteso che ricade nell’esclusiva competenza dell’Amministrazione l’individuazione delle condizioni prescritte per il riconoscimento delle posizioni eccedentarie o soprannumerarie. 

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