Pensioni

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Nuovo step per l'accesso al pensionamento dei dipendenti in esubero nella Pubblica Amministrazione. Con il messaggio Inps 4834/2014 l'Istituto di Previdenza Pubblica, ha spiegato che il Decreto Legge 101/2013 ha ampliato la platea dei destinatari dei prepensionamenti ricomprendendo tutte le Amministrazioni Pubbliche tra cui a titolo esemplificativo le Regioni - i Comuni - le Province - le Comunità Montane e le Aziende Sanitarie Locali, nei casi di eccedenza dichiarata per ragioni funzionali o finanziare dell'Amministrazione.

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L'Inps precisa che l'amministrazione pubblica dovrà chiedere alla sede inps territorialmente competente in base alla sede di servizio degli interessati alla procedura di esubero la certificazione del diritto a pensione e la relativa decorrenza. La certificazione deve essere richiesta dagli istituti interessati in tutti i casi di ricorso al prepensionamento cioè nei casi in cui, in virtù dell'esubero, l'accesso al pensionamento è consentito con i requisiti di pensionamento previgenti alla Riforma Fornero a condizione che la decorrenza del trattamento pensionistico si verifichi entro il 31 dicembre 2016.

L'INPS provvederà al rilascio delle Certificazioni, nel termine di 30 giorni dall'invio degli elenchi del personale da parte delle Amministrazioni locali, oppure richiederà nello stesso termine agli Enti ulteriori informazioni utili per il completamento della situazione assicurativa degli interessati.

 

''Sul versante pensioni oggi noi abbiamo un problema urgente che e' quello degli esodati. Abbiamo ancora gruppi di cittadini che sono rimasti incastrati e la nostra attenzione e' di lavorare ad una soluzione strutturale''.

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E' quanto ha detto il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, a margine di un incontro elettorale tenutosi a Porcia, in provincia di Pordenone. ''Purtroppo nel nostro Paese, per moltissimo tempo, su molte cose si e' agito con delle pezze, degli interventi puntuali validi per tre, sei mesi, con lo scopo di spostare in avanti il problema. Si trattava anche di cose necessarie perche' nell'urgenza la soluzione bisognava trovarla. Tuttavia se facciamo un po' di somme alla fine scopriamo che le toppe che abbiamo messo ci sono costate piu' dell'intervento strutturale e hanno lasciato la gente per aria per tutta la vita'', ha detto Poletti. ''Adesso bisogna avere la forza di selezionare gli interventi e di risolverli in maniera definitiva a mano a mano che si presentano le criticita'. Basta rincorrere le scadenze, basta dubbi e incertezze su pensioni o altri trattamenti che la gente deve prendere'' ha detto il Ministro.

“Renzi afferma di voler porre in cima ai suoi impegni il lavoro, ma finora mi sembra che, a parte un decreto il cui impatto, secondo le ultime dichiarazioni del Ministro Poletti, sui livelli di disoccupazione lo avremo addirittura tra un anno, non abbiamo ulteriori azioni significative.”

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E' quanto affida ad una nota Renata Polverini (FI), Vice Presidente della Commissione Lavoro che sfida il ministro Poletti ad individuare una soluzione ai problemi del mercato del lavoro e soprattutto della pensioni. “Forza Italia ha comunque presentato o appoggiato una serie di emendamenti al Dl Lavoro che hanno aumentato le garanzie per i lavoratori e la fruibilità migliorando aspetti essenziali come l’apprendistato, il Durc, la tutela della maternità, i contratti di solidarietà. Ma non basta.

E prima di ogni altro ulteriore passo é necessario, risolvere definitivamente la questione degli esodati. Si tratta di capire se c’è la volontà politica del Ministro del Lavoro Poletti e del Governo di risolvere strutturalmente il problema e trovare soluzioni che possano rientrare nell’ambito della proposta legislativa unificata di tutti i gruppi alla Camera che arriverà in Aula nel mese di giugno. Anche i “Quota96″ aspettano un intervento urgente perché, a differenza di quanto ha affermato nei giorni scorsi il Ministro dell’Istruzione Giannini che vuole porre l’attenzione solo dopo la sua campagna elettorale, é necessario porre rimedio a un errore compiuto dalla riforma Fornero delle pensioni, che non ha considerato il fatto che il ciclo scolastico non coincide con quello solare. Non si può continuare ad andare per tentativi sulla pelle degli italiani e procrastinare secondo esigenze personali il problema. Sui “quota96″ non solo la copertura finanziaria non sarebbe eccessiva e risolverebbe una situazione assurda, ma consentirebbe di aprire le porte della scuola a 4mila giovani insegnanti.”

Le Pubbliche Amministrazioni che intendano collocare in prepensionamento il personale in esubero dovranno richiedere preventivamente all'Inps la certificazione che gli interessati alla procedura perfezionino, attraverso la disciplina previgente al Dl 201/2011, la decorrenza del trattamento pensionistico entro il 31 Dicembre 2016. E' quanto ha precisato il messaggio Inps 4834/2014 pubblicato ieri sul sito dell'istituto.

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Com'è noto, secondo quanto stabilito dall'articolo 11, comma 2 del Dl 95/2012 come modificato dal Dl 102/2013 e ribadito di recente con la Circolare della Funzione Pubblica 4/2014, i lavoratori dichiarati in esubero a seguito dei piani di riduzione del personale approvati dalla Pubblica Amministrazione in cui prestano servizio possono essere collocati a riposo, con la vecchia disciplina di pensionamento, a condizione che riescano a perfezionare la decorrenza della prestazione pensionistica entro il 31 dicembre 2016.

L'Inps precisa con il messaggio 4834 che prima della risoluzione del rapporto di lavoro con il lavoratore l’Amministrazione deve chiedere alla sede Inps, territorialmente competente in base alla sede di servizio degli interessati, la certificazione del diritto a pensione e la relativa decorrenza in modo che sia accertata che quest'ultima avvenga entro il 31.12.2016.

Per rispettare la data di decorrenza del 31 dicembre 2016, il diritto con il c.d. sistema delle quote deve tener conto del regime delle decorrenze di cui alla legge 122/2010 (12 mesi di finestra mobile) e nell’ipotesi del raggiungimento della massima anzianità contributiva di 40 anni (che risulta perfezionata con 39 anni, 11 mesi e 16 giorni di servizio) è necessario altresì considerare l’integrazione introdotta dalla legge n. 111/2011 (posticipo della finestra mobile di ulteriori 1, 2 o 3 mesi in relazione alla maturazione della massima anzianità contributiva rispettivamente nell’anno 2012, 2013 o 2014). In pratica i lavoratori interessati alla disciplina sono coloro che hanno raggiunto il diritto a pensione entro il 30.12.2015 o i 40 anni di contributi entro il 30 settembre 2015.

L’Istituto provvederà al rilascio delle relative certificazioni nel termine di 30 giorni dall’invio degli elenchi del personale da parte delle Amministrazioni locali ovvero richiederà, nel medesimo termine, agli Enti le informazioni utili per il completamento della posizione assicurativa degli interessati. Una volta acquisiti tutti i dati necessari, la Sede rilascerà la certificazione del diritto sulla base della quale l’Amministrazione potrà procedere alla risoluzione del rapporto di lavoro, tenendo conto del regime delle decorrenze.

L'Inps precisa inoltre che la certificazione del diritto rilasciata avrà valore esclusivamente dichiarativo atteso che ricade nell’esclusiva competenza dell’Amministrazione l’individuazione delle condizioni prescritte per il riconoscimento delle posizioni eccedentarie o soprannumerarie. 

L'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano apprezza l'annuncio del premier sull'estensione del bonus irpef anche ai pensionati dal prossimo anno: "È importante l’annuncio del Premier Matteo Renzi a proposito dell’estensione, a partire dal 2015, degli 80 euro netti mensili anche ai pensionati. Questo impegno sana una discriminazione tra lavoratori dipendenti, che avranno questo aumento dalla fine del mese di maggio,  e pensionati".

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Damiano torna a ribadire con forza la necessità di una revisione del capitolo previdenza in grande stile: "Vorremmo che l’attenzione posta dal Primo Ministro anche a questa categoria di cittadini facesse assumere come una delle priorità dell’Esecutivo la questione previdenziale. Per questo chiediamo al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti di riconvocare a breve il tavolo di confronto sul tema delle pensioni che ha visto,  nel corso della prima riunione del 7 maggio scorso,  la presenza dei dicasteri del Lavoro e dell’Economia, dell’ INPS e delle  Commissioni Lavoro di Camera e Senato".
Dopo quel primo esame del tema degli ‘esodati’, occorre ora passare ad una soluzione di merito.

Il ministro Poletti si è impegnato ad indicare prime proposte che,  per noi,  passano attraverso due strade:l’introduzione di un criterio di flessibilità nel sistema pensionistico, oppure  il ripristino del sistema delle quote, aggiornato rispetto alle soluzioni trovate nel 2007 dal Governo Prodi. Va ricordato che la Commissione Lavoro della Camera ha formulato un testo, frutto della ricerca unitaria di tutti i partiti, che potrebbe essere calendarizzato per l’aula entro la fine del mese di giugno. Prima di quella data va trovata una soluzione, compresa la copertura finanziaria: altrimenti la questione ‘esodati’ corre il rischio di restare al palo.

Con la prima variazione al bilancio di previsione 2014, l'Istituto migliora di 4 miliardi il conto economico. Il "rosso" scende a 8 miliardi ma la gestione ex-inpdap continua a mostrare un disavanzo strutturale importante.

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Otto miliardi di buco per l'Inps. Un 2014 per niente facile per l'Istituto Nazionale di Previdenza che comunque, chiuderà l'anno con un miglioramento, rispetto al bilancio di previsione, per circa 4 miliardi. E' quanto emerge dalla prima nota di variazione al bilancio preventivo   approvato dal Consiglio di integrazione e vigilanza dell'Istituto lo scorso febbraio. (Lo apprende l'Adnkronos).

Nel dettaglio la gestione finanziaria di competenza presenta un risultato negativo di 8,3 miliardi: la differenza cioè, fra 402 miliardi di accertamenti e 410,3 di impegni. Il miglioramento è stato di 3,6 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio originarie del 2014 che presentava un disavanzo di 12 miliardi.

Migliora la situazione patrimoniale - La nota di variazione presenta un netto miglioramento della situazione patrimoniale, che passa da un rosso di 4,5 miliardi a un attivo di 21,2 grazie al ripiano dei disavanzi delle gestioni ex Inpdap (l'ex Istituto Nazionale di Previdenza per i dipendenti delle Amministrazioni pubbliche) deciso con la legge di stabilità con un apporto di 21,6 miliardi.

Entrate contributive inferiori alle uscite per le pensioni - Dal bilancio di previsione dell'Inps emerge che le entrate contributive nel corso del 2014 ammontano a 211,6 mld a fronte di uscite per le pensioni per 269,3 miliardi. Le uscite per prestazioni Istituzionali ammontano a 305,5 miliardi, tenendo conto di 36,1 miliardi per prestazioni temporanee. Dall'analisi dei dati appare significativo lo stacco tra le entrate contributive e la spesa per prestazioni pari a circa 58 miliardi, che interessa sia la gestione Inps per 48 mld che quella ex Inpdap per 10,4 mld.

Preoccupa la situazione dell'ex Inpdap - C'è preoccupazione per l'ex Inpdap, il cui disavanzo complessivo è influenzato in modo quasi esclusivo dalla Cassa pensioni dei dipendenti locali. La Cpdei infatti, presenta il maggior disavanzo economico patrimoniale tra le gestioni ex Inpdap con un trend che è peggiorato negli ultimi anni e un disavanzo patrimoniale per il 2014 di 42,2 miliardi. Si tratta di un disavanzo (si legge nella nota di variazione), strutturale generato dal blocco del turn over e dalle pensioni baby, per il quale occorrerebbe trovare una idonea soluzione che individui le fonti di copertura. 

Un 2014 quindi per niente facile per l'Istituto Nazionale di previdenza che, comunque, chiuderà l'anno con un miglioramento, rispetto al bilancio di previsione.

 La nota Civ conferma poi gli effetti della vecchia spending review che, da quest'anno, impongono un contenimento complessivo delle spese di funzionamento dell'Istituto di oltre 591 milioni, di cui 529 derivanti da tagli alle spese di gestione, razionalizzazioni e tagli di consumi intermedi. In particolare si prevede la rinegoziazione dei contratti con Poste e banche per circa 70 milioni, il taglio di 32,5 milioni alle risorse destinate ai Caf e di 115 milioni di quelle postali grazie alla posta elettronica certificata. L'Inps otterrà risparmi dai tagli alla spesa per l'informatica di 88 milioni, dalla dismissione di contratti di locazione, dalla riduzione dei fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa e dal taglio ai compensi agli organi dell'Istituto. Punto sul quale incide anche il nuovo tetto di 240mila euro lordi annui per le retribuzioni dei dirigenti, che tocca il direttore generale ed oltre 10 figure professionali dell'istituto.

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