Pensioni

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L'apertura di Silvio Berlusconi alla Lega Nord produce i primi risultati: Forza Italia appoggerà infatti il referendum per l'abrogazione della Riforma Fornero in materia previdenziale (articolo 24 del Dl 201/2011).

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E' quanto ha ricordato ieri Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che su mandato di Silvio Berlusconi ha firmato il referendum insieme al capogruppo del Senato, Paolo Romani, e a Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia. 

Nello spiegare le ragioni del sostegno di Forza Italia al referendum, Brunetta  ha sottolineato che la riforma Fornero delle pensioni, proprio nel punto in cui determina la fuoriuscita degli esodati, era servita al governo di Mario Monti per fare cassa, e quindi per incidere sul bilancio dello Stato. Non solo, poiché il numero degli esodati fu previsto in modo sbagliato, per difetto, l'incidenza della riforma sul bilancio pubblico è risultata maggiore delle previsioni, tanto da trascinarsi tuttora nei suoi effetti.

Con il referendum sulla Riforma Forza Italia e Lega chiedono il ripristino della pensione di anzianità con il vecchio sistema delle quote o in alternativa con il perfezionamento dei 40 anni di contributi.


''E' da tempo che insistiamo sul rischio dello scoppio di una 'questione'' previdenziale. La 'riforma' Fornero sta dimostrando di non funzionare: l'eta' pensionabile a 67 anni tiene lontani i giovani dal lavoro anche per mancanza di turnover e ha creato 'esodati' senza reddito.

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 Su questo tema e' prevista entro la fine del mese di giugno la discussione in Aula della proposta di legge presentata unitariamente dalla Commissione Lavoro della Camera. Questo impone al Governo una accelerazione per la soluzione del problema, a partire dall'individuazione delle coperture finanziarie. Accanto a questo non e' piu' rinviabile il tema della ''quota 96'' degli insegnanti, un errore marchiano del Governo Monti che impedisce a 4mila lavoratori del settore di poter andare in pensione''. E' quanto dichiara in una nota Cesare Damiano, Pd, presidente della Commissione Lavoro alla Camera.

Intanto ieri il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha incontrato prima di partecipare alle celebrazioni per i vent'anni della cooperativa Futura di Bareggio un gruppo di esodati: "Il lavoro che ho chiesto che si faccia è di avere un elenco esatto di tutte le fattispecie e situazioni - ha dichiarato Poletti -. Io sto provando a fare questa operazione per intervenire in una logica di giustizia".

La finalità è quella di fare "una catalogazione puntuale delle situazioni’" per cui, ha proseguito il Ministro "prenderemo le decisioni che saremo in grado di prendere, facendo i conti tra i soldi che ci servono, le norme e i chiarimenti che dobbiamo fare’". "Se ce la facciamo, proviamo a costruire un perimetro dove troviamo la maniera, nel tempo, di sistemare tutti a partire da quelli che, ovviamente, hanno il problema prima", ha concluso Poletti.

Il provvedimento integra il Dm 76353/2013 ed autorizza l'Inps ad erogare le mensilità residue relative all'anno 2014 che erano rimaste scoperte dal precedente provvedimento.

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Sulla Gazzetta Ufficiale di ieri è stato finalmente pubblicato il Decreto del Ministero del Lavoro n. 79413 che autorizza l’INPS ad erogare il prolungamento di tutela del reddito in favore dei lavoratori esodati che, una volta esaurito il periodo di permanenza nel Fondo di Solidarietà, non hanno potuto accedere alla pensione per effetto della “Manovra Tremonti” (legge 122/2010). Come noto tale manovra (e successive modifiche) aveva esteso il periodo di attesa tra la maturazione del diritto alla pensione e la sua effettiva erogazione.

In riferimento alle nuove decorrenze delle pensioni, sia di vecchiaia sia di anzianità, la riforma prevista dalla legge 122/2010 contemplava la possibilità di non applicare la nuova finestra mobile (lasciando quindi sopravvivere le vecchie quattro finestre) ai seguenti lavoratori, nel limite di un contingente di 10 mila soggetti:

a) collocati in mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati anteriormente al 30 aprile 2010 e che maturassero i requisiti di pensione entro il periodo di fruizione dell'indennità di mobilità;

b) collocati in mobilità lunga per effetto di accordi collettivi stipulati entro il 30 aprile 2010;

c) che al 31 maggio 2010 (entrata in vigore del dl n. 78/2010) erano titolari di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore.

Per questi lavoratori, i quali avessero maturato i requisiti per la pensione dal 1° gennaio 2011 ed entro il periodo di fruizione delle prestazioni a tutela del reddito, la riforma della legge 122/2010 delegava a un apposito decreto (lavoro ed economia) di disporre norme in deroga, e in via alternativa alla non applicazione della finestra mobile, la concessione del prolungamento delle prestazioni stesse a tutela del reddito già in fruizione, per il tempo necessario a raggiungere la decorrenza della pensione sulla base della nuova finestra mobile, nel limite comunque di una durata non superiore al periodo intercorrente tra la data riferita alle finestre previgenti e la data di decorrenza della pensione sulla base della finestra mobile.

La proroga - Il Dm 79413/2014 va ad integrare il precedente provvedimento (Dm 76353/2013) con il quale era stata concessa la proroga del sostegno al reddito ai lavoratori che avessero avuto la decorrenza del trattamento pensionistico, calcolato con le regole antecedenti alla Riforma del 2010, nell'anno 2013. Tale provvedimento aveva tuttavia limitato l'erogazione della tutela solo sino al 31.12.2013.

Con il decreto apparso ieri in Gazzetta l'Inps viene autorizzato a coprire le mensilità residue che "debordano" nell'anno 2014: "il prolungamento del sostegno al reddito e’ concesso limitatamente alle mensilità residue nell’anno 2014 e relative al prolungamento degli interventi di sostegno al reddito autorizzati con decreto interministeriale n. 76353 del 16 ottobre 2013".

L’Inps è stato pertanto autorizzato ad erogare, nel limite di spesa di euro 11.879.108,00, il prolungamento dell’intervento di tutela del reddito in favore dei lavoratori esodati rientranti nel decreto che abbiano presentato domanda per il pensionamento sulla base delle disposizioni in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici vigenti prima dell’entrata in vigore del citato Dl 78/2010.

Il testo del Dm 79413/2014

Durante le votazioni sugli emendamenti al Dl Irpef da parte delle Commissioni Finanze e Bilancio del Senato è stata presentata una proposta di modifica contro la tassazione al 26% delle rendite delle Casse previdenziali private secondo la quale si concederà un credito d'imposta per il periodo luglio-dicembre 2014 utilizzabile in compensazione dal 2015 sulla differenza con il livello del prelievo al 20%.

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Un aumento che avrebbe comportato per gli enti di previdenza dei professionisti un esborso pari a circa 50 milioni di euro, e che viene compensato da un incremento della tassazione delle rendite dei fondi di previdenza complementare che passa, per l'anno 2014, dall'11% all'11,5.

Giudizi positivi alla modifica sono stati espressi dalle Casse di previdenza professionale. L'Adepp, l'associazione degli enti previdenziali privati ha salutato con favore la proposta: «Guardiamo con fiducia all'emendamento presentato dai relatori al Dl 66/2014, di cui auspichiamo l'approvazione». L'Associazione denuncia infatti l'iniquità, dato che, «unici in Europa, siamo sottoposti a una tassazione delle rendite che ci associa a qualsiasi fondo speculativo prevedendo una ulteriore tassazione all'atto dell'erogazione delle pensioni in misura commisurata agli scaglioni Irpef».

Il presidente Adepp Andrea Camporese sottolinea il fatto che «per la prima volta il governo ha compreso la necessità di bloccare quasta spirale di tassazione sulla previdenza di primo pilastro». Il prossimo passo sarà l'armonizzazione della tassazione tra le casse e i fondi di previdenza complementare, che come si legge nell'emendamento, dovrà avvenire a decorrere dal 2015. Un passaggio che avvicinerà la previdenza dei professionisti italiani agli altri paesi europei.

Il presidente della commissione lavoro della Camera dei Deputati Cesare Damiano lancia l'idea di una revisione dell'età pensionabile sulla base anche di quanto accaduto di recente in Germania.

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"Se è vero che la Germania ha approvato una riforma che riduce l'età per il collocamento a riposo, bisognerebbe chiedersi se non sia il caso che anche nel nostro Paese si aprisse una discussione serena sulla questione che possa favorire un ricambio generazionale tra anziani e giovani. Con questa semplice ricetta che adesso sta cominciando a entrare nel pensiero germanico, si potrebbero definire creare nuovi posti di lavoro per i giovani".

Quanto ai recenti dati diffusi dalla Covip sulla previdenza complementare Damiano ricorda che le risorse accantonate con la previdenza privata hanno ormai assunto un "livello rilevante, anche se l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri paesi europei industrialmente avanzati. Non bisogna mai dimenticare che le risorse versate a questi fondi appartengono ai lavoratori e che la loro finalità è quella di aggiungere alla pensione pubblica un assegno complementare. Evitiamo di scostarci da questo obiettivo primario, che è stato pensato soprattutto per le giovani generazioni con la finalità  di poter disporre di una pensione complessivamente dignitosa - sostiene Damiano.

Il Governo dovrebbe promuovere una grande campagna di adesione soprattutto tra i giovani e, contemporaneamente, rendere obbligatorio il versamento della quota di previdenza privata spettante alle aziende, stimolando in questo modo l’adesione dei lavoratori, che va comunque tenuta facoltativa. L’utilizzo anticipato di una quota di  queste risorse risparmiate dai lavoratori è già oggi possibile in alcuni casi:ad esempio  per l’acquisto della prima casa o  per particolari spese mediche. Queste norme possono essere rese maggiormente elastiche tenuto conto dell’attuale momento di crisi e delle necessità delle famiglie".

La proposta di legge sugli esodati, a firma del presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano (Pd), inizierà l’esame in aula alla Camera da lunedì 23 giugno. E' quanto ha deciso oggi la conferenza dei capigruppo della Camera.

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La proposta di legge unificata contiene la cd. sesta salvaguardia, un insieme di norme volte a tutelare quei lavoratori che attualmente non hanno potuto mantenere il beneficio delle vecchie regole pensionistiche, quelle vigenti sino al 31 dicembre 2011.

Si ricorda che la proposta tutela, in sostanza, i lavoratori che fruiscono della mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati entro il 2011 che maturino i requisiti per la pensione entro 2 anni dal termine dell'indennità di mobilità; gli autorizzati ai volontari che abbiano presentato domanda entro il 31 gennaio 2012 che maturino la decorrenza del trattamento entro il 2018; i lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro (unilateralmente o con accordi) che maturano il requisito per la pensione (non piu' la decorrenza) entro il 6 dicembre 2014.

Modifiche importanti interessano anche i lavoratori precoci in favore dei quali viene resa valida la contribuzione accreditata a qualsiasi titolo al fine di escludere le penalizzazioni sino al 31.12.2017 previste dall'articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011. Altri benefici interessano gli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007 ed il personale ferroviario viaggiante, di macchina e di manovra.

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