Notizie
Pensioni, statali in prepensionamento con un anticipo di quattro anni
Possibilità da parte di amministrazioni ed enti di risolvere «unilateralmente» il rapporto di lavoro dei dirigenti, piu' prossimi alla pensione, tre o quattro anni al massimo, versando loro una prestazione di pari importo al trattamento pensionistico fino al giorno in cui avranno raggiunto i requisiti minimi per il collocamento a riposo. E' la misura allo studio da parte del Ministero della Funzione pubblica prevede che potrebbe trovare collocazione nel decreto legge sulla Pubblica Amministrazione atteso il prossimo 13 Giugno.
{div class:article-banner-left}{/div}
Una misura che tradotta in pratica consentirebbe ad un dirigente di anticipare l'uscita dal lavoro già all'età di 62-63 anni in cambio di un assegno di accompagnamento alla pensione. Secondo la titolare della Funzione Pubblica, Marianna Madia, si tratta di estendere la normativa prevista dalla legge 92/2012 per le aziende del settore privato ai dirigenti statali con la finalità di ridurne il numero e favorire l'ingresso dei giovani.
Il documento dovrà essere vagliato "politicamente" ma potrebbe arrivare sul tavolo del Cdm il prossimo 13 Giugno e prevede che siano le amministrazioni pubbliche, sulla base di accordi con il dipartimento della Funzione pubblica, a chiudere il rapporto di lavoro del dirigente; l'amministrazione pubblica, attraverso l'Inps, verserà l'assegno di accompagnamento alla pensione dal momento della cessazione dal servizio fino alla maturazione dei requisiti per la pensione previsti dalla normativa Fornero.
Il tutto dovrebbe portare un risparmio medio di circa il 35% per le casse dello stato. La prestazione corrisposta sarebbe infatti di circa un terzo inferiore rispetto allo stipendio, poiché potrebbe raggiungere al massimo l'80% dell'ultima busta paga. La decisione se inserire la novità nei provvedimenti che attueranno la Riforma della Pubblica Amministrazione sarà assunta dai tecnici entro questa settimana: il 13 giugno infatti si terrà il consiglio dei ministri del prossimo 13 Giugno che dovrà mettere nero su bianco le decisioni dell'esecutivo sulla materia.
Ballottaggi, si torna alle urne Italiani al voto in 148 comuni
- Roma, 8 giu. - Sono complessivamente circa 4 milioni e mezzo gli italiani che oggi torneranno alle urne per il turno di ballottaggio delle amministrative: sono chiamati a scegliere, in tutto, 148 sindaci. Si vota dalle 7 alle 23, a seguito del primo turno del 25 maggio.
Ai 138 comuni delle regioni a statuto ordinario, vanno aggiunti infatti un comune in Sardegna (Alghero, in provincia di Sassari), uno in Friuli Venezia Giulia (Porcia, provincia di Pordenone) e otto in Sicilia: Caltanissetta, San Cataldo (Caltanissetta), Acireale (Catania), Bagheria (Palermo), Monreale (Palermo), Termini Imerese (Palermo), Pachino (Siracusa) e Mazara del Vallo (Trapani). Diciassette i capoluoghi di provincia: Vercelli, Biella, Verbania, Bergamo, Cremona, Pavia, Padova, Modena, Livorno, Teramo, Perugia, Terni, Pescara, Bari, Foggia, Potenza e Caltanissetta.
Nuovo appuntamento con le urne, dunque, per 4.249.450 italiani, 2.030.531 uomini e 2.218.919 donne. Lo scrutinio avra' inizio stasera stessa, al termine delle operazioni di voto e dopo il riscontro del numero dei votanti.
Il turno di ballottaggio si svolgera' anche in un Comune del Friuli Venezia Giulia (Porcia, provincia di Pordenone) e in 8 Comuni della Sicilia (nell'isola si votera' oggi dalle 8 alle 22 e domani, lunedi', dalle 7 alle 15): tutte le informazioni sul turno di ballottaggio nelle due regioni sono reperibili sui relativi siti internet.
Per il ballottaggio - ricorda il Viminale - si sceglie solo tra i due candidati sindaci che hanno ottenuto, al primo turno, il maggior numero di voti: l'elettore vota tracciando un segno sul rettangolo entro il quale e' scritto il nome del candidato prescelto. E dal momento che il turno di ballottaggio costituisce una prosecuzione delle operazioni del primo turno, possono votare "solo coloro che abbiano maturato il diritto di elettorato entro il giorno di domenica 25 maggio 2014, data in cui si e' svolta la votazione del primo turno".
Questi ultimi potranno naturalmente partecipare al turno di ballottaggio anche se non si siano recati a esprimere il voto in occasione del primo turno. Il ballottaggio varra' anche come prima verifica dei risultati elettorali di due settimane fa, sebbene un confronto sia statisticamente poco omogeneo visto che in quell'occasione si era votato anche per le europee.
Nei 16 capoluoghi di provincia, il candidato di centrosinistra parte in vantaggio in 12 casi (a Vercelli, Biella, Verbania, Bergamo, Padova, Modena, Livorno, Perugia, Terni, Pescara, Bari e Potenza), quello di centrodestra in quattro (Cremona, Pavia, Teramo e Foggia). .
Sindaci, domani i ballottaggi. Al voto 5,5 mln di italiani
Corruzione: Grillo, Renzi? Ok giu' toni ma si va oltre ridicolo
Corruzione, affondo di Renzi e Grasso Venerdi' primi provvedimenti
Altro...
Ballottaggi: domani si scelgono 148 sindaci
Ue: Renzi, Junker? No se continua con politica austerita'
Lavoro: Poletti, legge delega entro 2014 sara' risultato straordinario
- Santa Margherita Ligure, 7 giu. - Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e' fiducioso che l'iter della legge delega sul lavoro verra' concluso entro l'anno. "Penso proprio che la avremo entro l'anno, se, come ha dichiarato il presidente della Commissione Lavoro al Senato Sacconi, entro fine luglio si chiudera' la parte in aula al Senato", ha dichiarato Poletti a margine del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, "immediatamente dopo la riapertura dei lavori a settembre, si andra' in aula alla Camera e, se i tempi di discussione saranno veloci come quelli del Senato, entro fine anno pensiamo di aver prodotto un risultato straordinario". "Una legge delega di riforma che comprende ammortizzatori sociali, strumenti per politiche attive e contrattazione vi rendete conto che e' un'operazione gigantesca", ha aggiunto il ministro, "se la si porta a compimento in qualche mese, e' un risultato straordinario".
La concertazione "e' stata a volte un modo per stare tutti intorno a un grande tavolo facendo pagare conto agli italiani". Lo ha dichiarato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a margine del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria. "La palude non e' Confindustria", ha proseguito Poletti in riferimento a una dichiarazione di alcuni mesi fa del premier Matteo Renzi, "quando parliamo di palude non parliamo di un'organizzazione o di un sindacato ma di un contesto dove ognuno ha fatto non bene la propria parte; noi, per la parte che ci compete, non abbiamo intenzione di continuare su questa strada".
Corruzione: Poletti, non sostituire responsabilita' con regole
"Non possiamo pensare di sostituire la responsabilita' delle persone con le regole". E' il commento del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ai recenti scandali che hanno coinvolto l'Expo 2015 e il progetto Mose. "C'e' un problema di responsabilita' di modelli sociali e comportamentali che vanno ricostruiti in questo paese", ha affermato Poletti a margine del convegno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, "bisogna adottare la regola generale che chi commette reati non puo' avere dei vantaggi: ad esempio noi sappiamo che sequestrare beni ai mafiosi e' stato un elemento decisivo".
Renzi, Pd partito della Nazione Venerdi' misure anti-corruzione
- Roma, 7 giu. - "Il risultato delle Europee impone al Pd di essere partito della Nazione". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a 'La Repubblica delle idee'. "Il Pd e' quel partito che quando in campagna elettorale si trovo' ad affrontare il caso della richiesta di arresto di Genovese, non ha trovato scuse, ha guardato le carte e ha votato a favore senza cercare scorciatoie", ha aggiunto. "Chi ruba nel Pd andra' a casa a calci nel sedere", ha aggiunto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a 'La Repubblica delle idee'.
"L'esercito delle persone perbene non puo' solo indignarsi" davanti agli episodi di corruzione, "non basta piu'. L'esercito delle persone perbene cambiera' questo paese". Parlande del voto delle europeee, Renzi e' certo: "Il 40,8% non e' un risultato da mettere in frigo ma da spendere. Preferisco rischiare di perderlo per investire sull'Italia. Se non ci riusciamo sara' tutta colpa mia, se ci riusciamo riparte l'Italia", ha aggiunto.
Contro la corruzione "facciamo sul serio", occorre "dare risposte strutturali" che possono richiedere anche una settimana o due settimane in piu' e serve soprattutto "una risposta culturale". Lo dice Matteo Renzi, oggi a Napoli. "Bene i provvedimenti spot", ma non bastano, osserva il premier, c'e' "una emergenza educativa in Italia" per affermare che "la legalita' non e' un optional". Venerdi' prossimo ci sara' un provvedimento ad hoc sulla corruzione che prevede "poteri precisi" all'autorita' di Cantone, annuncia Matteo Renzi a Napoli.
Serve "una riforma radicale", "occorrera' incidere sulla vigilanza e sulle procedure" degli appalti. "Nella vicenda del Mose di Venezia sono coivolti i ladri ma anche le guardie". Cosi' il premier Matteo Renzi, a 'La Repubblica delle idee', criticando poi l'atteggiamento delle autorita' preposte ai controlli. "Dobbiamo porci il problema di come tagliare le autorita' che non hanno funzionato perche' non hanno piu' senso che esistano", ha aggiunto. .
Pd: Renzi, il 40,8% di consensi impone che sia Partito della Nazione
- Napoli, 7 giu. - "Il risultato delle Europee impone al Pd di essere partito della Nazione". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a 'La Repubblica delle idee'. "Il Pd e' quel partito che quando in campagna elettorale si trovo' ad affrontare il caso della richiesta di arresto di Genovese, non ha trovato scuse, ha guardato le carte e ha votato a favore senza cercare scorciatoie", ha aggiunto. "Chi ruba nel Pd andra' a casa a calci nel sedere", ha aggiunto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a 'La Repubblica delle idee'. "L'esercito delle persone perbene non puo' solo indignarsi" davanti agli episodi di corruzione, "non basta piu'. L'esercito delle persone perbene cambiera' questo paese". Parlande del voto delle europeee, Renzi e' certo: "Il 40,8% non e' un risultato da mettere in frigo ma da spendere. Preferisco rischiare di perderlo per investire sull'Italia. Se non ci riusciamo sara' tutta colpa mia, se ci riusciamo riparte l'Italia", ha aggiunto. .

