Pensioni, A volte la contribuzione volontaria è inutile

Lunedì, 13 Dicembre 2021
Chi ha oltre 60 anni ed un'anzianità contributiva di poco superiore a 20 anni non trae benefici dalla prosecuzione volontaria dell'assicurazione IVS. La data di pensionamento, infatti, resta ancorata a 67 anni.

Sono disoccupata da più di quattro anni e compirò 63 anni l'8 Gennaio 2022. Dal mio estratto conto previdenziale deduco di avere appena 20 anni di contributi. Il mio progetto per la pensione sarebbe stato quello di chiedere a mio marito di aumentare la mia anzianità pensionistica aggiungendo alcuni anni di contribuzione volontaria a sue spese poiché il calcolo della mia futura pensione, stante la scarsità di contributi e il basso salario sarebbe presumibilmente inferiore alla minima sociale, ma dall'INPS mi hanno sconsigliato di farlo perché inutile e non conveniente. Chiedo cortesemente di conoscere se, a questo punto, potrò mai avere una pensione che mi consenta di vivere con un po' di autonomia per i prossimi anni fino al raggiungimento dei sessantasette o dovrò restare senza alcun reddito fino ad allora, visto che non potrò beneficiare del reddito di cittadinanza perché mio marito è pensionato ed è tenuto al mio mantenimento? Grazie!

Si conferma che se ha già raggiunto 20 anni di contributi (1040 settimane contributive) non conviene proseguire volontariamente l'assicurazione IVS. Non godrebbe, infatti, di un anticipo della data di pensionamento che resterebbe (come ora) fissata all'età di 67 anni. Purtroppo la legislazione vigente non riconosce la possibilità di conseguire una pensione diretta con 63 anni unitamente a 20 anni di contributi.

Al 31/12/1995 avevo più di 18 anni di contributi e precisamente fino al 31/12/1992 489 settimane nei Lavoratori Dipendenti e 308 settimane negli Artigiani quindi in due gestioni differenti.
E' corretto che l'INPS nel calcolo della mia pensione anticipata da artigiano mi prenda in considerazione non la media degli ultimi 15 anni dei redditi antecedente la pensione ma la media di tutta la vita contributiva da artigiano?

Sì, il calcolo è corretto. Con riferimento all'anzianità contributiva maturata nella gestione artigiani al 31.12.1992 il calcolo deve essere effettuato sulla media degli ultimi 10 anni di contribuzione da artigiano; con riferimento alle anzianità contributive maturate nella gestione artigiani tra il 1.1.1993 ed il 31.12.2011 (avendo il lettore 18 anni di contribuzione al 31.12.1995) il calcolo verrà effettuato considerando le contribuzioni nella gestione artigiani dal 1.1.1993 al pensionamento più gli ultimi 10 anni anteriori al 1.1.1993. Per ribaltare il calcolo sugli ultimi 15 anni il lettore dovrebbe essere in possesso di 15 anni di anzianità nella gestione artigiani (780 settimane) al 31.12.1992. E' irrilevante, a tal fine, la contribuzione accreditata nel FPLD alla medesima data.

Sono insegnante con 26 anni di contributi. Prima di insegnare , dal1993 al 1995 ho svolto come laureata delle collaborazioni coordinate e continuative presso Un Istituto di Ricerca ; ho tutti i contratti ma l’ente di ricerca non ha versato contributi al 10% per le mie prestazioni. Vorrei riscattare questi periodi ai fini pensionistici; conviene farlo come riscatto oppure come contribuzione volontaria con domanda all’INPS?

La lettrice può profittare del riscatto dei periodi di collaborazione coordinata e continuativa nella gestione separata ai sensi dell'articolo 51, co. 2 della legge n. 488/1999 (Circ. Inps 117/2002) pagando il relativo onere economico. Non risulta possibile, invece, effettuare una domanda di prosecuzione volontaria dell'assicurazione IVS in quanto questa facoltà non copre periodi temporali così remoti rispetto alla data della domanda. 

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