Fisco
Tasi 2014, ecco le regole per il pagamento dell'acconto
Il decreto dl «Salva-Roma» passa con la fiducia alla Camera. L'acconto Tasi 2014 avverrà con regole diverse per prima e seconda casa.
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Con l'approvazione in prima lettura alla Camera, con 325 voti favorevoli e 176 contrari, della legge di conversione del Decreto Legge 16/2014 "Salva Roma ", si cominciano a delineare le regole per il versamento dell'acconto Tasi per milioni di contribuenti italiani. Versamento che sarà diverso per abitazioni principali e per gli altri immobili.
Infatti nei Comuni che non riusciranno a fissare le aliquote entro il 23 maggio e a pubblicare entro il 31 maggio le delibere sul portale del federalismo fiscale, i proprietari delle abitazioni principali dovranno eseguire l'intero pagamento il 16 dicembre.
Per gli altri immobili invece,i proprietari dovranno versare il 16 giugno l'acconto pari al 50% del tributo ad aliquota standard dell'1 per mille, con la possibilità di doversi poi far restituire la quota versata nei Comuni che decideranno di non applicare la Tasi su questi immobili, (per esempio perché l'Imu è già al 10,6 per mille) o chiederanno solo un'aliquota aggiuntiva fino allo 0,4 per mille.
Confermate invece le regole generali della Tasi (l'imposta sui servizi indivisibili): il prelievo si applica sui fabbricati, compresa l'abitazione principale e sulle aree fabbricabili, così come definiti ai fini Imu attraverso una base imponibile determinata con le stesse regole dell'Imu.
I soggetti passivi sono i possessori e detentori (anche inquilini) degli immobili (questi ultimi in misura compresa tra il 10 e il 30 per cento, secondo quanto decide il comune). L'aliquota base è l'1 per mille; l'aliquota massima per le abitazioni principali quest'anno non può superare il 2,5 per mille, mentre quella per gli altri immobili va determinata in modo che la somma di Tasi e Imu non superi il 10,6 per mille.
Il Comune però può aumentare le aliquote massime di un altro 0,8 per mille se fissa agevolazioni all'abitazione principale, tali da equiparare il carico della Tasi a quello dell'Imu su questa abitazione.
Tari - Le modifiche al Dl 16/2014 coinvolgono anche le regole per il calcolo della Tari "il tributo sui rifiuti", che vede l'eliminazione dell'esenzione prevista dal decreto originario per imprese e centri commerciali sui rifiuti speciali assimilati agli urbani e smaltiti autonomamente dai produttori.
La Tari ha sostituito la Tares ed è dovuta per finanziare il servizio di gestione dei rifiuti urbani e assimilati. Si applica su tutti gli immobili suscettibili di produrre rifiuti urbani con esenzione delle superfici che producono rifiuti speciali e delle aree scoperte pertinenziali. La Tari è costituita da una quota fissa e da una variabile: la prima a copertura dei costi fissi del servizio, la seconda per la fruizione del servizio da parte del contribuente.
Quanto alle modalità di pagamento, resta confermato che le utenze domestiche pagheranno in funzione dei metri quadrati e del numero dei componenti il nucleo familiare, mentre le altre utenze pagheranno in funzione dei metri quadrati e degli indici medi di produttività dei rifiuti.
Nei calcoli delle tariffe 2014 e 2015 per le utenze domestiche comunque, i Comuni avranno maggiore libertà nel fissare i parametri per quota fissa e quota variabile, mentre le detrazioni "sociali" aggiuntive a quelle tipizzate potranno essere finanziate con risorse di bilancio anche se costano più del 7% del totale degli oneri del servizio.
La Tari si paga alle scadenze stabilite dal comune che deve assicurare almeno due rate semestrali. Entro il 30 giugno 2014 il Ministero dell'Ambiente dovrebbe tuttavia approvare un nuovo regolamento per determinare le nuove tariffe della Tari.
Imu - Poche invece le novità per quanto riguarda l'Imu. Si paga su fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli ed è dovuta solo dal proprietario o da chi vanta un diritto reale di godimento. La base imponibile si determina partendo dalla rendita catastale dell'immobile, rivalutata e moltiplicando l'importo per i coefficienti stabiliti dalla legge per ciascuna tipologia immobiliare.
Per le aree fabbricabili, l'imponibile è il valore di mercato del bene. L'aliquota base è pari al 7,6 per mille ma il comune può variarla dal minimo del 4,6 per mille al massimo del 10,6 per mille.
Restano ferme le due rate al 16 giugno e al 16 dicembre di ogni anno. L'Imu non è dovuta sulle abitazioni principali non di lusso e su quelle a esse assimilate per legge o per regolamento comunale. Non è dovuta anche sugli alloggi sociali, sugli immobili adibiti a ricerca scientifica degli enti non commerciali e sui beni merce delle imprese costruttrici. Il Dl 16/2014 chiarisce definitivamente, poi, che i versamenti insufficienti dell'Imu 2013, travolti dal caos-aliquote, possono essere sanati senza sanzioni e interessi entro il 16 giugno.
Fattura Digitale, dal 6 Giugno scatta l'obbligo per le Pa
Dal 6 Giugno arriva l'obbligo della fattura elettronica verso le Pubbliche Amministrazioni.
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Dal prossimo 6 Giugno scatterà l'obbligo della fattura elettronica verso la Pa senza piu' la possibilità di utilizzo del supporto cartaceo ai sensi di quanto previsto dal Dm 55/2013. Per avere una visione più completa della nuova disciplina, vediamo quali saranno i principali meccanismi che accompagnaranno la novità.
La decorrenza del divieto - Il 6 giugno 2014 scatta l'obbligo di emettere le fatture in modalità elettronica con un determinato formato (XML con sottoscrizione digitale) verso circa i 18.000 uffici della Pubblica amministrazione. Se le fatture perverranno in forma cartacea, il destinatario non potrà gestirle né pagarle fino a che non gli venga spedita in modalità elettronica nel formato Xml.
Il legislatore, ha però concesso un termine di 3 mesi (fino al 6 Settembre 2014) per consentire agli uffici di trattare le fatture emesse in forma cartecea secondo le modalità precedenti e potrà pertanto provvedere al loro pagamento. Se la procedura di liquidazione e di pagamento non si concluderà entro il 6 Settembre la gestione della fattura dovrebbe comunque proseguire normalmente fino alla sua liquidazione ed al pagamento (onde evitare un ulteriore aggravio per il fornitore).
Qualora invece il fornitore abbia inviato la fattura con modalità cartacea prima del 6 giugno, ma la stessa venga in tutto o in parte rifiutata dall'ente destinatario, il fornitore dovrà procedere all'emissione di una nuova fattura o nota di variazione in formato elettronico ai sensi di quanto stabilito dal Dm 55/2013.
Si sottolinea che, in base alle regole previste dalla legge 244/2007, il fornitore e la Pa, in regime di fatture elettroniche dovranno gestire e conservare i documenti secondo le disposizioni del Codice dell'amministrazione digitale (Dlgs 82/2005).
Taglio Irpef, per gli incapienti 380 euro il beneficio
Si punta a un credito massimo di 380 euro per i «contribuenti incapienti» che hanno redditi annuali fino a 8.200. A erogare il bonus sarà il datore di lavoro che poi recupererà in compensazione le somme erogate al dipendente.
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Le soluzioni sul tavolo di Palazzo Chigi per allargare a circa 15 milioni di contribuenti Irpef la riduzione delle tasse vedrebbero l'introduzione di un credito fino a 380 euro per i lavoratori dipendenti incapienti, cioè quelli che hanno redditi annuali fino a 8.200 euro e per i quali già le attuali detrazioni d'imposta azzerano completamente l'Irpef.
Si tratta di lavoratori, ovviamente, che non avrebbero alcun risparmio fiscale con un intervento sull'aumento delle detrazioni Irpef. Per estendere i bonus anche a questi lavoratori il governo pensa all'introduzione di un credito che sarà erogato mensilmente dal datore di lavoro che , successivamente, potrà recuperare in compensazione le somme erogate in anticipo al lavoratore.
Per i contribuenti fuori dalla no tax area sembra confermato che il bonus fiscale arriverà incidendo sul sistema delle detrazioni attualmente presenti. L'importo della detrazione Irpef, pari a 1.880 euro, sarà applicato in misura fissa per i redditi fino a 24.000 euro (con un aumento già da maggio pari a circa 80-90 euro al mese netti in piu'). La detrazione si ridurrà poi via via al crescere del reddito annuale per esaurire i benefici al raggiungimento dei 55mila euro di reddito annuale.
Dunque salvo modifiche dell'ultima ora il governo, nel decreto del 18 aprile che sarà approvato subito dopo il via libera delle Camere al Def, estenderà il bonus anche in favore dei 4 milioni di lavoratori dipendenti con redditi bassi e spesso titolari di contratti flessibili e discontinui (come Co.co.co e Co.co.pro) che attualmente si vedono azzerare l'Irpef con l'applicazione della detrazione in misura fissa (1.880 euro) e l'applicazione dell'aliquota relativa al primo scaglione della curva Irpef (23%).
Tra le altre misure annunciate da Renzi che dovrebbero vedere la luce il 18 Aprile, c'è poi l'avvio di un processo di digitalizzazione e semplificazione che prevede la migrazione della Pa sulla rete anche con la realizzazione della nuova anagrafe dei cittadini, dell'identità digitale e le norme per la fatturazione elettronica,il taglio agli stipendi dei manager pubblici che dovrebbero essere basati su quattro tetti (quello massimo a circa 238mila euro annui lordi). L'obiettivo è di estenderli da subito ai segretari generali e agli alti funzionari del Quirinale, della Consulta, e delle Camere.
Sulla sanità si attendono interventi per quasi 1 miliardo, agendo sui costi standard e sulle convenzioni ospedaliere e quelle legate agli acquisti di beni e servizi. Dovrebbe anche avviarsi una riorganizzazione delle forze di polizia, senza ridurre i servizi, per ottenere risparmi di circa 800 milioni nel 2015 e 1.700 milioni nel 2016, attraverso un miglior coordinamento, incluso nell'acquisto di beni e servizi, nella presenza territoriale.
Taglio Irpef, il governo studia una soluzione anche per gli incapienti
In arrivo tagli alla spesa e un miliardo dalle banche per garantire 80 euro in busta paga a 10 milioni di italiani. Tra i possibili beneficiari anche gli incapienti.
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L’operazione che consegnerà 80 euro al mese per i redditi sino a 25mila euro lordi annui si dovrebbe allargare anche agli incapienti, le persone che non pagano le tasse perché restano al di sotto della soglia minima di 8 mila euro lordi l’anno. E' quanto annunciato dal premier Renzi nella conferenza sul DEF, che contiene fondamentalmente solo le linee guida della politica economica del Paese, con i numeri sulle prospettive dell’economia italiana, e il cosiddetto «Piano Nazionale delle Riforme».
Insomma il famoso taglio delle tasse che porterà fino ad 80 euro netti in più nelle buste paga di lavoratori dipendenti ed assimilati, come i co.co.co., a partire dallo stipendio di maggio dovrebbe interessare, in qualche misura, anche coloro che, avendo dei redditi troppo bassi, dall’aumento delle detrazioni non avrebbero alcun vantaggio. E' stato lo stesso Renzi a dire che nel decreto legge che il governo dovrebbe approvare il 18 aprile ci sarà un intervento a favore di questa categoria.
Quanto alle coperture i 6,6 miliardi necessari per i restanti 8 mesi del 2014 saranno trovati tagliando la spesa pubblica attraverso la spending review di Carlo Cottarelli, con il gettito Iva aggiuntivo, ma anche togliendo 1 miliardo alle banche che beneficiarono della rivalutazione delle quote di Bankitalia.
Nello stesso decreto su Irpef e incapienti ci sarà lo sconto dell’Irap per le imprese: del 5% quest’anno e poi, si legge nel Def, di «almeno il 10%» a partire dall’anno prossimo. L’operazione sarà finanziata con l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (Bot esclusi) che dal primo luglio di quest’anno dovrebbe passare dal 20 al 26% .
Coinvolgendo gli incapienti però il numero delle persone coinvolte salirebbe da 10 a 14 milioni con ulteriori risorse da individuare a meno che non si decida di spalmare in modo diverso i fondi già trovati per l’aumento delle detrazioni Irpef. Quanto alle modalità di erogazione del bonus agli incapienti il governo studia un eventuale ammontare anticipato dal datore di lavoro che poi lo recupererebbe a sua volta sotto forma di credito d’imposta. Ma restano in piedi anche l’ipotesi del taglio dei contributi Inps, comunque versati anche da chi è nella no tax area, o del contributo diretto pagato sempre dall’Inps.
Taglio Irap 2014, sforbiciata del 5% nel 2014 e 10% nel 2015
Il governo conferma la riduzione dell'Irap sulle imprese e professionisti in un decreto legge che sarà approvato Venerdì 18 Aprile. Le risorse arriveranno dall'aumento del prelievo sulle rendite finanziarie dal 20 al 26% a partire dal 1° luglio
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Dopo settimane di calcoli e analisi il Governo ha confermato il doppio intervento per provare a ridurre la pressione fiscale che oggi grava su imprese e lavoratori autonomi. L'intervento messo a punto dall'Esecutivo prevederà un taglio del 5% per l'anno in corso e del 10%, come più volte promesso dallo stesso Premier Matteo Renzi, per il 2015.
Per conoscere i dettagli dell'operazione comunque, sarà necessario attendere il provvedimento annunciato per il 18 Aprile e indicato dallo stesso Piano nazionale delle Riforme approvato a Palazzo Chigi con il via libera al Documento di Economia e Finanza. Ma è ormai chiaro che a beneficiare della riduzione delle aliquote saranno circa 3,1 milioni di contribuenti Irap (1,7 milioni persone fisiche - 675 mila società di persone - 682 mila le società di capitali - 31mila enti non commerciali ).
Al netto di possibili limature dell'ultima ora le nuove aliquote Irap subirebbero per il 2014 un taglio del cinque per cento: dal 3,9% al 3,7% quella Ordinaria che poi diventerà 3,5% dal 2015 con una riduzione del 10%; dal 5,9% al 5,6% (5,3% dal 2015) per le Assicurazioni; dal 4,2% al 4% per i Concessionari (3,8% nel 2015); dal 4,65% al 4,4% per Banche e Istituti di Credito (4,2% al 2015); dall'1,9% all'1,8 e poi all'1,7% per l'Agricoltura.
Per quanto riguarda le addizionali Irap che possono essere deliberate dalle Regioni, il Governo avrebbe deciso di lasciare invariato l'attuale tetto dello 0,92% che si andrà a sommare alle nuove aliquote in vigore per gli anni d'imposta 2014 e 2015.
Taglio detrazioni Irpef, ecco i beneficiari
I dettagli della riduzione delle tasse per lavoratori e imprese saranno contenuti in Decreto Legge atteso per la prossima settimana.
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Una detrazione Irpef che passa da 1.880 a 2.400 euro e si allarga a tutti i redditi fino a 20mila euro, contro gli 8mila attuali, per modularsi poi in discesa.
Sarebbero queste le basi su cui si sta costruendo il maxi-taglio al cuneo fiscale messo in cantiere dal Governo, con 10 miliardi all'anno di sconti fiscali per i lavoratori dipendenti e gli «assimilati» come co.co.co e co.co.pro. L'effetto in busta paga sarebbe di circa 80 euro in più al mese, in pratica una quattordicesima per fine anno.
I tecnici del Governo lavorano a un doppio aumento della detrazione fissa, quella che oggi sconta 1.880 euro a tutti i redditi fino a 8mila euro (che interessa circa 500mila persone, perché oltre l'80% dei contribuenti che dichiarano cifre simili è incapiente). L'aumento alzerebbe sia il valore della detrazione, portandola intorno ai 2.400 euro, sia il suo ambito di applicazione, che abbraccerebbe tutti i redditi fino a 20mila euro.
A partire da questo livello, lo sconto si verrebbe a ridurre progressivamente al crescere del reddito per azzerarsi a quota 55mila. In questo modo gli effetti maggiori si sentirebbero nella fascia di reddito 20-25mila euro, che è anche la più frequentata dai lavoratori dipendenti (vi si collocano 5,2 milioni di dichiarazioni, un quarto del totale): questi lavoratori otterrebbero il vantaggio fiscale massimo conseguibile pari a circa mille euro annui.