
Fisco
Tasi 2014, nei comuni ritardatari pronto lo slittamento al 16 Dicembre
Governo e maggioranza in campo per evitare il caos della prima rata di giugno. Il sottosegretario Zanetti: versamento a dicembre negli enti in ritardo - Boccia (Pd): spostare tutto al 16 settembre.
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Le regole per il versamento della Tasi 2014 potrebbero cambiare nuovamente perchè troppo caotiche. E' quanto ha fatto intendere il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti (Sc), che vuole rinviare i versamenti al 16 dicembre nei Comuni che non decidono in tempo, e il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), che chiede invece di spostare l'appuntamento al 16 settembre in tutti i Comuni.
Zanetti chiede di spostare direttamente a dicembre il versamento della Tasi su tutti gli immobili nei Comuni che non inviano entro il 23 maggio le delibere al dipartimento Finanze, chiamato a pubblicare la decisione locale entro il 31 maggio. Un intervento che allineerebbe le regole con quelle previste per le abitazioni principali che, dopo le recenti modifiche del Decreto Salva Roma-Ter, pagheranno tutto il 16 Dicembre nei comuni ritardatari.
Per gli altri immobili, infatti, le regole oggi in vigore prevederebbero, il versamento della Tasi a parametri standard, in pratica dividendo per due l'aliquota base dell'1 per mille, una regola assurda che rende impossibile calcolare l'acconto per le case affittate, perché la quota a carico degli inquilini va decisa dal Comune in un range fra il 10 e il 30% del tributo totale sull'immobile. E se manca la delibera comunale non si capisce in quale misura suddividere l'importo tra inquilino e proprietario. Senza contare che in molti casi, per immobili affittati o no, la richiesta ad aliquota standard finirebbe per far pagare anche quote d'imposta non dovuta, soprattutto nei Comuni in cui l'Imu ha già raggiunto il massimo del 10,6 per mille.
Attualmente infatti solo 683 Comuni hanno già deciso le aliquote secondo il censimento ufficiale del dipartimento Finanze. L'emendamento del sottosegretario Zanetti potrà essere inserito o sul decreto casa 2014 o sul decreto Irpef.
Bonus mobili 2014, niente da fare contro il vincolo legato alle ristrutturazioni
Stop allo svincolo del bonus mobili da quello relativo agli interventi di recupero edilizio. Le commissioni non trovano le coperture.
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Dall'esame in Parlamento del "decreto casa" (D.L. n. 47/2014), emergono alcune novità. In particolare, dal decreto ora in esame al Senato emerge che, per il bonus mobili, cioè la detrazione del 50% per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici destinati all'arredo dell'immobile oggetto di ristrutturazione, torna il vincolo secondo il quale il bonus è riconosciuto solo se la spesa è inferiore a quella dei lavori di ristrutturazione. Non ci sarebbero, infatti, le coperture per svincolare il bonus mobili da quello relativo agli interventi di recupero edilizio.
Alla commissione Bilancio del Senato sono in attesa comunque della relazione tecnica del governo. Il nodo è rappresentato dalle coperture. “E' evidente che su questo argomento il Governo interverrà – assicura Mirabelli. Il suo 'collega' relatore l decreto legge casa, Stefano Esposito (Pd), ha già chiesto l'intervento del governo per cercare di correre ai ripari.
La parola, come accade sempre in questi casi, tocca ora al Ministro dell'Economia. Ma a quanto pare i relatori hanno già parlato con il ministro Lupi che si è impegnato a parlare a sua volta con Padoan. Lo stesso Tesoro proprio sul bonus mobili ha fatto sapere di non avere particolari obiezioni, considerando che una norma simile in passato ha già ottenuto il via libera della Ragioneria. Il problema principale, viene riferito, sarebbe costituito dalla retroattività della norma (che sarebbe valida a partire da giugno 2013) a causa dei costi, che però secondo alcuni conti dovrebbero essere più che compensati dalle entrate.
Tasi 2014, l'acconto di giugno a rischio caos
Niente da fare per l'invio del bollettino precompilato a casa dei contribuenti per il pagamento della Tasi. Mancano i tempi tecnici per l'invio del documento per giugno. I contribuenti di fronte al rebus della Tasi.
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Ormai è chiaro che, per il pagamento della Tasi non ci sarà l'invio dei bollettini precompilati con gli importi da pagare per evitare ai contribuenti di fare errori e recarsi nei Caf o dai Commercialisti per l'appuntamento del 16 Giugno. L'acconto insomma sarà «fai da te» e, molti elementi lasciano prevedere che lo stesso accadrà al saldo di dicembre.
Infatti le regole per il pagamento dell'acconto saranno lineari solo nei Comuni che approveranno le delibere entro il 23 maggio e le pubblicheranno sul sito del MEF entro il 31 maggio. Per i Comuni ritardatari, i proprietari di sola abitazione principale saranno esentati dalla prima rata e pagheranno tutto a dicembre; chi possiede altri immobili invece, dovrà pagare l'Imu in base alle aliquote 2013 e la Tasi allo 0,5 per mille - cioè la metà del parametro standard dell'1 per mille - perchè dovranno parametrarla su un possesso di sei mesi.
Il rischio è di generare un meccanismo di rimborsi e restituzioni. Infatti nei Comuni che nel 2013 hanno stabilito un'aliquota Imu del 10,6 per mille e non pubblicheranno le aliquote 2014 entro il 31 maggio, i proprietari dovranno pagare un acconto Imu del 5,4 per mille (la metà del 10,6) e un acconto Tasi dello 0,5 per mille. L'acconto quindi sarebbe misurato su un'aliquota teorica (fuori limite), dell'11,6 per mille. Se poi il Comune deciderà di non applicare la Tasi su questi Immobili si dovrà procedere al rimborso.
Ma i problemi ci saranno anche nei Comuni che hanno già deliberato e pubblicato le aliquote. Per le abitazioni principali infatti, i Comuni possono aver stabilito particolari detrazioni legate al valore catastale, al numero dei figli o al reddito del nucleo familiare. I contribuenti dovranno quindi analizzare i meccanismi di funzionamento delle detrazioni per evitare di fare errori.
Dubbi anche su come devono comportarsi i proprietari delle abitazioni date in affitto. La regola dell'acconto Tasi con aliquota standard nei Comuni che non pubblicano le delibere con le aliquote entro il 31 maggio, riguarda infatti anche le abitazioni con inquilini che devono pagare una quota che oscilla dal 10 al 30% della Tasi, e che deve essere scelta dal Comune. Non essendoci un parametro standard non si comprende quindi che cosa paghino gli inquilini in acconto.
L'acconto Imu, applicato con le aliquote 2013 nei Comuni che non pubblicano le delibere con le aliquote entro il 31 maggio, comporta anche problemi per le abitazioni di residenti all'estero e anziani lungodegenti, che potrebbero essere successivamente assimilate all'abitazione principale. Anche in questo caso, in acconto si pagherebbe un'Imposta poi non dovuta in base alle regole definitive; problemi che sussistono anche per gli Immobili in comproprietà utilizzati come abitazione principale solo da alcuni proprietari. In questo caso, il problema riguarda anche l'acconto nei Comuni che non pubblicano le aliquote entro il 31 maggio, dal momento che le abitazioni principali non pagano, mentre le altre sì.
Decreto casa, congelate le detrazioni e il bonus mobili
La Commissione bilancio del Senato ferma le modifiche proposte al disegno di legge di conversione del decreto casa.
Dopo alcuni giorni di lavoro è arrivato lo stop della Commissione bilancio del Senato per problemi di copertura al piano casa. In bilico ci sono questioni delicate come l'ampliamento delle agevolazioni fiscali in favore degli inquilini a basso reddito e l'eliminazione del tetto a 10.000 euro per il bonus mobili.
Tutto torna dunque nelle mani del Governo che dovrà decidere se esistono effettivamente spazi di manovra per accogliere le modifiche eventualmente individuando altre coperture. Il via libera dell'Aula è atteso per martedì prossimo 13 maggio, poi inizierà una vera e propria corsa contro il tempo perché il decreto deve essere approvato anche dalla Camera entro il 27 maggio, pena la sua decadenza.
In attesa delle decisioni del Governo, il relatore al provvedimento in Commissione Lavori Pubblici Stefano Esposito (Pd), ha annunciato che intende comunque provare a recuperare alcune misure (oltre a portare a casa il bonus mobili al momento 'congelato'). "Ho già parlato con il Ministro Lupi, che ha messo la faccia su questo provvedimento, che - riferisce - si è impegnato a parlare con il Ministro dell'Economia. Anche perché - ha aggiunto Esposito - chiediamo aggiustamenti non nell'ordine delle centinaia, ma delle decine di milioni". In ogni caso "come relatori, visto che non siamo solo passacarte, proveremo a riformulare alcune proposte".
Imu ridotta per il canone concordato. La Commissione Bilancio ha bloccato l'estensione ai Comuni che hanno subito calamità naturali, la possibilità di riconoscere la cedolare al 10% in caso di contratto di locazione a canone concordato; e la cancellazione delle Imposte di Registro sulla nuova scrittura privata che modifica il contratto di locazione comportante una riduzione del canone.
Sconto Irpef per gli Inquilini a basso reddito. Bocciato anche l'emendamento di Sel che estendeva lo sconto fiscale maggiorato per gli inquilini (in precedenza previsto solo in caso di affitto di alloggi sociali), anche agli affitti da privati. Lo sconto prevede una detrazione di 900 euro per chi ha un reddito fino a 15.493 euro e di 450 euro per chi ha un reddito fino a 30.987 euro che sembra quindi destinato a rimanere solo per gli inquilini degli alloggi sociali.
Piu' sicura invece l'introduzione della sanatoria per gli affitti in nero dopo gli effetti della Sentenza della Corte Costituzionale 50/2014. Gli emendamenti proposti dovrebbero mantenere sino al 2015 le agevolazioni previste dal dlgs 23/2011.
Salta invece il censimento degli immobili pubblici e l'anagrafe degli assegnatari di alloggi sociali, e viene fermato anche il tentativo di cancellare il conto dei notai dedicato al deposito del prezzo pagato dagli acquirenti di immobili (introdotto dall'ultima legge di stabilità). «Il caos sulle coperture – commenta la Federazione italiana agenti immobiliari professionali - evidenzia la totale incapacità di comprendere l'urgenza di misure strutturali contro la crisi del comparto immobiliare».
No agli alloggi sociali per chi occupa abusivamente. Dovrebbe passare invece l'emendamento al decreto casa che vieta gli allacci delle utenze a chi occupa gli alloggi abusivamente. Approvato per questo un emendamento del Pd che obbliga i fornitori a chiedere se i richiedenti hanno diritto all'allaccio prima di garantire i servizi. Inoltre chi occupa gli alloggi viene cancellato per cinque anni dalle liste per l'assegnazione delle case popolari.
Bonus Mobili. Lo stop arriva anche per il bonus mobili. La Commissione ha congelato infatti l'emendamento che svincolava il bonus mobili per acquisti fino a 10.000 euro dall'importo dei lavori di ristrutturazione effettuati.
Fisco, dal prossimo anno il 730 sarà precompilato
Prima dell'estate il decreto delegato sulla semplificazione. Bisognerà avere redditi stabili e facilmente identificabili: arriverà a domicilio o sarà consegnato dal datore di lavoro.
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L'Agenzia delle Entrate lavora all'obiettivo di rendere la dichiarazione dei redditi precompilata subito non appena arriverà il via libera del governo che approverà il decreto delega sulla semplificazione fiscale. Proprio il Presidente del Consiglio Renzi chiede con forza la semplificazione del sistema fiscale ed ha annunciato "l'addio dal prossimo anno" al vecchio sistema di dichiarazione dei redditi.
Il 31 maggio sarà dunque l'ultimo appuntamento con i Caf e i commercialisti secondo le intenzioni di Renzi. I 18 milioni di contribuenti risparmieranno dai 30 ai 100 euro l'anno sulla dichiarazione dei redditi e sulla compilazione del 730, il documento nel 2015 arriverà a casa o sarà consegnato sul posto di lavoro.
La precompilazione riguaderà però solo chi possiede redditi stabili e facilmente identificabili: pensionati e lavoratori dipendenti. Questa platea di contribuenti ha un reddito sostanzialmente uguale nel corso degli anni e che l'Agenzia delle Entrate potrà recuperare senza problemi dai cosiddetti sostituti d'imposta.
Il "730" precompilato arriverà anche a chi, oltre al reddito stabile, possiede una casa oppure è costretto a fare la dichiarazione per detrazioni o deduzioni facilmente prevedibili: come ad esempio i bonus pluriennali per il recupero edilizio - il risparmio energetico - mutui - polizze vita - familiari a carico.
La ventata di semplificazioni dovrebbe interessare anche il modello "Unico" anche se probabilmente non si potrà arrivare all'abolizione delle dichiarazioni di professionisti e lavoratori autonomi.
Decreto casa, sì all'introduzione della sanatoria per gli affitti in nero
Saltano per il momento gli sconti Irpef per gli inquilini a basso reddito che spendono per l'affitto 14 per cento dei propri redditi. Ma ci sarà una sanatoria per gli affitti in nero.
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Nell'esame degli emendamenti al decreto Casa 2014 si è stabilito l'allungamento fino al 31 dicembre 2015 della sanatoria sui mini canoni degli inquilini che hanno denunciato gli affitti in nero e hanno tenuto il pagamento di un canone ridotto del 80 per cento grazie alla norma abrogata la Consulta con la sentenza 50/2014.
Il decreto è arrivato all'aula di Palazzo Madama dove il voto è in programma martedì prossimo. Alcune novità arrivano sul fronte Imu dove viene prevista un'estensione dei benefici per gli anziani lungodegenti. Per tali soggetti scatterà in automatico l'assimilazione all'abitazione principale che prima invece era lasciata alla discrezionalità del Comune, con la conseguenza quindi che, le abitazioni principali degli anziani ricoverati in strutture per la lungodegenza saranno esenti dall'Imu indipendentemente dalle decisioni dei Comuni.
Viene confermata poi l'Imu al 4 per mille per gli immobili concessi in affitto a canone concordato con un agevolazione che al momento si ferma al 2014 che resta soggetta alle decisioni dei Comuni i quali possono alzare o ridurre del 3 per mille l'aliquota di base.