Lavoro
Bonus Irpef, il beneficio arriva anche per cassintegrati e disoccupati
Anche i cassintegrati e a chi percepisce indennità di mobilità e disoccupazione riceveranno il Bonus Irpef da 80 euro. È quanto prevede la circolare 9/E dell'agenzia delle Entrate che risponde ai dubbi su beneficiari, calcoli e modalità di erogazione del bonus.
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Anche i cassintegrati, i disoccupati che percepiscono l'indennità e i lavoratori in mobilità riceveranno il bonus Irpef di 80 euro. E' quanto prevede la Circolare delle Entrate 9/E/2014 sullo sgravio fiscale, che dovrebbe arrivare nella busta paga di maggio. Tra le novità anche il fatto che le somme percepite come incremento della produttività, tassate al 10%, non concorrono ai fini del bonus.
L'Agenzia precisa in una nota che "il credito Irpef scatta anche per i lavoratori che percepiscono somme indirizzate a sostegno del reddito, come la cassa integrazione guadagni, l’indennità di mobilità e di disoccupazione. Non concorrono al superamento del limite di 26mila euro le somme percepite a titolo di incremento della produttività che godono di una imposta sostitutiva del 10% mentre le stesse somme, a esclusivo vantaggio del lavoratore, vengono conteggiate per calcolare l’imposta lorda da confrontare con le detrazioni da lavoro dipendente". Nel caso delle "somme a sostegno del reddito" il diritto al bonus, precisa la circolare, è da considerarsi "automatico", in quanto le somme percepite costituiscono proventi comunque conseguiti in sostituzione di redditi di lavoro dipendente, quindi assimilabili alla stessa categoria di quelli sostituiti.
Per quanto riguarda invece i redditi soggetti all’imposta sostitutiva per l’incremento di produttività, questi (entro il limite di 3mila euro lordi) sono fuori dal calcolo della soglia di reddito di 26mila euro, tetto massimo oltre il quale si perde il diritto al bonus Irpef. "Nel 2014", chiarisce la Circolare, "la retribuzione di produttività individuale che può beneficiare di questa agevolazione fiscale non può essere complessivamente superiore a 3mila euro lordi e questa cifra non contribuisce al raggiungimento della soglia di 26mila euro di reddito complessivo; e il reddito di lavoro dipendente assoggettato a imposta sostitutiva deve comunque essere sommato ai redditi tassati in via ordinaria per la verifica della 'capienza' dell’imposta lorda, calcolata sui redditi da lavoro rispetto alle detrazioni da lavoro spettanti". Nel limite dei 26mila euro, invece, bisogna considerare i redditi provenienti da affitti di immobili sotto il regime della "cedolare secca".
Tra le altre precisazioni, l'Agenzia ricorda che il bonus da 80 euro spetta anche ai lavoratori deceduti in relazione al loro periodo di lavoro nel 2014 e sarà calcolato nella dichiarazione dei redditi del lavoratore deceduto presentata da uno degli eredi.
Sul fronte del sostituto d'imposta, invece, si segnalano i ragguagli circa il calcolo del credito da erogare. La circolare specifica gli step che il sostituto d’imposta deve seguire per il calcolo del credito. Una volta calcolato il credito, la successiva ripartizione potrà avvenire tenendo conto del numero di giorni lavorati in ciascun periodo di paga. Per semplicità di applicazione, è comunque possibile utilizzare anche altri criteri, purché oggettivi e costanti, ferma restando la ripartizione dell’intero importo del credito spettante tra le retribuzioni dell’anno 2014. Ad esempio, per i rapporti di lavoro che si protraggono per l’intero anno 2014, l’importo del credito di 640 euro su base annua potrà essere erogato per un importo pari a 80 euro al mese per ciascuno degli 8 mesi che vanno da maggio a dicembre 2014.
Nel caso di contribuenti che hanno lavorato solo una parte dell’anno, inoltre, il sostituto d’imposta deve calcolare il credito sulla base del periodo di lavoro effettivo. La Circolare fa l'esempio di un lavoratore il cui reddito complessivo è di 22mila euro e che ha svolto 120 giorni di lavoro nel 2014 avrà diritto a un credito pari a 210,41 euro (640/365 x 120). Dopo aver individuato l’importo complessivo del credito spettante, particolare attenzione dovrà poi essere posta nella ripartizione del bonus nelle varie buste paga da maggio in poi. Infatti, l’importo da erogare nel mese andrà parametrato in base ai giorni di cui è composto il singolo mese di retribuzione.
Electrolux, c'è l'intesa: nessun licenziamento e decurtazione dei salari
Tra oggi e domani gli ultimi round con le istituzioni e Palazzo Chigi. Poi partono i referendum tra i lavoratori per chiudere entro il 22 maggio. Tra i punti centrali nessun licenziamento e mantenimento dei salari
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E' stata finalmente raggiunta l'intesa fra sindacati e azienda sulla vertenza Electrolux. E' quanto ha comunicato Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm del settore degli elettrodomestici. "Dopo una notte di trattativa, siamo finalmente riusciti a raggiungere con Electrolux un'intesa difensiva, ma di grande importanza per la salvaguardia sia dell'occupazione, sia del salario. Oggi pomeriggio ci incontreremo al Ministero dello Sviluppo economico e domani alla presidenza del Consiglio", aggiunge Ficco.
Anche il responsabile della Fiom, Michela Spera si mostra soddisfatto: "Sono pronti dopo un incontro durato tutta la notte i testi dell'intesa tra Electrolux e sindacato, il confronto riprende oggi al tavolo ministeriale con la partecipazione delle Regioni interessate, per formalizzare le misure decise dal Governo e dalle Regioni stesse a sostegno delle produzioni di Electrolux in Italia; il confronto conclusivo si terrà domani, alle ore 15, a Palazzo Chigi". Proseguono ancora i due sindacalisti: "Ora la parola passa alle lavoratrici e ai lavoratori". Le assemblee per illustrare i contenuti dell'ipotesi di accordo cominceranno venerdì 16 maggio a Forlì. A seguire ci saranno le assemblee a Porcia, il 19 maggio, a Susegana, il 20, e in conclusione, il 21 maggio, nello stabilimento di Solaro. In tutti gli stabilimenti del gruppo l'intesa sarà sottoposta a referendum che si concluderà entro il 22 maggio.
"I contenuti principali dell'intesa che poi sarà sottoposta al vaglio dei lavoratori", spiega ancora Ficco, "sono i seguenti: nessuna chiusura di stabilimento, in virtù di un piano industriale per tutti i quattro stabilimenti italiani con 150 milioni di euro di investimenti nel periodo 2014-2017; nessun licenziamento, grazie al ricorso ai contratti di solidarietà nelle fabbriche, alla cassa integrazione straordinaria in alcune aree impiegatizie ed alle uscite incentivate volontarie o finalizzate alla pensione; mantenimento integrale del salario, nonchè delle pause per effetti stancanti e per necessità fisiologiche, con la riduzione della sola pausa aggiuntiva di Porcia che passa da 10 a 5 minuti; per Porcia impegno dell'azienda al riassorbimento di 150 esuberi, attraverso iniziative interne e intervento di un imprenditore intenzionato a insediarsi nelle aree dismesse del sito; previsione di alcuni incrementi di gettito produttivo, ma con l'impegno aziendale a non peggiorare gli indici di salute e sicurezza sul lavoro e a verificare in fabbrica la fattibilità degli interventi; taglio del 60% dei permessi sindacali dal 1/1/2015, ma mantenimento delle ore di assemblea sindacale".
Piano garanzia giovani, quasi 30 mila richieste in pochi giorni
E' boom per il Fondo Governativo che punta all'inserimento di under 30 che non studiano né lavorano. Quasi 30mila richieste nei primi otto giorni di lancio del programma.
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Decolla il piano garanzia giovani. Dall'1 all'8 maggio si sono iscritti complessivamente 29.936 persone, nella maggior parte dei casi (21.189) attraverso il Portale Nazionale dedicato www.garanziagiovani.gov.it, in altri casi attraverso i portali regionali. Trend in costante crescita, nonostante l'assenza di consistente campagna pubblicitaria. Quanto alla provenienza geografica, la maggior parte dei giovani iscritti è nel sud in particolare in Campania, regione in cui il problema dei Neet è più evidente con 6.656 unità pari al 22% del totale. Seguono la Sicilia che ha espresso il 17% delle adesioni (4.981 unità) e, la Toscana con l'11% degli iscritti complessivi (3.358 unità). La regione con il minor numero di residenti, che hanno aderito al programma è invece la Valle d'Aosta.
Per quanto riguarda il genere, si registra una prevalenza degli uomini che hanno espresso il 54% delle adesioni (16.196). Sul versante delle fasce d'età il 51% delle adesioni, ossia 15.371 (7.616 uomini e 7.755 donne) ha interessato i giovani di età compresa tra i 25 e 29 anni, mentre sono state 13.840 (pari al 46%) le iscrizioni che hanno riguardato soggetti dai 19 ai 24 anni (8.103 uomini e 5.737 donne) e 725, pari al 2%, quelle dei giovani dai 15 ai 18 anni (477 uomini e 248 donne). Interessante anche il dato che illustra le regioni scelte dal giovane per ricevere il portafoglio di servizi del programma: prevale la Campania con il 18% delle adesioni, seguita ancora una volta da Sicilia con il 12% del totale e dalla Toscana a quota 11 per cento. Queste tre regioni insieme assorbono insomma qualcosa come il 41% delle adesioni.
Ad oggi sono 13 le convenzioni firmate con le Regioni: Calabria - Emilia Romagna - Friuli Venezia Giulia -Lazio - Liguria - Marche - Piemonte - Provincia Autonoma di Trento - Sardegna -Toscana - Umbria - Valle d'Aosta - Veneto. Prosegue nel frattempo, l'impegno del Ministero per la promozione di specifici protocolli di collaborazione con le principali Associazioni imprenditoriali finalizzati ad incrementare e rendere facilmente disponibili sulla piattaforma della "Garanzia Giovani" le offerte delle imprese. Dopo quelli con Finmeccanica (28 marzo) e con Cia e Agia (22 aprile), sono stati siglati i protocolli con le organizzazioni che fanno parte di Rete Imprese Italia: Casartigiani - Cna - Confartigianato - Confcommercio - Confesercenti.
La residenza del giovane non è affatto preclusiva per la scelta della regione dalla quale ricevere il portafoglio di servizi; infatti, il 27% degli iscritti (10.811 unità) ha scelto una regione diversa da quella di residenza. La regione con la differenza maggiore tra residenti che hanno aderito e coloro che hanno scelto una destinazione diversa è proprio la Sicilia con 2.395 giovani con la "valigia pronta" (in pratica il 33% degli aderenti residenti sull'isola).
Decreto Lavoro, la Camera dice sì alla fiducia
La Camera approva la fiducia sul decreto Lavoro. Domani atteso il via libera definitiva sul testo
La Camera ha votato la fiducia al governo sul decreto Lavoro. Il testo ha ottenuto 333 voti favorevoli e 159 contrari.
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L'Aula della Camera esaminerà gli ordini del giorno al decreto legge lavoro mercoledì dalle 9:30: lo ha deciso la presidente Laura Boldrini prendendo atto che la maggioranza dei gruppi chiedevano di non tenere seduta notturna e di proseguire nell'esame del testo mercoledì, quando dovrebbe dunque arrivare il via libera definitiva sul testo. Per il governo Renzi è la nona fiducia.
Il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si dice convinto che il decreto legge non aumenti la precarietà: "E alla fine - scommette - i numeri ci daranno ragione". Se così non fosse, assicura comunque, il governo sarà pronto a cambiare rotta.
Ora, è la convinzione del Pd, si tratta di spostare l'attenzione sulle finte partite Iva, che "ormai - afferma Giovanna Martelli, componente della commissione Lavoro alla Camera - hanno le sembianze del lavoro subordinato. E' quindi su questa anomalia che si devono concentrare i nostri sforzi". Il decreto legge, sottolinea il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, è comunque "un compromesso accettabile". Soddisfatto, dopo le modifiche approvate al Senato, anche il Nuovo centrodestra che con il capogruppo in commissione Lavoro a Montecitorio Sergio Pizzolante si dice convinto come ora "ci si sia allontanati dalla legge Fornero e avvicinati a Marco Biagi".
Decreto Lavoro verso il via libera definitivo. Damiano: ora Renzi si occupi delle pensioni
Il Governo pone la fiducia alla Camera per accelerare la terza lettura del Decreto Lavoro. Damiano: "bene il provvedimento. Ora il governo si occupi di esodati e pensioni"
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Dopo il parere favorevole senza osservazioni della commissione Bilancio della camera, il decreto lavoro è approdato oggi in aula dove il governo con il ministro Boschi in serata ha posto la fiducia per consentire la conversione in legge del provvedimento. Il rush finale è dovuto dall'avvicinarsi della scadenza del decreto, che deve essere convertito entro il 19 Maggio pena la decadenza.
Contro la fiducia ha protesto Massimiliano Fedriga della Lega lamentando che per l’ennesima volta viene maltrattato il parlamento. Sulla stessa linea d’onda si sono attestati Forza Italia e i Cinquestelle che in precedenza avevano chiesto il rinvio del decreto in Commissione, senza tuttavia ottenerlo. Come si ricorderà il testo è già stato approvato con fiducia sia alla camera che al senato dove, secondo il parere del relatore Carlo dell’Aringa, il provvedimento è stato migliorato. Per il ministro del lavoro Poletti il provvedimento migliora le condizioni di lavoro: «È meglio avere la possibilità di stare 36 mesi in un posto di lavoro piuttosto che avere sei ragazzi che cambiano il loro lavoro ogni sei mesi perchè l’imprenditore, preoccupato di dover formalizzare una causale, preferisce interrompere il contratto e prenderne un altro».
Secondo Cesare Damiano, ex ministro del lavoro Pd, il Decreto Lavoro "è un compromesso accettabile che mantiene inalterata nella sua formulazione finale la sostanza delle correzioni apportate in prima lettura alla Camera".
Ora secondo Damiano le forze parlamentari dovranno concentrarsi sugli altri temi caldi: "la battaglia si sposterà sul tema della Delega e sui suoi capisaldi essenziali come il contratto di inserimento a tempo indeterminato, per il quale dovrà valere a regime anche la tutela dell’articolo 18 e sugli ammortizzatori sociali, che andranno estesi anche ai lavoratori precari".
Damiano torna a lanciare la sfida anche sul capitolo previdenza, sino ad ora non toccato dal Governo Renzi: "vogliamo ancora una volta dire al Premier Matteo Renzi che tra le priorità della sua azione politica deve essere incluso il tema delle pensioni al fine di risolvere tempestivamente il problema degli ‘esodati’, delle ricongiunzioni e di “quota 96″ degli insegnanti. La legge Fornero sulla previdenza va cambiata: se si vuole, come afferma il ministro Poletti, trovare una soluzione strutturale, bisogna tornare alle quote introdotte nel 2007 o alla flessibilità nell’uscita dal lavoro verso la pensione".
Decreto Lavoro, aumentano i benefici sui contratti di solidarietà
Aumenta dal 25 al 35 per cento la percentuale della riduzione dell’ammontare della contribuzione previdenziale ed assistenziale.
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Il Decreto Lavoro in discussione alla Camera contiene, tra le varie norme, anche quella relativa ai contratti di solidarietà della quale si parla poco. Si tratta invece di un intervento fortemente collegato all’attuale situazione di crisi che può consentire un più largo utilizzo di uno strumento che, ridistribuendo l’orario di lavoro, può impedire i licenziamenti e l’utilizzo della cassa integrazione. Va sottolineato il fatto che sui contratti di solidarietà è stata apportata una correzione che aumenta dal 25 al 35 per cento la percentuale della riduzione dell’ammontare della contribuzione previdenziale ed assistenziale. La misura è contenuta nell’articolo 5 in cui si prevede, a favore del datore di lavoro che stipula contratti di solidarietà, un beneficio che consiste nella riduzione provvisoria della quota di contribuzione previdenziale a suo carico per i soli lavoratori interessati da una riduzione dell’orario di lavoro superiore al 20 per cento.
Si tratta di un miglioramento che può agevolare l’utilizzo di questo strumento da parte delle imprese. Chi ha avuto modo di entrare a contatto con le aree che hanno particolari situazioni di crisi occupazionale, dai problemi degli stabilimenti Electrolux alla Lucchini di Piombino, si rende perfettamente conto di quanto sia importante avere, accanto ad interventi di politica industriale settoriale, anche adeguati strumenti di tutela dell’occupazione. Inoltre il Decreto prevede, dall’anno 2014, che il tetto di spesa per i contratti di solidarietà sia pari a 15 milioni di euro.