Anticipo Pensionistico, Ecco come fare domanda per l'APE volontario

Vittorio Spinelli Venerdì, 16 Febbraio 2018
Gli interessati dovranno farsi prima certificare dall'Inps tramite il canale telematico il possesso dei requisiti per accedere al prestito pensionistico. 
La pubblicazione della Circolare Inps mette finalmente in moto l'anticipo volontario. E' dunque utile avere un'idea del percorso da seguire per produrre domanda di accesso a questo nuovo strumento.

In primo luogo l'interessato dovrà farsi certificare dall'Inps il possesso dei requisiti per avere diritto all’APE. L'istituto avrà 60 giorni dalla richiesta per emettere la certificazione. Chi vorrà aderire alla misura dovrà, infatti, un minimo di 63 anni di età e 20 anni di contributi, trovarsi a non più di 3 anni e 7 mesi dal pensionamento di vecchiaia nel regime obbligatorio e soddisfare l'ulteriore condizione che l'importo della pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, risulti non inferiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’assicurazione generale obbligatoria (circa 710 euro al mese per il 2018 dato che il TM è pari a 507 euro). E' richiesto inoltre che il lavoratore non sia già titolare di un trattamento pensionistico diretto (tra cui anche l'assegno ordinario di invalidità). 

La domanda di certificazione potrà essere effettuata esclusivamente tramite via telematica (con il codice pin personale) oppure rivolgendosi presso un intermediario abilitato (es. patronati). L'istituto nella certificazione indicherà l’importo minimo (che non può essere inferiore a 150 euro) e l’importo massimo dell’APE ottenibile, cifra che potrà essere scelta dal lavoratore sulla base delle proprie specifiche esigenze: la forchetta oscilla tra il 75% ed il 90% della pensione netta a seconda degli anni di anticipo richiesti. 

La Domanda di APE
Solo a questo punto il lavoratore potrà presentare all'Inps la domanda per accedere all'APE. Con una particolarità: contestualmente il lavoratore dovrà produrre anche domanda diretta ad ottenere la pensione di vecchiaia da liquidarsi al raggiungimento dei requisiti anagrafici previsti dalla normativa vigente (67 anni dal 1° gennaio 2019). Entrambe le
 domande non saranno revocabili, una volta perfezionato il contratto di prestito. Dunque occorrerà farsi bene i conti prima di aderire alla misura. Nella domanda il richiedente indicherà sia l'istituto bancario che erogherà il prestito sia l’impresa assicurativa alla quale richiedere la copertura del rischio di premorienza nonchè la domanda di accesso al fondo di garanzia. I finanziatori e le imprese assicurative saranno scelti tra quelli che hanno aderito agli accordi-quadro da stipularsi tra il Ministro dell’economia e delle finanze e il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e, rispettivamente, l’Associazione Bancaria Italiana e l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici ed altre imprese assicurative primarie.

I nati a partire dal 1° gennaio 1954 dovranno, sempre al momento della domanda di APE, scegliere se aderire al finanziamento supplementare nel caso la data di pensionamento slitti a causa della speranza di vita. I nati sino al 30 giugno 1954 avranno anche la possibilità di ottenere gli arretrati maturati dal 1° giorno del mese successivo al perfezionamento di tutti i requisiti richiesti. Tale ultima facoltà sarà disponibile sino al 18 Aprile 2018. 

Il perfezionamento dell'accordo
A seguito della ricezione della richiesta di prestito l’Istituto finanziatore trasmetterà, quindi, all’Inps il contratto di prestito ovvero l’eventuale comunicazione di rifiuto dello stesso (la banca potrà declinare la stipula del contratto sulla base di una valutazione del rischio cliente, ad esempio ove questi risulti un cattivo pagatore). In quest’ultimo caso sia la domanda di pensione che quella di APE decadranno e resteranno prive di effetti. In caso di concessione del prestito, dal momento in cui il contratto è reso disponibile al richiedente, questi avrà 
14 giorni per esercitare il diritto di recesso. Se il termine spira il contratto è perfezionato ed il prestito decorrerà entro i 30 giorni lavorativi successivi. Il lavoratore percepirà la somma finanziata attraverso quote mensili per dodici mesi all'anno, somme che non costituiranno reddito ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, sino al raggiungimento dell'età per la pensione di vecchiaia.

Formalmente l'Ape decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda di Ape. Se si presenta domanda il 16 marzo 2018 l'Ape decorre dal 1° Aprile. Tuttavia per l'erogazione concreta delle somme il richiedente dovrà attendere il primo giorno del terzo mese successivo a quello di presentazione della domanda di Ape ottenendo in tale occasione gli arretrati maturati nelle due mensilità precedenti. Ad esempio un soggetto che fa domanda il 16 marzo 2018 conseguirà le somme del prestito il 1° giugno 2018 che comprenderenno la rata di Aprile, Maggio e Giugno. Ciò si riverbera anche sul piano di ammortamento della rata che risulterà leggermente più favorevole. 

Raggiunto il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia, l’Inps tratterrà da ciascun rateo l’importo della rata per il rimborso del finanziamento e lo riverserà all’istituto finanziatore entro 180 giorni dalla data di scadenza della medesima rata. Per i successivi venti anni al ritmo di 12 rate annue (240 in tutto). Gli effetti della trattenuta non rileveranno ai fini del riconoscimento di prestazioni assistenziali e previdenziali sottoposte alla prova dei mezzi come, ad esempio, per le spettanze delle pensioni di reversibilità/indirette.   

L'Inps ha indicato che lo strumento è compatibile con i trattamenti di sostegno al reddito (ad esempio naspi, mobilità, ape sociale, indennizzo ai commercianti eccetera). In particolare per quanto riguarda l'Ape sociale, a differenza di quanto dichiarato in un primo tempo dal Governo, le due prestazioni paiono viaggiare assolutamente in parallelo. Resta da comprendere se il reddito ottenuto tramite l'anticipo pensionistico possa influire sulla misura dei trattamenti in questione. La risposta dovrebbe essere negativa dato che l'Ape volontario è un prestito ma una conferma sarebbe auspicabile. 

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