Pensione a 67 anni, Strada in salita per un accordo

redazione Venerdì, 10 Novembre 2017
Difficile trovare una sintesi tra Parti Sociali e Governo. Lunedì 13 novembre l'esecutivo formulerà una proposta complessiva sui temi previdenziali. 
Prosegue il confronto tra parti sociali e Governo sulla previdenza. Ieri le parti si sono incontrate per la terza volta a Palazzo Chigi nel tentativo di raggiungere un'intesa sulla sospensione del prossimo adeguamento alla speranza di vita di cinque mesi che farebbe schizzare l'età per il ritiro a 67 anni per tutti i lavoratori, uomini e donne, dipendenti e autonomi. 

L'esecutivo, come già anticipato, punta a sospendere il prossimo scatto della speranza di vita nei confronti di 15 categorie professionali che svolgono mansioni particolarmente gravose a condizione che l'attività in questione sia stata svolta per almeno sei negli ultimi sette anni di vita lavorativa e a condizione che sussista un elevato maturato contributivo (l'ipotesi è di 36 anni di contributi). La sospensione dell'adeguamento riguarderebbe, peraltro, il solo requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia e non anche quello per la pensione anticipata.

Una proposta inaccettabile non solo per la parte sindacale ma anche per buona parte delle forze politiche in Parlamento. Non a caso in questa settimana la Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha avviato la discussione di ben sette risoluzioni prodotte trasversalmente praticamente da tutti i gruppi politici (compreso il PD che sostiene il Governo) per sostenere l'ipotesi, almeno, di un rinvio della decisione al 2018 dopo le elezioni. Durante i lavori in Commissione non sono mancate peraltro note di disappunto per il mancato coinvolgimento del Parlamento in questa delicata fase di trattativa. 

Le posizioni con sindacati restano, dunque, molto distanti, quasi inconciliabili"Il confronto sta andando male" taglia corto, il segretario confederale di corso d'Italia, Roberto Ghiselli. Sul tema dell'aspettativa di vita, riporta Ghiselli, "siamo molto lontani da ciò che chiediamo". In particolare "qui occorre individuare le categorie con aspettativa più bassa, mentre il governo ha fatto una proposta ridotta al minimo, considerando una platea del mondo del lavoro che non arriva al 10%. Se questi sono i presupposti è inutile anche avanzare una controproposta". 

Su alcune materie ci sono state però delle aperture da parte dell'esecutivo. In particolare la previdenza complementare potrebbe vedere l'armonizzazione delle regole per i lavoratori pubblici e alcuni ulteriori correttivi in materia di Ape sociale e Precoci sarebbero in arrivo; queste misure dovrebbero finire dentro la legge di bilancio sottoforma di emendamenti governativi. Gli altri temi sensibili per le parti sociali, come la pensione di garanzia per i giovani, la flessibilità in uscita nel contributivo puro, il riconoscimento del lavoro di cura e la rivalutazione delle pensioni, restano però ancora fuori dal confronto. 

Il prossimo incontro sarà lunedì 13 novembre alle 9: qui l'esecutivo presenterà una proposta complessiva sui temi discussi finora. Ma le aspettative sono ridotte al minimo: "Aspettiamo questo appuntamento, speriamo che nel frattempo cambino le condizioni" ricorda Ghiselli. Già abbiamo capito che la proposta governativa sarà del tutto parziale: la valuteremo prima dell'incontro con il premier Gentiloni, insieme a Cisl e Uil, a quel punto si dovranno scoprire le carte. Si capirà definitivamente se l'esecutivo guarda ai lavoratori con rispetto oppure no". 

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