Pensioni, Resta il Rebus uscite anticipate per il comparto scuola

Nicola Colapinto Martedì, 05 Dicembre 2017
Ancora non sono state diffuse istruzioni specifiche per il pensionamento anticipato dei docenti della scuola.
Uscite anticipate ancora con rebus per il comparto scuola. Tra i ritardi nell'accoglimento delle istanze da parte dell'Inps e l'attesa per le specifiche indicazioni da parte del Miur per molti lavoratori della scuola non è ancora possibile accedere all'Ape sociale e alla pensione anticipata per i lavoratori precoci

I lavoratori della scuola che quest'anno hanno la possibilità di uscire in anticipo rispetto alla Legge Fornero sono in particolare gli invalidi civili almeno al 74%, i lavoratori che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente entro il 1° grado convivente con grave disabilità oppure le maestre d'infanzia e gli educatori degli asili nido. Queste tre categorie possono accedere all'APE sociale dai 63 anni e 30 anni di contributi (36 anni nel caso delle maestre d'infanzia e degli educatori) oppure accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica, a condizione di avere almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del 19° anno di età. Chi si riconosce in tali profili di tutela e matura i requisiti anagrafici e/o contributivi entro il 31.12.2017 doveva produrre istanza di verifica delle condizioni all'Inps entro il 15 Luglio 2017 (o entro il 30 novembre 2017). Ed attendere la comunicazione Inps circa l'accoglimento dell'istanza.

Purtroppo i tempi si sono allungati a dismisura e tale comunicazione, per quei pochi docenti che la hanno ricevuta, è stata inviata dall'Inps ad anno scolastico iniziato, a metà ottobre (alcuni, peraltro, ancora la devono ricevere) facendo spirare il termine del 1° settembre 2017 per il pensionamento. Questi docenti attendevano specifiche istruzioni dal Miur con il recente provvedimento sulle cessazioni dal servizio per il 2018 ma ancora una volta il Dicastero di Viale Trastevere si è preso ulteriore tempo per regolarne l'uscita.

Maura, ad esempio, ci scrive ricordando che è una docente della scuola con 64 anni e 35 di contributi che assiste il coniuge invalido. Ha avuto il riconoscimento da parte dell'Inps del possesso dei requisiti per l'Ape sociale il 29 Ottobre 2017 (sin dal 1° maggio 2017). Teoricamente Maura avrebbe dovuto lasciare il servizio il 1° settembre 2017, dato che l'uscita per i lavoratori del comparto è fissa annuale, e percepire l'ape sociale da tale data sino alla pensione (di vecchiaia). A causa del ritardo della comunicazione di accoglimento dell'istanza Maura è però dovuta tornare in cattedra il 1° settembre 2017 ed il rischio è che ora ci resti un altro anno, sino al 1° settembre 2018 se non saranno fornite in tempi rapidi dal Miur specifiche istruzioni per lasciare il servizio in corso dell'anno scolastico 2017/2018. Una vera beffa. 

Per questa ragione sarebbe utile che le procedure Miur di uscita per pensionamento siano adattate con le scadenze previste per l’accesso all’Ape sociale e alla pensione dei precoci, così da ricomprendere il personale della scuola, a cominciare dagli insegnanti della scuola dell’infanzia. Già in passato, in occasione della quarta e quinta salvaguardia, il Parlamento dovette intervenire con una norma ad hoc, inserita in fretta e furia nella legge di bilancio di fine anno, per consentire l'uscita dal servizio di quei docenti che ricevettero la comunicazione di salvaguardia ad anno scolastico ormai già avviato. Ancora più confusa la questione per l'ape volontario al quale potrebbe aderire un più ampio numero di docenti rispetto agli anticipi gratuiti. L'Ape volontario comporta una penalità sulla pensione dato che l'anticipo viene erogato dal sistema bancario ed il pensionato dovrà restituirlo con un prelievo ventennale sulla pensione. Per questa forma di pensionamento, tuttavia, manca all'appello ancora la convenzione quadro tra banche, governo ed assicurazioni e pertanto ormai i ritardi determineranno l'impossibilità di uscire prima del 1° settembre 2018. 

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