"In questo modo - spiega - si rischia di compromettere l'accesso al diritto a decine di migliaia di lavoratori, tutti con alle spalle lunghi anni di lavoro, disoccupati, invalidi o che assistono persone non autosufficienti. Per non parlare - continua - dei disagi che la ristrettezza dei tempi comporterà per i lavoratori, le loro imprese e le strutture dei servizi, per la predisposizione della documentazione".
E non solo "la fase uno del confronto sulle pensioni non si riesce a chiudere in modo positivo" ma nei fatti, denuncia ancora Ghiselli, "non decolla neanche la fase due in cui si dovrà parlare di giovani, flessibilità in uscita, lavoro di cura, previdenza complementare e di rivalutazione delle pensioni, trovando anche soluzioni definitive per altre annose situazioni ancora non risolte".
UIL, Imbarazzo crescente: Meno di 30 giorni per le istanze
"A tre settimane dalla firma del premier Gentiloni dei decreti attuativi di Ape sociale e pensione anticipata per i quota 41, questi non sono stati ancora pubblicati sulla gazzetta ufficiale. È un fatto molto grave che necessita di una riflessione urgente sul funzionamento delle magistrature e delle burocrazie dello Stato italiano" ha detto anche il segretario confederale Uil, Domenico Proietti, in una nota. "Tale ritardo comporta un danno per migliaia di cittadini che vedono ristretti i tempi per presentare la domanda e accedere alle opportunità che la nuova normativa previdenziale, varata con l’ultima legge di bilancio, introduce. Si impone a tutti - conclude - uno sforzo per dare il massimo delle informazioni ai lavoratori ed alle lavoratrici al fine di colmare i disagi che questo inspiegabile ritardo sta comportando". Il ritardo, peraltro, è ancora più grave considerando che ad oggi non è arrivato neanche il via libera al decreto sull'Ape volontario (e quindi della RITA) e manca ancora il provvedimento che consenta il cumulo dei periodi assicurativi con le casse professionali.