Quota 100, Conte conferma lo stop alla fine del 2021

Bernardo Diaz Domenica, 27 Settembre 2020
Per il Presidente del Consiglio non è all'ordine del giorno il rinnovo della misura. Si studia una diversificazione dei canali di uscita in base alla professione dei lavoratori.
Quota 100 non sarà rinnovata oltre il 31 dicembre 2021. Lo ha anticipato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ieri precisando che la misura era un progetto di riforma che suppliva a un disagio sociale creato dopo l'introduzione della Legge Fornero: "quello di persone che si sono viste allontanare di molti anni la finestra pensionistica" ha detto Conte. Per questo motivo il Governo non ha in programma un rinnovo. Secondo Conte occorre piuttosto diversificare l'età di uscita a seconda della professione: "un professore universitario vorrebbe lavorare a settant’anni, mentre in tanti lavori usuranti non possiamo prospettare una vita lavorativa così lunga. Dobbiamo avere il coraggio di differenziare" ha detto il Premier.

Il primo passo per questo obiettivo sarebbe quello di rilanciare il lavoro delle due Commissioni tecniche istituite con l'ultima legge di bilancio incaricate l'una di studiare la gravosità delle occupazioni, anche in relazione all'età anagrafica e allo condizioni soggettive dei lavoratori e delle lavoratrici, anche derivanti dall'esposizione ambientale o diretta ad agenti patogeni; l'altra di classificare e comparare, a livello europeo e internazionale, la spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziali. I lavori delle due Commissioni, che dovrebbero concludersi entro il 31 dicembre 2020 con una relazione alle Camere, potrebbero essere la base per una diversificazione più marcata dell'età pensionabile in funzione della professione e delle aspettative di vita degli assicurati.

L'ipotesi è quella di garantire l'accesso alla pensione con 63 anni e 36 di contributi senza penalizzazioni sfruttando l'attuale meccanismo dell’Ape sociale (che sarebbe esteso oltre il 31 dicembre 2020) ampliando l'attuale novero delle attività usuranti o gravose (attualmente 15). Per gli altri la soglia sarebbe a 64 anni e 37 o 38 anni di contributi ma con penalità sull'assegno pensionistico. Molto probabile anche una proroga ulteriore dell'opzione donna. I sindacati restano contrari all'ipotesi penalizzazioni e puntano ad introdurre una quota 41 per tutti i lavoratori, non solo a favore dei c.d. precoci, e a maggiori tutele per il lavoro di cura e la maternità.

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