Riforma Pensioni, Il Governo studia l'assegno minimo di 780 euro

Valerio Damiani Martedì, 04 Febbraio 2020
Ieri il tavolo di confronto con i sindacati per costruire l'assegno di garanzia in favore di chi ha iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996 in poi.

Il governo apre all'ipotesi di costruire una pensione contributiva di garanzia per i giovani con carriere discontinue e precarie. E' questo l'esito del primo incontro tecnico che si è svolto ieri al Ministero del Lavoro tra Governo e Parti Sociali su una riforma complessiva della previdenza pubblica. Non sono stati discussi nel merito specifici provvedimenti ma l'esecutivo si è detto pronto a valutare le proposte che saranno formulate dalle parti sociali. Prima di definire i dettagli del paracadute previdenziale ai giovani con carriere precarie e discontinue, per i sindacati è necessario, tuttavia, capire quante risorse il Mef è disposto a investire nella prossima Finanziaria. "Dobbiamo capire bene di quanto risorse disponiamo, solo dopo si potrà entrare nel merito delle pensioni di garanzia per i giovani – ha affermato il segretario generale aggiunto Uil Carmelo Barbagallo –. Noi siamo pronti anche ad accordi su più manovre basta che chiariscano il nodo di soldi. Se non si chiarisce cosa vuol fare il Mef diventa complicato. È comunque positivo che gli incontri stanno andando nella direzione giusta".

La pensione di garanzia

Per quanto riguarda la pensione contributiva di garanzia la richiesta dei sindacati è di fissare l'asticella minima a 780 euro mensili (il valore della pensione di cittadinanza) da far crescere in proporzione al numero di anni lavorati e da rivalutare annualmente. Un modo – per la Cisl – "di riconoscere adeguatezza ad un sistema pensionistico per i giovani che valorizzi e riconosca anche i periodi di discontinuità lavorativa, la disoccupazione involontaria, gli sforzi attivi di formazione e riqualificazione, le fasi di bassa retribuzione, l'impegno per il lavoro di cura rivolto alle famiglie e verso le persone non autosufficienti in considerazione dell'esigenza di riconoscere ai fini previdenziali e anche il lavoro di cura". Tra le proposte vi è anche quella di una forma di contribuzione figurativa per i periodi di disoccupazione involontaria non coperti dalla Naspi o altro ammortizzazione sociale, validati dai servizi per l'impiego; il sostegno all'accesso alla previdenza complementare attraverso un'ulteriore defiscalizzazione e l'introduzione del principio di silenzio-assenso all'adesione dei Fondi". 

Le altre misure

Oltre all'istituzione di una pensione contributiva di garanzia, per la Uil è necessario adottare misure già nel corso della carriera lavorativa, con il riconoscimento di una contribuzione figurativa piena per i periodi di disoccupazione o per i periodi di formazione svolti fuori dal periodo lavorativo. "Tre interventi non in alternativa, ma da applicare con un mix, capace di tutelare i lavoratori più deboli e con carriere discontinue", ha spiegato la Uil. Inoltre, per il sindacato, bisogna sia superare le attuali soglie reddituali per l'accesso alla pensione anticipata e di vecchiaia sia modificare gli attuali coefficienti di trasformazione e occorre prevedere maggiorazioni contributive per le lavoratrici madri e per periodi di assistenza a familiari con disabilità. Nel corso del confronto sono stati sottolineati anche gli sforzi compiuti nel DL 4/2019 per aiutare le carriere dei giovani. In particolare l'introduzione del riscatto agevolato della laurea per i periodi temporali ricadenti nel sistema contributivo (una misura che aiuta soprattutto i giovani a guadagnare il requisito minimo per il pensionamento); e la cd. pace contributiva che consente ai lavoratori privi di anzianità contributiva al 31.12.1995 di riscattare ai fini pensionistici i periodi non coperti da contribuzione tra un lavoro e l'altro. Per la parte sindacale queste misure vanno nella direzione giusta e possono essere ulteriormente estese.

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