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- Roma, 14 set - Silvio Berlusconi lavora per superare l'impasse sulla Consulta e tentare di ricompattare il partito dopo la forte frattura che si e' registrata in parlamento negli ultimi giorni. Secondo quanto si apprende da fonti azzurre, nei diversi contatti che l'ex premier ha avuto oggi con i vertici di Forza Italia, ha ripreso quota l'ipotesi di votare il senatore Donato Bruno per la Consulta in ticket con Luciano Violante - indicato dal PD - anche se, viene spiegato, non e' stata ancora presa una decisione ufficiale in tal senso. Quindi non e' escluso che ci siano domani nuove consultazioni, prima della seduta congiunta del Parlamento, e che Forza Italia possa cambiare nuovamente il proprio candidato.

Appello di Grasso: bisgna uscire dal pantano

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Il decreto legge sblocca italia introduce il bonus per chi affitta un immobile nuovo entro sei mesi dal suo acquisto per almeno 8 anni ad un canone non superiore a quello previsto per i contratti a canone concordato.

Kamsin Servirà un decreto interministeriale Infrastrutture-Finanze per vedere in azione il bonus per chi affitta un immobile entro 6 mesi dall'acquisto o dalla sua costruzione. Ma nessun cenno ai tempi entro cui tale provvedimento dovrà essere adottato. E' questo quanto prevede l'articolo 21 del Dl 133/2014 che ha introdotto nel nostro ordinamento il cd. bonus sugli affitti, una misura in verità già presente in alcuni paesi europei che ha stimolato il mercato immobiliare.

L'incentivo consiste in una deduzione dal reddito, ripartita in otto anni, del 20% del prezzo di acquisto o di costruzione, nel limite massimo complessivo di spesa di 300.000 euro. In tutto dunque 60 mila euro ripartiti in 8 anni. Diverse le condizioni per attivare il bonus. Prima di tutto la deduzione potrà essere conseguita a condizione che entro 6 mesi dall'acquisto o dalla costruzione dell'immobile si stipulerà un contratto di locazione di importo non superiore a quello previsto per i contratti a canone concordato (articolo 2, comma 3, Legge 431/98) oppure all'eventuale importo della cd. "convenzione comunale" (cioè quella stipulata per il rilascio del permesso di costruire) o all'eventuale importo del canone "speciale" previsto per le abitazioni nei "Comuni ad alta tensione abitativa".  Non si perde la deduzione, comunque, se, per motivi non inputabili al locatore, il contratto di locazione si risolve prima del decorso degli 8 anni, a patto che ne venga stipulato un altro entro un anno dalla data della suddetta risoluzione.

Il tipo di contratto - La legge non precisa che tipo di contratto debba essere stipulato (se a canone libero o concordato) chiedendo solo che l'immobile sia destinato alla locazione per 8 anni. Sarà il decreto interministeriale che dovrà, nei dettagli, precisare il punto. Il provvedimento regolamentare dovrà indicare, ad esempio, se è ammissibile stipulare piu' contratti di locazione nel tempo in modo da raggiungere il vincolo degli 8 anni oppure se ab origine il contratto debba avere una durata di 8 anni. In tal caso saranno ammissibili solo contratti a canone libero (4+4) mentre saranno preclusi quelli a canone concordato (perchè questi hanno una durata di tre anni rinnovabili di altri due e quindi la durata complessiva potrà arrivare a cinque anni, non ad otto). 

Le Altre condizioni - Il bonus spetta solo per gli acquisti, effettuati dall 1° gennaio 2014 al 31 Dicembre 2017 di unità immobiliari a destinazione residenziale, di nuova costruzione od oggetto di interventi di ristrutturazione edilizia. Si tratta delle unità immobiliari classificate nelle categorie catastali da A/1 ad A/11 (esdusa la A/10), a prescindere dal loro effettivo utilizzo. Sono escluse le categorie catastali di lusso (A/1, A/8 e A/9).

Inoltre per attivare il bonus è richiesto che non ci siano rapporti di parentela di primo grado tra locatore e locatario (ad esempio padre e figlio, mentre sarebbe ammissibile il bonus in una casa data in affitto dal nonno al nipote) e che l'immobile consegua prestazioni energetiche certificate in Classe A o B. Il bonus spetta inoltre solo alle persone fisiche che non esercitino attività commerciale.

Riforma Pensioni, la delusione dello Sblocca ItaliaZedde

- Roma, 14 set. - Il primo a esprimere preoccupazione e' il Presidente del Senato, Piero Grasso. Domani, spiega, occorre uscire dall'impasse sull'elezione dei membri di Csm e Corte Costituzionale. "Spero si trovi una soluzione altrimenti il problema diverra' ancora piu' grave", denuncia. Non e' nuova, questa sua posizione, questa sua richiesta di fare in fretta. Appena pochi giorni fa l'aveva resa pubblica insieme al presidente della Camera Laura Boldrini. Oggi, a poche ore dalla ripresa delle votazioni dei due rami del Parlamento in seduta comune, ritorna sull'argomento dando voce ai timori che giungono, contemporaneamenet, anche da ambienti della magistratura. "Quali magistrati eletti, per il gruppo di Area, come componenti del Csm assistiamo con disagio e preoccupazione alle difficolta' del Parlamento nella elezione dei componenti laici del Csm, situazione che lascia la magistratura senza la piena operativita' dell'organo di governo autonomo in un momento di particolare delicatezza, anche per effetto delle norme recentemente approvate e di quelle in via di approvazione in materia di riforma della giustizia e attivita' consiliari". E' quanto sottolineano in una nota Ercole Aprile, Antonello Ardituro, Lucio Aschettino, Nicola Clivio, Valerio Fracassi, Piergiorgio Morosini e Fabio Napoleone. "Allo stesso tempo - proseguono - dobbiamo smentire, per quanto ci riguarda, ricostruzioni giornalistiche che in questi giorni hanno ipotizzato interferenze e anticipazioni in ordine alla scelta dei componenti laici ancora da eleggere e alla individuazione di un 'possibile' vice presidente. Rimaniamo in rispettosa attesa - concludono i togati di Area eletti - che il Parlamento svolga in tempi rapidi il suo compito per poter lavorare, collegialmente, per la scelta del vice presidente del Csm, avendo a mente, senza alcuna pregiudizialita' per le persone, un modello che sappia garantire una guida sicura ed autorevole, ma rispettosa della collegialita', ad un Consiglio che vogliamo fermamente impegnato nel tutelare sia l'autonomia e l'indipendenza, che l'efficienza e la dignita' della funzione giudiziaria, rispettando le diversita' ideali della magistratura, presupposto per la formazione e la crescita di una effettiva cultura della giurisdizione". .
La Circolare del Ministero del Lavoro conferma la stretta sulle regole per la concessione degli ammortizzatori sociali in deroga. Restano esclusi i liberi professionisti.

Kamsin Sulla Cassa in deroga arriva la stretta. Dopo la pubblicazione del decreto ministeriale 83473/2014 il ministero del lavoro ha precisato, con la Circolare 19/2014 dello scorso 11 Settembre, che gli accordi per l'accesso alla cassa integrazione guadagni in deroga stipulati dopo il 4 Agosto 2014 dovranno riguardare lavoratori con almeno 8 mesi di anzianità lavorativa per quest'anno e 12 dal 2015.

La Circolare conferma che il trattamento di cassa integrazione guadagni in deroga possa essere richiesto soltanto dai soggetti giuridici qualificati come imprese, così come individuate dall'articolo 2082 del codice civile. Rientrano nell'ambito di applicazione anche i piccoli imprenditori di cui all'articolo 2083 del codice civile (coltivatori diretti del fondo, artigiani, piccoli commercianti). Il piccolo imprenditore, infatti, è sottoposto allo statuto generale dell'imprenditore, sia pure con alcune peculiarità definite dalla legge con la finalità di uno snellimento e semplificazione degli adempimenti. Restano esclusi quindi i dipendenti degli studi professionali.

Il disco verde al trattamento sarà possibile solo verso i lavoratori che siano sospesi dal lavoro o effettuino prestazioni di lavoro a orario ridotto per contrazione o sospensione dell'attività produttiva dovuta: a) situazioni aziendali dovute ad eventi transitori e non imputabili all'imprenditore o ai lavoratori; b) situazioni aziendali determinate da situazioni temporanee di mercato; c) crisi aziendali; d) ristrutturazione o riorganizzazione. Il trattamento non può essere in nessun caso concesso per la causale di cessazione dell'attività dell'impresa o di parte della stessa.  In altri termini l'impresa che chiude i battenti anche parzialmente non potrà ottenere la Cig in deroga per i propri dipendenti.

Per ogni unità produttiva riferita a imprese non rientranti nel campo di applicazione della Cig e dei fondi di solidarietà, la Cassa integrazione in deroga potrà essere conseguita al massimo per 11 mesi nel 2014, che scendono a 5 nel 2015. Per le aziende che, invece, possono contare sulla Cig, ovvero sui fondi di solidarietà, si potrà prevedere una proroga del trattamento della Cig in corso ma solo per situazioni eccezionali, a salvaguardia dei livelli occupazionali e sempre che sia prevista una ripresa dell'attività lavorativa.

Mobilità in deroga - Per quanto riguarda la mobilità in deroga, la Circolare ricorda che può essere concessa solo se i lavoratori (con anzianità aziendale di almeno 12 mesi, di cui almeno sei di lavoro effettivamente prestato) non hanno diritto ad altra prestazione a sostegno del reddito connessa alla cessazione del rapporto di lavoro (quale l'Aspi). La durata massima della mobilità in deroga per i lavoratori che già ne beneficiano da almeno 3 anni, anche non continuativi, è di 5 mesi solo per il 2014 (8 mesi per le zone del mezzogiorno).

Per coloro che hanno beneficiato della mobilità in deroga per meno di 3 anni, la durata massima è stabilita in 7 mesi per il 2014 (10 mesi nel mezzogiorno), ridotta a 6 mesi (8 mesi nel mezzogiorno) per gli anni 2015 e 2016. Per questi ultimi soggetti è prevista, poi, una durata massima complessiva che oscilla tra i 3 anni e 4 mesi e i 3 anni e 8 mesi. Anche per la mobilità in deroga, i datori di lavoro devono essere imprenditori.

Riforma Cig in deroga, studi professionali esclusi dal beneficio

Decreto Cig in Deroga, il testo del Dm 83473/2014Zedde

- Roma, 14 set. - "Non c'e' e non ci sara' alcuna retromarcia sulle ferie dei magistrati. Si tratta di una norma, inserita in un provvedimento organico, finalizzata a rendere piu' rapida la risposta di giustizia e non c'e' alcuna ragione per tornare indietro". E' quanto afferma il Viceministro della Giustizia Enrico Costa. "Ne ho parlato con il Ministro Orlando - ha aggiunto - e questo e' il suo pensiero. E' evidente che molti organi di informazione hanno dato una lettura fuorviante delle parole del Ministro". .
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