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In Gazzetta il testo del decreto legge sulla Giustizia Civile
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato ieri il decreto legge sullo smaltimento dell'arretrato civile. Si tratta del decreto legge numero 132 del 12 Settembre 2014. Il testo comprende le misure su arbitrato e negoziazione assistita da avvocati e anche per il taglio delle ferie dei magistrati.
Al massimo 30 giorni di ferie per i giudici - Potranno arrivare al massimo a 30 giorni le ferie dei giudici, oggi pari a 45 giorni. Lo sottolinea il sito del governo, che nella rubrica Passo dopo passo dedica all'intervento che ha provocato la protesta delle toghe un' infografica dal titolo "Meno Ferie ai magistrati: giustizia più veloce". I tribunali saranno chiusi dal 6 al 31 agosto, anzichè dal primo agosto al 15 settembre. In grande evidenza il numero delle cause pendenti (5,2 mln)e il tempo medio per una sentenza civile di primo grado (945 giorni).
Zedde
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Fitto, allibito per Rossi, che titoli ha per dare patenti?
Catricala' rinuncia alla Consulta In Forza Italia volano gli stracci
- Roma, 12 set. - La decisione di fare un passo indietro, raccontano in Forza Italia, e' stata comunicata a Gianni Letta. Poi, dopo un colloquio con il 'grande mediatore' e con contatti - secondo fonti azzurre non diretti - con Silvio Berlusconi, Antonio Catricala' ha reso pubblica la sua scelta: "Non provo nessuna amarezza, sono un uomo delle istituzioni. C'e' un problema, ho voluto risolverlo cosi'", spiega il candidato alla Consulta in ticket con Violante, ma osteggiato da una fetta di parlamentari forzisti, che hanno 'disubbidito' alle direttive del 'capo' e hanno votato nel segreto dell'urna per Donato Bruno. Secondo fonti vicine al Cavaliere, del resto, Berlusconi si era gia' convinto, dopo un giro d'orizzonte con i vertici del partito e i fedelissimi sul da farsi per superare l'impasse, e tentare di ricomporre la frattura interna, dell'impossibilita' di continuare a puntare su Catricala'.
Ma la rinuncia dell'ex sottosegretario di Monti poco influisce sul clima teso che aleggia sui forzisti e il malessere non accenna a diminuire, tanto piu' dopo le parole al vetriolo di Raffaele Fitto contro il braccio destro del leader azzurro, Maria Rosaria Rossi. Per il Cavaliere il momento piu' difficile della giornata, spiegano alcuni big azzurri, sarebbe stato quello in cui ha dovuto comunicare a Renzi l'impossibilita' di mantenere fede all'accordo su Violante-Catricala'. Ora, pero', non e' automatica la candidatura di Donato Bruno. D'altra parte, l'irritazione del leader azzurro per quanto successo ieri, con quei 120 voti dati al senatore FI, non sarebbe affatto scemata.
E il ragionamento, gia' fatto filtrare ieri, sull'indisponibilita' a darla vinta alla minoranza interna per evitare di creare un pericoloso precedente, viene ribadito anche oggi. Anche se, raccontano alcuni azzurri, il pressing di Niccolo' Ghedini - sponsor della candidatura di Bruno - potrebbe sortire effetti positivi. Ma le due note diramate dai capigruppo Romani e Brunetta, lascerebbero intendere che Berlusconi non ha intenzione di mollare e ritornare sui suoi passi: il candidato non lo sceglie una fronda interna, avrebbe spiegato ai suoi, ne' un gruppetto di parlamentari riottosi. Anche se poi l'ex premier ha richiamato il partito alla compattezza, e non e' un caso se entrambi i capigruppo parlano esplicitamente di "unita'" e evitare "strappi".
Il Cavaliere, raccontano, non ha affatto digerito l'insubordinazione dei suoi, che lo fanno apparire oggi come un leader dimezzato e senza piu' lo scettro saldo in mano. Ad innervosire Berlusconi, in particolare, le parole dure di Fitto contro la Rossi, che per mandato dello stesso ex premier ha adottato il pugno di ferro sul fronte 'conti in rosso'. Per di piu', viene fatto osservare, dalle parti di Arcore l'attacco alla Rossi viene letto come un attacco al leader. Tuona Fitto: "Lascia allibiti il fatto che il presidente Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di distribuire, controllare, rilasciare o ritirare 'patenti' sulla legittimita' dello stare nel partito, e sulla correttezza o meno delle opinioni e delle tesi politiche altrui".
In un'intervista, la senatrice azzurra esclude categoricamente la possibilita' di fare le primarie, caldeggiate dall'ex governatore pugliese, che viene liquidato con una frase brevissima: "Da noi non se ne parla, magari e' possibile tentare altrove... Poi, certo, ognuno puo' dire la qualunque". Insomma, nel partito e' ormai guerra aperta. E quanto successo sulla Consulta, viene spiegato, e' solo la dimostrazione del malessere che va montando. Non solo per il fatto, e' la rivendicazione di un big dei frondisti, di essere trattati "come semplici esecutori, nemmeno pensanti, di decisioni prese dai vertici e mai condivise".
Ma ad essere in discussione e' la linea stessa del Cavaliere nei confronti di Renzi: "sta sacrificando il partito in nome di un patto siglato con il premier di cui nessuno di noi - spiega ancora la stessa fonte - conosce i veri contenuti". Per ora Berlusconi tira dritto: nel week-end si decideranno le prossime mosse e quindi il nuovo candidato per la Consulta. Non e' escluso, viene spiegato, un vertice ad Arcore prima della nuova seduta comune del Parlamento, convocata per lunedi' alle 15.
Consulta: FI, grazie a Catricala' ora uniti su nuovo candidato
Consulta: Catricala' si ritira Bufera in FI, Fitto attacca Rossi
- Roma, 12 set. - "Non provo nessuna amarezza, sono un uomo delle istituzioni. C'e' un problema, ho voluto risolverlo cosi'". Cosi' Antonio Catricala', interpellato telefonicamente dall'AGI, spiega le ragioni che lo hanno portato a fare un passo indietro dalla candidatura avanzata da Forza Italia per la Corte Costituzionale "Ringrazio i parlamentari che mi hanno votato ma chiedo loro di non sostenere ulteriormente la mia candidatura".
Fitto attacca l'amministratrice Rossi
"Non vorrei mettere a rischio la mia immagine professionale - spiega - e spero che il Parlamento possa piu' facilmente superare le contrapposizioni che hanno finora ostacolato l'elezione dei due Giudici costituzionali".
FI ringrazia Catricala': ora uniti su nuovo candidato
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Sblocca Italia, Napolitano firma il decreto
Il pacchetto casa che al consiglio dei ministri del 29 agosto scorso era stato approvato “salvo intese” tra il ministero delle infrastrutture e il ministero dell'economia, alla fine è entrato nel decreto.
Kamsin Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato oggi il decreto cosiddetto 'sblocca Italia', e il decreto legge "in materia di degiurisdizionalizzazione e processo civile". I decreti erano stati varati dal consiglio dei ministri lo scorso 29 agosto.
Nel decreto sblocca Italia ci sono "misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive". In particolare chi acquisterà una casa nuova o ristrutturata con un indice di risparmio energetico elevato e la concederà in affitto per otto anni a canone concordato, avrà un bonus fiscale dallo Stato del 20 per cento del prezzo di acquisto fino ad un massimo di 300mila euro da spalmare in otto anni. Nel decreto non c'è invece il rinnovo del bonus del 65 per cento sulle ristrutturazioni edilizie che migliorano l'efficienza energetica. Questo perché, in realtà, il bonus è ancora in vigore fino al 31 dicembre di quest'anno e dunque il veicolo idoneo per confermare lo sgravio sarà contenuto nella prossima legge di stabilità. Ma il decreto contiene alcuni incentivi in materia di riqualificazione energetica e antisisimica.
Il provvedimento sulla Giustizia ha invece l'obiettivo di smaltire l'arretrato civile. Nel testo ci sono le norme sull'arbitrato, la negoziazione assistita da avvocati e anche il taglio delle ferie dei magistrati.
Sblocca Italia, meno adempimenti per le ristrutturazioni edilizieZedde
Orsi: Animalisti, ministro deve dimettersi subito
Nelle partecipate ci sono piu' amministratori che dipendenti
"Abbiamo stimato che attraverso operazioni di fusioni, chiusura, introduzione di costi standard per il funzionamento delle societa' partecipate si puo' arrivare a risparmiare 3 miliardi nel giro di 2-3 anni. E' un risparmio significativo". Kamsin E' quanto ha indicato il commissario sptraordinario alla spending review Carlo Cottarelli intervenendo al Meeting Confesercenti a San Martino in Campo. "Al contempo - ha detto - si puo' fare un'operazione di trasparenza.
Oggi non se ne conosce neppure il numero esatto. La banca dati del Tesoro nel contiene circa 8 mila. Nel giro di tre anni - secondo Cittarelli - si puo' arrivare da circa 8 mila a mille, che e' l'obiettivo indicato da Renzi a fine aprile". Sulle perdite in termini di occupazione, il commissario ha rimarcato che "ce ne sono 1.500 con numero di amministratori superiore a quello dei dei dipendenti, mille non hanno dipendenti. Si tratta - ha concluso - non di togliere lavoro ma rendite di posizione".
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Cig, scatta la contribuzione al fondo di solidarietà residuale
Le aziende potranno versare il contributo ordinario, dovuto per le mensilità da gennaio a settembre 2014, entro il giorno 16 dicembre 2014, senza applicazione di sanzioni ed interessi. E' quanto ha precisato l'Inps con il messaggio 6897/2014. Kamsin Il pagamento dei contributi relativi al mese di ottobre del fondo di solidarietà residuale è invece previsto per il 16 Novembre.
Il Ministro del Lavoro con Decreto 79141 del 7 Febbraio 2014, in concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha istituito a suo tempo presso l’ INPS il Fondo di solidarietà residuale con lo scopo di dare una copertura integrativa salariale a quei settori rimasti esclusi dai precedenti interventi normativi in materia. Il Decreto a suo tempo ha fissato che il Fondo a partire dal 1° Gennaio 2014 è soggetto al finanziamento con contributi sia a carico dei lavoratori dipendenti sia a carico del datore di lavoro nelle aziende con più di 15 dipendenti da versare mensilmente.
L’ Inps, dopo aver fissato la prima scadenza al 16 Settembre e per gli arretrati Gennaio/Luglio al 16 Dicembre con una maggiorazione dell’ 1% per interessi legali, ha aggiornato le scadenze: pagamento del primo contributo il 16 Novembre per il versamento dei contributi relativi al mese di Ottobre (il 17 perché il 16 è festivo) e nuovo termine per gli arretrati Gennaio/Settembre fissato per il 16 Dicembre.
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Jobs Act, il Senato dice sì alle ferie solidali per i colleghi in difficoltà
La commissione lavoro del Senato ha dato il via libera alla possibilità di regalare le ferie ai colleghi in difficoltà. Potenziati anche gli accordi aziendali di solidarietà e il contratto di ricollocazione.
Kamsin Possibilità di regalare alcuni giorni delle proprie ferie ai colleghi in difficoltà, contratto di ricollocazione, potenziamento degli accordi di solidarietà, stretta sulle dimissioni in bianco. Sono queste le novità approvate ieri dalla commissione Lavoro del Senato che sta esaminando la delega al governo sul Jobs Act.
Nel nostro ordinamento arriveranno dunque le cosiddette ferie solidali. In pratica i lavoratori potranno cedere gratuitamente i giorni di riposo «aggiuntivi», cioè eccedenti il tetto minimo fissato per legge, a colleghi che hanno un figlio minore che «necessita di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute». Il Senato ha dato disco verde anche al contratto di ricollocazione, uno strumento già introdotto sperimentalmente con la legge di Stabilità 2014 utilizzato attualmente per la vertenza Alitalia. Si tratta di un contratto trilaterale tra lavoratore disoccupato, centri per l'impiego e agenzia per il lavoro privata scelta dallo stesso lavoratore: a fronte di una effettiva ricollocazione del lavoratore per «un periodo congruo», l'agenzia riceverà un compenso che varia a seconda del profilo del lavoratore (più è difficile da ricollocare, maggiore sarà il bonus). Se il lavoratore si rifiuta di seguire i corsi proposti dal tutor o di accettare il lavoro proposto perde una parte del sussidio.
Novità anche per i contratti di solidarietà: sarà più semplice l'applicazione di quelli "espansivi", ovvero finalizzati a nuova occupazione.
E' rinviato a martedì il vero nodo che ancora divide le forze politiche: quell'articolo 4 che delega il Governo al riordino delle forme contrattuali vigenti, nell'ambito del quale si dovrà decidere la fisionomia del nuovo contratto a protezione crescente e dunque il perimetro di applicazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Statuto che, per il presidente della commissione Maurizio Sacconi (Ncd), che è anche relatore del Ddl delega, va riscritto «con lo scopo di incoraggiare la propensione ad assumere, di aumentare la dimensione delle imprese, di accrescere la produttività del lavoro».
Riforma Pensioni, non tutti i trattenimenti in servizio sono revocabiliZedde

