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Riforme: tweet Boschi, al lavoro. Domani emendamenti relatori
- Roma, 19 giu. - Giornata fitta di incontri per il ministro Maria Elena Boschi per arrivare a siglare un'intesa sulle riforme. E' la stesa Boschi, in un tweet, a confermare: "Al lavoro sulle riforme. #Italiariparte". E di fatti, Boschi ha oggi incontrato prima il coordinatore nazionale di Ncd, Gaetano Quagliariello, poi il capogruppo di Forza Italia al Senato, Paolo Romani.
E ancora, il senatore Vittorio Fravezzi (Upt), vicepresidente vicario del Gruppo Per le Autonomie, presenti anche il senatore Karl Zeller ed il deputato Daniel Alfreider, come rappresentanti della Svp, ed il senatore valdostano Albert Laniece. Nel pomeriggio, al Senato, lunga riunione tra la presidente della commissione Affari costituzionali e relatrice del ddl, Anna Finocchiaro, e il sottosegretario Luciano Pizzetti.
Fonti parlamentari di maggioranza riferiscono che entro domani sera i due relatori, Finocchiaro e Roberto Calderoli, presenteranno i loro emendamenti al ddl del governo.
Si sgretola il partito di Vendola Lasciano Migliore e Fava
- Roma, 19 giu. - Dopo alcuni scontri interni a causa del decreto Irpef, Sel, il partito di Nichi Vendola, sta subendo delle perdite. Arrivate a Nichi Vendola le dimissioni di Gennaro Migliore capogruppo di Sel alla camera, seguite da quelle di Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia.
"C'e' il pericolo che qualche esponente vada via, non che il partito si spacchi. Le scissioni parlamentari sono altra cosa e spero che Gennaro Migliore torni sui propri passi perche' gli voglio bene e l'ho considerato come un figlio". Lo ha detto il presidente Sel, Nichi Vendola, arrivando nella sede del partito per partecipare alla segreteria che valutera' il da farsi dopo le dimissioni del capogruppo alla Camera. "E' in corso una discussione che riguarda una parte dei parlamentari e non il corpo diffuso di Sinistra e Liberta'", ha aggiunto Vendola. "Credo che abbiamo avuto un chiarimento che possa mettere sul giusto sentiero il nostro partito. Era del tutto legittimo votare si'" al dl Irpef, "partendo dal fatto che quello che non si puo' fare e' trasformare questo passaggio in un pretesto per entrare nella compagine di governo. Distruggere Sel - ha rilevato ancora - sarebbe uno spreco, perche' e' una comunita' esempio di buon governo".
La lettera in cui Gennaro Migliore annuncia le dimissioni dal partito e spiega le sue posizioni "incompatibili con l'appartenenza al nostro partito"inizia cosi': "Care compagne e cari compagni oggi non saro' presente alla riunione del coordinamento nazionale che, tra i punti all'ordine del giorno, discutera' delle mie dimissioni da capogruppo di Sel alla Camera. E' una decisione che ho preso nelle ultime ore e che ha a che vedere con l'interruzione del reciproco rapporto di fiducia che e' seguito alla discussione nel gruppo parlamentare sul decreto Irpef e al successivo voto parlamentare".
"Non ho - scrive Migliore - cambiato idea sul fatto che in un partito si discute liberamente, ma poi si sostiene cio' che la maggioranza decide: come ho fatto nella campagna elettorale e come ho provato a fare in ogni singolo atto parlamentare. Ho pero' cambiato idea, ieri definitivamente, sulla possibilita' che mie posizioni siano compatibili con l'appartenenza al nostro partito. Mi fermo prima. Prima che qualcuno mi chieda improbabili 'riallineamenti' (come se si potesse riallineare un pensiero, un'idea, come qualche rappresentante del gruppo dirigente ha ventilato e non semplicemente constatare la lealta' che ho sempre manifestato in ogni organizzazione in cui ho militato). Prima che alla prossima occasione di dissenso riparta il processo mediatizzato e le accuse di sequestrare la linea.
Percio' rassegno le mie dimissioni irrevocabili dal coordinamento nazionale, da tutti gli organismi in cui sono stato eletto e dal partito stesso". Migliore nella sua lettera torna allo scontro di ieri in Sel. "In primo luogo - scrive Migliore - intendo ribadire che la discussione nel gruppo, per quanto aspra, non ha mai preso la strada dello schierarsi pro o contro il governo, ma si e' confrontata sul significato politico di un voto (numericamente non determinante ai fini dell'approvazione del decreto e quindi non 'sospettabile' di fare da stampella al governo) che qualificasse la nostra azione parlamentare di sinistra di governo.
Il gruppo alla Camera ha votato compatto contro la fiducia al governo perche' questo era il mandato dell'assemblea nazionale. Ha discusso su come votare sul decreto Irpef poiche' l'assemblea non aveva dato nessuna indicazione vincolante, ne' nel documento finale ne' nelle conclusioni del presidente del partito". "Al momento del voto nel gruppo - continua - ho inteso rassegnare le mie dimissioni poiche' non condividevo la proposta di astenerci, avanzata fin da subito dal coordinatore del partito e poi ribadita da Vendola, per poter esprimere in piena liberta' il mio pensiero, ovvero che un provvedimento che contiene una misura di sostegno a 10 milioni di lavoratori, come quella degli 80? e altri positivi provvedimenti, dovesse far parte delle 'nostre' rivendicazioni e che, se fossimo stati al governo, noi stessi avremmo promosso.
Successivamente il gruppo ha votato seguendo l'indicazione maggioritaria espressa al suo interno, a parte due astensioni motivate 'in rappresentanza di altri'. Tale votazione e' stata prima rivendicata e poi additata come un grave errore politico, fino al punto di accusare il gruppo stesso di 'sequestrare la linea del partito'. Mi chiedo cosa si intenda per 'sequestro della linea', visto che di un singolo provvedimento si stava discutendo e che si era appena votata la sfiducia (pur esistendo tra noi, a partire da chi parla, una posizione pubblica che ha sempre richiesto di aprire una riflessione sulla nostra collocazione rispetto al governo).
Se si intendesse che 'l'intenzione' di chi propone di votare a favore di un provvedimento sia la premessa per cambiare l'opzione politica voluta dalla maggioranza si sta distorcendo la realta', anche perche' tra coloro i quali si sono espressi per il si al provvedimento non c'e' un automatismo tra quella scelta e il ragionamento sulla collocazione rispetto al governo. Inoltre, vista la immediata sanzione della "gravita'" del voto favorevole, resta difficilmente comprensibile il motivo per cui tutti l'abbiano votato. Claudio Fava, vicepresidente della Commissione Antimafia, con una lettera ha comunicato oggi pomeriggio al presidente di Sel, Nichi Vendola, le proprie irrevocabili dimissioni dal partito. "Ti comunico - scrive Fava a Vendola - la decisione di dimettermi da Sinistra Ecologia e Liberta'. Una scelta dolorosa e insieme inderogabile. Dolorosa per chi, come me, ha immaginato, fortemente voluto e partecipato alla fondazione di Sinistra Ecologia e Liberta'. Inderogabile per la distanza che ormai separa Sel dal suo progetto originario". "La scelta congressuale e le decisioni di questi mesi - aggiunge - ci hanno portati ad abbandonare il terreno della nostra sfida politica naturale che era quello del socialismo europeo.
Abbiamo preferito una collocazione in Europa e una pratica politica in Italia di forte arroccamento identitario. Una marginalita' che ci rende inadeguati rispetto all'ambizione che c'eravamo dati: costruire una forza autonoma della sinistra impegnata in un cambiamento del paese e nella ricostruzione di uno spazio politico largo, plurale, responsabile". "Sono venute meno le condizioni per continuare questa strada insieme", osserva Fava. "Permettimi solo di chiarire, anticipando il florilegio di interpretazioni che questa decisione raccogliera', che questa non e' una scorciatoia verso altri partiti. La differenza che tu proponi oggi sui giornali tra 'renziani' e 'non renziani' e' una semplificazione ingenerosa e grossolana.
La scelta, per me, non e' tra la rassegnazione a una deriva minoritaria in cui non mi riconosco piu' e l'adesione a un'altra forza politica: esiste anche il primato della propria coerenza e soprattutto della propria autonomia. Senza alcuna subalternita' nei confronti di nessuno", conclude.
Grillo 'pressa' Renzi sulle riforme, Ma ci stai o no?
- Roma, 19 giu. - Noi pensiamo di potere dare un contributo fondamentale alle riforme costituzionali e alla legge elettorale. Il voto di preferenza, il taglio ai costi della politica e il dimezzamento del numero dei parlamentari sono solo alcuni dei punti che mettiamo sul tavolo ignorati finora. Renzi, ci stai o no?". Beppe Grillo 'pressa' Matteo Renzi e dal suo blog ricorda punti di programma e disponibilita' M5S.
Renzi: riforme quasi chiuse
"Diciamo fin da ora ai cittadini italiani - e' la presa di posizione a futura memoria - che non c'e' alcuna preclusione da parte del MoVimento 5 Stelle ad affrontare anche un tavolo di trattative sulle riforme costituzionali. Vogliamo lavorarci in modo rapido e responsabile, non c'e' da parte nostra nessuna intenzione di ritardare il processo. Il vaglio finale dei nostri iscritti al portale sara' la garanzia della partecipazione democratica, valore fondante del MoVimento 5 Stelle". - Siamo in un Paese in cui la disoccupazione giovanile e' salita al 46% e la lotta alla corruzione ci costa circa 60 miliardi l'anno.
Qual e' la causa? Una classe politica eletta in modo incostituzionale, con una legge elettorale che ha limitato fortemente la scelta dei propri eletti da parte dei cittadini. Per rinnovare la classe politica, noi abbiamo pronta una legge elettorale, che garantisce le preferenze ed esclude gli impresentabili. Da giorni chiediamo di portarla al tavolo di trattativa con il Governo", ricorda ancora Grillo.
"Proprio in queste ore - puntualizza - c'e' stata un'improvvisa accelerazione da parte del PD che ha definito blindato l'accordo con Berlusconi sulle riforme, lo stesso giorno in cui Berlusconi affermava che non c'e' l'accordo sulla riforma del Senato, rilanciando addirittura il presidenzialismo. Il MoVimento 5 Stelle ha offerto la disponibilita' a sedersi a un tavolo di trattative ad un governo che ha sempre detto di non avere altra scelta che Berlusconi".
"A detta di Renzi, la riforma elettorale avrebbe dovuto essere pronta a Gennaio e la riforma del Senato ai primi di Giugno. Dal momento che entrambe le riforme sono ancora ferme al palo, l'Italicum dovra' essere modificato al Senato e sul Senato l'accordo non esiste, non si usi il pretesto della tempistica - avverte Grillo - per non rispondere alla nostra proposta".
Sel: Fava se ne va, no condizioni per continuare insieme
Alitalia, i sindacati dicono no agli oltre 2 mila licenziamenti
Resta contraria la posizione dei sindacati al termine dell'incontro con Alitalia sul nuovo piano industriale che prevede una contrazione dell'occupazione dagli attuali 13.821 dipendenti agli 11.470 previsti dal piano industriale concordato con Etihad. Kamsin "Siamo come il polo nord e il polo sud", "non possiamo condividere 2.251 licenziamenti", "2251 esuberi non li accetteremo mai". Insomma tra azienda e sindacati si e' al 'muro contro muro' anche se il confronto prosegue gia' domani per le problematiche del personale navigante.
"Da parte nostra - afferma il segretario generale aggiunto della Uil trasporti, Marco Veneziani - c'e' la disponibilita' a lavorare e di vedere precisamente quale e' la situazione.
Vogliamo esaminare bene il piano. L'azienda - riferisce il sindacalista - ha confermato i 2.251 esuberi ma noi vogliamo vedere il piano e come ridurre al massimo il numero degli esuberi. Insomma, il numero degli esuberi e come gestirli sara' affrontato solo dopo un ulteriore approfondimento del piano industriale e comunque non accetteremo mai 2.251 esuberi".
"Oggi - riferisce il segretario nazionale della Filt - Mauro Rossi - abbiamo parlato dei numeri che gia' sono noti e che sono stati confermati anche nella loro suddivisione. Il confronto va avanti - ha aggiunto il segretario delle Cgil - il tema con il quale ci siamo confrontati oggi e' il presupposto di quel piano che parte dai licenziamenti e noi abbiamo chiarito che non possiamo condividere 2.251 licenziamenti. Si e' deciso di procedere nel confronto per capire da dove scaturiscono questi esuberi". E Rossi ha chiarito che la posizione del sindacato e' nota chiara e netta: "Questo e' il nostro punto di vista e non si tratta di fare sconti". "Un'azienda che vuole investire 560 milioni non puo' avere la necessita' di mettere per strada 2.251 persone". Insomma il bilancio dell'incontro di oggi per Rossi e' che tra Alitalia e sindacati "siamo uno al polo nord de gli altri al polo sud".
Mentre l'accordo tra Alitalia e Ethiad va verso una conclusione vengono smentite le voci che vedrebbere come presidente della nuova Alitalia Luigi Cordero di Montezemolo. La candidatura dell'attuale presidente della Ferrari "non e' un tema all'ordine del giorno", riferiscono ' voci vicine all'entourage di Montezemolo.Le stesse fonti fanno notare che peraltro non e' stato ancora raggiunto un accordo tra Alitalia ed Etihad.
Zedde
Altro...
Pensioni, in bilico la proroga dell'opzione donna
Ci sarà una maggiore gradualità nell'abrogazione del trattenimento in servizio per i magistrati. Su richiesta del Quirinale il governo avrebbe infatti deciso di ammorbidire la stretta sui giudici contenuta nel decreto legge sulla Pubblica amministrazione. Kamsin Una misura che fino ad oggi ha permesso ai magistrati di rimanere al lavoro sino a 75 anni e che invece l'articolo 1 del decreto legge licenziato da Renzi lo scorso 13 Giugno di fatto abolisce. Il decreto del governo, nella sua bozza diffusa dopo il 13 Giugno, prevedeva comunque un periodo transitorio piu' lungo in favore dei giudici con incarichi direttivi sino al 31 dicembre 2015.
Dopo le osservazioni del Colle il governo avrebbe deciso due modifiche. Da un lato infatti interviene con l'allungamento fino a tutto il 2016 del periodo transitorio; dall'altro estende anche ai giudici che non ricoprono incarichi direttivi la finestra del 2016 entro cui potranno rimanere comunque sul posto di lavoro. Ma oltre alla norma sui magistrati, dal testo definitivo che arriverà in gazzetta oggi, o al massimo domani, sono confermate tutte le altre indicazioni contenute nelle bozze. Come le nuove regole sulla mobilità obbligatoria, con la possibilità di trasferire i dipendenti fino ad una distanza di 50 chilometri, e su quella volontaria che non avrà più bisogno del preventivo assenso dell'amministrazione di provenienza. Il ricambio generazionale verrà attuato soprattutto con l'abolizione del trattenimento in servizio di due anni per gli statali e con l'introduzione del pensionamento automatico per chi ha maturato i 42 anni e 6 mesi di contributi.
Ancora in dubbio invece l'estensione dell'opzione donna. La novità infatti non sarà contenuta nel decreto legge ma, eventualmente, nel disegno di legge sulla Pubblica Amministrazione che il governo presenterà alle Camere la prossima settimana. Dunque si dovrà attendere ancora qualche giorno prima di conoscere se la misura è stata definitivamente cassata dall'esecutivo rispetto alla bozza discussa Venerdì scorso in Cdm. Nel provvedimento dovrebbe comunque trovare spazio il part-time a 5 anni dalla pensione per i dipendenti pubblici
Zedde
Modello 730 precompilato, dal prossimo anno al via
Il piano che vede l'ingresso della dichiarazione dei redditi precompilata è pronto e potrebbe essere varato dal prossimo Consiglio dei ministri nei prossimi giorni. Dal 2015 il modello 730 arriverà precompilato a casa di milioni di lavoratori dipendenti italiani. Kamsin Poi ci sarà l'estensione, in due-tre anni, al popolo delle partite Iva che fa il modello Unico, professionisti e autonomi. L’obiettivo finale è portare il progetto di semplificazione a casa di 18 milioni di contribuenti, lavoratori dipendenti e pensionati: la dichiarazione arriverà via e-mail già precompilata e con i conteggi già fatti dall'Entrate; pertanto al contribuente, se non avrà obiezioni, potrà archiviare la pratica pagando quando chiesto dalle Entrate e dormire sonni tranquilli.
Il modello precompilato interesserà in questa prima fase tutti gli italiani che percepiscono redditi di lavoro dipendente e assimilato (anche chi ha contratti di collaborazione o borse di studio) così come i pensionati.
Chiari, almeno sulla carta, i tempi di attuazione. Entro il 15 aprile del prossimo anno arriverà per e-mail l’avviso che la dichiarazione è pronta sul proprio box fiscale, cui si accede con l’apposito pin. Entro il 7 luglio il contribuente potrà decidere se "aderire" o se chiedere una verifica degli importi sollevando un'apposita obiezione all'Agenzia. Per arrivare a quel risultato, però, le Entrate dovranno ricevere l'attuale Cud dai datori di lavoro o dai sostituti d'imposta entro il 7 marzo mentre una settimana prima (il 28 febbraio) è la scadenza entro cui banche, altri istituti finanziari, assicurazioni, enti previdenziali e forme pensionistiche complementari dovranno inviare le informazioni relative ai soggetti e agli oneri (detraibili o deducibili, a seconda dei casi) sostenuti.
L’unico adempimento chiesto al contribuente sarà quello di inserire le detrazioni che il Fisco non conosce, come le spese mediche, di istruzione o altre ; mentre le detrazioni strutturali come l'assegno al coniuge, il mutuo, i figli a carico e le ristrutturazioni saranno invece già conteggiate nel modello precompilato e dunque non richiederanno alcuna integrazione da parte del contribuente. Per le prime, quelle "una tantum" basterà invece entrare nel proprio spazio sul sito dell’Agenzia, dopo avere recuperato il proprio pin, ed introdurre nell’apposito campo la cifra: automaticamente si modificherà l’importo da pagare in più, o eventualmente, emergerà il credito.
E' possibile poi che anche le detrazioni una tantum, come appunto le spese mediche o farmaceutiche o la palestra, saranno note al Fisco in tempo reale se avvenute mediante sistemi di pagamento elettronici (pos). E dunque saranno introdotte nel modello “730” direttamente dall’Agenzia.
I contribuenti che accetteranno integralmente il modello arrivato dalle Entrate avranno inoltre diritto a uno "scudo" dai controlli formali, vale a dire quelli che riguardano le certificazioni sui redditi e sugli sconti fiscali. E potranno evitare lo scoglio dei controlli preventivi se i rimborsi superano i 4mila euro e presentano detrazioni per carichi di famiglia o eccedenze d'imposta da anni precedenti.
E' questa a grandi linee l’operazione fisco-amico che il governo sta mettendo a punto che dovrebbe rendere più facile la vita del contribuente, un meccanismo che potrà servire anche per evitare errori e sanzioni. Spesso chi ha più di un Cud, ovvero più di un lavoro, corre il rischio, se non fa adeguatamente i conguagli, di pagare meno, o anche più, tasse. Ed entro due o tre anni poi anche professionisti e autonomi riceveranno la dichiarazione a casa.
Zedde
Riforme: Pisicchio cita il Trap, non dire gatto se...
Esodati, slitta al 30 giugno la discussione del progetto di legge Damiano
Slitta al 30 Giugno la discussione in Aula alla Camera della proposta di legge in favore dei lavoratori esodati (pdl 224). Le forze politiche hanno convenuto nella necessità di individuare una data compromesso per consentire al governo di individuare le coperture finanziarie necessarie; una dilazione che potrebbe essere un segnale positivo per un rapido via libera al testo del disegno di legge. Kamsin La data è stata fissata dalla presidente della Camera Laura Boldrini dopo una tesa riunione della Conferenza dei capigruppo a cui per il governo ha partecipato il ministro Maria Elena Boschi.
Il testo della proposta di legge sarà tuttavia probabilmente ridimensionato rispetto alla versione uscita dal Comitato Ristretto lo scorso Marzo. E' quanto ha fatto intendere il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano: «La proposta unitaria della Commissione Lavoro - precisa il presidente Cesare Damiano, Pd- è stata valutata dall'Inps con un costo di 47 miliardi, una cifra a mio parere spropositata che ancora una volta considera le platee potenziali e non quelle reali. In ogni caso per trovare una soluzione strutturale occorrerà aspettare la legge di stabilità. Adesso è necessario che si trovi una soluzione ponte, ad esempio valutare quali sono i risparmi delle salvaguardie che vanno utilizzati per tutelare nuovi lavoratori. Sarebbe opportuno che il presidente del Consiglio, che aveva promesso una soluzione, affronti la situazione»
Ad ogni modo questa settimana il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti avrà la possibilità di definire in maniera più precisa la platea delle persone coinvolte, le risorse necessarie, e dovrà soprattutto individuare le coperture economiche. Una soluzione ponte potrebbe essere l'allentamento dei paletti riguardanti il termine di decorrenza della prestazione pensionistica, attualmente fissato al 6 gennaio 2015.
Nei giorni scorsi Cesare Damiano ha anche avanzato l'idea di utilizzare i denari stanziati per la seconda salvaguardia e non ancora non spesi; secondo l'ex ministro del lavoro infatti nella salvaguardia della legge 135/2012 sarebbero stati tutelati solo 20 mila soggetti contro i 55mila potenziali, un risparmio di circa 2 miliardi di euro rispetto al budget stanziato. Un'ipotesi allarmante smentita però dall'Inps che ha ricordato che i dati della seconda salvaguardia non possono dirsi completi e definitivi.
Zedde
Il Dl Irpef è legge, ecco le misure in vigore
Con la fiducia votata ieri dalla Camera il Dl Iperf è stato finalmente convertito in legge in via definitiva. Kamsin Il provvedimento conferma il bonus da 80 euro nel 2014 per i lavoratori dipendenti con un reddito annuo tra gli 8mila e i 24mila euro senza concedere ulteriori estensioni in favore delle famiglie monoreddito; ribadisce il taglio strutturale dell'Irap del 10% finanziato dall'aumento dal 20% al 26% della tassazione sulle rendite finanziarie (per le casse di previdenza l'aumento sarà però piu' contenuto: dall'11% all'11,5%).
Molte anche le novità introdotte nel corso dell'esame in Parlamento del testo. Se da un lato rimane la tassa sulla rivalutazione dei beni d'impresa (con il pagamento scadenzato però in tre tranche, 16 giugno, 16 settembre e 16 dicembre, anziché in un'unica soluzione come previsto originariamente) c'è la novità della proroga a ottobre del versamento della Tasi per i Comuni ritardatari, cioè che non hanno fissato le aliquote entro lo scorso 31 maggio. Sale poi a 73,50 euro il contributo per il passaporto ma viene eliminato l'esborso annuale da 40,29 euro.
Con il provvedimento arriva il via libera alla riammissione alla rateizzazione delle cartelle Equitalia per i contribuenti decaduti con il vecchio regime. I contribuenti ritardatari, che non hanno rispettato i termini di pagamento delle cartelle Equitalia potranno accedere di nuovo alla rateizzazione, a condizione che la violazione sia antecedente al 22 giugno 2013. I contribuenti potranno accedere alle nuove norme, chiedendo al massimo la dilazione in 72 rate. La richiesta dovrà essere presentata entro il 31 luglio di quest'anno. C'è poi lo slittamento al 15 settembre del termine per il pagamento delle concessioni demaniali; lo sblocco di una nuova tranche di pagamenti di debiti della Pa alle imprese (con la precisazione che queste avranno due mesi in piu' per ottenere la certificazione); lo slittamento al 2016 dell'obbligo di pubblicare solo online i bandi di gara delle Pubbliche Amministrazioni.
Resta confermata la stretta di 150 milioni sulla Rai con una norma di favore però per tutelare le sedi regionali; un giro di vite sulla Difesa che dovrà tagliare 400 milioni il budget, una riduzione delle auto blu e un taglio di 2,1 miliardi sugli acquisti di beni e servizi della Pa.
Zedde

