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Con il comunicato stampa del 14 giugno 2014, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha ufficializzato la proroga dei versamenti di UNICO 2014 per i contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore, cioè le piccole imprese, i professionisti, artigiani e autonomi. Kamsin
In particolare, slitta dal 16 giugno al 7 luglio 2014 il termine per effettuare, senza maggiorazione, i versamenti derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dalla dichiarazione Irap e dalla dichiarazione unificata annuale. Chi vorrà pagare più avanti con la maggiorazione dello 0,40% dovrà farlo dall'8 luglio al 20 agosto 2014, anziché dal 17 giugno al 16 luglio. Il Decreto della presidenza del consiglio dei ministri sulla proroga è stato firmato dal premier Matteo Renzi ed è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

 La proroga riguarda anche i contribuenti che, pur facendo parte delle categorie per le quali sono previsti gli studi di settore, presentano cause di esclusione o inapplicabilità (ad esempio, nel caso di non normale svolgimento di attività, o per il primo anno di attività) o i contribuenti che rientrano nel regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e per i lavoratori in mobilità. Usufruiscono, inoltre, della proroga i contribuenti che partecipano a società, associazioni e imprese soggette agli studi di settore.

"Siamo soddisfatti – spiega Rete Imprese Italia – perché si tratta di un provvedimento molto atteso, un segnale, almeno uno, che va nella direzione giusta". Anche se, fanno notare dal mondo delle professioni tecniche, questo meccanismo della proroga che arriva ogni anno, ma sempre puntualmente all'ultimo minuto, non fa di certo bene all'equilibrio generale del sistema normativo e tributario.

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La prima salvaguardia di lavoratori “esodati” ha utilizzato tutte le risorse stanziate e raggiunto il numero delle 65.000 persone previste. Kamsin La seconda salvaguardia ci risulta che abbia coinvolto meno di 20.000 persone a fronte delle 55.000 previste. Questo vuol dire che c’e’ un “risparmio” di circa 2 miliardi di euro, parte del quale puo’ essere utilizzato per salvare altri lavoratori rimasti senza reddito a seguito di una “riforma” delle pensioni del Governo Monti sbagliata e socialmente iniqua.

E' quanto afferma il presidente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati, Cesare Damiano in una nota diffusa dall'Ansa. "Abbiamo chiesto al Governo una risposta tempestiva che faccia fare un altro passo avanti verso la soluzione del problema, come aveva a suo tempo promesso Matteo Renzi. Il tempo stringe e non ci sono piu’ alibi".

Intanto dal prossimo 23 Giugno sarà in discussione alla Camera la pdl 224. Si tratta un progetto di legge che, in sostanza, estende la salvaguardia in favore dei lavoratori che fruiscono della mobilità sulla base di accordi sindacali stipulati entro il 2011 che maturino i requisiti per la pensione entro 2 anni dal termine dell'indennità di mobilità; gli autorizzati ai volontari che abbiano presentato domanda entro il 31 gennaio 2012 che maturino la decorrenza del trattamento entro il 2018; i lavoratori che hanno risolto il rapporto di lavoro (unilateralmente o con accordi) che maturano il requisito per la pensione entro il 6 dicembre 2014.

Novità importanti anche per i lavoratori precoci che, se il progetto di legge fosse approvato, vedrebbero sparire la penalizzazione sino al 31.12.2017. Il provvedimento prevede inoltre una parziale proroga dell'opzione donna; il riconoscimento dei benefici agli autorizzati ai volontari prima del 20 luglio 2007 e in favore dei "lavoratori quindicenni"; l'estensione del regime eccezionale previsto dall'articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011 (pensione a 64 anni) anche ai lavoratori dipendenti del pubblico impiego; il riconoscimento di una specificità per il personale ferroviario viaggiante, di macchina e di manovra. Sul progetto tuttavia sono stati espressi pesanti dubbi dalla Ragioneria generale dello Stato.

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Il Coefficiente di rivalutazione per il mese di Maggio è di 0,765056 da computare su quanto risulta per ammontare TFR al 31 Dicembre 2013. Per i mesi precedenti relativi all' anno 2014 il coefficiente è stato: Aprile 0,710084, Marzo, 0,445028, Febbraio 0,320028, Gennaio 0,265056. Kamsin

La rivalutazione del TFR (Trattamento Fine Rapporto) è trattata dal codice civile che all’ art. 2120 cita che ogni anno deve essere rivalutata la quota accantonata.

La determinazione del tasso di rivalutazione è basata sull' Indice dei prezzi al consumo per gli impiegati ed operai che mensilmente viene pubblicato dall' Istat. Particolare si somma il 75% dell’ Indice relativo all’ aumento del costo della vita rispetto al mese di Dicembre dell’ anno precedente ed un tasso fisso di 1,5 su base annua pari a 0,125 al mese.

In caso di liquidazione parziale  la rivalutazione, è applicata solo sulla parte residua del Tfr. Le quote versate ai Fondi di previdenza complementari non vengono rivalutate dal datore di lavoro ad eccezione delle aziende con più di 50 dipendenti che sono tenute a gestire la rivalutazione delle somme da un solo punto di vista contabile.

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Per la cosiddetta staffetta generazionale, i 15 mila posti per 'svecchiare' la Pa, si libereranno dall'abolizione del trattenimento in servizio, cioè la possibilità per i dipendenti pubblici di rimanere al lavoro per altri due anni oltre l'età della pensione e per cinque anni, dai 70 ai 75 anni, per i magistrati. Kamsin Sono queste le cifre che intende raggiungere l'esecutivo con l'approvazione delle norme nel Cdm di venerdì scorso. Lo stop a questo istituto permetterà di liberare posti per i giovani, a costo zero, sottolinea il governo.

Ma si fissano termini diversi: i magistrati over-70 in posizioni apicali (magistrati ordinari, amministrativi e contabili in "funzioni direttive o semidirettive" o incarichi dirigenziali) potranno restare in servizio fino al 31 dicembre 2015. Questo per "salvaguardare la funzionalità degli uffici giudiziari", in difficoltà con gli organici. Un "regime transitorio" per evitare che "gli uffici direttivi degli organi della magistratura o dei tribunali fossero decapitati o azzerati dalla sera alla mattina", ha detto Renzi. Per gli altri casi, il limite è invece il 31 ottobre 2014. 

Sempre sul fronte previdenziale ci sono anche altre misure che dovrebbero avere efficacia immediata. Come quella che consentirà alle Pa di collocare in pensione i dipendenti che hanno raggiunto i requisiti per la pensione anticipata: "C'è una norma nel decreto che consente alle amministrazioni di mettere in pensione i dipendenti che hanno raggiunto la contribuzione piena – ha detto il ministro Maria Anna Madia– una platea di circa 60mila dipendenti nel prossimo triennio. Magari molti andranno in pensione comunque, ma si tratta di uno spazio assunzionale in più rispetto alla cancellazione del trattenimento in servizio»". In pratica, la Pubblica amministrazione potrà mandare a riposo i lavoratori che hanno i requisiti per la pensione anticipata (nel 2014, 42 anni e 6 mesi di servizio per gli uomini, 41 anni e 6 mesi per le donne) anche se non avranno ancora l'età della pensione di vecchiaia inclusi i professori universitari, i dirigenti medici responsabili di struttura complessa e il personale delle autorità indipendenti.

Le altre misure vedranno invece tempi di approvazione piu' lunghi e piu' incerti. Perchè saranno contenute nel disegno di legge delega che il governo sottoporrà al Parlamento e che la Madia spera di veder approvato già entro fine anno. Qui troverà spazio il part-time a cinque anni dalla pensione: "Puntiamo moltissimo sul part-time al 50% per chi si trova a cinque anni dalla pensione. Ed è proprio per dar più forza a questo strumento che abbiamo deciso di rinunciare agli esoneri dal servizio che si sarebbero tramutati in un disincentivo" ha detto il ministro della Funzione Pubblica; ancora incerte invece le possibilità di vedere nel disegno di legge un anticipo dell'età pensionabile (il governo sta infatti ancora articolando le misure tra il ddl e il decreto).

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Oggi scadono i termini per il pagamento della prima rata dell’Imu sugli immobili diversi dall’abitazione principale (ad esclusione delle prime case di lusso). Kamsin Scadono anche i termini per l'acconto Tasi (che in questo caso interessa tutti gli immobili, anche le abitazioni principali) ma solo nei municipi che hanno pubblicato le aliquote entro il 31 maggio sul sito del dipartimento delle finanze. In questa situazione si trovano circa 2100 comuni; mentre negli altri 6000 circa l’appuntamento slitta al 16 ottobre.

Entrambi i tributi hanno in comune la base di calcolo. Per determinale basta trovare la rendita catastale dell'immobile, incrementarla del 5% e poi si moltiplicarla per un coefficiente che dipende dalla tipologia dell’immobile: 160 se si tratta di un’abitazione o di un box, 80 per gli uffici, 55 per i negozi, i piu' diffusi. Per il resto invece i due tributi si differenziano radicalmente sia per i presupposti di applicabilità sia per le aliquote da qui il rischio caos.

Data la confusione e il rischio errore a cui sono esposti milioni di contribuenti il ministero dell'economia si è affrettato a precisare che chi sbaglia non dovrà pagare alcuna sanzione. Questo, almeno, l'impegno annunciato dal vice ministro dell'Economia, Enrico Morando anche se restano ancora da definire quali tipi di errori ed entro quali termini potranno essere sanati. Così come, nei prossimi giorni, il Governo dovrà decidere se intervenire con un semplice provvedimento amministrativo (possibile una circolare dell'Agenzia delle entrate), una direttiva, oppure se approvare in tutta fretta una legge ad hoc. Il contribuente ha comunque sempre dalla parte sua lo Statuto del contribuente che, come indica all'articolo 10, in caso di errore dovuto a «obiettive condizioni di incertezza della normativa tributaria» blocca interessi e sanzioni.

Tasi - La Tasi è l'imposta sui servizi indivisibili dei comuni, riguarda tutti i fabbricati. Per le abitazioni principali e quella assimilate ai fini Imu l’aliquota può arrivare allo 2,5 per mille senza che il comune abbia l’obbligo di effettuare detrazioni o al 3,3 per mille se invece il comune ha previsto particolari detrazioni per le abitazioni principali. Sugli altri immobili l’aliquota è legata all'Imu: la somma tra i due tributi non può superare il 10,6 per mille ma può arrivare all'11,4 per mille se il comune sull’abitazione principale applica detrazioni. I codici tributo per la Tasi sono il 3958 per l’abitazione principale e il 3961 per gli altri fabbricati.

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