Un esempio può aiutare a focalizzare le possibilità offerte da questo strumento. Francesco è un lavoratore dipendente del settore privato con 63 anni di età e 41 anni di contributi con maturazione di un assegno lordo di circa 2.800 euro mensili (2.000 euro netti considerando le detrazioni per reddito) al momento della richiesta dell'Anticipo pensionistico. Con questa situazione Francesco potrebbe ottenere un prestito di 1.500 euro mensili (cioè il 75% di 2.000 euro) sino all'età per la pensione di vecchiaia (semplifichiamo a 66 anni e 7 mesi neutralizzando in questa sede gli effetti della speranza di vita, dunque per un totale di 43 mesi). Un'operazione di questa natura sarà particolarmente onerosa in quanto la rata di ammortamento del prestito per i successivi 20 anni, al netto della detrazione concessa dallo Stato, oscillerà intorno ai 400 euro mensili.
Per diminuire i costi del prestito Francesco potrebbe però decidere di non lasciare completamente il lavoro in occasione dell'adesione allo strumento ma trasformare il rapporto da full time a part-time abbassando così l'importo mensile dell'Ape richiesto. Ipotizzando un reddito da lavoro dipendente di 3.000 euro lordi mensili (circa 1.950 euro netti) Francesco potrebbe passare ad un part-time al 50% ottenendo un reddito di poco superiore a 1.100 euro nette mensili (attivando, peraltro, il cd. bonus da 80 euro) e, quindi, integrarlo per esempio con ulteriori 500 euro mensili di APe volontario. Il prestito pensionistico erogato in quote mensili è, peraltro, completamente esente dal prelievo irpef dunque si aggiunge al reddito da lavoro dipendente senza particolari problemi.
La Rata di ammortamento del prestito, cioè la penalità ventennale sulla pensione finale, scenderebbe in questo caso a poco più di 130 euro mensili contro i 400 euro dell'ipotesi di completo ritiro dal servizio. Un bel risparmio.
Non si tratta però dell'unico effetto positivo. Francesco continuando a lavorare durante la percezione dell'anticipo pensionistico maturerebbe ulteriore contribuzione nella sua posizione assicurativa. Dunque avendo 41 anni di contribuzione all'inizio dell'operazione del prestito dopo un anno e 10 mesi di lavoro part-time (ovviamente nel rispetto del minimale contributivo) raggiungerebbe i requisiti per la pensione anticipata prima della pensione di vecchiaia, (66 anni e 7 mesi). A questo punto Francesco potrebbe decidere di chiedere la liquidazione della pensione anticipata interrompendo così il prestito prima della sua scadenza naturale, cioè dopo soli 22 mesi, invece che 43 mesi originariamente previsti al momento della stipula del contratto di finanziamento. Essendo più breve la durata del prestito rispetto alla data di scadenza prevista in origine la banca dovrà ricalcolare i piani di ammortamento dell'operazione e Francesco potrà ottenere un ulteriore risparmio rispetto ai costi iniziali sopra menzionati.
Infine un terzo aspetto positivo. Avendo versato ulteriori mesi di contribuzione per il lavoro part-time durante l'operazione l'importo dell'assegno pensionistico risulterà superiore rispetto a quello calcolato al momento della richiesta dell'Ape volontario. Non si tratta di un aumento significativo ma comunque da tenere in considerazione.