Pensioni, Verso l’Ok alla proroga di Opzione Donna e Ape sociale

Lunedì, 11 Luglio 2022
Il Ministro Orlando in occasione della presentazione del 21° rapporto annuale dell'Inps. Possibile anche forme di accompagnamento all'uscita dal mercato del lavoro per rafforzare meccanismi di ricambio generazionale.

Il Governo è pronto a sostenere il rinnovo di Opzione donna e Ape sociale perché hanno ottenuto buoni risultati. Lo ha affermato il Ministro del Lavoro, Orlando in occasione della presentazione del 21° rapporto annuale dell’Inps.  

«Sulle pensioni, ha detto Orlando, è partita una fase di confronto con le parti sociali. A fine anno, con la scadenza di misure come “Opzione donna” e l’“Ape sociale”, si renderà necessario procedere al loro rinnovo perché hanno ottenuto buoni risultati».

In pole position, quindi, le lavoratrici della classe 1964 (1963 le autonome) che raggiungono i 35 anni di contributi entro il 31 dicembre 2022 e, per l’ape sociale, i lavoratori e lavoratrici che matureranno i 63 anni e i 30/36 anni di contributi tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2023. «Ma dovremo anche ampliare e dare criteri di strutturalità alla platea dei lavori gravosi, per l’accesso a meccanismi di anticipo rispetto all’attuale quadro normativo» ha aggiunto Orlando.

Flessibilità in uscita

Ancora in alto mare, invece, il cantiere per il superamento delle misure temporanee di flessibilità in uscita (le varie quote 100, 102, ecc.) e per la «definizione di una misura generalizzata e strutturale di flessibilità a regime». Qui la discussione con le parti sociali si è fermata a febbraio in occasione dello scoppio della guerra in Ucraina ma soprattutto per l’ampia distanza tra governo (che propende per una ipotesi di adesione al contributivo per tutti) e sindacati (preoccupati dal non apporre il proprio sigillo ad una riforma che penalizzi la rendita previdenziale).

Ricambio generazionale

Orlando cita anche il tema della riduzione dell’orario di lavoro e della possibilità di introdurre «un accompagnamento all’uscita dal mercato del lavoro che, senza anticipare l’età della quiescenza, possa operare invece sul versante della diminuzione delle ore come strumento di flessibilità e anche di ricambio generazionale».  Misure che, conclude Orlando, dovranno essere raccordate con il rilancio della previdenza complementare ricorrendo alla regola del silenzio assenso per l’adesione ai fondi.

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