Riforma Pensioni, Maggioranza divisa sul taglio alle pensioni d'oro

Paolo Piva Mercoledì, 29 Agosto 2018
Ma il Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, difende la proposta D'Uva-Molinari sul taglio delle pensioni superiori ad 80mila euro lordi annui. "E' nel contratto di Governo".
Il Governo si avvicina alla resa dei conti sul taglio alle pensioni d'oro. Dopo la presentazione a metà agosto del DDL a firma dei capigruppo Lega e Cinquestelle D'Uva-Molinari (che deve essere ancora calendarizzato in Parlamento a settembre) l'intesa all'interno della maggioranza vacilla con alcuni esponenti Leghisti che hanno espresso dubbi sulla strada da seguire. 

Per Antonio Brambilla, consulente della Lega ed estensore della proposta della quota 100, il taglio prospettato nel DDL è arbitrario e quindi sbagliato in quanto penalizza coloro che hanno lasciato in anticipo sfruttando, come già anticipato su PensioniOggi, canali di pensionamento più generosi previsti dalla normativa passata. Il taglio cioè non tiene conto della reale contribuzione versata a differenza di quanto annunciato da diversi esponenti del Governo. Fermo restando che l'intervento prospettato manterrebbe tutte le criticità di costituzionalità circa la retroattività e la definitività del taglio. Come dire che se anche le Camere approvassero il DDL così come è stato presentato resterebbe alto il rischio di un altolà da parte della Consulta. L'ipotesi più prudente sarebbe quella di procedere alla reintroduzione di un contributo di solidarietà, come già fatto in passato dal Governo Letta con la finanziaria 2014, e su cui la Consulta si era espressa positivamente. Tanto è vero che anche l'Inpgi in occasione della Riforma approvata nel 2016 ha seguito questo solco inserendo per il triennio 2017-2019 un prelievo di solidarietà progressivo sugli assegni dei giornalisti.

La strada del contributo di solidarietà seguita dall'esecutivo Letta, tuttavia, non convince i CinqueStelle in quanto eccessivamente blando e scarsamente efficace. I Pentastellati vorrebbero colpire in maniera definitiva e selettiva i lavoratori che con il sistema retributivo sono riusciti ad agganciare pensioni d'oro ritirandosi pure ad età molto favorevoli. Un binomio che in passato ha suscitato scalpore e sul quale è stata fatta l'intera campagna elettorale che il DDL D'Uva-Molinari ha il pregio (o il difetto a seconda dei punti di vista) di incidere in modo netto e rapido senza necessità di complessi calcoli di ricostruzione della carriera lavorativa. Non a caso il progetto D'Uva è stato mutuato dalla proposta dell'Inps del 2015 (Non per Cassa ma per Equità) che aveva individuato nella forma del raffronto dei coefficienti di trasformazione (ri)parametrati sull'età di vecchiaia il metodo più rapido e meno dispendioso per raggiungere quei pensionati che più degli altri avevano profittato dei vantaggi del sistema retributivo. Ottenendo cioè pensioni elevate ad età molto vantaggiose.

Il contributo di solidarietà avrebbe, invece, un perimetro di applicazione temporaneo e necessariamente meno incisivo in quanto progressivo, rispettoso dei parametri costituzionali. Certo nulla impedirebbe alle Camere di declinarlo in modo diverso, ad esempio provando a renderlo strutturale o più intenso, ma in tal caso si rischierebbe di nuovo l'incostituzionalità. La maggioranza in autunno dovrà scegliere se e come proseguire nella strada del taglio alle pensioni d'oro. Ad ogni modo la questione è delicata e i tempi per una delibera in tal senso sembrano divenire sempre più lunghi rispetto all'ipotesi rilanciata dal Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, di un'approvazione entro la fine dell'anno.

La Riforma della Legge Fornero

Sullo sfondo ma non meno importante resta poi il capitolo su come riformare la Legge Fornero. La Uil ribadito oggi al Governo in un documento la necessità di intervenire sulla materia con l'introduzione di una reale flessibilità di accesso alla pensione intorno a 63 anni, attualmente prevista per 15 lavori gravosi, per tutti i lavoratori. Inoltre, secondo i sindacati occorre agire tempestivamente per introdurre dei meccanismi che garantiscano pensioni future e dignitose ai giovani lavoratori, che, in questi anni, a causa della precarietà del lavoro, hanno avuto buchi di contribuzione. Altri capitoli di intervento sono la valorizzazione del lavoro di cura delle donne ai fini contributivi, la proroga dell'opzione donna, il varo di di una salvaguardia definitiva sugli esodati, la revisione del meccanismo dell’adeguamento automatico dell’aspettativa di vita, che attualmente prevede una doppia penalizzazione per i lavoratori e rappresenta un autentico disincentivo alla permanenza al lavoro.

Di Maio: Sulle pensioni d'oro si va avanti

"Non voglio entrare in uno scontro" con chi chiede di rallentare sui tagli alle pensioni: ma nel contratto di governo "abbiamo scritto che vogliamo tagliare le pensioni d'oro: se qualcuno vuol dire che il contratto non si deve attuare lo dica chiaramente, altrimenti si va avanti" ha detto il Ministro Di Maio.  "Sia chiaro - ha aggiunto - che agiamo su persone che prendono dai 4 mila euro netti in su, se non hanno versato i contributi" relativi agli assegni eppure, osserva Di Maio, "si stanno trattando queste persone come disperati che adesso dobbiamo andare a salvare".

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