Pensioni

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"Rimane insoluto il problema dell’uscita flessibile dal lavoro e quello di molti lavoratori cosiddetti esodati". Uil: "pronti allo sciopero contro il blocco dei contratti nelle Pa".

Kamsin Il presidente della commissione Lavoro alla Camera e relatore del Jobs act, Cesare Damiano (Pd), parlando della legge di stabilita’, definisce ”positivo l’incentivo per le nuove assunzioni”, ma avverte: ”Pensiamo debba essere corretta la sua durata triennale”. Ecco che, aggiunge, ”chiediamo al governo di spalmare l’incentivo su un numero superiore di anni e di vincolarlo al proseguimento dell’attivita’ e al mantenimento dell’occupazione”.

 Infatti secondo Damiano, ”sulla base dell’esperienza passata, c’e’ il rischio che alcune aziende possano utilizzare l’incentivo per fare concorrenza sleale e dopo il triennio di agevolazioni chiudere l’attivita’ con conseguente perdita di occupazione”. Sempre in tema di lavoro, Damiano considera ”positiva la scelta del governo di abbattere l’Irap sulla platea degli attuali occupati a tempo indeterminato”. Comunque, evidenzia, ”con il passare delle ore si precisano meglio i contenuti della legge di stabilita’ ed e’ apprezzabile lo sforzo del governo in direzione della crescita dell’economia”. Anche se, sottolinea, ”appaiono contraddittorie alcune misure di taglio lineare, come per le regioni, imponendo ulteriori restringimenti ai servizi e allo stato sociale”.

Sul fronte pensioni, capitolo non presente nella manovra, per Damiano ”e’ negativo il fatto che, nonostante le promesse del governo, nella legge di stabilita’ non ci sia alcun cenno al tema. Vogliamo ricordare al governo che rimane insoluto il problema dell’uscita flessibile dal lavoro e quello di molti lavoratori cosiddetti esodati.

Statali, Uil: sciopero contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego - "I contratti collettivi di lavoro del pubblico impiego sono fermi al 2010. Ebbene, se lo Stato non rispetta gli accordi, anche noi ci sentiamo sciolti dal rispetto di quegli stessi accordi e, dunque, non terremo piu' conto dei limiti previsti per gli scioperi nel settore". Cosi', il Segretario generale aggiunto della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando al Congresso nazionale della UIL-FPL, la categoria degli Enti locali e della sanita', ha annunciato la decisione del Sindacato di via Lucullo di disdettare il Protocollo del 2001 in merito alle procedure di raffreddamento e conciliazione relative alle prestazioni indispensabili in caso di sciopero.

La disdetta riguarda anche tutti i successivi accordi in materia, firmati sulla base di quel Protocollo, ed e' stata comunicata formalmente con lettera inviata all'Aran, l'agenzia governativa per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. "Il blocco dei contratti - ha sottolineato Barbagallo nel suo intervento - e' una decisione di arrogante signoria che trasforma oltre tre milioni di cittadini in sudditi: e' inaccettabile. Se il Governo, dunque, non modifica la legge di stabilita', a partire dallo sblocco dei contratti nel pubblico impiego, se non mantiene le tutele per tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato e non le allarga a chi non ne ha, se non da' un segno chiaro nella direzione degli investimenti e dello sviluppo per tutto il Paese, noi chiederemo a Cgil e Cisl di avviare una lunga stagione di lotte unitarie che proseguira' fino a quando il Governo non avra' cambiato verso".

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Un atto ispettivo della Commissione Lavoro della Camera dei deputati accerta i potenziali interessati da un ulteriore intervento in favore dei lavori che hanno perso il posto di lavoro nel 2011 e che sono senza stipendio e pensione.

Kamsin Sono circa 46.200 i lavoratori attualmente rimasti senza pensione e lavoro che potrebbero essere salvaguardati se il disegno di legge 1558 sulla sesta salvaguardia estendesse al 6 gennaio 2019 (invece del 6 gennaio 2016 come attualmente prevede il citato ddl) i termini utili per maturare la decorrenza della prestazione pensionistica. E' quanto si legge nella risposta fornita dal Sottosegretario del Ministero del Lavoro Luigi Bobba all'atto di sindacato ispettivo promosso dall'Onorevole MariaLuisa Gnecchi (Pd) presso la Commissione Lavoro della Camera de Deputati lo scorso 15 Ottobre.

A questo numero si devono sommare altre 3.300 persone se si ricomprendessero nel profilo di tutela anche i lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi stipulati in sede non governativa entro il 31 dicembre 2011 che sono cessati dal lavoro entro il 31 dicembre 2014.

La vicenda - L'atto di sindacato ispettivo chiedeva al Governo di fornire il numero dei potenziali beneficiari delle misure di salvaguardia per l'accesso al trattamento pensionistico nell'ipotesi in cui venissero modificati alcuni requisiti attualmente previsti dalla normativa. Il Sottosegretario Bobba ha indicato che il Parlamento, lo scorso 1° ottobre, ha approvato in via definitiva l'Atto Senato 1558 recante «Modifiche alla disciplina dei requisiti per la fruizione delle deroghe riguardanti l'accesso al trattamento pensionistico». Tale provvedimento, "che è segno del costante interesse del Governo per i lavoratori cd «esodati»", garantisce tutela ad ulteriori 32.100 soggetti, appartenenti alle categorie dei: lavoratori collocati in mobilità; prosecutori volontari;  beneficiari dei permessi per assistenza ai soggetti con disabilità; soggetti cessati dal lavoro per accordo individuale o collettivo o mediante risoluzione unilaterale.

Bobba ha quindi fornito due tabelle, secondo le stime dell'INPS, concernenti il numero dei soggetti che potrebbero essere oggetto degli interventi normativi nel senso auspicato dall'On. Gnecchi, oggi esclusi dalle sei salvaguardie. Ebbene la prima tabella mostra in particolare i dati relativi: – ai lavoratori autorizzati ai versamenti volontari indicati alla lettera b) dell'articolo 2, comma 1, del disegno di legge S. 1558; – ai lavoratori cessati di cui alla lettera c) del medesimo comma 1 dell'articolo 2; – a quelli beneficiari di permessi e congedi indicati nella lettera d) della medesima disposizione; – e ai lavoratori con contratto a tempo determinato di cui alla successiva lettera e); che sarebbero interessati dall'intervento prevedendo la maturazione del trattamento pensionistico, rispettivamente, al 6 gennaio 2017, al 6 gennaio 2018 e al 6 gennaio 2019.

"L'INPS ha tuttavia precisato - si legge nella risposta del Sottosegretario - che il numero totale dei potenziali beneficiari – pari a 46.200 – non tiene conto dei soggetti esclusi dalle precedenti salvaguardie poiché eccedenti rispetto ai contingenti determinati dalla norma. Mi riferisco, in particolare ai soggetti previsti dalla lettera d) del citato comma 1 dell'articolo 2".  "Per quanto riguarda il quesito inerente i lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di accordi stipulati entro il 31 dicembre 2011 – di cui alla lettera a) dell'articolo 2, comma 1, – la seconda tabella mostra i possibili inclusi se la data di cessazione del rapporto di lavoro venisse spostata (dal 30 settembre 2012) al 31 dicembre 2012, al 31 dicembre 2013 e al 31 dicembre 2014" ha indicato il Sottosegretario.

"Evidenzio, inoltre, che tale platea include soltanto coloro che hanno sottoscritto accordi di tipo non governativo, in quanto tutti coloro che hanno sottoscritto un accordo governativo risultano essere già beneficiari di salvaguardia anche se il rapporto di lavoro è cessato dopo il 30 settembre 2012.  Da ultimo preciso che la tabella 2 è stata elaborata dall'INPS sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro, non essendo disponibili i dati certi sugli accordi di tipo non governativo" ha concluso il Sottosegretario.

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Con la legge di stabilità Renzi dice "no" agli interventi previsti nel Dossier Cottarelli di inizio anno. Nessun taglio alle invalidità e al prelievo sulle pensioni d'argento. Ma i problemi sul tavolo restano gli stessi. 

Kamsin La legge di stabilità ha effetti quasi neutri per centinaia di migliaia di lavoratori e pensionati. Il Governo non ha previsto sostanziali modifiche sulle pensioni nè in senso peggiorativo nè migliorativo. Congelati dunque quegli interventi che erano stati proposti nel Dossier Cottarelli ad inizio anno che avrebbero portato ad una stretta sugli assegni di accompagnamento per l'invalidità (nel documento elaborato dal Commissario Straordinario si proponeva di ancorarli ad un requisito reddituale intorno a 30-45 mila euro annui) e sulle pensioni di reversibilità.

Il Documento "suggeriva" inoltre al Governo l'introduzione di un contributo di solidarietà sugli assegni superiori a 2mila euro netti al mese nonchè l'incremento di un anno dei requisiti per accedere alla pensione anticipata per le lavoratrici.

Si tratta di un importante riscontro dato che, simili proposte avrebbero comportato un ulteriore indebolimento delle prestazioni sociali e inferto un duro colpo, l'ennesimo, al sistema pensionistico italiano. In senso peggiorativo c'è da annotare però una stretta fiscale sulla previdenza complementare e sulle casse private che saranno chiamate a contribuire maggiormente alla fiscalità generale rispetto a quanto accade attualmente. Una misura che può avere anche ulteriori risvolti negativi in quanto, almeno le Casse private, potrebbero essere costrette ad incrementare le aliquote contributive degli iscritti per compensare il prelievo fiscale sugli assegni. 

Dall'altra parte la to do list del governo resta la stessa. Il provvedimento delude infatti le legittime aspettative dei 4mila lavoratori della scuola che si riconoscono nel movimento dei cd. quota 96 e dei lavoratori precoci che chiedono la cancellazione delle penalizzazioni sino al 2017. Resta poi da inserire una soluzione strutturale per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro dopo il 2011 e da concludere il riesame dei lavoratori "salvaguardati" rimasti fuori dalle tutele. Alcune di queste misure potrebbero trovare spazio nel corso dell'esame parlamentare della legge di stabilità (che sarà approvata nel mese di dicembre).

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La Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati chiede la rapida attivazione della speciale procedura dei "vasi comunicanti" per includere nella quarta salvaguardia i lavoratori che hanno maturato il diritto previdenziale dopo il 31 Ottobre 2012.

Kamsin Sarà necessario che il governo attivi la speciale procedura dei cd. vasi comunicanti di cui all'articolo 1, comma 193 della legge di stabilità 2014 (legge 147/2013) per tutelare i lavoratori che hanno fruito nel corso del 2011 dei permessi e dei congedi per assistere familiari con disabilità gravi e che sono rimasti esclusi dal contingente delle 2500 posizioni in materia di quarta salvaguardia. E' quanto ha ricordato l'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd) nel corso di un'interrogazione avvenuta lo scorso 15 Ottobre in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati.

L'Onorevole ha ricordato al Sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba le difficoltà che si sono poste nell'attuazione della cosiddetta «quarta salvaguardia», relativa ai lavoratori che assistono familiari disabili. Per tale platea l'INPS aveva stimato l'esistenza di 2.500 beneficiari, ma in un recente messaggio il medesimo Istituto ha comunicato che detta platea si è esaurita consentendo di salvaguardare solo i lavoratori che maturino i requisiti entro il 31 ottobre 2012. Sono pertanto rimasti fuori dalla tutela i lavoratori che hanno maturato il diritto previdenziale dal 1° Novembre 2012 al 31 dicembre 2013.

"Si rende pertanto necessario attivare il richiamato meccanismo dei «vasi comunicanti», introdotto nella legge di stabilità per il 2014 grazie alla costanza del collega Dell'Aringa, allora Sottosegretario, per porre rimedio a tale situazione, che sicuramente sarà seguita con attenzione dal Sottosegretario Bobba" ha indicato la Gnecchi.

La procedura prevista dall'articolo 1, comma 193 della legge di stabilità 2014 prevede infatti il trasferimento delle risorse nell'ambito delle platee previste dalla legislazione vigente, in relazione all'effettivo utilizzo delle somme stanziate previa adozione di un decreto interministeriale Lavoro-Economia. "Come testimoniato dalla copertura finanziaria della cosiddetta «sesta salvaguardia», - ricorda la Gnecchi - , esistono sovrastime, anche consistenti, nella determinazione di alcune platee, mentre sussistono ancora diverse categorie di soggetti esclusi dalle salvaguardie per questioni prevalentemente nominalistiche".

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L'Inps metterà in pagamento le pensioni il 10 di ciascun mese per uniformare e razionalizzare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali.

Kamsin Stretta sulle pensioni integrative, tassazione piu' elevata per le rendite delle Casse Professionali, pagamenti dei trattamenti previdenziali unificati il 10 di ciascun mese. Sono queste le principali novità contenute sulle pensioni nella bozza di disegno di legge di stabilità licenziata questa settimana. Vediamo dunque di riassumere cosa potrebbe cambiare dal prossimo anno.

Stretta sulla previdenza integrativa e Casse Private - La legge di stabilità prevede, per le casse di previdenza delle professioni l'incremento  della tassazione delle rendite finanziarie dal 20 al 26 per cento, un livello che sarà equiparato agli investimenti effettuati da qualsiasi altro investitore privato. Sale anche il prelievo sui fondi di previdenza complementare ai quali fisco chiederà non più l'11,5% ma il 20%.

Data unica per il pagamento delle pensioni - L'articolo 26 della bozza del disegno di legge di stabilità 2015 prevede che, dal prossimo 1° gennaio 2015, al fine di razionalizzare ed uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall'Inps, assegni e prestazioni previdenziali nonchè l'indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, "sono poste in pagamento il 10 di ciascun mese o il giorno successivo se festivo o non bancabile con unica soluzione nei confronti dei beneficiari di più trattamenti, se non sono presenti cause ostative". L'unificazione riguarda solo i titolari di piu' trattamenti (circa 800mila soggetti), e non interessa dunque coloro che hanno la pensione a carico di una sola gestione previdenziale: costoro continueranno a vedere la pensione accreditata con le regole attuali.

Attualmente, com'è noto, l'istituto eroga le prestazioni in giorni differenti a seconda delle gestioni in cui viene liquidato il trattamento. Con l'unificazione delle date di pagamento l'Inps punta ad ottenere un risparmio nelle commissioni bancarie.

Comunicazioni telematiche - Un'altra novità riguarda l'obbligo di comunicare il decesso del pensionato all'Inps da parte del medico necroscopo attraverso il sistema telematico già presente per la comunicazione dello stato di malattia. Il certificato di accertato decesso dovrà essere trasmesso dal medico entro 48 ore dall'evento e ciò per ridurre i casi di indebita erogazione.

Il disegno di legge prevede poi la cancellazione delle prestazioni accessorie erogate dall'Inps per le cure termali e la riduzione di 150milioni di euro dei fondi destinati per i patronati. Non ci sono invece novità per quanto riguarda i temi caldi della previdenza come la predisposizione di nuove deroghe al regime Fornero, l'estensione del bonus degli 80 euro ai pensionati, nè la cancellazione delle penalizzazioni. Misure sulle quali, tuttavia, è possibile che le forze politiche presentino appositi emendamenti nel corso dell'iter parlamentare del disegno di legge.

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La legge di stabilità lascia ancora una volta a bocca asciutta i 4mila insegnanti e personale Ata della Scuola che aveva maturato i requisiti per la pensione durante l'anno scolastico 2011/2012.

Kamsin Niente da fare per il personale scolastico che ha maturato un diritto a pensione entro la fine dell'anno scolastico 2011/2012. I 4 mila docenti e lavoratori del comparto Ata che si riconoscono nel movimento dei cd. Quota 96 della scuola sono stati ancora una volta dimenticati dal Governo in occasione della presentazione della legge di stabilità per il 2015. Si tratta, com'è noto, di quei lavoratori che avevano raggiunto un diritto a pensione, con la vecchia normativa, dopo il 1° gennaio 2012 e che, pertanto, sono rimasti intrappolati nella Riforma Fornero del 2011.

La legge di stabilità doveva essere il veicolo idoneo a risolvere la vicenda dopo tanti tentativi andati a vuoto negli scorsi mesi, da ultimo quello previsto nel decreto legge di Riforma della Pubblica Amministrazione la scorsa estate, ma in loro favore non è stato previsto nulla.

"E' sconcertante l'assenza di misure in favore dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Il Governo ha dimenticato ancora una volta i problemi che da anni interessano centinaia di migliaia di lavoratori nonostante le promesse e le aperture fatte nei mesi scorsi in favore dei quota 96 della scuola, degli esodati e dei lavoratori penalizzati per l'accesso alla pensione anticipata prima dei 62 anni" ricorda un comunicato diffuso ieri dalla Cobas-Cgil. 

Delusione si registra dalla Rete dei Patronati Acli che osservano come, dalla legge di stabilità, sia rimasta fuori un'altra misura che avrebbe potuto temperare le rigidità della Fornero: e cioè l'estensione ai lavoratori del pubblico impiego (compreso il personale della scuola) che hanno raggiunto la quota 96 entro il 31.12.2012 della facoltà di accedere alla pensione al perfezionamento del 64° anno di età, una misura prevista attualmente solo per i lavororatori dipendenti del settore privato (articolo 24, comma 15-bis del Dl 201/2011). 

"Non resta che attendere di vedere se il Parlamento inserirà emendamenti ad hoc al testo presentato dal Governo sulla legge di stabilità" dicono dal Patronato Acli.

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