Pensioni

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Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha indicato la disponibilità del Governo a verificare le coperture necessarie per garantire una modifica della penalizzazione sulla pensione anticipata per chi non ha ancora raggiunto i 62 anni. Pronta anche una revisione della pensione di reversibilità.

Kamsin Ci sarà un «approfondimento» su alcune criticità nell'accesso alla pensione anticipata nella Legge di Stabilità. E il governo intende rivedere anche le norme che regolano la reversibilità ai figli ormai obsolete, perché con la separazione della laurea triennale da quella specialistica e con l'introduzione dei master post universitari, può accadere che lo studente perda il genitore dopo la laurea, ma prima del successivo passaggio formativo.

E' quanto ha precisato, ieri, nel corso del question time a Montecitorio, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, a proposito della prestazione destinata a chi resta orfano, ricorda come secondo i requisiti attuali per l'erogazione il figlio superstite deve avere meno di 26 anni ed essere iscritto all'università; l'intervento che Poletti ha indicato servirà, puntualizza, per «per verificare se vi siano i margini un'interpretazione evolutiva della norma», o se, invece, bisognerà ricorrere ad una nuova disciplina, nel qual caso andrà «reperita la copertura economica».

Quanto alla pensione anticipata, il governo intende procedere, all'interno della manovra, all'analisi delle categorie di persone che possono essere escluse dalle penalizzazioni della legge 214/2014 dell'ex ministro Elsa Fornero. E, anche in questa circostanza, un'eventuale modifica della fattispecie renderebbe necessario trovare adeguate risorse.

La richiesta del Pd al ministro Poletti è quella di estendere la deroga prevista dall'articolo 6, comma 2-quater del Dl 216/2011 in favore di tutti i lavoratori; una modifica, già tentata senza successo con il Dl sulla Pa, che significherebbe lo stop definitivo alla penalizzazione sino al 2017 per chiunque maturi i requisiti per la pensione anticipata anche in assenza dei 62 anni. Attualmente, invece, l'articolo citato ferma i disincentivi solo in favore dei lavoratori la cui contribuzione derivi esclusivamente da lavoro effettivo ma penalizza coloro che hanno contribuzione figurativa derivante da disoccupazione indennizzata, mobilità, cigo e le varie maggiorazioni connesse allo stato di invalidità od amianto. 

Zedde

C'è uno spiraglio per la cessazione delle penalizzazioni per i lavoratori che accedono alla pensione anticipata sino al 31 Dicembre 2017 in assenza del requisito anagrafico dei 62 anni. Kamsin Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nel corso del question time che si è tenuto ieri alla Camera dei Deputati si è detto infatti disponibile ad approfondire la questione ed ha aperto alla possibilità di un intervento in materia con la prossima legge di stabilità. Un tentativo di risolvere la vicenda, del resto, era stato già tentato con l'esame del Decreto legge sulla Pa, ma era stato rigettato per problemi di copertura finanziaria.

Positive le reazioni da parte della segreteria del Pd. Maria Luisa Gnecchi, capogruppo del Pd nella commissione Lavoro, si dice “soddisfatta per l’impegno del ministro Poletti ad approfondire la questione delle pensioni anticipate in sede di prossima Legge di Stabilità, proprio come noi lo abbiamo sollecitato a fare oggi con la nostra interrogazione discussa durante il question time”. “Nello specifico la nostra richiesta – spiega Gnecchi – è di eliminare le penalizzazioni per chi vada in pensione di anzianità prima dei 62 anni. Era già stato approvato un emendamento in tal senso nel Decreto sulla Pubblica Amministrazione ma nel passaggio tra Camera e Senato la Ragioneria di Stato ha quintuplicato le coperture necessarie e, quindi, il Senato lo ha stralciato. La richiesta del Pd al ministro Poletti è dunque di verificare le necessarie coperture e di intervenire nella Legge Stabilità perché non è accettabile che i periodi di astensione obbligatoria per maternità, quelli per l’assolvimento degli obblighi di leva, per infortunio, per malattia e di cassa integrazione guadagni ordinaria, disoccupazione e scioperi non siano considerati prestazione effettiva di lavoro – visto che esiste una regolare contribuzione. Per questo il Pd chiede che si torni a giustizia.

Riforma Pensioni, così cambia il pensionamento d'ufficio nelle Pa

Riforma pensioni, ecco le novità di SettembreZedde

Per i lavoratori salvaguardati e per coloro che fruiscono del prepensionamento nel Pubblico Impiego è prevista l'ultrattività delle regole previdenziali vigenti sino al 31 Dicembre 2011. 

Kamsin Alcune categorie di lavoratori possono beneficiare, in via eccezionale, delle precedenti regole di pensionamento e di decorrenza anche dopo il 2011. Si tratta in primo luogo dei lavoratori esodati salvaguardati, soggetti per i quali il legislatore ha approvato specifici provvedimenti legislativi per consentirgli di beneficiare di un trattamento pensionistico anticipato, in deroga alla nuova disciplina Fornero. Le vecchie regole sono state altresì rimesse in carreggiata per il prepensionamento dei pubblici dipendenti, cioè per far uscire i dipendenti in soprannumero nelle Pa all'esito dell'approvazione di specifici piani di riduzione delle piante organiche (articolo 2, comma 11 del Dl 95/2012).

Appare quindi utile richiamare le regole pensionistiche che tali lavoratori hanno "cristallizzato" e dunque mantenuto in vigore anche dopo il 2011 anche alla luce della sesta salvaguardia che sarà a breve convertita in legge dal Senato.

La Finestra mobile e la Stima di Vita - Sia che si andasse in pensione con il pensionamento di vecchiaia o con la pensione di anzianità la vecchia normativa preveda una finestra mobile standard pari a 12 mesi per i lavoratori dipendenti e 18 mesi per gli autonomi. Entrambi gli istituti erano poi soggetti all'applicazione della speranza di vita Istat (3 mesi già scattati dal 2013; altri 4 mesi dal 2016).

La Vecchiaia - Il pensionamento di Vecchiaia richiedeva il perfezionamento di un'età anagrafica di 65 anni per gli uomini (settore privato e pubblico); 61 anni per le donne del pubblico impiego (65 dal 2012); 60 anni per le lavoratrici del settore privato (dipendenti e autonome). Queste ultime lavoratrice subivano - ai sensi dell'articolo 18, comma 1 del 98/2011 convertito con legge 111/2011 - il progressivo innalzamento dell'età pensionabile a partire dal 1° gennaio 2014 sino al 2026 in modo da raggiungere la parificazione con l'età pensionabile dei lavoratori del pubblico impiego.

La seguente tabella riassume il graduale innalzamento del pensionamento di vecchiaia per i lavoratori e le lavoratrici con le vecchie regole pensionistiche comprensive degli adeguamenti alla speranza di vita Istat (3 mesi dal 2013; 4 mesi dal 2016; 4 mesi dal 2019).

Anzianità - La pensione di anzianità richiedeva requisiti di pensionamento piu' bassi. Nello specifico il diritto si perfezionava al raggiungimento di una quota data dalla somma tra l'età anagrafica minima richiesta e almeno 35 anni di contributi. Per i lavoratori dipendenti e iscritti ai fondi pensione sostitutivi ed integrativi, a partire dal 1° gennaio 2011, era necessario raggiungere la quota 96 con almeno 60 anni di età (ovvero 60 anni di età + 36 di contributi oppure 61 anni di età + 35 di contributi). Per i lavoratori autonomi il quorum era di un anno piu' elevato: ossia bisognava perfezionare la quota 97 con almeno 61 anni di età: dunque 61 anni e 36 di contributi oppure 62 anni e 35 di contributi. Dal 2013 tali requisiti crescevano di un anno e venivano adeguati alla stima di vita. Il risultato? I lavoratori dipendenti dovevano raggiungere la quota 97,3 (con almeno 61 anni e 3 mesi di età), gli autonomi la quota 98,3 con almeno 62 anni e 3 mesi di età. E dal 2016 il nuovo scatto della stima vita prevede un innalzamento di ulteriori 4 mesi.

In alternativa, la pensione di anzianità poteva essere conseguita, indipendentemente dall'età anagrafica, con 40 anni di contributi. In tal caso tuttavia la finestra mobile sarebbe stata leggermente piu' lunga (1 mese; 2 mesi o 3 mesi in piu' a seconda se il requisito contributivo fosse stato maturato rispettivamente nel 2012; 2013 o dal 2014 in poi).

Le seguenti tabelle mostrano il graduale innalzamento dei requisiti per l'accesso alla pensione di anzianità dal 2011 in poi comprensivi degli adeguamento alla speranza di vita (si noti che il requisito contributivo dei 40 anni non è soggetto ad adeguamento cfr: messaggio inps 20600/2012)

Statali, così il prepensionamento nel pubblico impiego

Esodati, stop a nuove salvaguardie. Piu' flessibilità per la pensioneZedde

Le Forze Politiche presentano in Commissione Lavoro del Senato un ordine del giorno in cui chiedono lo stop a nuove salvaguardie. Serve maggiore flessibilità in uscita e forme attive di invecchiamento.

Kamsin Non ci sarà una settima salvaguardia. Il governo dovrà piuttosto cercare forme di invecchiamento attivo per i lavoratori "anziani" che abbiano perso il lavoro senza avere ancora i requisiti per il pensionamento. E' quanto si legge nell'ordine del giorno presentato ieri, in Commissione Lavoro al Senato da diversi esponenti della maggioranza tra cui Pietro Ichino (Sc), Hans Berger (Svp), Giuseppe Pagano (Ncd) e Annamaria Parente (Pd).

"Salvi alcuni casi - si legge nel documento - numericamente assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest'ultimo provvedimento di salvaguardia deve considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l'esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento".

In altri termini il documento chiude le porte all'approvazione di ulteriori provvedimenti che derogano alla Riforma Pensionistica del 2011. Nel documento si sottolinea piuttosto che è "necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione".

Le forze politiche chiedono quindi al governo di sviluppare - anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere di politiche di active ageing - un insieme organico di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo, con forme di flessibilizzazione dell'età del pensionamento, di combinazione del lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell'ultima fase della loro vita attiva.

Inoltre, laddove nessuna delle anzidette misure di promozione dell'invecchiamento attivo possa essere adottata, ad affrontare il problema degli ultrasessantenni che abbiano perduto l'occupazione senza avere ancora i requisiti per il pensionamento e che si trovino in difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, attivando strumenti di sostegno del reddito, di assistenza intensiva nella ricerca e di contributo economico per l'assunzione, mirati a incentivare il loro reinserimento nel tessuto produttivo e non la loro uscita dal mercato del lavoro.

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Arriva il sostanziale via libera dalla Commissione Lavoro del Senato ad una rapida approvazione del ddl sulla sesta salvaguardia. Il provvedimento consentirà l'accesso alla pensione con le previgenti regole ad ulteriori 32.100 lavoratori che entro la fine del 2011 avevano perso il lavoro.

Kamsin Tutti i Gruppi parlamentari presenti in Commissione si sono dichiarati disponibili a rinunciare alla presentazione di emendamenti al disegno di legge in materia di sesta salvaguardia approvato dalla Camera dei deputati e assunto come testo base.

E' quanto si legge nel resoconto diffuso dalla Commissione Lavoro del Senato dopo l'esame avvenuto oggi in sede referente del ddl sulla sesta salvaguardia. Il documento lascia intendere una rapida conversione del testo approvato in prima lettura dalla Camera dei Deputati lo scorso 4 Luglio. Senza alcuna modifica.

Visto l'orientamento favorevole alla rapida conclusione dell'iter del provvedimento - si legge nella nota - una volta pervenuti i pareri delle Commissioni permanenti 1a e 5a, acquisito il consenso dei rappresentati dei Gruppi, si potrà richiedere alla Presidenza del Senato la riassegnazione del provvedimento in sede deliberante. L'accelerazione dovrebbe portare all'approvazione definitiva del testo entro la fine del mese di Settembre, o al massimo, entro metà Ottobre, secondo quanto stabilirà il calendario di Palazzo Madama.

Nella giornata odierna è stato tuttavia adottato anche un atto di indirizzo in cui le forze politiche ritengono ormai chiusa la "partita" in materia di salvaguardie. "Salvi alcuni casi - si legge nel documento - numericamente assai limitati, che soltanto per circostanze particolari e peculiari non rientrano tra quelli salvaguardati e ai quali dovrà essere dedicata la necessaria attenzione in funzione di soluzioni ad essi rigorosamente circoscritte, con quest'ultimo provvedimento di salvaguardia deve considerarsi conclusa la fase degli interventi legislativi volti a risolvere problemi transitori di applicazione della riforma con l'esenzione dalla nuova disciplina pensionistica in favore di persone interessate da accordi di scioglimento dei rapporti di lavoro in prossimità del pensionamento. In altri termini non ci sarà una settima salvaguardia dalla disciplina Fornero". 

Nel documento si sottolinea piuttosto che è "necessario, per altro verso, evitare che l'attesa di provvedimenti ulteriori di salvaguardia induca una parte dei potenziali interessati ad astenersi da possibili opportunità di occupazione".

Le forze politiche chiedono tuttavia al governo di a sviluppare - anche sulla scorta delle migliori esperienze straniere di politiche di active ageing - un insieme organico di interventi volti a incentivare e facilitare la permanenza e/o il reinserimento dei cinquantenni e dei sessantenni nel tessuto produttivo, con forme di flessibilizzazione dell'età del pensionamento, di combinazione del lavoro a tempo parziale con pensionamento parziale, di incentivo economico alle iniziative delle imprese volte a ridisegnare le posizioni di lavoro in funzione della migliore valorizzazione delle doti di esperienza, equilibrio e affidabilità delle persone nell'ultima fase della loro vita attiva.

Inoltre, laddove nessuna delle anzidette misure di promozione dell'invecchiamento attivo possa essere adottata, ad affrontare il problema degli ultrasessantenni che abbiano perduto l'occupazione senza avere ancora i requisiti per il pensionamento e che si trovino in difficoltà nella ricerca di una nuova occupazione, attivando strumenti di sostegno del reddito, di assistenza intensiva nella ricerca e di contributo economico per l'assunzione, mirati a incentivare il loro reinserimento nel tessuto produttivo e non la loro uscita dal mercato del lavoro.

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Il Commissario alla Guida dell'Inps ammette la necessità di rendere piu' flessibile il pensionamento in funzione della contribuzione raggiunta. E si rispolvera l'ipotesi Damiano-Baretta.

Kamsin «La struttura di riferimento del sistema previdenziale deve essere più flessibile in relazione ai tempi e ai modi di uscita dal mercato del lavoro». E' quanto ha detto il commissario straordinario dell'Inps Vittorio Conti. Conti ha spiegato che il problema è quello «di non stabilire una data di uscita dal lavoro fissa, uguale per tutti». «In base alla contribuzione raggiunta - ha aggiunto il commissario - si può decidere se andare avanti o meno». Quindi, ha riassunto il commissario, «non è giusto un trattamento uguale per tutte le tipologie di lavoro».

Una proposta che ricorda quella Damiano-Baretta sui pensionamenti flessibili per superare la legge Fornero che di fatto ha eliminato le pensioni di anzianità: considerare cioè l'uscita anticipata dal lavoro, ma con un penalizzazione graduale in funzione dell'età raggiunta. Il Commissario ha inoltre aggiunto che si dovrebbe tenere conto anche di lavori usuranti, per i quali, già è previsto un sistema di uscite anticipate rispetto ai limiti delle pensioni di vecchiaia.

Quanto alla possibilità di una sua conferma oltre il termine fissato per il 30 settembre prossimo, Conti ha precisato di aver «dato la disponibilità all'incarico per spirito di servizio». Dunque, ha aggiunto il commissario, «non mi tirerei indietro per quest'ultimo miglio, pochi mesi, sempre per lo stesso spirito di servizio».

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