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Arriva il via libera dell'esecutivo all'introduzione della local tax dal prossimo anno. L'unificazione dell'imposizione fiscale sugli immobili potrebbe essere introdotta con un emendamento del governo alla legge di Stabilità, come ha confermato ieri il sottosegretario Delrio. Kamsin  Sicuramente, con la modifica, il governo punta a rendere un po’ più facile la vita dei contribuenti sommando Imu e Tasi, per la generalità degli immobili, e ripristinando per le abitazioni principali una tassazione progressiva grazie al ritorno di un sistema di detrazioni simili a quello usato con l’Imu.

Tra le modifiche presentate dal Pd c'è anche il tentativo di porre rimedio ad una stortura dell’attuale Imu alla quale sono sottoposti, in quanto equiparati ad immobili, i cosiddetti “macchinari bullonati” delle imprese. Con la conferma di ieri dal 2015 si dovrebbe dunque andare verso una sola tassa unica comunale che ingloberà Imu, Tasi, Tosap (la tassa sul suolo pubblico), i passi carrai e i diritti sulle pubbliche affissioni. Per l'invio del bollettino precompilato direttamente a casa dei cittadini ci vorrà però un altro anno di attesa. La nuova tassa, oltre ad accorpare i tributi attuali, attribuirà ai sindaci anche la quota erariale del 7,6 per mille di Imu che oggi viene pagata dai capannoni, alberghi e centri commerciali. Un tesoretto che vale oltre 4,5 miliardi di euro e verrà scambiata con l'attribuzione allo stato del gettito derivante dall'addizionale Irpef.

La suddivisione dell’imposta tra chi possiede l’immobile e chi lo occupa, introdotta parzialmente con la Tasi, verrebbe invece meno per l’abitazione principale.

In tutto gli emendamenti presentati in comissione alla Camera (il termine per la presentazione scadeva ieri) sono 3.703, di cui circa 1.000 vengono da Pd. Ma come di consueto per le novità più rilevanti si dovranno attendere i testi del relatore e dell’esecutivo.

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Dal 2015 via libera all'introduzione di una tassa unica comunale che ingloberà Imu, tasi, Tosap (la tassa sul suolo pubblico), i passi carrai e i diritti sulle pubbliche affissioni. E' quanto, in sintesi, ha confermato il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della XXXI assemblea nazionale dell'Anci che si è tenuta ieri. 

Ma per l'invio del bollettino precompilato direttamente a casa dei cittadini ci vorrà però un altro anno di attesa in quanto ci vorranno dei tempi tecnici per adeguare la normativa. La nuova tassa, oltre ad accorpare i tributi attuali, attribuirà ai sindaci anche la quota erariale del 7,6 per mille di Imu che oggi viene pagata dai capannoni, alberghi e centri commerciali. Un tesoretto che vale oltre 4,5 miliardi di euro e verrà scambiata con l'attribuzione allo stato del gettito derivante dall'addizionale Irpef.

I tempi per l'introduzione della misura saranno, quindi, brevi. A dirlo è il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, che ha annunciato la presentazione di un emendamento alla legge di stabilità. Dobbiamo decidere se la portata dell'intervento sia limitata ad un ricompattamento delle norme oppure se fare qualcosa di più ambizioso riguardo ai flussi finanziari. Di certo, ha concluso Zanetti, il binomio Imu-tasi che ci siamo trovati è improponibile.

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Cambio di rotta per la tassazione agevolata prevista dalle partite Iva nella legge di stabilità. Palazzo Chigi potrebbe infatti accogliere una serie di emendamenti promossi dal sottosegretario dell’Economia, Enrico Zanetti, per riscrivere la norma accentuando i vantaggi fiscali ai "lavoratori della conoscenza", quelle partite Iva come designer, grafici, comunicatori, informatici, che rischiano invece di essere penalizzati dalla formulazione contenuta nella manovra. Kamsin Attualmente la Stabilità prevede una tassazione forfettaria del 15 per cento con un tetto del reddito, però, a 15 mila euro. Accanto a questo, la stessa norma, prevede una decontribuzione che, tuttavia, riguarderebbe solo artigiani e commercianti.

"Nella Manovra si prevede che i liberi professionisti e i free-lance avranno la possibilità di accedere a una tassazione flat al 15 per cento ma fino ad un imponibile di 15mila euro. In pratica la metà della di quanto prevede attualmente la legge" ha indicato Zanetti. Ma con il ritocco proposto "l'imponibile viaggerebbe tra i 26 e i 30 mila euro e l'aliquota, aggiunge il sottosegretario, verrebbe ritoccata, ma non dovrebbe comunque superare l'8 per cento". In tal modo si eviterebbe di estromettere da un sistema agevolato un gran numero di lavoratori che meritano e necessitano sostegno.

Del resto, la previsione contenuta nella legge di stabilità, rischia di penalizzare proprio i lavoratori della conoscenza. Soprattutto i più giovani. Oggi, per i primi cinque anni di attività e fino al compimento dei 35 anni, l’aliquota forfettaria prevista è del 5 per cento. Dieci punti più bassa di quella prevista nella manovra dal governo. La proposta Zanetti prevede di alzare quindi al 7-8 per cento, rendendola però permanente e non più limitata per cinque anni. Ed anche la soglia di reddito verrebbe aumentata da 15 mila e 30 mila euro. Per garantire che il costo dell’operazione (circa 900 milioni di euro) non salga, l’emendamento prevede l’eliminazione della decontribuzione (che vale circa 500 milioni e che comunque riguarderebbe solo commercianti e artigiani). La palla ora spetta a Palazzo Chigi che dovrà confermare le modifiche.

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La Relazione al disegno di legge di stabilità elaborata in commissione Lavoro della Camera dei Deputati chiede l'azzeramento delle penalizzazioni per i lavoratori precoci e l'incremento dei benefici per i lavoratori vittime di amianto.

Kamsin "Nelle more della definizione di un intervento che individui soluzioni di carattere strutturale per il definitivo superamento della questione degli «esodati», e assicuri un'adeguata risposta all'esigenza di rendere più flessibile l'uscita dalla vita lavorativa, in linea con quanto indicato nella Nota integrativa al disegno di legge di bilancio per l'anno 2015 e per il triennio 2015-2017 riferita allo stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si provveda già nell'ambito del disegno di legge di stabilità a superare talune criticità derivanti dall'applicazione della riforma pensionistica di cui all'articolo 24 del decreto-legge 22 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, intervenendo in particolare al fine di eliminare la riduzione percentuale dei trattamenti pensionistici prevista dal medesimo articolo per i lavoratori che maturano il previsto requisito di anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017, prescindendo dal requisito della prestazione effettiva di lavoro".

E' quanto si legge nella proposta di relazione al disegno di legge di stabilità approvata ieri in Commissione Lavoro in sede Referente a Montecitorio. Nella relazione si torna dunque a chiedere lo stop alle penalizzazioni per tutti i lavoratori sino al 2017, un progetto già presentato con il Dl 90/2014 ma poi caduto sotto le pressioni della Ragioneria Generale dello Stato.

Nella Relazione si chiede al Governo, inoltre, con riferimento al processo di razionalizzazione dei pagamenti dei trattamenti pensionistici di cui all'articolo 26, comma 3, del disegno di legge di stabilità, si anticipi dal giorno 10 al primo giorno di ciascun mese il termine per il pagamento dei trattamenti pensionistici, degli assegni, delle pensioni, delle indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili e delle rendite vitalizie dell'INAIL, nei confronti di beneficiari di più trattamenti. 

Tra le altre richieste la necessità che sia preservato il ruolo svolto degli istituti di patronato e assistenza sociale nella tutela dei diritti in materia di prestazioni previdenziali e assistenziali, sopprimendo la riduzione delle risorse loro spettanti operata dall'articolo 26, comma 10, del disegno di legge di stabilità;  la soppressione della riduzione degli stanziamenti destinati ai benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in attività usuranti disposta dall'articolo 45, comma 6, del disegno di legge di stabilità, garantendo la costanza dei finanziamenti previsti a legislazione vigente per tali finalità; nonchè il consolidamento ed il rafforzamento dell'impegno finanziario in favore delle politiche di tutela delle vittime dell'amianto, dei lavoratori affetti da patologie asbesto correlate, nonché di misure volte a sostenere la fuoriuscita dall'amianto.

Salta invece il riferimento ai Quota 96 della scuola, sui quali, tuttavia, la relatrice al provvedimento, l'Onorevole Gnecchi (Pd), ha ricordato "come la problematica relativa all'accesso al pensionamento dei lavoratori della scuola rientranti nella cosiddetta «quota 96» è all'attenzione anche dei deputati della VII Commissione, che intenderebbero presentare uno specifico emendamento in materia tenendo conto anche delle recenti misure introdotte dal decreto-legge n. 90 del 2014".

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Dopo la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Salerno, Ippolita Laudati, che ha riconosciuto lo scorso 3 novembre il diritto al pensionamento di 42 prof salernitani in Quota 96, di fatto bocciando la Legge Fornero che li aveva costretti a restare in servizio, si riaccendono le speranze per una soluzione della vicenda dei quota 96 della scuola. Kamsin Secondo Bruno Palmieri, legale dell'Inca Cgil, la sentenza è certamente un "importante precedente" in questa amara vicenda: servono tuttavia delle altre pronunce in tal senso affinchè l'orientamento emerso da Salerno diventi prevalente nella giurisprudenza.

"La sentenza è un primo passo avanti nella giusta direzione ma molti altri ricorsi non sono stati ancora decisi, quindi, non c'è una linea comune in giurisprudenza". Perlatro, ricorda l'esperto, "è molto probabile che sia il Miur che l'Inps proporranno appello e quindi i vincitori del ricorso dovranno continuare a permanere in servizio in attesa della sentenza definitiva".

La decisione di Salerno dovrebbe suggerire a nostro avviso, piuttosto, una soluzione politica rapida della vicenda che vede protagonisti circa 4mila tra personale docente ed Ata che hanno maturato un diritto a pensione entro la fine dell'annno scolastico 2011/2012. Già con la legge di stabilità, che è attualmente in discussione alla Camera, c'è spazio per un emendamento che ponga fine una volta per tutte a questa oscura vicenda. Ma la politica dov'è?

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